Chapter 21: Levi's
Corro su per le scale a rotta di collo, ovviamente in ritardo come al mio solito, entrando in camera mia con il rumore sordo della porta della mia stanza che sbatte contro il muro.
"Dannazione" borbotto tra me e me, rimproverandomi da sola perchè ho di nuovo perso la cognizione del tempo, cosa che sembro fare fin troppo spesso quando sono con Michael.
È incredibile l'ascendente che questo ragazzo ha su di me, e ultimamente sembro dimenticare che, dopo scuola, ho un altro impegno che prevede la mia presenza dall'altra parte della cittá.
Butto lo zaino a terra senza troppe cerimonie, tirando fuori dal letto l'altro zaino con il necessario di Naughty Girl, controllando all'interno che ci sia tutto.
Il fatto che lavi a mano tutto ció che è di Naughty Girl prevede che troppo spesso trovi culotte di pizzo rosse e nere in giro per la stanza, e infatti, come volevasi dimostrare, mancano la maschera ed il reggiseno.
Con uno sbuffo mi alzo in piedi, cominciando a frugare nell'armadio, sentendo dei passi nel corridoio ma senza darci peso, quando sento un altro rumore che mi spinge a girarmi, e davanti a me trovo Ashton con un'espressione imperturbabile sul viso.
"Dove stai andando?" Domanda, guardandomi dritta negli occhi, la sua voce gelida come il ghiaccio, ed io mi ritrovo colta di sorpresa, ma sforzo comunque un sorriso.
"Da Kelly, una serata tra ragazze" mento, cercando di sembrare il più naturale possibile con le mani ancora nel cassetto, quando Ashton scuote la testa, tirando poi fuori una mano da dietro la schiena e...
La maschera ed il reggiseno di Naughty Girl.
A quella vista mi blocco, girandomi completamente verso di lui, senza parole, sentendo il senso di colpa farsi breccia dentro di me nel vedere i suoi occhi colmi di rabbia.
"Ecco perchè tutte le sere esci dicendo di andare da Kelly. Ecco perchè torni sempre tardi. Ecco perchè la mattina non riesci ad alzarti. Ecco perché non riusciamo a cenare tutti insieme come una famiglia da mesi" sussurra, guardando gli oggetti nella sua mano con rabbia e quello che mi sembra disgusto, e sento le lacrime salirmi agli occhi prima che mi avvicini a lui solo per vederlo fare un passo indietro.
"Ashton, ti prego... Lasciami spiegare" mormoro, sentendo la voce tremarmi in gola, ma Ashton scuote la testa, alzando lo sguardo e puntandolo dritto su di me.
"Cosa vuoi spiegarmi, Angel? Che mia sorella è una puttana?".
L'istinto mi ha sempre fregata.
Sono una impulsiva, che invece di pensare e contare fino a dieci agisce, pensando solo dopo alle conseguenze.
Ed è l'istinto a spingermi come una molla, a scattare a quel 'puttana' ingiustificato, e la mia mano si posa sulla guancia di Ashton con violenza, con cosí tanta violenza da fargli girare la testa.
Lo guardo, incredula, incapace di realizzare cosa ho appena fatto, e lui incapace di fare lo stesso mi fissa, gli occhi sbarrati.
"Non sono una puttana. Lei... Lei non è una puttana" è l'unica cosa che riesco a dire a voce bassa, e senza aspettare una sua reazione o una sua risposta prendo lo zaino e gli indumenti nelle sue mani prima di correre giù dalle scale nascondendo il tutto, sentendo il cuore palpitare e le mani sudaticce.
"Angel? Stai già uscendo?" Domanda mia madre, placcandomi in ingresso con le mani sporche di farina, ed io mi sforzo a fingere un sorriso prima di annuire.
"Sí, Kelly mi aspetta... Dormirò da lei. Probabilmente starò da lei nel weekend" sorrido leggermente, cercando di suonare il più convincente possibile, e lei annuisce prima di avvicinarsi per abbracciarmi.
"Va bene. Buon weekend, tesoro".
"A lunedì, mamma".
E non appena esco di casa, lacrime calde bruciano il mio viso nonostante il vento gelido di New York.
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