Capitolo 21
-Certo! Andate a ballare! Vi divertirete di sicuro. Questa cena sta diventando una cosa da vecchi.
-A me è parsa meravigliosa -Si difese Alicia-, super originale, oltre che squisita.
-È vero -Replicò Josefína-, ma Camila è ancora piccola per poter festeggiare il suo compleanno come lo farebbe una donna di quarant'anni.
-Posso andarci anche io, mamma?
-Assolutamente no, Ignacio.
-Uffa!
-Non so come possiamo andarci -Obbiettò la festeggiata in malo modo- Non ho intenzione di infastidire papà a quest'ora per farci portare.
Perchè lei, solo per essere adolescente, doveva aver bisogno del rumore e della massa di alcolizzati e drogati di una discoteca, quando l'unica cosa che voleva era che tutti se ne andassero e che la lasciassero sola con Lautaro?
-Potete andare in taxi e vengo a prendervi io alle quattro del mattino- Disse Josefína.
A Camila sembrò di notare che a Lautaro l'idea di andare a ballare gli piacesse e, temendo che lui trovasse troppo noiosa la cena, finì per cedere. Non si era dimenticata di quel dialogo nella quale lui si era sorpreso per la sua decisione di non festeggiare il compleanno.
"Nulla, non voglio fare nulla. Non mi piace festeggiare il mio compleanno". "Non farai nulla? Che strano".
-Dove andiamo?- Volle sapere Anabela, la cugina di Camila.
Sua sorella Emilia commentò:
-Juan Pedro -Si riferiva al suo ragazzo tennista- dice che oggi apre una nuova discoteca nella Costanera. Si chiama Vangelis, o una cosa simile. Ci andiamo?
In quel momento, squillò il telefono. Rispose Ignacio.
-È Ines, la tua amica.
-Chi è Ines?- S'interessò Anabela, ma Camila non le rispose.
Rispose alla chiamata e, per far ingelosire sua cugina, disse ad Ines che sarebbero andati al Vangelis. Se ne pentì subito quando vide il gesto di rimprovero di Lautaro.
-Perchè glielo hai detto? Verrà sicuramente. E si attaccherà a noi come una cozza.
Camila rimase a guardarlo, angosciata ed ammutita. Perchè la odiava così tanto?
Al Vangelis non si ritrovarono solo con Ines, ma anche con Sebastián, Paola e Javier. Il pentimento di Camila diventò tanto grande da farle venire un nodo alla gola. Tirò Lautaro per portarlo in un luogo appartato nell'ingresso e, in punta di piedi, gli sussurrò:
-Perdonami.
-Perchè?
-Per aver avvisato Ines. Non immaginavo che sarebbe venuto anche Sebastián.
Lui la guardò negli occhi un paio di secondi prima di dichiarare:
-Non ti stai divertendo, vero?
-Avevo un'altra idea in mente per finire di festeggiare il mio compleanno.
-Quale?
-Che tu ed io rimanessimo a casa da soli dopo cena, dopo che tutti se ne andassero. Volevo stare sola con te.
-Amore mio -Sussurrò, e l'avvicinò a sé per darle un abbraccio di consolazione- Non volevi venire a ballare -Affermò, e Camila scosse la testa sul petto di lui per negare- Perchè hai accettato?
-Mi è sembrato che a te piacesse l'idea. A volte penso di parerti noiosa. Non sono come le altre a cui piace sempre uscire e sempre a ballare.
-Cami!
Il saluto di Ines interruppe l'abbraccio, ed immediatamente Camila sentì freddo quando Lautaro le si allontanò con un'espressione indecifrabile.
-Ciao Lauti!- Proseguì Ines, e si allungò per dargli un bacio sulla guancia.
-Ciao Camila- La salutò Sebastián.
-Ciao- Mormorò, e si girò verso Lautaro ansiosa per notare la sua attitudine.
Paola e Javier si avvicinarono al gruppo.
-Così oggi si festeggia il tuo compleanno, Camila?- Parlò Javier, con aria simpatica.
-E a te che t'importa? -Lo ammonì Paola- Andiamo, entriamo.
Mentre ballavano in pista, apparvero anche Laura e Nicola.
Ma Camila cercava d'immaginare che lei e Lautaro si trovavano soli in un luogo buio, senza tutto il fumo e quegli odori poco gradevoli.
Ballavano mano nella mano, si guardavano e sorridevano, si scambiavano brevi commenti e si baciavano.
-Ti sta davvero bene il completo che ti ha regalato Alicia. Sei bellissima.
Camila sorrise e lo baciò sulla guancia. Lautaro e passò la punta del naso sul collo, dietro l'orecchio, e le sussurrò:
-Ti sei messa l'Euphoria. Che buono.
Si abbracciò a Lautaro e affondò il viso nella sua camicia. Desiderò che fossero le quattro del mattino e che Josefína li chiamasse per portarli a casa.
-Ah, che piccioncini!- Esclamò Ines, e si appese a loro.
-Cosa fai? -La riprese Lautaro- Non mi toccare!- La prese per il braccio e la scansò. Ines, ubriaca e drogata, perse l'equilibrio e cadde a terra.
A Camila la scena la destabilizzò. Osservò Ines ridere dalla sua penosa situazione a terra.
Superando quell'istante di stupore, si chinò per aiutarla, però si fece indietro quando Emilia e Anabela le diedero una mano. Paola e Javier indicavano Ines e ridevano.
-Cosa sta succedendo qui?- Chiese Sebastián, con voce impastata e una luce opaca nelle pupille dilatate.
-Voglio prendere una gassosa- Si affrettò a dire Camila a Lautaro, per allontanarlo da Sebastián- Andiamo al bancone.
Lì si unirono Laura, Nicola, Emilia e il suo ragazzo, ed incominciarono a conversare. Ogni tanto, Camila alzava la testa e vedeva gli altri che continuavano a ballare e a ridere come tonti.
-Camila, mi ha detto Lautaro che state festeggiando il tuo compleanno- Disse Laura, ma Camila venne interrotta prima che potesse risponderle da un agglomerato di gente. Andarono subito a vedere cosa succedeva.
-No! -Gridò Camila, nel vedere Sebastián e Lautaro impegnati in un litigio- Cos'è successo?- Esclamò nell'orecchio di Nicola.
-È venuto a difendere Ines dopo che Lautaro l'ha buttata a terra.
-Non l'ha buttata a terra! È caduta da sola. È ubriaca.
-Già -Concordò Nicola- e perciò non sa quel che fa. Sebastián è corso in sua difesa e si sono azzuffati.
La disperazione l'assalì quando vide due guardie avvicinarsi a pugni chiusi.
-Nico, aiutami. Prendi Sebastián. Io prendo Lautaro.
-Cosa?
-Dai, non essere fifone!
Si afferrò alla cintura di Lautaro, lo cinse con le braccia e mantenne le mani sul ventre di lui.
-No! No! Basta! Le guardie ti ammazzeranno! Per favore, ti prego, basta!
Con gli occhi socchiusi, vide che Nicola e un altro ragazzo che non conosceva tenevano fermo Sebastián. Quando le guardie arrivarono sul posto del litigio, tutto era già finito. Sebastián e Lautaro vennero mandati fuori, quindi il gruppo li accompagnarono in strada. Camila tremava dai nervi e dal freddo, ma Lautaro non le si avvicinava per confortarla, nemmeno la degnava di uno sguardo.
-Cos'hai fatto Ines? -La riprese Camila, desiderando picchiarla fino a renderla di nuovo sobria- Non ti sei resa conto di quello che stavi causando, stupida? -La risata di Ines la fece uscire di senno- Stupida ubriaca! -Gridò, ed attirò l'attenzione degli altri- Quelle guardie potevano ammazzarli di botte! Imbecille! Sei una decerebrata!
-Zitta! -La interruppe Ines, e le diede uno spintone- È tutta colpa tua! Tu...!
-Basta! -Intervenne Lautaro, che passò un braccio sulle spalle di Camila e la obbligò ad allontanarsi da quel posto. Con difficoltà, Camila girò la testa e vide che il gruppo la guardava sconcertato- Taxi!
Non parlarono, né si toccarono durante tutto il viaggio, e Camila mantenne lo sguardo sulla strada per nascondere le lacrime. Non voleva che la vedesse in quello stato. Quando arrivò a casa, Lautaro l'accompagnò fino all'entrata e le disse un semplice "ciao" prima di girarsi e tornare al taxi.
Dormì poco e male. Intorno alle dieci del mattino, abbandonò il letto e, senza fare colazione ed evitando di incontrare sua madre, andò a farsi la doccia. Mise il volto sotto l'acqua e, mentre questa le colpiva le palpebre, le immagini le tornavano davanti come un flash.
Incontrò Josefína vestita e sul punto di andare a cercarla.
-Cosa ci fai qui? Come sei tornata?
-Ho preso un taxi insieme a Lautaro.
-Ti avevo detto che sarei venuta a prenderti! Come ti è saltato in mente di tornare da sola in taxi a quell'ora?
-Non ero sola! Lautaro era con me.
-Un altro bambino, proprio come te!
-Lautaro non è un bambino! Lui mi proteggerebbe da qualsiasi cosa. E poi, è tutta colpa tua. Se non ti fossi messa d'accorso con quell'imbecille di Anabela, io non sarei andata a ballare. Io odio andare a ballare!
-Camila, non è normale alla tua età non andare a ballare.
-Perchè, mamma? Perchè dici che non è normale non andare in un posto dove tutti si ubriacano e si drogano? -Josefína alzò le sopracciglia e separò le labbra- Ti assicuro che non è bello vedere mezzo mondo camminare storto e dire stupidaggini, come lo ha fatto la tua adorata Anabela.
-Anabela beve?
-Anabela beve e fuma marijuana! Cosa pensavi, che sono tutte stupide come me?
-Io non dico che sei stupida, ma vorrei che tu avessi una vita normale, come quella di qualsiasi adolescente.
-Io non sono normale, non sono come chiunque altro. Sono molto strana, e ti conviene fartene un'abitudine perchè non penso più di soddisfare i tuoi ridicoli desideri.
-A cosa ti riferisci?
-Non sei mai coerente, mamma. Sei sempre di cattivo umore, con una brutta faccia, lamentandoti per tutto. Se non fossi così tanto isterica, papà non se ne sarebbe mai andato via da qui.
Josefína le diede uno schiaffo. La prese alla sprovvista, e il dolore le arrivò vari secondi dopo, al sentire la pelle calda. Si coprì la guancia e guardò sua madre con le lacrime agli occhi. Si girò e cose in camera sua.
-Devo andare a fare un compito di Storia a casa di Lautaro- Mentì a Josefína dopo averla vista in cucina.
-Prima di andare in qualsiasi posto, metti in ordine la cucina. Ieri sera sono rimasti i piatti sporchi.
-Non sarebbero rimasti sporchi -Replicò- se non mi avessi obbligata ad uscire.
-Era pieno in disco, Cami?- S'interessò Ignacio.
-Uy, pienissimo. Con alcol e droga alle stelle.
-Camila, cambia il tono o rimarrai a casa per tutta la domenica. Devi proprio andare da Lautaro? La zia chi ha invitati a casa sua.
-Devo andarci, -Chiarì, con accento ironico- perchè, siccome sono un'adolescente strana, lavoro durante la settimana.
-Camila...- Mormorò Josefína, in avvertimento.
-È così, a mamma piace che io mi faccia carico di alcune spese e le piace anche quando i soldi glieli presto io, visto che non ne ha nemmeno per prendere l'autobus.
-Camila, basta! Dinne un'altra e rimarrai chiusa nella tua stanza.
Bevve il suo caffè con lo sguardo fisso sulla tovaglia. Poi, lavò i piatti e i lavandini.
Prima di andarsene, entrò su Facebook e confermò i suoi sospetti: Lautaro non le aveva lasciato nessun messaggio. Arrivò all'appartamento di Lautaro all'una passate. Aveva bisogno di sistemare le cose con lui.
Salì l'ascensore con i pugni chiusi e stringendo i denti.
Prima che potesse suonare, la porta si aprì. Nahuel e Lautaro la guardavano, ognuno con il proprio sguardo diverso: Lautaro rimaneva serio; Nahuel gemeva e scuoteva la coda.
-Ciao- Disse con voce insicura.
-Ciao- Rispose lui, e la sua sicurezza la umiliò.
Si chinò per accarezzare Nahuel.
-Cosa ci fai qui?
-Sono venuta per parlare. Posso entrare?
Lautaro si fece da parte e Camila entrò.
-Sei da solo?
-Sto preparandomi per le olimpiadi.
La risposta, così breve, concisa e chiara, la colpì con forza. Lei non aveva dormito tutta la notte, ripensando a quel litigio; lui, invece, pareva sereno e si era messo a studiare.
-Sai cosa devi studiare?
-Ci hanno dato un programma con i possibili argomenti che chiederanno.
-Sono molto difficili?
-No.
"Certo che no. Per te nulla è difficile".
Inspirò ed incominciò a parlare.
-Lautaro, volevo parlarti di quello che è successo stanotte. Ti sei arrabbiato con me e non ne capisco il motivo. Mi piacerebbe avere una spiegazione.
-Va bene. Siediti- Indicò la sedia. Lui si mise sul bordo del letto, di fronte a lei.
-Allora?
-Perchè mi ha fatto incazzare il fatto che mi hai fermato mentre gonfiavo di botte quell'imbecille. Perchè lo hai fatto?
-Perchè stavano arrivando le guardie e vi avrebbero ammazzati.
-Io avrei potuto stenderli senza nessuna fatica!
-Karate ni sente nashi- Evocò.
-Cosa?- Chiese lui, in malo modo.
-Tu mi hai detto che nel karate non esiste un primo attacco.
Il commento sembrò turbarlo, anche se recuperò subito il suo sguardo impassibile e l'espressione fredda.
-È stato lui ad incominciare.
-Perchè?
-Perchè è un'imbecille.
-Nico mi ha detto che è stata colpa di Ines -Silenzio- Cos'è successo con Ines?
-Ha incominciato Paola, provocandomi per la storia di suo padre. Poi, è arrivata Ines, che ha incominciato a provocarmi. Già sai com'è fatta.
Camila annuì.
-E perchè quando ti ho fermato ti sei arrabbiato con me?
-Per la fiducia che non mi hai dato.
-Non era sfiducia! -Esclamò, e subito dopo si ricordò che non erano soli- Lautaro, quei due erano infuriati. Non hai idea della paura che ho provato.
-Non ero in pericolo.
-Ti credi tanto forte!- Strillò a denti stretti.
-E tu mi credi un'idiota incapace di difendersi e di proteggerti.
Separò le labbra per replicare, ma non parlò. La risposta di Lautaro riassumeva alla perfezione la radice della sua rabbia. E lo comprese.
Camila lo guardò negli occhi e le risultò impossibile contenere le lacrime. Lautaro la obbligò ad alzarsi e l'abbraccio. Si afferrò a lui senza rendersi contro di quanto lo stesse stringendo.
-Stanotte ho odiato dover andare a ballare -Spiegò- Non volevo, non volevo. Per questo è successo tutto questo, per la mia cattiva energia.
-Perchè hai accettato, allora?- Le chiese lui, un po' perplesso.
-Per piacere! Faccio sempre tutto per piacere. Per piacere a mia madre, a te... Te l'avevo detto. Mi sembrava che ti piacesse l'idea di andare a ballare.
-Sì, mi piaceva l'idea. Avevo voglia di andarci con te. Mi sembrava bello finire di festeggiare il tuo compleanno in quel modo. Ma avrei cambiato idea, che tu mi avessi detto che non volevi andarci. Camila, -Disse, e la separò un po' dal suo corpo- voglio che tu sia sempre sincera con me. E che si fottano le cose che devi fare per piacermi. Non mi servono a nulla.
-Sì, risulta ovvio.
-Un'altra cosa: non immischiarti mai più in un litigio. Avremmo potuto colpirti senza volerlo.
-Lo so. Volevo solo che la smettevate. Ho sentito una tale disperazione! Alla tele parlano sempre di ragazzi che vanno a finire male nelle discoteche.
-Ah, sì? -La provocò- Io pensavo che lo facevi per Sebastián, per proteggerlo, così io non avrei più potuto fargli del male e prenderlo a pugni.
-Cosa? -Autonomamente, si allontanò da lui- Davvero pensi questo? Per favore, Lautaro, dimmi se la pensi davvero così, perchè se è così...
-Se è così, cosa?
-Non credo che possiamo continuare a stare insieme se non abbiamo fiducia l'uno nell'altra- Dichiarò e sperimentò sentimenti quali la paura e l'orgoglio.
Paura, perchè aveva appena messo in gioco una carta pericolosa, che poteva ritorcerle contro. Orgoglio, perchè aveva vinto il panico del pronunciare le parole che avrebbero implicato una rottura.
Rimase col fiato sospeso, aspettando una risposta.
-No -Finì per ammettere Lautaro- Non lo penso davvero.
Camila buttò fuori l'aria. Lautaro la cinse con le braccia e immerse il viso sul suo collo.
-Mi sono immischiata, sapendo che ne potevo uscire ferita, per proteggere te, perchè tu sei mio e non volevo che nessuno ti facesse del male. Non dubitare di me, Lautaro, per favore.
-Va bene.
-Hai sentito quello che aveva detto Ines? -Ricordò subito Camila- Ha detto che era tutta colpa mia. Mi aveva pietrificata. Cosa voleva dire?
-Camila -Disse Lautaro con fastidio- Ines era ubriaca marcia. Non puoi prendere sul serio le stupidaggini che ha detto...
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro