Capitolo 1
Marzo del 2011
Camila odiava tante cose, tra loro, il primo giorno di scuola. L'orgoglio le impediva di mostrare contrarietà, per questo si fermò davanti alla porta della classe, guardò dentro e continuò a camminare, cosciente del fatto che mancavano pochi banchi vuoti (due davanti e uno dietro) e che doveva essere rapida e decisa, come se niente le importasse, in modo da mantenere la sua immagine e non dissimulare l'angustia che le causava non avere nessuno che le stesse conservando il posto da condividere durante l'arco dell'anno. "Perchè i banchi non sono individuali?", si lamentò. "Perchè devono essere per due? Per caso possiamo fare gli esami in coppia?".
-Hey, Camila!- La chiamò Nicola, con la quale si era seduta l'anno precedente. Conservava la speranza che una delle ragazze la invitasse, però nessuna le prestava attenzione.
-Ciao Nicola. Come va?
-Benissimo! -A Camila, Nicola gli stava simpatico, anche se apparteneva al gruppo dei "nerds" e fosse brutto come chiudersi le dita nella porta. Non comprendeva a cosa si doveva l'eterno buon umore del ragazzo: era sempre contento.In qualcosa lo ammirava: era molto intelligente, anche non tanto quanto il lider del gruppo, Lautaro, il miglior alunno. Senza pensarlo, gli diresse uno sguardo, occupava il primo posto, e si sorprese quando lo scoprì osservandola. Girò la testa con un movimento nervoso; l'intensità di quegli occhi chiari l'avevano inquietata- Vuoi sederti con me, Cami?
Camila sorrise. Nicola era più buono del pane. In fondo, sentì sollievo davanti all'invito e non le importò che il suo sogno -che Paola o Ines, le più belle e popolari del corso, notassero che esisteva e la invitassero con loro- si era appena distrutto. Appoggiò lo zaino sulla sedia e disse:
-Sì, Nico. Grazie.
-Certo! Per caso non l'abbiamo passata bene l'anno scorso?
-Ciao, Camila -Laura, la compagna inseparabile di Lautaro, si voltò e sorrise- Come sono andate le vacanze?
-Bene- Mentì, e non si permise d'inventare che era andata al mare perché era più bianca del latte.
-Hai i capelli più chiari. Ti sei fatta qualcosa?
-No- Assicurò, e si prese una ciocca per studiarla. Sul serio erano più chiari? Non l'aveva notato. Sua madre le assicurava che aveva dei capelli splendidi. Lei diceva il contrario: non erano né lisci né ricci.Non poteva determinare se l'affermazione di Laura era vera; quello che sì era in grado di assicurare era che era grassa. E questo la torturava. I chili di troppo -un paio- non erano arrivati come per magia, ma per la sua voglia di cibo. Aveva scoperto un vecchio libro di cucina francese della nonna e, durante le ultime settimane di vacanze, le aveva passate preparando le delizie della pâtisserie. Poche cose le piacevano nella vita; cucinare era una di quelle; mangiare, un'altra. Come la imbarazzava ammetterlo, solo i suoi genitori e suo fratello minore, Ignazio, lo sapevano e godevano dei suoi sperimenti. Visto che temeva che Laura, amichevolmente, le dicesse: "E sei più piena", si girò per accomodare il suo zaino nello schienale della sedia e prendere il quaderno. Laura era il tipo che diceva quello che pensava senza filtri né esibizioni, e lei non voleva che lo facesse di fronte a Lautaro. Non le avrebbe dato fastidio di fronte a Nicola; di fronte a Lautaro le sarebbe risultato intollerabile. Si chiese il perché.Un baccano attirò la sua attenzione. Ines e Paola salirono sul banco e alzarono le braccia.
-Hey! Ciao, Sebastián! -Gridarono all'unisono- Ciao papino!
-Ciao, bellezze!- Salutò Sebastián, e entrò nell'aula. A Camila le si fermò la respirazione. Da un lato, si era lamentata del fatto che finisse l'estate perché sarebbe dovuta ritornare a scuola. Dall'altro, aveva desiderato che finisse per tornare a vederlo, e lì era, il ragazzo più bello che conosceva, con la pelle abbronzata, gli occhi verde brillante e i capelli castano chiaro con riflessi biondi. Era alto e muscoloso, e con le braccia avvolse le gambe di Ines e Paola e alzarle dal banco. Mentre lui avanzava nella classe provando la sua forza, le ragazze gridavano di piacere e divertimento, e gli altri applaudivano. Si sapeva che Sebastián faceva i pesi. Cattive voci dicevano che prendeva asteroidi.
-Che svergognati!- Mormorò Laura. Camila inciampò di nuovo con gli occhi chiari e intensi di Lautaro. Non sembrava interessato allo spettacolo, ma a lei. La contemplava con una fissazione che quasi rigava in un comportamento provocativo. In maniera distratta, si passò la mano per il naso; pensando che era sporca, si pulì la bocca, perché presto le venne in mente che aveva briciole del toast della colazione, si passò la lingua per i denti per eliminare qualunque traccia di cibo attaccato.Tra i cambi alla quale si era vista forzata ad adattarsi l'anno prima al venire in questa scuola, condividere l'aula con i maschi era risultato uno dei più inquietanti. Fin dall'asilo, la sua vita scolastica l'aveva trascorsa in un mondo esclusivamente femminile. Ovviamente aveva conosciuto maschi nelle feste alla quale aveva assistito con le sue cugine e le sue amiche. Ma era timida e maldestra nel relazionarsi con il sesso opposto.
-Hey, boy scout! -Sebastián avanzò al primo banco, quello che occupavano Laura e Lautaro, accompagnato da Ines e Paola, che ridevano come iene- Quante vecchiette hai salvato oggi?- Si burlò spettinandolo. Camila osservava la scena senza battere ciglio. La rivalità tra Sebastián e Lautaro era conosciuta. Il primo non perdeva opportunità per burlarsi del primo alunno e umiliarlo per appartenere agli scout, cosa che rendeva ancora più debole il capo dei nerd. Lautaro non rispondeva mai alle burle e si limitava a lanciargli sguardi impassibili. A Camila la passività di Lautaro non le risultava strana, perchè, anche se era alto come Sebastián, aveva il fisico di uno stuzzicadenti. Sebastián lo avrebbe mandato fuori combattimento in un attimo.
-Vattene via, ritardato! -Si sporse Laura, e gli ritirò la mano con la quale spettinava il suo amico- Perchè non vai a studiare la tabellina del due? Forse quest'anno riuscirai ad impararla.
-Sta' zitta, quattrocchi!- Disse Paola.
-Ah! Pistacchio e Arachide -Disse Laura, che non si tirava indietro- Che bello rivedervi!
Camila l'ammirava per questo, per non intimidirsi, e pensare che faceva fronte a vari talloni d'Achille nella quale le bellezze della diversione potevano averla colpito. Portava lenti molto spesse, aveva un naso prominente e usava l'apparecchio.
-A chi chiami Pistacchio e Arachide?
-A voi due, ovviamente.
-Perchè Pistacchio e Arachide?- S'interessò Sebastián, e Camila quasi emise un'esclamazione di sorpresa quando Laura si girò per affrontare il bello del corso. Lo fece con una sensualità della quale mai la credette capace, con un movimento dei suoi lunghi capelli, i quali, al cadere da un lato, le incorniciarono il viso in maniera adorabile, e con un battito di ciglia, che si rivelarono lunghe e curve sotto l'aumento delle lenti degli occhiali.
-Per la grandezza dei loro cervelli- Rispose Laura, e le risate si elevarono dal retro dell'aula. Lo stesso Sebastián rise, e le insultare, dopo aver esclamato: "Imbecille!", si girarono e ritornarono al loro banco. Entrò il precettore, Rita, la stessa dell'anno precedente, e fece ordine. Il nuovo anno era appena iniziato, e a Camila sembrava che stesse scalando l'Everest senza riserva d'ossigeno.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro