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Capitolo 9: colloqui sconvolgenti

Sono pronta a recitare la parte della ragazza gentile e sempre sorridente; devo stare attenta a non lasciarmi sfuggire nessuna espressione sorpresa o peggio apatica e fredda.
È importante che indossi una maschera per non farmi riconoscere e al contempo confondere chi ho di fronte, perché c'è il rischio che gli 'aspiranti modelli' in realtà siano persone pericolose.

In passato mi è già successo a di essere rapita un paio di volte da dei banditi che speravano di usarmi come merce di scambio per arricchirsi. Infatti sotto la mia scrivania ho fatto installare mesi fa un pulsante che, se premuto, attiva l'allarme in tutto l'edificio, facendo suonare le sirene che allertano le guardie, cosicché mi possano soccorrere.
Ovviamente potrei cavarmela da sola senza problemi, dato che ho affrontato 30 Anbu uscendo dallo scontro senza un graffio, ma nessuno eccetto Karina e Yoshi sa chi sono realmente, perciò non potrei stendere un uomo come se niente fosse dicendo di aver avuto solo fortuna o che avevo usato semplici mosse di auto-difesa. Come scuse non avrebbero retto più di tanto. Inoltre c'è sempre il rischio che si tratti di un ninja che fa uso della tecnica della trasformazione, e dato che ho lo sharingan costantemente attivo lo riconoscerei, ma non potrei attivare subito l'allarme, ma solo fare molta attenzione.
Quindi mi tocca recitare anche la parte della ragazza indifesa, ed è seccante, ma devo farlo. Nessuno deve sapere chi sono.
È per questo che Karina deve sempre fare uno schizzo della persona durante il colloquio, così da verificare che sia o meno il suo vero aspetto.
Per di più capisco subito se una persona è pericolosa o meno, tralasciando il suo aspetto: io posso percepire l'ostilitá delle persone, vicine o lontane che siano, giocando in anticipo. In genere quando una persona è pericolosa mi sento oppressa e a disagio, inoltre (anche se non ne capisco il motivo) la rabbia inizia a crescere in me e devo sempre cercare di controllarmi per non lasciarmi andare all' impulso irrefrenabile di distruggere tutto, istinto che deriva dal chakra oscuro che ho in corpo.

Il primo ad entrare è un ragazzo biondo, ha i capelli lunghi in parte raccolti in una coda e in parte lasciarlo sciolti, un ciuffo gli copre l'occhio sinistro; noto poi che ha le mani bendate, chissà perché.
Gli indicò con la mano la sedia di fronte alla mia scrivania e lui si siede.
"È ora di recitare!"
Percepisco ostilità in lui, strano però che non sia forte come al solito.

<<Ciao! Io sono Angel e lei è la mia assistente, Karina>> dico raggiante, sorridendo e porgendogli la mano.
Ricambia la stretta per poi rispondermi.

<<Salve, mi chiamo Deisuke Oshika e vengo dal Villaggio della Nuvola.>> dice ricambiando anche il sorriso, anche se sembra un po' forzato.
"Il mio intuito mi dice che sta mentendo, e il mio istinto non sbaglia mai. Meglio continuare questa farsa come lui."

<<Allora Deisuke, cosa ti ha spinto a voler diventare un modello?>>; classica domanda di rito, ma ben cosciente che mentirà.
"Chissà quale frottola si è preparato"

<<Beh, ho sempre avuto una certa attrazione per il mondo della moda; il mio sogno è di lavorare come modello per trasmettere...>> fa un colpo di tosse per poi riprendere, è ovvio che sta per dire qualcosa a cui non crede minimamente, chissà che fatica che farà per mentire in modo così spudorato, <<l'arte che gli stilisti creano incantando il mondo! E devi dire che trovo il suo lavoro meraviglioso!>> dice l'ultima frase un po' balbettando, se la tira un po' troppo il biondo per i miei gusti. Si vede lontano un miglio che è nervoso, ma non posso insospettirlo smascherandolo di punto in bianco. Meglio cambiare argomento e sciogliere la tensione.

Dopo qualche altra domanda  lo congedai. <<D'accordo Deisuke. Ti concedo un periodo di prova di due settimane, durante le quali decideremo se prenderti o no, nelle quali non sarai retribuito. Terminate le due settimane ti daremo una risposta, ma sono certa che andranno benissimo.>> gli comunico con una faccia da angioletto, giusto per tenere in piedi la mia copertura.
<<Bene puoi andare. A proposito, ti dispiace far entrare un altro dei ragazzi?>> chiedo gentilmente, e lui annuisce stampandosi in faccia un sorriso sghembo.

<<Certo, e grazie mille. Mph.>> risponde uscendo dalla stanza.

Dopo pochi secondi un secondo ragazzo entra, più alto del primo, con i capelli bianchi tenuto indietro dal gel e gli occhi magenta.

<<Buongiorno!>> mi saluta entusiasta.

<<Ciao!>> gli rispondo sorridendo come prima e tendendo la mano in attesa che la stringa, facendo invece tutt'altra cosa: un elegante baciamano, da vero smorfioso e arrogante.

<<È un piacere incontrarla di persona miss. Lo sa, assomiglia proprio a un angelo, e il fiore più bello non è comparabile con la sua bellezza>> afferma cercando di affascinarmi, e io non resisto all'idea di dargli corda e prenderlo in giro.

<<Oh la smetta, così mi fa arrossire!>> dico appoggiando la mano libera sulla guancia per coprire il finto rossore creato con l'illusione. "Ma quanto se la tira sto qui??! Che mi tocca fare per sembrare una ragazza innocente!"

Si accomoda e gli faccio le stesse domande del biondo, intanto Karina prende appunti, segandosi ogni risposta. Oltre a rispondere fa delle battute che devi ammettere sono davvero divertenti, e rido di gusto grazie a lui come non ridevo da anni.

<<Grazie mille Kizaku. Ora puoi andare, ti farò sapere prima possibile l'esito del nostro colloquio.>>

<<Si figuri miss, ma penso già di sapere come è andato il colloquio.>> conclude facendomi l'occhiolino.
Mi bacia nuovamente la mano e fa un piccolo inchino, per poi uscire dalla stanza.

<<Accidenti, pensavo non finisse più!>> commenta Karina, sollevata dalla fine del colloquio.

<<Si, mi sono prolungata un po', ma ne è valsa la pena! Ahahahah! Quel tipo è uno spasso! Non ridevo così da anni!>>  rispondo tutta contenta, come solo poche, anzi rare volte sono.

<<Beh, vedi di ricomporti. Sta per arrivare il prossimo candidato.>> mi riprende.

<<Certo boss!>> le dico sarcastica.

Il tempo di tornare seria che l'ultimo ragazzo entra, accennando un timido sorriso. Decisamente è più tranquillo e contenuto degli altri due.

Lo osservo bene, guardo il piccolo sorriso che mi mostra. "Lui finge, ma non per me. Sa ingannando se stesso" penso diventando un po' malinconica.

<<Tutto a posto? Si sente male?>>  mi domanda il ragazzo, riscuotendomi dai miei pensieri. Ero così assorta nei miei pensieri che non mi sono accorta di aver cambiato espressione, rischiando di farmi scoprire.

<<Uh? A no! Perdonami, sono solita rivangare il passato.>> rispondo velocemente fingendo imbarazzo mettendo una mano dietro alla testa -anche se non era tutto finto il mio imbarazzo.

<<Non si deve scusare, non ne ha motivo>> mi risponde lui con tono dolce.

"Non sento ostilità in lui, sono una grande dolore. Deve aver sofferto molto" penso stando attenta a non intristirmi per le mie stesse parole.

<<Come ti chiami?>> chiedo per cambiare argomento, indicandogli nel mentre la sedia di fronte alla mia.

<<Mi chiamo Kogami, lieto di conoscerla.>> si limita a dire.

<<Il piacere è mio>>

"Kogami eh? Il mio istinto mi dice che menti, ma è difficile da capire. Sarà dura"

Kogami ha i capelli neri e lunghi, legati da un codino rosso, ad eccezione di due ciuffi lasciati liberi ai lati del viso, e gli occhi neri, due pizze scure e cupe che trasmettono solo tanta tristezza.
In genere sono totalmente indifferente anti confronti delle persone, ma il suo sguardo, spento e vuoto, mi incuriosisce. Voglio sapere chi è realmente, voglio conoscere la sua tragica storia, perché per avere uno sguardo del genere, deve aver per forza patito le pene dell'inferno.
Prima mi sono trattenuta dal leggere il passato di Deisuke e Kizaku, ma non lo farò con lui.

Gli faccio le stesse domande che ho rivolto ai due di prima e lui risponde, continuando a sorridere falsamente e non mostrando alcuna emozione, e nessuna incertezza mentre parlava, un discorso ben architettato insomma.

<<Bene, abbiamo finito. Ti farò sapere come è andata molto presto>> gli tengo la mano e lui la stringe, è quello che vedo e provo mi sconvolge.

"Cosa sei diventato per proteggere il tuo villaggio e il tuo amato fratello?" penso sull'orlo delle lacrime, celando la mia espressione grazie all'illusione, ma lui sembra percepire il mio stato d'animo guardandomi negli occhi.

<<Sta bene signorina Angel?>> mi chiede un po' preoccupato.

"Cavolo  se n'è accorto! Pensa pensa pensa! Cosa gli rispondo ora?"

<<Ah si, non preoccuparti, è che sono un po' stanca. Sai, ho dovuto sbrigare il lavoro arretrato di mesi in soli 3 giorni! Il mio cervello è un po' fuso!>> dico scherzando, e lui sorride in risposta.

"Ancora quel falso sorriso"

Si dirige alla porta, poi, soprappensiero, aggiungo <<Spero che tu riesca a realizzare i tuoi scopi, Kogami>>

Inizialmente non colse il significato delle mie parole, non capiva a cosa mi riferissi, ma in pochi istanti si irrigidì, e la sua espressione passò da confusa a sconcertata, per poi essere sovrastata dalla rabbia.

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