Capitolo Quarto: Cronaca
"Il problema è che ci sono troppe persone che anziché cercare di rendere la loro vita migliore fanno di tutto per rovinare quella degli altri"
(Vibes_San, Twitter)
Punto di vista Rose
Premetti il pulsante per far smaterializzare la porta di casa senza neanche guardare il piccolo telecomando che avevo in mano.
Non mi accertai neanche che il processo fosse avvenuto e mi lanciai contro la porta, convinta di non trovare alcuna resistenza.
Mi sfuggii un piccolo urlo quando il mio viso entrò in collisione con il freddo materiale dell'entrata e caddi sul sedere con un ulteriore lamento.
Mi massaggiai la fronte e lanciai un'occhiataccia alla porta, come se la ritenessi responsabile di quanto appena accaduto.
«RS? Cosa stai facendo a terra?» mi domandò improvvisamente una voce, facendomi sobbalzare sul posto. Tolsi la mano dal viso e inquadrai mio fratello maggiore Cotan all'inizio del vialetto di casa nostra.
Mi tirai velocemente su mentre lui si avvicinava a passo svelto, con un'espressione confusa stampata in faccia.
Il mio rientro non coincideva quasi mai con quello di CT, siccome lui staccava da lavoro sempre ad orari diversi e, inoltre, non abitava più con noi da quasi un anno.
«Credo che il mio telecomando sia rotto» borbottai, porgendogli l'oggetto innervosita.
Cotan se lo rigirò fra le mani per qualche secondo, ispezionandolo con meticolosità. Infine si corrucciò e premette il pulsante di smaterializzamento della porta, che ero abbastanza sicura di aver premuto anche io pochi minuti fa.
Allungò una mano e questa passò attraverso l'entrata come se nulla fosse. Mio fratello si girò a guardarmi confuso ed entrò in casa, seguito a ruota da me.
Si lasciò cadere su uno dei dischi della cucina e mi guardò con un sopracciglio alzato «Sicura di averlo premuto bene? Non mi sembra che ci sia qualcosa che non va» osservò, riconsegnandomi il piccolo oggetto.
Alzai le spalle e, dopo aver premuto il tasto per rimpicciolirlo, me lo rimisi in tasca con uno sbuffo.
«Non è colpa mia se ha deciso di non funzionare con me» sussurrai in risposta, cercando di nascondere il mio tono irritato.
Mi passai una mano fra i capelli in disordine mentre mi avvicinavo al piccolo angolo di cottura, piazzato a destra rispetto alla porta. Una serie di mattonelle color crema faceva da cornice alla porta di piccole dimensioni incastonata nella parete.
Era una porticina di mogano, con uno specchietto rettangolare che si muoveva grazie a delle rotelle poste sul suo retro e che era posto in alto a destra. Allungai la mano e feci scivolare specchietto verso il basso, fino a farlo essere all'altezza dei miei occhi. Feci dondolare lo sguardo da destra a sinistra un paio di volte e, quasi istantaneamente, la porticina iniziò a scorrere verso sinistra, fino a scomparire nel muro.
Uno schermo olografico mi apparve davanti a gli occhi e selezionai velocemente la Nicunja, un piatto tipico di Natalesia, dal menù.
«Una porzione anche a me» chiese mio fratello, alzando di poco il tono di voce per essere sicuro che lo sentissi.
Non gli risposi, ma selezionai direttamente il numero "due" dal menù, per poi fare un passo indietro mentre la porticina iniziava a chiudersi con un lieve sibilo. Lo specchietto era tornato al suo posto e ora lampeggiava, segno che era in atto la preparazione dei piatti selezionati.
Mentre il Nojli stava preparava meccanicamente il pasto, mi fermai a pensare a quello che era successo tre giorni fa, quando i 5T furono lanciati sul cortile della scuola, provocando decine di ferite e un morto.
Per un attimo l'immagine di quel ragazzino schiacciato per metà sotto ad un masso mi balenò per la mente, ma la scacciai subito, inorridita. Purtroppo non erano riusciti a fare nulla per lui, se non alleviare il suo dolore in attesa dell'ultimo respiro. Si era spento nel cortile della scuola, i suoi genitori non erano arrivati in tempo neanche per riuscire a dirgli addio.
«RS! Stai dormendo ad occhi aperti?» sentii esclamare dietro di me, in tono divertito. Mi girai di scatto e guardai mio fratello spaesata, prima di rigirarmi e rendermi conto che lo specchietto aveva smesso di lampeggiare, segno che la nostra cena era pronta.
Ci mettemmo a tavola senza dire nulla. Il silenzio di spezzato pochi attimi dopo da lui: «Ieri alla cronaca parlavano di voi» mi informò, probabilmente riferito a quello che era successo qualche giorno fa.
Chiusi per un attimo gli occhi, per visualizzare il mio orologio interno, e poi parlai: «Apri l'ologramma, la cronaca dovrebbe star trasmettendo qualcosa anche ora» gli risposi, curiosa di vedere cosa dicevano su di noi.
Mio fratello così fece, dando alla televisione olografica il comando di accendersi. Pochi attimi dopo, eravamo sintonizzati sul canale della cronaca: ci avevo visto giusto, stavamo parlando "dell'incidente" proprio in quel momento.
"«Qualche giorno fa, l'unica scuola di terza classe di Lesia è stata la protagonista di quello che si sospetta essere un attentato. Come testimoniano alcuni insegnanti e ragazzi» la giornalista si fermò un attimo, annuendo a qualcuno che non potevamo vedere, poi continuò «come testimoniano alcuni insegnanti e ragazzi, e le Guardie della Sicurezza accorse, devi massi 5T sarebbero stati lanciati sull'ala est dell'edificio, precisamente sulla sala riunioni degli insegnanti. Nessuno ha rivendicato l'attentato, ma è di credo comune che l'avvenuto sia da attribuire agli Originali. Dalla terza classe di Lesia è tutto, passaggio allo studio».
L'immagine della giovane donna sparì, lasciando spazio a quella di un uomo più anziano, che smise di leggere quello che aveva fra le mani quando si rese conto di essere in onda.
«E a proposito degli Originali» iniziò l'uomo, rigido «Qualche giorno fa una nuova manifestazione è sfociata i-»"
Cotan spense l'ologramma, stiracchiandosi dalla sedia. «Stupidi fanatici» borbottò fra sé e sé, riferito probabilmente agli Originali. Essi non erano altri che un gruppetto abbastanza nutrito di natalesiani, che si contendevano il posto come miglior gruppo razzista contro la comunità umana.
Finii di mangiare e una decina di minuti più tardi, scese mia madre dal piano di sopra. Indossava ancora il pigiama, ma aveva gli occhi ben truccati e i capelli in ordine: mi chiedevo se, almeno quando dormisse, si concedesse un po' di pace dalla sua ricerca della perfezione.
«Rose, non ti ho sentito rientrar-» si bloccò, dopo aver visto Cotan e si avvicinò a passi veloci. «CT! Ero preoccupata, perché non rispondevi alle mie chiamate?» domandò vispa, dando un breve abbraccio al figlio. Lo osservò per qualche istante, poi scosse la testa e gli sistemò i capelli, che quel giorno sembravano di un blu più spento.
Li osservai con attenzione, notando solo in quel momento le occhiaie sul viso di mio fratello. Lo squadrai per bene e, ad esame completo, mi parve di vederlo più magro rispetto all'ultima volta che ci eravamo visti. Indossava un maglione che gli cadeva largo sui fianchi, evidenziando la perdita comunque non troppo evidente di peso - il fatto che non si adattasse alle sue forme alla perfezione era un chiaro segno che l'aveva preso in prestito dal vecchio guardaroba del nonno.
Mia madre non ci mise che pochi secondi ad accorgersi che qualcosa non andava, al contrario mio, e rivolse a mio fratello un'occhiata poco amichevole, pur rimanendo posata nelle sue espressioni. Era sempre così, al limite della perfezione.
«C'è qualcosa che devi dirci, CT?» gli domandò poco dopo, picchiettandogli un'unghia sulla guancia pallida. Si allontanò da lui, andando ad armeggiare all'angolo cottura.
Mio fratello sospirò, tornando a sedersi sul disco, dal quale si era alzato per abbracciarla, e si passò una mano sul mento, con fare stanco.
«I genitori di Romininla l'hanno convinta ad aderire agli Originali. Mi ha cacciato di casa qualche giorno fa» ci spiegò in un sussurro, senza guardare nessuna delle due. Gli rivolsi uno sguardo incredulo, piegandomi lievemente verso di lui.
«Sei serio?» domandai, stentando a crederci. Da quanto ne sapevo, qualche tempo avevano fissato la data in cui sarebbero andati al Centro Nascite per avere un figlio e ora... questo?
Romininla era la sua fidanzata ed era una natalesiana pura. Personalmente avevo dei seri dubbi sulla sua natura e sulla fedeltà di sua madre verso il marito, ma non ne avevo mai parlato a mio fratello: non era una cosa in cui dovessi impicciarmi io.
L'espressione di mia madre era un misto tra incredulità e rabbia: sembrava indignata e riuscii a sentire che mormorava qualcosa fra i denti, forse una minaccia. Si sistemò l'acconciatura, ma era persa nei suoi pensieri.
Ct alzò le spalle alla mia domanda. «Ti sembra un argomento su cui scherzerei?» mi domandò di rimando, con voce stanca. Era appoggiato al tavolo con i gomiti e il quadro generale gli conferiva un aspetto poco gradevole, pareva esausto.
Mia madre sembrò risvegliarsi dal suo stato di trance «Questi Originali stanno diventando una brutta piaga. E menomale che Noclow li ammira, l'ho sempre detto io che quell'uomo non ha senso di giudizio» mormorò, cambiando il nucleo del discorso.
Guardai lei, poi mio fratello. Forse non avrebbe retto alle nostre domande su quello che era successo con Romininla, non ora almeno, ma quella di mia madre mi sembrava solo una fuga a un problema che non sapeva affrontare.
Rimuginai su quello che aveva appena detto: Noclow era uno dei principali gestori del sistema di organizzazione di Nata, Nasia e Lesia e, di recente, aveva tenuto un discorso in cui parlava di un progetto degli Originali. Secondo lui, l'intenzione prioritaria era quella di rendere di nuovo la Terra abitabile, per restituirla a chi di diritto: gli esseri umani
Tutto molto bello e promettente, se non fosse sbucato tutto dal nulla. Era poco tempo che gli Originali avevano mascherato le loro intenzioni sotto un velo d'oro. In città, qualche settimana fa, erano ovunque i loro volantini con la propaganda "Sangue pulito, mondo migliore", il quale non era esattamente uno slogan che esprimeva buoni propositi. Lesia però era una città piccola, far sparire tutto doveva essere stato semplice.
Non ci restava altro che affidarci al buon senso delle persone.
Angolo Autrice
Buonasera/Buongiorno a chiunque si trovi a leggere questo capitolo! Come state?
Prima di andare, devo ringraziare Roxy-00, che mi ha suggerito un'ottima idea da cui poi è nato l'angolo cottura sopra descritto.
Inoltre, un grazie speciale va anche a 20gabriele01 che continua a starmi vicino ed aiutarmi.
E nulla, al prossimo capitolo!
A presto.
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