Capitolo 10
Durante il pranzo, Camila si lasciò andare, in parte grazie all'affidabilità di Brenda, che era molto scherzosa. Scoprì che aveva quindici anni e che andava in terza. Come dichiarò Brenda stessa, non era assolutamente secchiona come suo fratello.
-Potresti imitarlo un po'- Commentò Ximena.
-Ay, ma'! Non rompere. Io non ho neanche la metà dell'intelligenza di Lautaro.
-Questo non è vero. Sei intelligente, molto intelligente, ma vaga.
Anche con quell'aspetto, con i capelli disordinati dopo allenamento, senza una briciola di trucco e vestita con una tuta, Brenda risultava accattivante. In alcune cose, Camila scopriva l'assomiglianza con il fratello, come le sopracciglia grosse e il taglio del viso. Brenda aveva una tonalità di pelle più scura, mentre Lautaro era molto pallido, e aveva un naso delicato. "E' molto bella", decise, mentre ammirava i suoi occhi chiari. Una corrente di simpatia fluiva tra di loro, e Camila la sentiva tanto quanto lo sguardo pesante di Lautaro.
-Avete finito il lavoro?- S'interessò Ximena dopo il pranzo.
-No. Dobbiamo lavorare tutto il pomeriggio- Disse Lautaro, e si mise in piedi.
-Vieni un attimino nella mia camera, Camila? Voglio mostrarti una cosa.
-Brenda.
-Ay, dai, Lautaro! Non essere così duro.
Lautaro non entrò nella stanza di sua sorella; rimase sotto il marco della porta. Alzò le braccia e, senza sforzi visto che era molto alto, si afferrò al marco della porta e stirò il proprio corpo come un gatto.
-Adoro la tua stanza!
-Mia madre ha contattato una decoratrice fantastica. Se vuoi, ti do il numero di cellulare.
-No, grazie. La mia stanza è molto piccola e non avrebbe senso decorarla. Adoro Hello Kitty!- Esclamò, e prese dal letto un peluche della gattina.
-Anche io la amo! Guarda, ho una montagna di cose. Lenzuola, asciugamani, maglie -Andava elencandole mentre le buttava fuori dal comò- Le ho comprate a Miami.
"A Miami?". A quanto pare, la famiglia di Lautaro godeva di un buon sostegno economico. Da dove uscivano tutti quei soldi?
-Prendi, Camila. Te lo regalo- Le estese un cuscino con la forma della testa di Hello Kitty.
-Cosa? No, no. Non posso accettare, Brenda.
-Perchè no? Voglio dartelo. Dai, prendilo.
Camila si girò e cercò Lautaro. Lui aveva smesso di fare avanti e indietro e osservava la scena con attenzione. Se Camila si aspettava un aiuto da parte del suo compagno, si sbagliava.
-Dai, non essere tonta.
-Beh, grazie. Anche se mi piace, non ho quasi nulla di Hello Kitty. Questo è un tesoro per me! Grazie!- Si avvicinò a lei per darle un bacio, e Brenda la sorprese abbracciandola.
-Mmmm! Che buon profumo!
-Ti piace?
-E' buonissimo.
-E' un'ottima imitazione del mio profumo preferito, Euphoria, di Calvin Klein.
-Ti sta benissimo- Le assicurò Brenda.
-Grazie.
-Andiamo, Camila- La incitò Lautaro.
Andarono in camera in silenzio. Camila godeva della presenza di Nahuel da una parte e di Lautaro dall'altra. Le piaceva essere in quella casa, dove si respirava un'aria con l'aroma di... Non sapeva cosa, sapeva solo che era buonissimo. Le piacevano Ximena e Brenda. Le piaceva Modesta. E le piaceva Lautaro in questo contesto. Sì, le piaceva Lautaro, ammise, mentre sbirciava la sua mano grande e il polso sinuoso di vene e tendini.
Intorno alle quattro del pomeriggio, stanchi di leggere, di pensare e di trascrivere, andarono in cucina a prendere un caffè. Camila sperimentava leggerezza nell'anima. "Sono contenta", si rese conto. Per tanto tempo si era fatta trasportare dalla tristezza e si era dimenticata com'era l'allegria..
-Lautaro -Disse-, posso farti una domanda?
-Sì.
-Sei arrabbiato con me?
Si girò subito, con movimenti lenti e sottili.
-No- Disse, e rimase a guardarla. Era evidente che aspettava un chiarimento al perchè di quella domanda.
-A me... Voglio dire... Beh... A me sembrava di sì -Lui continuò con il suo sguardo insistente, e in questa opportunità Camila notò che era teso- Dopo il litigio con Sebastián. Dopo questo, mi sembra che ti sei arrabbiato con me.
Lautaro si girò verso la caffettiera.
-Quel giorno, sì, ero arrabbiato con te. Ora, no.
-Perchè? -Sussurrò Camila- Perchè quel giorno...?
-Perchè mi ha infuriato il fatto che ti sei fatta rubare il diario.
-Io non me lo sono fatta rubare! Lui me lo aveva preso.
Si girò con un impulso aggressivo.
-Perchè sa che ti piace! Per questo lo ha fatto!
Camila soffocò un'esclamazione e retrocesse. Non seppe che si muoveva fino a quando si scontrò con il tavolo.
-A me non piace Sebastián- Balbettò, e il calore della sua voce, stridula e insicura, la imbarazzò. Lautaro rise sarcasticamente, e si rivelò la sua parte crudele, che Camila non conosceva. Lo conosceva distante e parco, ma non crudele.
-Sì che ti piace. Lo guardi come un'idiota.
Odiò Lautaro con tutte le sue forze. Abbassò la vista e si obbligò ad abbandonare la cucina. Sarebbe scappata da quella casa che un attimo prima considerava come il paradiso. Non sopportava Lautaro. Al diavolo il lavoro di Geografia! Al diavolo tutto! Come aveva potuto pensare che le piaceva quel pezzo di ghiaccio? Non aveva sentimenti e non lo turbava farle del male. Sentì la sua mano come una tenaglia sul polso. Con il viso rivolto verso la porta, lottò per liberarsi. Nahuel si era messo tra lei e l'uscita, e, nonostante i suoi bellissimi occhi, vide la cocciutaggine dell'animale. Continuò a lottare, cercando di riunire le forze del Toro con la quale era nata per scappare.
-Lasciami!- Gridò alla fine.
-No! -La tirò verso di lui, e la schiena di Camila colpì il petto di Lautaro. Le sue braccia la intrappolarono. Lottò per liberarsi nonostante sapeva che non sarebbe servito a nulla.
-Lasciami, Lautaro!- Disse a denti stretti.
-No- Ribattè lui, e la obbligò a girarsi.
Nonostante la situazione la mettesse a disagio, incominciò a pensare a sciocchezze, come per esempio, che le piaceva la sensazione di piccolezza che stava provando. Lei era una di quelle ragazze che classificano "minute". Davvero Lautaro la stava trattenendo contro la sua volontà? Davvero Lautaro la teneva stretta al suo corpo? Era davvero forte.
-Camila.
Alzò lo sguardo per guardarlo.
-Potresti lasciarmi -Chiese, con accento ironico- Intendo, se non è un disturbo.
-Non ho voglia di lasciarti.
-Ma sei impazzito?
-No.
-Ah, ok. Ora ti dico: -La voce le tremava- Che faccio? Grido? Chiamo tua madre e Brenda?
Anche se Lautaro si limitò ad osservarla e conservò una posizione statica, Camila riconobbe l'istante della quale decise di baciarla. Forse lo scoprì nell'avvertite il movimento quasi impercettibile nella quale gli occhi chiari di lui si posarono sulle sue labbra prima di tornare alla posizione iniziale per continuare a penetrare in lei come se si fosse messo ad ipnotizzarla. "Sai tutto quello che penso, no?", "Imbecille!". Non si era mai sentita tanto esposta, come se fosse nuda in mezzo alla strada. Il suo comportamento fu istintivo: alzò il mento e abbassò le palpebre, mentre Lautaro inclinava la testa. Era spinta da una volontà sconosciuta e più poderosa di quella della sua Luna su Vergine, che, da lontano, le gridava: "Non lo fare! Non lasciare che ti baci! Non è corretto!".
Lui appena le toccò le labbra. Si trattava di un contatto morbido e soave, tiepido e umido, tranquillo e rilassato. Le loro bocche rimasero in contatto per qualche secondo, fino a quando Lautaro fece più pressione e le intrappolò il labbro inferiore tra i denti, senza farle del male; era delicato. Lo succhiò, e le ginocchia di Camila cedettero. Lui, che l'abbraccio le bloccava le mani, applicò forza per sostenerla. Era vero? Lautaro, reputato nerd, le stava dando il suo primo bacio? Lo aveva immaginato tante volte, lo aveva provato davanti allo specchio del bagno, ma nulla l'aveva preparata alla catena di sensazioni, formicolii, correnti e fremiti che avrebbero convertito il suo corpo in una tormenta elettrica. Lautaro continuò a depositarle piccoli baci sulle labbra, ma anche in tutto il viso. Le labbra di Camila si stirarono in un sorriso incosciente. Stava vivendo le esperienze più piacevoli e più affascinanti di quelle che ricordava. Lautaro aggiustò il suo abbraccio.
-Non mi piace Sebastián- Sussurrò, con cocciutaggine, con l'orgoglio ancora ferito, con gli occhi ancora chiusi.
-No. Ti piaccio io -Le onde sonore prodotte dalla voce di Lautaro la percorsero come una mano calda- Ripetimi in inglese la parte della canzone che dice: "Come fai a raffreddare le labbra dopo un bacio d'estate?".
-How do you cool your lips after a summer's kiss?
Ciò che venne dopo terminò con lo stato floscio di Camila. Il suo corpo si contrasse. Lautaro le afferrò la testa e la baciò con una passione e una ferocia impensabili, attimi prima, quando appena la sfiorava. Appoggiò le mani sul suo torso, disposta ad allontanarlo, e finì per torcergli la tela della maglia per avvicinarlo. Si trattò di una scintilla, di un istante, nella quale tutto cambiò e questo la spaventava; la spaventava non conoscersi, lei non conosceva questa Camila. La bocca di Lautaro le rubò un'esclamazione, quella che emise quando, terrorizzata, si diede conto che la penetrava con la lingua. Sapeva che, presto o tardi, sarebbe successo; senza dubbio, quando il momento arrivò, la prese alla sprovvista. Anche in questo momento sconcertante la sua Luna su Vergine le sussurrò: "Lo stai facendo bene? Non hai mai dato un bacio. Cosa penserà Lautaro? Sicuramente, che lo fai malissimo. Ti confronterà con la sua ragazza, quella che lo chiama e lo accusa. Quella con la quale usa i preservativi".
-Cosa c'è?- Le chiese lui, e la sua agitazione colpì le umide labbra di Camila. Come faceva ad indovinare il suo stato d'animo, i suoi improvvisi cambi d'umore?
-Hey, Lautaro! -Brenda si sporse alla porta- Oh! Scusate! Non sapevo...
-Sparisci, Brenda.
Camila riuscì a scappare. Non alzò lo sguardo quando passò accanto alla sorella di Lautaro. Corse per il corridoio ed entrò nella camera, presa dall'angoscia. Mentre metteva insieme le sue cose, sentiva la discussione tra i fratelli. Non voleva capire quello che si dicevano. Le guance ardevano dall'imbarazzo.
-Vai via?- Lautaro si fermò davanti alla porta.
-Sì, sì -Le estese la busta di carta dove aveva messo il cuscino di Hello Kitty- Grazie- Mormorò.
Ximena e Brenda l'aspettavano alla reception per salutarla. Il sorriso amichevole della ragazza servì a tranquillizzarla. Al meno, non la condannava, non la giudicava come una maleducata, puttana, facile, e tutte le parole che le erano venute in mente in pochi minuti.
-Ci piacerebbe che tornassi a visitarci- Disse Ximena.
-Camila tornerà domani, mamma. Ti ho detto che dobbiamo lavorare anche domani.
-Ah, che peccato. Brenda e io non ci saremo domani. Tua nonna ci ha invitato a pranzo- Spiegò in direzione di Lautaro.
-Che peccato- Borbottò. Collocò la mano nella parte bassa della schiena di Camila per indicarle di uscire.
L'edificio sembrava essere diventato una torre di centocinquanta piani. Lautaro si collocò al lato di Camila e la prese per mano.
-Cos'è successo?
-Niente -Rispose lei, ironica- Solo che sono quasi morta dalla vergogna quando tua sorella ci ha visti in cucina.
-Non mi riferisco a questo -Sottovalutò- Prima, mentre ti baciavo, è successo qualcosa. L'ho sentito.
La imbarazzava mantenere un dialogo di caratteristiche intime con un compagno dal quale aveva ascoltato poche parole, rare volte dirette a lei; un compagno che la guardava con antipatia e gesti seri e che sembrava sempre arrabbiato, specialmente con lei.
-Perchè mi hai baciata?
-Tu cosa credi?
-Non mi rispondere con una domanda.
Le porte dell'ascensore si aprirono quando finì il tragitto. Nahuel uscì per primo e Camila dopo di lui. Lautaro la prese per il braccio e la portò dietro una colonna di marmo, lontano da occhi indiscreti. Percepì il freddo della pietra sulla schiena quando Lauraro si appoggiò a lei e fece pressione. La obbligò ad alzare il viso. Perchè non lo spingeva e fuggiva?
-Ti ho baciata perchè mi piaci -S'inclinò e le sfiorò le labbra, con animo provocatore- Mi piaci molto -Un bacio leggero- Moltissimo -Un altro- Sono pazzo di te, Camila.
-Da quando?
La domanda lo bloccò e prese le distanze per guardarla con occhi ben aperti e un sorriso devastante.
-Da quando?- Ripetè lui.
-Sì, da quando. Se qualcuno stamattina mi avesse chiesto: "Hey, Camila, cosa credi che pensa Lautaro di te?", gli avrei detto: "Mi odia".
-Che ti odio?
-Sì, avrei detto che non mi sopporti. Mi guardi sempre come se volessi ammazzarmi. E dopo il litigio con Sebastián... Ecco, lì sì che ho confermato i miei dubbi.
-Sì, ti ho odiata! -Camila si ritrasse- Ti ho già detto che mi ha fatto infuriare che ti sei fatta rubare il diario.
-Allora, se mi hai odiata, se ti sei infuriato con me, perchè mi hai baciata? Pensavi che sono una ragazza facile, della quale ti puoi burlare? -Si agitò, con furia- Lasciami andare- Si chiese cosa valeva essere del Toro, grande e forte, se Lautaro la sottometteva senza difficoltà.
-Ti amo dal primo momento che ti ho vista -Le parlò vicino al viso, e il suo alito le accarezzò le labbra ancora sensibili- Ti amo dal primo giorno di scuola dell'anno scorso, quando sei entrata in aula. Avevi i capelli sciolti e una fascia bianca, e questi stessi orecchini di perla -Le accarezzò il lobo sinistro, e la gola di Camila si seccò- E una felpa che ti arrivava sopra le ginocchia, bianca, e le Converse rosa, e una maglietta, anche quella rosa. Non potevo smettere di guardarti. Quel giorno mi sono promesso che saresti stata la mia ragazza.
-Io... -Lo osservava, stupefatta, incapace di dire una frase coerente- Non mi sono resa conto -Sussurrò- Non mi sono resa conto. Sei tanto antipatico con me.
-Io sono così.
-Ti piacevo? Ti piacevo davvero?
La percorse con lo sguardo fino a tornare ai suoi occhi.
-Sì, ti ho già detto di sì -Camila tratteneva il respiro e lo guardava senza batter ciglio- Ho sempre voluto guardarti così da vicino perchè ero sicuro che la tua pelle era perfetta -Le sfiorò la guancia con il dorso delle dita- E' così soave -Si sorprese- Adoro il tuo naso- Le disegnò il ponte con l'indice- E la tua bocca... -S'inclinò per baciarla, e Camila girò la testa- Cosa c'è? -La stretta di lui s'intensificò sulla sua cintura- Dimmi cosa c'è- Insistette.
-Non sono la tua ragazza e mi stai baciando -Rispose per guadagnare tempo; in realtà, la impauriva l'idea di non saper dare un bacio con la lingua- Non è corretto.
-Tu sei la mia ragazza.
-Non sono la tua ragazza perchè non me lo hai mai chiesto. Chi ti credi di essere per decidere una cosa così senza chiedermelo?
-Va bene -Zoppicò, con un sospiro- Camila, vuoi essere la mia ragazza?
-Non lo so. Ci penserò.
-Ja!- Esclamò lui, privo di umore.
Gli abbai di Nahuel si mescolarono con le voci di alcuni vicini. Camila si mosse e Lautaro la lasciò. Uscirono in strada. Lui tentò di prenderla per mano, ma lei lo rifiutò. Perchè giocava a questo gioco perverso? Perchè non le dava la mano se le dita le pizzicavano dalla voglia di sentire il suo contatto? Perchè si comportava in questo modo, che andava contro i suoi desideri? Lo avrebbe discusso con Alicia.
Al girare la via, s'incontrarono con Ines.
-Hey, che sorpresa! Ciao, Lautaro! -Si mise in punta di piedi per baciarlo sulla guancia- Ciao Nahuelito! -Afferrò le orecchie del cane e le scosse. Camila rimase perplessa. Perchè conosceva Nahuel?- Ciao, Cami!
-Ciao, Ines. Sì, che sorpresa. Cosa ci fai da queste parti?
-Arrivo dalla lezione di karate.
Camila le diede uno sguardo sbalordito. Anche nelle vesti sportive e con una coda di cavallo, era bellissima. La maglietta non le arrivava alla cintura, e le si vedeva l'ombelico con il pearcing.
-Non sapevo che facessi karate.
-Ho incominciato da poco. Vado nella stessa palestra di Lautaro, vero? Anche se lui è istruttore, non alunno come me.
-Ah, sì?- Camila si girò per affrontarlo e rimase attonita dinanzi al suo gesto. Aveva fissato gli occhi su Ines e non chiudeva le palpebre. Camila notò che la pelliccia di Nahuel s'increspò, nel sentire la tensione del suo padrone.
-Sì- Disse alla fine.
-Dove andate?
-A casa mia.
-Andiamo, vi accompagno -Propose Ines. Prese per il braccio Camila e si posizionò tra lei e Lautaro. Incominciarono a camminare- Andiamo a ballare stasera, no, Cami?
-Non lo so. Sono molto stanca.
-Non fare così! Non mi puoi dire di no, adesso! Non ho organizzato nient'altro perchè tu mi...
-Va bene, va bene. Andiamo a ballare. Però mio padre ci porta perchè mi ha detto che non posso andare in taxi.
-Ok.
-Tuo padre ci viene a prendere, no?
-Sì, certo -Assicurò Ines- Dove ci incontriamo?
-Non andavamo al matinée?
-No, è un casino. Dove ci incontriamo?
-A casa mia- Decidette Camila.
-Ok. Porto un film per ammazzare il tempo.
Si salutarono alla porta dell'edificio. Camila destinò un ultimo sguardo a Lautaro, e, anche se gli sorrise, lui la contemplò con un brutto gesto. Mentre aspettava l'ascensore, li vide girarsi e allontanarsi, e un sentimento strano l'assaltò. Non le piacque che Ines e Lautaro rimanessero soli.
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