Capitolo 27
Erano passate tre ore di viaggio, e la tristezza di Camila era profonda come non mai. Non era in vena di cercare un approccio con la sua compagna di viaggio, che, d'altra parte, non si mostrava interessata. Leggeva riviste, masticava gomme e ascoltava musica da un iPod. Perchè si era seduta con eli quando, chiaramente, il gruppo e i suoi amici, Lautaro e Nicola, erano su?
Si obbligò a concentrarsi sulla lettura con la speranza di addormentarsi dopo non aver dormito per tutta la notte. Alla fine, i suoi occhi si socchiusero.
Si svegliò confusa e, per alcuni secondi, non seppe dove si trovava. Comprese molte cose alla volta: il silenzio era anormale. Laura non era al suo fianco e l'autobus era fermo. Con gli occhi annebbiati, vide un'ombra. Era Lautaro, che la osservava come se fosse un oggetto di studio.
-Cos'è successo?- Chiese, e la voce le uscì debole.
-Non è successo niente. Ci siamo fermati in una città. Ti senti bene? -"Che t'importa se mi sento bene! Va dalla tua Ines". Si limitò ad annuire- Non vuoi scendere?
Camila negò con la testa e gli diede le spalle, simulando d'interessarsi all'esterno; non sarebbe riuscita a trattenere le lacrime per molto tempo. Sentì che Lautaro si allontanava per il corridoio, e lo vide scendere e camminare fino alla fermata. Ines corse verso di lui e gli saltò addosso.
Camila chiuse gli occhi per pensare a quello che era appena successo. "Perchè non gli hai chiesto cosa ci faceva lì? Perchè non gli hai detto "ti amo alla follia" e non gli hai chiesto di dimenticare tutti gli errori passati e di tornare insieme? Perchè t'impegni a soffrire?". E ancora: "E se avesse risposto: "È tardi ormai, ora preferisco Ines", cos'avrei fatto?". "Piangere un'altra settimana", si rispose. La ferita era profonda e sanguinava. Come desiderava vendicarsi e fargli del male! Però se lui preferiva Ines, che effetto avrebbero i suoi stratagemmi?
-Cosa fai qui da sola?- Sebastián occupò il posto di Laura.
-Mi ero addormentata. Mi sono appena svegliata.
-Vuoi scendere? Non hai fame? -Camila negò con la testa- Perchè ti sei seduta qua giù? Su è più bello.
-Perchè mio padre mi ha chiesto di sedermi giù. Dice che gli autobus a più piani sono più pericolosi e che i passeggeri in alto sono più a rischio.
-Ha molta cura di te tuo padre, no?
-Come qualsiasi padre, credo.
-Credi male. È da anni che non vedo mio padre. Non sa se sono vivo o morto.
-Vive in un'altra città?
-Che merda! Vive a Buenos Aires, ma, da quando ha abbandonato mia madre, si è dimenticato di me.
-Scusa, permesso, Mister Muscolo -Irruppe Laura, con una bottiglia di gassosa in una mano e un panino nell'altra- Muovi il culetto, che questo posto è mio.
-Non rompere, Laura. Hai tutto l'autobus per te. Va a sederti da un'altra parte.
-Questo è il mio posto e mi siederò qua.
Sebastián guardò Camila.
-Sì, è il suo posto- Confermò.
Lo abbandonò con mala voglia.
-Conosci Alta Gracia, Cami?- S'interessò Sebastián.
-No.
-Io ho passato tutte le estati della mia infanzia lì. I miei nonni avevano una casa.
-Davvero? -S'intromise Laura- È bello?
-Quand'ero bambino, sì, mi sembrava bello. Ora dev'essere una mensa per mocciosi. Però troveremo qualcosa da fare. Vicino ad Alta Gracia, ci sono posti con bellissimi paesaggi, come la Quebrada del Condorito. Mio nonno ci portava sempre lì.
-Ho sentito Rita dire -Commentò Lauta- che domani ci andiamo.
-Fantastico!- Si entusiasmò Sebastián.
Arrivarono intorno alle sette di sera. Camila voleva farsi un bagno caldo e mettersi a letto.
-Hai già con chi dormire?- S'interessò Laura quando scesero dall'autobus.
-Sì.
-Ah. Con chi?
-Con Bianca, Morena e Lucrecia. E tu?
-Non ne ho idea- Rispose, e Camila l'ammirò.
Senza rimedio, estese il collo per cercare Lautaro nel caos di gente e valigie. Ovviamente, era con Ines e con Paola. Poteva arrivare a capire che gli piacesse stare con Ines, ma con Paola? Dopo gli insulti e le cose che gli aveva riservato? La sua ira, addormentata dopo tutte quelle ore passate in autobus, recuperò le forse.
L'hotel le sembrò gradevole. Mentre lo studiava, gli occhi di Lautaro la frenarono. Si trattò di un'istante; si contemplarono in un vuoto nel quale voci e rumori svanirono, il caos svanì, le luci si spensero e l'hotel ammutì. "Cosa vuoi da me?", esclamò l'anima di Camila. Lautaro ruppe il contatto quando mosse la testa per rispondere ad un commento di Ines. Li fecero fermare alla reception per assegnare loro le camere. Camila, Morena, Lucrecia e Bianca si congregarono per ricevere la chiave e andarono alle scale che conducevano al primo piano. Si misero d'accordo senza problemi nella scelta del letto e del turno per lavarsi.
-Io mi lavo ultima, non c'è problema -Offrì Camila- Ad ogni modo, non scendo per cena. Ho già parlato con Rita e mi ha dato il permesso.
Rita, che, su richiesta di Josefína e Juan Manuel, doveva occuparsi della convalescente, non tardò nello scusarla al vederla così triste.
-Però devi mangiare qualcosa, Cami. Non puoi andare a dormire a stomaco vuoto. Chiedo di farti portare la cena in camera -Le fece l'occhiolino- Non dire a nessuno che ti tratto in maniera speciale.
Per questo, quando bussarono alla porta, Camila aprì senza chiedere, credendo che si trattava della sua cena. Si sbagliò: era Lautaro.
-Non chiedi mai chi è prima di aprire?- Si arrabbiò.
-Pensavo che era Rita. Mi ha detto che mi avrebbe portato la cena.
Il suo sguardo, che la percorse dalla testa ai piedi, sembrò apprezzare l'accappatoio bianco e la camicia da notte lilla, e anche le pantofole a fiori; portava i capelli sciolti.
-Cosa c'è, Lautaro?
-Perchè non vieni a cenare con noi? Ti senti male?
-No, però mi sento debole.
"E poi, non ho voglia di vederti con Ines".
-Cosa ci fai qui, Lautaro? -Rita lo sorprese- Andiamo, torna in sala. Stanno servendo la cena. Ah, questo ragazzo innamorato -Sospirò Rita, una volta che Lautaro si allontanò- Entra -Indicò alla cameriera, che portava il vassoio- Mettilo sulla scrivania.
-Molte grazie- Disse Camila, e si sedette di fronte al pasto. Il vapore che saliva dal piatto di zuppa le aprì l'appetito.
-voglio che mangi fino all'ultimo spaghetto, Cami. Sei pelle e ossa, e mi sono accordata con i tuoi genitori che mi sarei presa cura di te.
-Grazie, Rita. Sei molto buona con me.
Mangiò tutto. Era cibo semplice, ma squisito e fatto in casa. Si lavò i denti e si mise a letto. Estrasse dal libro la busta di Lautaro e la osservò per molto tempo prima di strappare la carta e aprirla.
"Amore mio. Amore mio. Amore mio. Te lo dirò tante volte quante ne vuoi. Perchè sei il mio amore, la mia adorata Camila. Ti amo più di quello che puoi arrivare ad immaginare. Non so perchè stiamo vivendo queste brutte cose. Sto soffrendo come non ho mai sofferto nemmeno quando morì mio padre, ma, dopo aver letto l'e-mail che mi hai inviato domenica, ho voglia di vivere di nuovo.
Tutto si è messo contro di noi per separarci. Ero arrabbiato con te, non capivo perchè mi trattavi male. Io non ti ho mai messo le corna con Ines, e nemmeno ho mai pensato di farlo. Sai perchè? Perchè amo te e soltanto te. E, quando mi hai detto che volevi essere la mia ragazza, ho pensato che mi ero conquistato il tesoro più bello del mondo. Ma avevo bisogno di raccontarti quello che era successo tra di noi, semplicemente, perchè voglio che tu sappia tutto di me, e io voglio sapere tutto di te, il bello e il brutto.
Quando mi hai confessato la questione degli anonimi, mi sono detto che era arrivato il momento di dirtelo. Mi sono pentito molte volte, ma, alla fine, credo che è stato un bene: sono stato sincero con te, ti ho detto la verità. Tu una volta mi hai parlato di fiducia. Mi hai detto: "Non credo che possiamo stare insieme senza la fiducia", e avevi ragione, per questo mi sono permesso di dirti la verità.
Durante vari giorni, siccome mi stavo preparando per le olimpiadi, non ho guardato la posta. L'ho appena fatto il mercoledì, quando mi hai detto di dimenticarmi dell'e-mail che mi avevi inviato la domenica. Sono uscito dalla classe, c'era già il prof, ma non mi è importato, e sono corso dai computer per connettermi a Gmail e leggere il tuo messaggio. Ho sentito due cose allo stesso tempo: un'allegria immensa perchè mi dicevi che eri mia e che mi amavi, e anche tristezza, perchè ti avevano inviato quella foto di merda, e tutto si era rovinato di nuovo. Dimenticati di quella foto, Camila, per favore. Non è significato nulla per me. Credo che l'ho fatto così mi avresti visto e saresti stata gelosa, ma non è significato nulla, nulla.
Sono a pezzi perchè Ignacio mi dice che sei molto malata, tanto che tua madre non vuole che parlo con te al telefono. Voglio essere lì, al tuo fianco, per avere cura di te, abbracciarti, baciarti. Guarisci presto, amore mio. Non ce la faccio più a stare lontano da te. Ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Il tuo Lautaro".
Camila ringraziò la solitudine della stanza. Affondò la testa nel cuscino e pianse gridando. Minuti dopo, il pianti diventò un lamento esausto, che svanì quando si addormentò.
Dormì profondamente, come da settimane non aveva fatto. L'aria delle montagne mostrava già I suoi effetti benefici. Anche se aveva risposato, i suoi occhi erano gonfi a causa del pianto, quindi si mise il correttore che Josefína le aveva prestato e si mise il mascara. Voleva essere bella per Lautaro. Non sapeva come né quando né dove, ma avrebbe parlato con lui. Si dovevano una conversazione adulta, che avrebbe determinato se finire la loro relazione o dare una nuova opportunità al loro amore. Come aveva scritto nella sua meravigliosa lettera, tutto si era unito per separarli. Era ora che prendessero il toro per le corna e pianificassero il loro destino. Era stanca di lasciare il suo in mano ad altri.
Quando arrivò nella sala con le sue compagne di camera, la decisione e la determinazione le si dissolsero come ghiaccio al sole. Sentì che Bianca le stringeva la mano, mentre Morena e Lucrecia la spingevano verso un altro posto cosicché la smettesse di guardare Lautaro baciare appassionatamente Ines. "Perchè Lautaro mi fa questo? Non si rende conto che mi sta uccidendo?".
-Lo fa per darti fastidio e farti ingelosire, Cami -Dedusse Morena- Appena ti sei girata, ha smesso di baciarla e ti ha guardata.
-È ovvio che lo fa per farla ingelosire -Confermò Lucrecia- Si nota che nn sopporta Ines. La sta usando. I giorni in cui sei mancata, Cami, non le dava retta. Se lo merita, quella troia.
-Sii forte, Cami -Le sussurrò Bianca, e Camila incontrò i suoi occhi, dolci ed enormi, e si chiese come non si fosse mai accorta di quanto erano belli- Tu sei una regina. Lei non è nessuno. Per questo t'invidia tanto. Sii forte.
-Grazie, Bianca.
-Ciao, principesse!- Salutò Sebastián, e le lasciò stupefatte perchè, fino a quando Morena, Lucrecia e Bianca ricordavano, il bello del corso non aveva mai diretto loro la parola.
-Ciao, Sebastián- Salutò Camila, e le altre mormorarono lo stesso.
Sebastián le fece ridere con le sue battute e i suoi scherzi, e Camila riuscì a ristabilire i battiti del suo cuore e ad ingerire la colazione. In nessun momento, l'immagine del bacio tra Lautaro ed Ines abbandonò i suoi pensieri; però si rese conto che la sofferenza cedeva il posto ad una profonda malinconia, che la rassegnava. Lo aveva perso, in gran parte per colpa sua. Se era una ragazza matura, sarebbe stata forte, come Bianca le aveva detto, e avrebbe imparato a vivere senza di lui. Ci sarebbe riuscita?
Occuparono gli stessi posti sull'autobus, e Laura si sedette accanto a lei con un sospiro. La guardò in quel modo tanto diretto che la caratterizzava prima di dire:
-Da quando avete litigato, è diventato un cretino. Non dargli retta.
Siccome non si fidava delle intenzioni di Laura, - sospettava che anche lei fosse complice di Lautaro - preferì girarsi e guardare fuori dal finestrino, per quanto la intrigò l'informazione che la migliore amica di Lautaro le aveva dato.
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