Capitolo 34
Il giorno dopo, Camila si alzò presto, colma di un'energia nata dall'emozione. Si preparò con cura: si lavò, si depilò, si truccò appena, si profumò lievemente e si vestì con un completo che avrebbe sorpreso Lautaro. Si spaventò quando sentì suonare il citofono. Guardò l'orologio: undici e ventotto. Sorrise al pensare che anche lui era in ansia.
-Allora, -Disse Josefína, mentre si salutavano- passerete la giornata con i vostri amici.
-Sì, -Mentì Camila- con Nico, Lucre, Morena e Bianca. Andiamo a fare shopping e a guardare un film al cinema.
-Tieni il cellulare acceso tutto il giorno, per favore. Al cinema metti la vibrazione.
-Sì, mamma.
-E ti voglio a casa alle sette.
-Va bene.
Non le piaceva mentirle, ma non era preparata a condividere con sua madre quello che avrebbe fatto. "Farò l'amore con il ragazzo che amo", si ricordò, e una vertigine le provocò un formicolio allo stomaco, che si accentuarono quando aprì la porta dell'edificio.
Lui non ebbe intenzione di avanzare, rimase quieto con le braccia incrociate al petto, e quando Nahuel volle correre verso di lei, un'ordine di Lautaro lo fece sedersi di nuovo; ugualmente, incominciò a tremare, a guaire e a colpire il pavimento con la coda. Avvertì che gli occhi di Lautaro la scrutavano dalla testa ai piedi. Lei, a sua volta e mentre si avvicinava, lo studiò. Si fermò a pochi centimetri da lui e, dopo avergli lanciato uno sguardo malizioso e per infastidirlo, si chinò e abbracciò Nahuel.
-Ciao, Nahuelito, piccolo mio. Quanto mi sei mancato!
L'emozione del rincontro condusse Nahuel ad abbaiare e a fare salti, che Camila schivò per scappare alle zampe sporche del labrador.. Un altro ordine di Lautaro lo fece tornare alla sua posizione originale.
-Ciao- Lo salutò, con un sorriso nervoso.
-Ciao- Rispose lui, e avanzò di un passo.
Camila alzò il mento per mantenere il contatto visivo. Quando lui le diede un sorriso sinistro e divertito, Camila si mise a correre. Si era messa in un casino. Lautato s'inclinò ed assaporò le labbra che sapevano di lucidalabbra alla frutta. Camila le socchiuse per lasciar scappare un suono di piacere e lui ne approfittò per succhiarle il labbro inferiore e, successivamente, penetrarla con la lingua. Non si toccavano ad eccezione delle loro bocche. Lautaro si separò per dire:
-Hai gli stessi vestiti che indossai il giorno in cui ti ho conosciuta.
-Sono felice che te ne sia reso conto.
-Come potrei dimenticarlo?
-L'ho fatto apposta. Le scarpe sono nuove -Disse, ed incominciò a muovere i piedi per mostrargliele- Le altre mi stavano un po' piccole. Ma sono rosa, come quelle che avevo quel giorno. E tutto il resto, sono le stesse cose che indossavo quando mi hai conosciuta.
-Sì. Andiamo- Disse, e la prese per mano per incominciare a camminare.
-Dove?
-A casa mia.
La delusione le cadde addosso come un pianoforte.
-A casa tua?
-Non c'è nessuno -Lautaro si girò appena per guardarla e, subito, tornò a guardare di fronte a sé- Sono rimaste a San Justo.
-Ah.
Camila alzò la vista al cielo e provò piacere nel guardare il cielo azzurro, nel sentire il clima caldo e una leggera aria che soffiava su di loro. Si trattò di una camminata di poche parole che non la imbarazzò: al contrario, approfittò del silenzio per tranquillizzarsi. I suoi sforzi andarono in frantumi quando arrivarono al palazzo di Lautaro. In ascensore, lui la spinse contro lo specchio e la baciò con la stessa voracità impiegata il giorno prima.
-Amore mio, non immagini quanto ho pensato a questo momento.
-Davvero? Credevo che te ne fossi dimenticato.
-Dimenticato... Sì, certo.
-Non lo hai mai menzionato durante le chiamate.
-Non era qualcosa della quale avrei parlato per telefono.
Lautaro alzò lo sguardo, presto divenne serio e, per un momento, Camila si ritrovò nelle profondità di quell'adolescente, con un'anima vecchia e saggia, che, per qualche strana ragione, aveva scelto lei, la semplice Camila, come sua compagna. Sentì un calore nel petto, che le si estese per tutto il corpo e finì per alloggiare tra le sue gambe. L'ascensore si fermò, e Lautaro ruppe il contatto. Aprì la porta dell'appartamento e le cedette il passo. Camila si addentrò in quel posto familiare e amato. Lautaro la strinse contro il suo petto.
-Camila -Le disse contro il padiglione dell'orecchio, inumidendolo con l'alito- Non lasciarmi più.
-Mai, amore mio. Mai più.
Alzò la mano e gli accarezzò il labbro inferiore, e subito avvertì la soddisfazione che si adoperava in lui, che lasciò cadere le palpebre e le strinse di più la cintura. L'attrasse di nuovo verso di lui e le divorò la bocca.
-Camila... Andiamo in camera mia.
La trascinò lungo il corridoio, con Nahuel dietro di loro, che rimase escluso quando Lautaro gli chiuse la porta sul muso. A Camila tranquillizzò che la tenda fosse praticamente chiusa e che i raggi di sole facessero appena ombra.
-Sei sicuro che né tua madre né Brenda verranno oggi?
-Sicurissimo.
Lautaro le massaggiò le braccia e tornò a baciarla. Camila non rispondeva al suo bacio, era calma e terrorizzata. La tranquillità radunata durante la camminata si sfumò quando lui prese il potere e si mise in movimento guidandola verso la sua stanza. Il memento si avvicinava a passi enormi. Spostò la testa ed appoggiò la fronte sul petto di lui.
-Ti piaccio?
Lautaro la obbligò a guardarlo.
-Sono pazzo di te e lo sai.
-Forse la prima volta non sarà molto bella, perchè non ho idea...
-Shhh -Sussurrò sulle sue labbra- Non giustificarti. Ti giustifichi sempre.
-Mi dispiace. Devo essere perfetta per essere amata.
-Sei perfetta e ti amo.
-No.
-Non ti amo?
-Non sono perfetta.
-Sì, lo sei.
-Non mi piace il mio corpo. Lo odio.
Camila affogò un'esclamazione di sorpresa quando Lautaro s'inginocchiò ed appoggiò il viso sul suo ventre, dove rimase ad inspirare il profumo della sua maglia.
-Hai sempre un buon profumo- Le assicurò, e fece uscire la maglietta dall'elastico della gonna. Camila affogò una protesta al percepire la mano di lui che la stringeva da sotto la maglia e sulla sua pelle nuda, e cercò l'appoggio delle sue spalle. Lautaro le chiese di alzare il piede per tirarle via la scarpa. Rimase immobile, lo sguardo fisso sui suoi capelli, mentre lo vedeva tirarle via le scarpe. L'irrazionalità di quello che stava vivendo la lasciò senza parole, senza pensieri, senza fiato. "Sto per fare l'amore con il ragazzo che amo", si ricordò di nuovo, e le parole di Alicia si aprirono il passo al momento giusto: "La prima volta che farete l'amore sarà difficile per te tanto quanto lo sarà per Lautaro. Ti prego di non diventare nervosa". "A dire il vero", pensò, "non sembra essere tanto difficile per lui", e, sentì invidia per la sicurezza e la disinvoltura con la quale lui affrontava le cose. Chiuse gli occhi e la testa le si chinò indietro quando le mani di Lautaro percorsero le sue gambe. Ovviamente, le aveva appena depilate e riempite di crema; gli altri difetti non si levavano via con la facilità del pelo. Ad ogni modo, non poteva ritirarsi. Era in piedi di fronte al precipizio e doveva riunire il coraggio per saltare. E lo avrebbe fatto accompagnata dalla persona migliore che conosceva. Avrebbe dato fiducia a lui e al suo amore. In ginocchio, come se la stesse venerando, Lautaro l'accarezzava senza fermarsi, le baciava il ventre e le sfiorava l'ombelico con la punta della lingua, e Camila si chiese se era possibile provare un piacere più bello di quello. La sua voce emerse come un suono incomprensibile:
-Il tuo regalo...
-Cosa?
-Il regalo che ti ho portato... è qua... sotto i miei vestiti.
-Davvero?
Camila annuì. Gli occhi ed il sorriso di Lautaro brillarono nella penombra.
-In Brasile, mi sono comprata un completino per te, per la nostra prima volta. È bianco, con il pizzo. Una volta mi hai detto che preferisci la biancheria bianca.
-Sì -Disse, e la sua voce rauca sorprese Camila perchè le rivelò che Lautaro stava perdendo il controllo- Tirati via la maglia. Fammi vedere il reggiseno.
Gli obbedì e mise la maglia sulla sedia. Fargli vedere i seni non rappresentava un problema; era l'unica cosa della quale si sentiva orgogliosa. Ancora in ginocchio, Lautaro si allungò per apprezzarli.
-Che belli. Sono perfetti.
Glieli coprì con le mani, e Camila percepì il calore della sua pelle attraverso il pizzo. Osservò affascinata come glieli massaggiava con novimenti lenti e circolari. Incapace di reprimersi, incominciò a gemere. Poi si rese conto che una delle mani era tornata sotto la sua gonna.
-No -L'ordine di Lautaro occupò lo spazio e fece impatto nelle orecchie di Camila- Non chiudere le gambe, non le stringere.
-Non ci riesco.
-Puoi farlo, Camila. Puoi fare qualsiasi cosa.
Camila si rilassò e separò le ginocchia con indecisione.
-Un giorno ti offrirai a me come la donna del quadro di Alicia.
-L'Origine du monde, così si chiama.
-Mi eccita sentirti parlare in francese. Dimmi cose in francese.
Mentre Camila balbettava frasi per compiacerlo, lui si dedicava ad accarezzarla in maniera scandalosa, carezze che la condussero per un cammino oscuro che finì con un'esplosione di luce e di gemiti. Quando aprì gli occhi, si ritrovò sdraiata sul parquet. Lautaro si trovava su di lei e la osservava con un sorriso.
-Ti credo.
-Cosa?
-Credo che un giorno mi offrirò a te come la donna de L'Origine du monde.
-Sì? Perchè?
-Perchè quello che mi hai appena fatto mi è piaciuto molto.
Lautaro fece una risata e flesse i gomiti per baciarle le labbra socchiuse. Da quella posizione, l'aiutò a liberarsi della gonna.
-Fermati. Voglio vederti con solo il completo.
La vecchia Camila tentò di protestare. La nuova non si oppose. Con l'aiuto di Lautaro, si mise in piedi. Gli disse:
-Non accendere la luce.
Si baciarono, e Camila, senza parole, gli chiese di tirarsi via la maglia. E lo aiutò a liberarsi dei pantaloni. Il primo contatto delle loro pelli nude li condusse ad un'opprimente bisogno di sperimentare l'intimità più profonda tra un uomo e una donna.
-Non ce la faccio più- Confessò Lautaro.
-Hai i preservativi?
-Sì, li ho comprati ieri ripensando alla tua promessa -Camila alzò il viso e lo cercò con uno sguardo disperato- Amore mio, che succede?
-Lautaro, dimmi che sono speciale per te. Giurami che questo che stiamo vivendo è speciale. Che non è lo stesso farlo con me o con chiunque altra-Dopo una pausa, aggiunse-: Per favore, ho bisogno che tu me lo dica.
-Giànlo sai, Cami. Sai quanto sei importante per me. Sei quello che significa per me che tu abbia accettato fare l'amore con me. Per fare l'amore per la prima volta in vita tua. Tu sei il mio tesoro, la cosa più bella che ho. Amore, non posso credere che lo stiamo facendo davvero. Te ne rendi conto? Ho immaginato questo momento per un sacco di tempo. Alcune volte mi dicevo che ero uno stupido per pensare che mi avresti considerato. Sei così perfetta -Camila affogò una risata mescolata alle lacrime e agitò la testa per negare- Sì, sei perfetta e io ti volevo per me. Volevo che mi parlassi così come ti vedevo parlare con Nicola, con quella voce bassa e delicata. E volevo che mi passassi le mani sul viso come tu te le passavi per scostarti i capelli dalla fronte. Non lo so, amavo come lo facevi. E diventavo matto quando ti bagnavi il labbro inferiore con la lingua. E mi perdevo gli intervalli guardandoti leggere. Qualunque movimento tu facessi mi sembrava interessante. E quando qualcosa del libro ti faceva sorridere, beh, sorridevo anche io come uno stupido -La osservò nell'ombra e le accarezzò il viso prima di dirle-: Ti amo, Camila. Anche quello che stiamo condividendo. È la cosa più bella di tutta la mia vita, te lo giuro sulla memoria di mio padre.
Si baciarono con frenetico bisogno e, mentre lo facevano, Lautaro la spogliò della biancheria. Camila si coprì con le mani e gli avambracci, e lo osservò tirarsi via i boxer con il fiato sospeso. Lautaro la condusse fino al letto. Camila si sdraiò e, imbambolata, lo seguì con lo sguardo fino a quando lui si perse oltre la porta del bagno. Sapeva cosa stava facendo.
Alla fine, riapparve con il preservativo già messo, Camila si spostò sulle lenzuola per fargli posto e, rimanendo nella sua posizione fetale, chiuse gli occhi. Sentiva l'insistenza dei suoi occhi, ma non aveva il coraggio di alzare le palpebre e affrontarlo. Quella notte, prima di addormentarsi nel suo letto, avrebbe ripassato tutti i dettagli di quella prima volta, e avrebbe ricordato con infinita gratitudine la pazienza di Lautaro. Con parole dolci, mani esperte e labbra comandanti, era riuscito a tranquillizzarla in maniera tale che si aprisse a lui, con fiducia e recezione. Godette al sentire il suo peso su di lei, che la spinse contro il materasso, facendola sentire piccola e protetta. Seguì le indicazioni che lui le dava tra baci e carezze, mentre si apriva passo, lentamente e dolcemente, dentro di lei. Quando s'incontrò con la barriera della sua verginità, si fermò e la contemplò con la sua solita serietà per alcuni secondi prima di dirle:
-Ho bisogno di te.
Successivamente, la penetrò con una spinta rapida e profonda, che le strappò l'ultimo pezzo d'innocenza. Camila si morse il labbro per contenere il grido di dolore.
-Amore mio -Sussurrò Lautaro, in difficoltà per le circostanze e per l'espressione addolorata di lei. Il suo respiro agitato si mescolò con quello altrettanto irregolare di Camila, che stringeva gli occhi e tratteneva, invano, le lacrime- Stai bene? Per favore, dimmi cosa senti. Ti fa molto male?
-Sì, fa un po' male, ma non piango per questo, piango di felicità.
-Cami, amore mio.
Lautaro rimase immobile per non aumentare il dolore di lei. Depositò piccoli baci sulle sue palpebre chiuse, sulle sue guance e sul suo mento. Poco a poco, la tensione l'abbandonava e lei iniziava a sentirsi sicura e fiduciosa. Si permise di aprire gli occhi, e lui era lì, ad aspettarla, con l'ansia scolpita sul volto, attento ai suoi gesti, desideroso di soddisfarla, di servirla, di sapere cosa pensava, come si sentiva, e seppe con certezza che si sarebbe comportato così per tutta la vita. Sorrise per tranquillizzarlo e lo baciò sulle labbra prima di giurargli:
-Lautaro, ti amerò per sempre. Per questo mi sto donando a te, perchè ti voglio per sempre.
Lo sentì trattenere un singhiozzo, e sentì la sua mano imperiosa stringerle la coscia e la incoraggiava a circondare la sua zona lombare con le gambe. Così fece per compiacerlo, e passò anche le dita tra i suoi capelli e lo avvicinò per baciarlo. Subito dopo il bacio li portò ad una danza che, secondo dopo secondo, diventava febbrile ed incontrollata. A Camila le estasiò il gemito rauco e prolungato di Lautaro, la tensione dei suoi muscoli e la paralisi alla quale lo sottopose e che gli congelò l'espressione. Amò quandosi lasciò andare su di lei e godette dei respiri irregolari le lui le lanciava contro il collo. Sorrise, piena di soddisfazione quando si rese conto che era lei la persona che aveva provocato tale piacere in Lautaro. Lui si ritirò, si mise accanto a lei e, dopo averla baciata sulle labbra con una dolcezza che contrastò con le spinte alla quale l'aveva sottomessa momenti prima, la osservò attentamente. Sotto quello sguardo, siccome era nuda e senza la possibilità di coprirsi, sentendosi esposta e vulnerabile, Camila cercò di girarsi di spalle. Lui le posò una mano sul ventre per impedire che si muovesse.
-Di qualcosa, Lautaro, per favore. Non guardarmi così.
-Non riesco a smettere di guardarti.
-A cosa pensi?
-A quello che è appena successo, a noi due.
-Lautaro?
-Cosa?
-Potresti portarmi qualcosa per pulirmi? Non voglio sporcare le lenzuola, figuriamoci il materasso.
Notò l'ombra che fecero le sue sopracciglia, un miscuglio di colpa e di sorpresa.
-Sì- Rispose subito, scese dal letto ed entrò in bagno.
Lei lo vide andarsene, completamente nudo, e la voglia di avere quel corpo di nuovo sul suo si mescolò con l'ammirazione che provava per lui, che si mostrava senza vergogna, e, invece di ripensare a quanto si era sentita bene appena aveva messo piede in casa di Lautaro, l'avvolse un'inquietudine che non seppe identificare. Cosa le succedeva? Si vergognava forse di chiedergli di rifarlo? La scoraggiava il panico di un rifiuto. "No, magari un altro giorno", temeva rispondesse.
Lautaro tornò con un piccolo asciugamano umido e senza il preservativo. Dove lo avrà buttato? Non voleva che qualcuno lo vedesse nel cestino del suo bagno. Un pugnale di delusione la colpì: le sarebbe piaciuto a lei tirarglielo via.
-Ti pulisco io -Dichiarò, quando Camila stirò la mano per ricevere l'asciugamano- Lasciamelo fare- Insistette, quando notò l'insicurezza di lei.
Camila, che era tornata a dargli le spalle, separò le gambe dal torso e si stirò sul letto temendo, da una parte, di sporcare le lenzuola e, dall'altro, di esporsi. Lautaro le separò le gambe con delicatezza e lei chiuse gli occhi come unico modo per nascondere il suo imbarazzo. Lui la puliva con tanta dolcezza che, nonostante i nervi iniziali, incominciò ad addormentarsi. Aprì gli occhi rapidamente quando lo sentì su di lei. Lo scoprì baciandole il filo che formava la sua pelle sul ventre, e si ricordò su alcuni nei che aveva lì e che detestava.
-Come puoi dire che odi il tuo corpo se è perfetto?
"Perfetto come quello di Ines?". La domanda che mai avrebbe pronunciato la scoraggiò, e non l'aiutò per nulla pensare che, molto probabilmente, loro avevano fatto l'amore nella stessa stanza. Davvero? Avevano fatto l'amore o avevano fatto sesso? "Camila! Sei un'imbecille se continui a pensarci". "Sì, lo so, ma non posso evitarlo. Tanto meno quando lui è così serio dopo la nostra prima volta. Non so cosa gli succede. Credo che non gli sia piaciuto. Credo che io non gli piaccio a letto".
Lautaro mise l'asciugamano sullo schienale della sedie, e Camila osservò le macchie rosse.
-Metti l'asciugamano nella mia borsa -Gli chiese in malo modo- Lo lavo a casa mia. Non voglio che qualcuno lo veda. Si chiederanno cosa sia.
-Lavarlo? Non ti permettere. Aspetterò che si asciughi e lo conserverò così, per sempre, con il tuo sangue, quello della tua prima volta.
Lo guardò sconcertata e, subito, quando percepì il nodo in gola, si girò verso la parete e gli diede le spalle. Non voleva che la vedesse piangere. "Penserà", si disse, "che, oltre ad essere pessima a letto, sono un'instabile e un'isterica, e Lautaro odia queste cose, lo so". Le venne un brivido quando percepì che il materasso cedeva mentre lui si accomodava.
-Camila! -Esclamò, disperato, quando scoprì le sue guance brillanti di lacrime- Cosa succede? Dimmi! Ti fa molto male? Ti esce ancora sangue? -Camila negò con la testa- Per favore, dimmi cosa succede. Ti ho fatta troppo male, vero? Non ti è piaciuto.
-A te non è piaciuto!
-Cosa!
-A te non è piaciuto. Ti è sembrato orribile.
In un movimento rapido e agile, la riportò in posizione fetale, si mise su di lei e le strinse le spalle con crudeltà.
-Cosa stai dicendo?
-Dico quello che sento!- Insistette.
-Perchè lo pensi? -L'amarezza di Lautaro la emozionò, e i suoi occhi tornarono a bagnarsi di lacrime- Camila, amore mio. Dimmi cosa succede. Per me è importate che parliamo e ci diciamo la verità, soprattutto rispetto questo tema.
-Ti sento lontano, Lautaro. Sei silenzioso, non mi dici nulla. Mi guardi e non mi parli. Non mi dici cos'hai sentito. Ti è piaciuto?- Chiese con paura.
-Se mi è piaciuto? È stata la cosa più forte che abbia mai sentito! Non ne hai idea- Disse, con aria abbattuta e mentre scuoteva la testa.
-Allora, perchè...?
-Perchè so di averti fatta male! Come pensi mi faccia sentire? So che non ti è piaciuto.
-Lautaro!
-E non ne potevo più. Ero troppo eccitato. È da quando mi hai promesso che lo avremmo fatto che pianificavo tutto ed ero molto eccitato. Non so come sono riuscito a trattenermi ieri a casa tua.
-Lautaro -Camila gli prese il viso tra le mani e lo obbligò a scendere per baciarlo- Davvero ti è piaciuto? -Lautaro respirò bruscamente e fece una smorfia di stufo- Sì, ti è piaciuto? Ti sono piaciuta io? Era la mia prima volta, ma posso imparare.
-Camila, Camila -Cadde su di lei, improvvisamente stanco, e l'abbraccio, senza importargli del peso del suo corpo, se le sue mani le faceva nomale- Non immagini cosa significa per me che, dopo averlo fatto con una ragazza, io abbia ancora voglia di farlo, e farlo di nuovo, per sempre.
-Oh.
-Quando uno va a letto on una ragazza solo per il sesso, quello che viene dopo non è gradevole.
-Cosa viene dopo?
-C'è un profondo rifiuto. Vuoi che lei se ne vada. Tu vuoi andartene.
"Sentivi questo dopo che lo facevi con Ines?". Invece, fece un'altra domanda:
-E con me cosa senti?
-Sento che l'unica cosa che mi ferma per non continuare a farti l'amore è ricordarmi del dolore che ti ho causato, ricordarmi che è la tua prima volta.
Camila si morse il labbro per frenare il pianto. Lautaro tornò ad abbracciarla. Le chiese all'orecchio:
-Perchè sei così tanto insicura?
-Non lo so. Ma lo sono e non posso evitarlo. Mi ami comunque?
-Se ti amo? Cami, quello che sento per te... Non so come spiegarlo. E quello che ho provato quando ieri sei tornata, dopo due settimane separati... Il cuore mi batteva così forte quando ti ho vista scendere dalla macchina di tuo padre che mi è salito qui -Si segnalò la gola, e Camila gli accarezzò il pomo d'Adamo- E oggi, quando ti ho vista vestita come quel giorno... Pensavo che lo avessi fatto per me, per farmi una sorpresa.
-Tutto quello che faccio lo faccio per te, Lautaro! Tutto, amore mio.
-Non sai quello che ho sentito quando mi hai detto che l'altro regalo lo portavi sotto i vestiti. Il fatto che tu abbia comprato un completo apposta per la nostra prima volta... è stato molto forte.
Si baciarono appassionatamente, e Camila sentì sulla sua coscia il modo in cui Lautaro rispondeva alle carezze che lei osava offrirgli. Lui si separò e rimase a guardarla. Camila gli accarezzò le guance e gli sorrise con timidezza prima di chiedergli:
-A cosa pensi?
-Che Camila è mia.
-Sì. Di chi altro dovrei essere? Solo del mio Lautaro.
-Mi fai impazzire quando dici queste cose. Dici sempre cose che mi fanno venire la pelle d'oca. A nessuno verrebbero in mente frasi del genere, tranne che a te. Dillo di nuovo.
-Solo del mio Lautaro. Non immagino di condividere quest'intimità con nessun altro. Perchè non mi hai detto che eri così perchè pensavi che non mi era piaciuto? Cosa pensavi?
-Questo, che non ti era piaciuto.
-Mi ha affascinata!
-Ma ti ha fatto male.
-Sapevo che mi avrebbe fatto male. Me lo aspettavo. Dopo che era passato il peggio, mi è piaciuto, Lautaro. Nessuno dei due ha compiuto la promessa che ci siamo fatti in montagna, che avremmo dovuto raccontarci tutto.
-Prima di dirti qualcosa, ho bisogno di tempo per capire cosa mi succede, per digerirlo.
-Sì, capisco, ma io percepisco i tuoi stati d'animo come se fossero miei, e mi ha terrorizzata pensare che non ti era piaciuto.
-Camila, non so come spiegarti a parole com'è stata questa cosa per me... Sapere che mi ami...
-Contutte le mie forze, Lautaro!
Lautaro rise, emozionato per la veemenza di lei.
-So che per te non è stata la migliore, la prima volta è difficile per una donna, no? Ma ti prometto che goderai tanto quanto me.
-Allora, perchè ci sei rimasto così male?
-Perchè voglio che sia tutto perfetto per te.
Sì, concordò Camila, lui voleva sempre compiacerla nei minimi dettagli perchè era il suo modo di conservare il controllo e il potere.
-Quindi se non fai l'amore con amore, dopo provi rifiuto per la ragazza? -Lautaro annuì- E il fatto che tu mi stia abbracciando così forte vuole dire che non mi rifiuti? -Lautaro sorrise di nuovo e tornò ad annuire. Camila sparò la domanda successiva sapendo che a lui avrebbe dato fastidio-: Con chi sei andato al letto a parte con Ines? -Lo vide chiudere gli occhi e scuotere la testa- Dimmelo, per favore.
-Perchè lo vuoi sapere?
-Perchè voglio sapere tutto di te. Perchè altrimenti? Se questa non fosse la mia prima volta, -Allegò, comportandosi come una bambina- a te piacerebbe sapere con chi sono andata a letto, no?
Lautaro mordicchiò il collo di Camila prima di rispondere in tono feroce:
-Non farmici nemmeno pensare, Camila. La sola idea di te a letto con un altro mi fa diventare matto.
-Raccontami, per favore. Almeno dimmi con quante oltre a lei.
Il silenzio si estese per lunghi secondi. Camila pensò che Lautaro si era addormentato. La colse alla sprovvista quando disse:
-Con altre due.
"Altre due!", avrebbe gridato, ma si zittì in tempo.
-Le conosco?
-Camila- L'avvertì.
-Per favore -Supplicò lei- Le conosco?
Di nuovo, Lautaro lasciò passare un po' di tempo prima di rispondere:
-Una, no. L'altra, sì.
"Una la conosco? Mio Dio".
-Raccontami, dai. Dai. Non voglio che ci siano segreti tra di noi.
-La prima volta, -Cedette lui- l'ho fatto con una ragazza che ho conosciuto durante le vacanze a Pinamar.
-Come si chiamava?
-Jésica.
"Jésica", ripetè Camila. "Nome femminile di un'esperta di questioni sessuali", concluse.
-Quanti anni aveva?
-Diciotto.
-Diciotto! -Camila si incorporò per guardarlo in viso- E tu?
-Quattordici.
Tornò alla sua posizione iniziale, con l'anima abbattuta.
-Perchè fai domande se poi ti arrabbi per la risposta?
-No, dai, non dire così. Continua a raccontare.
-Non ti dirò i dettagli, Camila.
-Va bene. Con chi altro lo hai fatto?
-Con Mara, un'amica degli scout.
"Mara! Lo sapevo, lo sapevo!". Aveva voglia di mordere il cuscino.
-Ah, sì, Mara -Sussurrò- È molto bella -"E la vedi tutti i sabati"- E con Jésica, rimani ancora in contatto?
-Sì, tramite Facebook.
L'anima le precipitò sotto i piedi; aveva sperato in una risposta negativa. Quanti anni avrà ora la tale Jésica? Ventuno? "Mio Dio! Ho più nemiche di quelle che avrei creduto". Alzò lo sguardo quando sentì la risata di Lautaro, che la baciò sulla tempia prima di parlare:
-Come puoi rimanerci male per quelle ragazze? Non sono nulla per me.
-No?
-No.
-Giuramelo!
-Te lo giuro.
Il viso di Lautaro si rilassò e un sorriso gli curvò gli angoli della bocca. Camila attese con ansia che le parlasse.
-Dobbi amoancora vedere se è vero che Toro e Scorpione a letto fanno scintille.
-Per i litigi o per fare l'amore? -Lautaro fece una risata e la baciò sulla fronte- Sono sicura che è vero, Lautaro -Disse, dimenticando il tono burlone- Le taurine e gli scorpioni fanno scintille quando fanno l'amore.
-Anche se fossi di un altro segno, con te sarebbe sempre speciale.
La baciò di nuovo, iniziando con moderazione, fino a quando il desiderio di Lautaro crebbe e recuperò vigore. Camila ebbe un brivido quando lui la sorprese sussurrandole:
-Grazie, amore mio, per rendermi così felice. E perdonami per il dolore che ti ho causato. Ti fa ancora male?
-Un po'. Nulla che una del Toro non possa sopportare.
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