Capitolo 24: la prima missione
«Tsukiko-chan, forza svegliati! Il sole è alto nel cielo e gli uccellini volano felici cinguettando!» mi svegliò una voce squillante che mi irritò parecchio.
Già non avevo dormito, se non poche ore, ora si mettevano a svegliarmi in questo modo così fastidioso? Non se ne parlava.
«Ehi tu, lasciami dormire.» farfugliai nascondendomi sotto le coperte.
«Forza forza! Abbiamo una missione da compiere!» schiamazzò tutto allegro facendo delle giravolte su se stesso.
«Rompicoglioni.» sussurrai fra me e me.
Scostai le coperte e mi sedetti sul bordo del letto, e mi vennero i brividi mettendo a contatto i miei piedi nudi col freddo pavimento.
«Tieni!» esclamò quello che vidi essere Tobi porgendomi i miei sandali.
"Probabilmente è rientrato durante la notte." riflettei.
«Ora esci che devo vestirmi.» gli ordinai poco garbatamente.
«Agli ordini milady!» disse per nulla turbato alzando la mano sulla fronte e mettendosi in modo composto, per poi uscire di corsa dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.
«Chi lo capisce è bravo.» scossi la testa un paio di volte. Quel tipo era tutto svalvolato.
Andai in bagno e mi lavai la faccia per svegliarmi e legai i capelli in una coda alta, dopodiché mi vestii comoda: una tipica maglia a rete da kunoichi che copriva parte del collo e scendeva fino all'addome, con sopra un top nero aderente e dei pantaloni corti neri, sopra cui indossai la cappa dell'Akatsuki che avevo modificato, prendendo poi dei guanti in cuoio senza dita.
Uscii dalla mia stanza e mi diressi in cucina per la colazione, notando che c'erano tutti ad eccezione del leader, Konan e Zetsu, che non erano ancora rientrati.
Ai fornelli c'era Sasori, intento a cucinare delle uova con bacon, mentre gli altri stavano aspettando impazientemente seduti al tavolo.
«Ehi Tsukiko, vieni a sederti vicino a me!» mi propose Hidan tirando indietro la sedia affianco a lui per farmi sedere, ma io lo ignorai andando a sedermi al lato opposto del tavolo.
Mangiammo in silenzio, fino a quando Tobi non si mise a piagnucolare per chissà cosa.
«Oh, insomma! Si può sapere qual è il tuo problema?» sbottai alla fine stufa di sentirlo parlare.
«Pain-sama non mi ha messo in squadra con Deidara-sempai!!!!» urlò disperato attaccandosi al mio braccio (sfortunatamente si era seduto accanto a me).
«E quindi con chi sarai in squadra?» chiesi cercando di mantenere la calma. Quel tipo con la maschera stava diventando ridicolo.
«Pain-sama non ha voluto dirmelo!» sighiozzò.
«Adesso basta Tobi, mi hai stancato con le tue lamentele! Non puoi metterti a urlare di prima mattina! Ora diventerai arte, uhm!» scoppiò Deidara lanciando contro la sua vittima alcuni ragni esplosivi, tranne che io ero proprio lì accanto e rischiavo di venir travolta anche io dall'esplosione, come tutti gli altri del resto.
Il più rapidamente che potemmo ci allontanammo dal tavolo, che saltò in aria assieme a Tobi.
Per ripararmi alzai un muro di roccia, che si crepò per l'onda d'urto.
«Deidara...» mi avvicinai al biondo in questione minacciosamente. «Ma che cazzo ti dice il cervello? Volevi ammazzarci tutti disgraziato?» gli gridai scuotendolo violentemente dal colletto della sua cappa facendogli venire il mal di stomaco.
"Qui dentro sono tutti stupidi."
Una volta finito di scuoterlo, furiosa come non mai, lo presi per un'orecchio e lo trascinai fuori dal covo, accompagnata dagli sguardi curiosi degli altri e dai lamenti del biondo.
«Ora te ne starai fuori e penserai a quello che hai fatto!» lo rimproverai come un bambino per irritarlo, tirandogli un pugno sul naso e sbattendogli poi la porta in faccia.
«Tsk! Maschi... tutti stupidi.»
Tornata in cucina notai Kakuzu in lacrime.
«E ora qual è il problema?» sospirai esasperata.
«È che... sniff... ora dovrò...» tento di spiegare fra i singhiozzi, con la conclusione che io non ci capii niente.
«Ok, non ho capito una mazza. Qualcuno mi può spiegare?» dissi sempre più irritata, tanto che riuscivo a sentire il chakra ribollirmi nelle vene. Pessima cosa.
«Il vecchio avaro ora dovrà spendere dei soldi per comprare un nuovo tavolo.» rispose Hidan.
«Cosa? Tutto qui? Non c'è problema, ci penso io.» Concentrai il chakra e creai un tavolo di cristallo, elegante e molto più resistente di uno in legno.
«Sfido Deidara a provare a distruggerlo, tanto non ci riuscirebbe.» affermai soddisfatta.
Kakuzu in un lampo mi arrivò ai piedi abbracciandomi la vita. «Oh grazie grazie grazie... tu si che sei una brava ragazza...» continuò mentre cercavo di scrollarmelo di dosso, e lì Hidan intervenne in mio aiuto.
«Quando vuoi dolcezza.» ammiccò facendomi salire il vomito.
«Avrei potuto darti i miei soldi così ne compravi un altro, ma erano in camera mia e non avevo voglia di andare a prenderli.» ammisi sbadigliando.
«Avresti usato il tuo personale denaro?» domandò basito Sasori.
«Certo, tanto a fare la stilista ho racimolato un bel gruzzoletto.» al sentire quella parola Kakuzu mi si fece di nuovo appresso.
«Se ti serve aiuto per qualcosa, non esitare a chiedermelo...» mi disse in modo strano.
"Mi sa che i soldi sono la sua fissa."
Finito quel teatrino, riordinammo la cucina e lavammo i piatti. Quando fu il momento da farci dire gli ordini del capo fecimo rientrare Deidara.
Eravamo tutti nel soggiorno, in attesa di ordini. Dopo qualche minuto Zetsu spuntò dal terreno.
«Vedo che siete tutti pronti, molto bene. Prima di tutto, la nuova squadra sarà formata da Tobi e Tsukiko.»
«Siiii, Tsukiko-chan!» esclamò felice Tobi venendo ad abbracciarmi allegramente.
«Voglio morire.» sospirai io invece, ricevendo una pacca di consolazione da Deidara che, a quanto pareva, lo sopportava meno di me.
«Zitti, e non interrompetemi! Il capo ha una missione per Kisame, Itachi, Tsukiko e Tobi. Dovete dirigervi nel Paese dell'Acqua; le indicazioni più dettagliate sono in questo rotolo.» affermò estraendo da una tasca interna della cappa una pergamena che porse a Itachi. «Il vostro obiettivo è il demone Tricoda.» concluse scomparendo nel terreno.
"Ma come fa a farlo?" mi chiesi mentalmente.
«Prendiamo l'occorrente e troviamoci qui tra mezz'ora.» ordinò impassibile Itachi avviandosi col compagno verso la loro stanza.
Io feci lo stesso, mentre Tobi rimase in cucina a sgraffignare dei biscotti dalla dispensa, ricevendo un pugno in testa da Kakuzu e svariate ammonizioni sullo spreco di denaro e sul dover risparmiare di più.
Pov Itachi
Una volta arrivato in camera con Kisame aprii la pergamena e ne lessi il contenuto. La missione consisteva nel catturare il demone Tricoda e, in aggiunta, verificare il livello di abilità di Tsukiko e possibilmente iniziare il suo addestramento. Non avendo mai frequentato l'Accademia Ninja non aveva avuto modo di imparare a lanciare kunai e shuriken o ad usare qualsiasi altra arma; le mancavano le basi, questo era appurato, e toccava a noi rimediare.
«Kisame, per caso hai una katana in disuso?»
«Aspetta, dovrei averne una.» rispose iniziando a frugare nel ripostiglio dove riponeva le sue armi. «Trovata! Ed è pure in buone condizioni. Ma a che ti serve?»
«Il capo vuole che durante il viaggio addestriamo Tsukiko. Potresti insegnargli a maneggiare la spada, mentre io le spiegherò come lanciare kunai e shuriken.» spiegai.
«Capisco. Senti un po', dove sei andato ieri notte?» mi domandò circospetto.
«Che vuoi dire?»
«Non fare il finto tonto con me Itachi. Ti ho sentito uscire dalla stanza, subito dopo che qualcun altro si era allontanato dalla propria camera. Di un po', chi hai seguito?»
Non risposi, tornando piuttosto a preparare l'occorrente per la missione.
«Ah, deve essere stata Tsukiko, ho indovinato?» constatò poco dopo.
«Si.» risposi freddamente, ma ciò non lo intimò a smettere di farmi domande.
«E cosa ci facevate voi due insieme? Un appuntamento romantico forse? Ahahah!» sghignazzò.
«Affatto.» sibilai tagliente. «L'ho sentita uscire e sono andato a controllare, tutto qui.»
«Mh-mh. Che carino, ti sei preoccupato per la nuova arrivata!» mi provocò nuovamente. «Ammettilo che ti piace.»
«Ti sbagli.»
«Non ti saresti preoccupato altrimenti. Dai, a me puoi dirlo. Sarò muto come un pesce.»
«Lo ripeterò per l'ultima volta: non ho alcun interesse verso di lei.» dissi linciandolo con lo sguardo. «Muoviti, non è rimasto molto tempo.»
"Sarà vero? Certo, il suo sharingan mi ha stupito parecchio, ma nient'altro. Non capisco perché si sia unita all'Organizzazione, questo non è posto per una bambina. Ha ancora molto da imparare." riflettei uscendo dalla stanza con Kisame e dirigendoci nel salone.
Pov Tsukiko
Raggruppai tutto l'occorrente per la missione: kunai, shuriken, un sacco a pelo che trovai nell'armadio e che sigillai in un mio rotolo e dei vestiti di ricambio che misi assieme al sacco a pelo.
Mi diressi poi in salotto, aspettando seduta sulla poltrona l'arrivo degli altri, che dopo qualche minuto mi raggiunsero.
«Ehi Tsukiko, prendi questa.» disse Kisame porgendomi una katana.
«Una katana?»
«Ne hai mai usata una prima?» domandò.
Io scossi la testa in segno di negazione.
«Allora sarà meglio cogliere l'occasione per insegnarti qualcosa. Ti va?»
«Si certo.» risposi afferrando l'arma e legandola alla cintura, in modo che non mi desse fastidio.
Partimmo dopo qualche minuto, incamminandoci lungo un sentiero di montagna. Il viaggio avrebbe richiesto almeno cinque giorni, ed ammetto che ero un po' preoccupata: non essendo abituata a muovermi così a lungo pensavo che mi sarei affaticata molto, diventando un peso per la quadra.
"Mal che vada mi farò trasportare in spalla"
«Certo che sei bassa.» affermò il merluzzo con una calma snervante distraendomi dai miei pensieri.
«Non sono bassa, siete voi troppo alti!» ribattei. Il mio 1,70 non poteva certo competere con le loro stazze.
«Aaaaw, sei così carina quando ti arrabbi.» continuò il pesce punzecchiandomi la guancia. «Ma sono morbidissime!» esclamò meravigliato, allungando anche l'altra mano per tirarmi le guance come fanno i vecchi con i nipoti.
Schiaffeggiai le sue mani, che ritrasse di colpo, e protessi le mie guance con le mie mani, massaggiandole. «Le guanciotte non si toccano.» dissi con una nota di gelosia.
«Tsukiko-chaaaan! Voglio sentire quanto sono morbide, ti preeeeego!» urlò con voce infantile Tobi.
«Ho detto di no!» mi impuntai stirando le braccia lungo i fianchi e chiudendo le mani a pugno, lasciando così scoperte le guance, che divennero nuovamente vittime delle loro attenzioni.
Mi voltai notando che stavolta, contro ogni aspettativa, era stato Itachi a tastare la morbidezza delle mie belle guance, sconvolgendo col suo gesto anche Tobi e Kisame, che si mise a sghignazzare per chissà quale motivo.
«Ora ti ci metti pure tu?!» lo ripresi allontanandomi. «Le guanciotte non si toccano.» ribadii seccata.
"Sarà un lungo viaggio."
Il viaggio fu abbastanza silenzioso, con qualche pausa per i pasti durante i quali Kisame e Itachi mi insegnarono un po' di cose: prima di tutto a lanciare correttamente kunai e shuriken, e come mi aspettavo non ci misi molto ad imparare. In seguito Kisame mi descrisse le basi di uno scontro tra spadaccini, spiegandomi come impugnare correttamente la katana e le posizioni base di difesa. Improvvisammo anche qualche scontro nei quali, per imparare più velocemente, mi affidai allo sharingan, e l'allenamento diede i suoi frutti. Dopo solo poche lezioni ero già ad un buon livello, contro le loro aspettative.
Erano già passati tre giorni, durante i quali avevo dormito solo poche ore, quante bastavano per reggermi in piedi e camminare, sperando tra l'altro che gli altri non lo notassero.
L'atmosfera silenziosa e pacifica che ci avvolgeva era rilassante, quasi mi sembrava di star recuperando le forze, fino a che non fu distrutta dal vociferare di Tobi.
«Ehi guardate lì! Avete visto, fanno i dango, è il mio piatto preferito! Vi prego, fermiamoci a fare una pausa. Direi che ce lo meritiamo, è tutto il giorno che camminiamo. Io sono sfinito.» schiamazzò come suo solito correndo verso il negozio.
«A me non sembra per nulla stanco.» commentai io vedendo lo scatto che aveva fatto per raggiungere il negozio.
"E poi quella che dovrebbe lamentarsi per la stanchezza sono io."
Lo raggiungemmo prendendo posto su una panchina esterna.
«Non prendiamocela troppo comoda però.» impartì Itachi, anche se ero certa che in realtà fosse contento della sosta. Ripensando a ciò che avevo letto nella sua memoria, potevo affermare con certezza che adorasse i dango.
«Scusa, che fretta c'è? È vero che dobbiamo cercare un demone, ma non sappiamo neanche dove si trova. Tanto vale prendersela con calma. A proposito, qual è il demone a cui stiamo dando la caccia?» chiese ingenuamente Tobi.
«Il Tricoda. Ma non ascoltavi quando Zetsu ce lo ha detto?» lo rimproverai.
«Ecco a voi, buon appetito.» ci servì un'anziana signora. Tobi probabilmente aveva già ordinato per tutti.
«Uuuuh, oh grazie! Sembrano squisiti, assaggiamoli. Buon appetito a me!» esclamò voltandosi per mangiare senza che nessuno vedesse il suo volto.
"E io che volevo vedere la sua faccia... ah, pazienza."
«Mmmh, ragazzi che bontà! La salsa è semplicemente perfetta, ahah! Non troppo dolce, non troppo salata, un vero capolavoro.» si complimentò Tobi.
In effetti erano davvero buoni, non mangiavo cibo così buoni da tempo.
"Ohi, fammene mangiare uno!"
"Stai scherzando Kurama? Se esci e ti vedono è la fine" ribattei preoccupata.
"Tsk, non se ne accorgeranno. Mi trasformerò in una volpe normale e farò finta di sbucare dal bosco."
"Sicuro?"
"Certo"
E proprio come aveva programmato, dopo un attimo comparve dal bosco una volpe.
«Guardate! Una volpe, che carina.» strillò Tobi avvicinandosi all'animale per accarezzarlo, che intanto stava annusando l'aria. Lo prese in braccio, ma la volpe si liberò dalla presa.
Kurama zampettò fino ai miei piedi, sedendosi in attesa di ricevere del cibo.
"Allora che aspetti? Dammi da mangiare!" mi impartì nella mente.
"E un attimo!"
«Ma che bella volpetta!» esclamai accarezzando la testa a Kurama.
"Tsukiko..."
"Te la sei cercata tu Kurama."
«Ahi fame vero? Ecco, prendi questa.» dissi sfilando una pallina dallo stecco e porgendogliela.
Per vendicarsi Kurama, dopo aver mangiato, leccò la salsa sulle mie mani, lasciandomi una disgustosa scia di bava.
"Vaffanculo Kurama!"
"Ehehehe!" rise di gusto.
La piccola volpe di allontanò, e Kurama tornò dentro di me.
"Questa te la potevi risparmiare. Io ti stavo facendo le coccole, mentre tu mi hai slinguazzato la mano." piagnucolai.
Mi pulii la mano con un tovagliolo, sperando che lì vicino ci fosse una sorgente d'acqua in cui pulirmi per bene la mano.
Tobi nel frattempo era tornato a sedersi e aveva ripulito il suo piatto.
«Ci voleva proprio. Avete notato cosa c'è lì dietro?»
Tutti ci voltammo nella direzione che Tobi stava indicando con lo spiedino.
«Guardate, assomiglia tanto agli oggettini che sa fare Deidara-sempai. Adesso ho capito da dove gli è venuta l'idea, vero?»
Sospirammo esasperati. Possibile che fosse così stupido? Era proprio un buffone, e avrei dovuto sopportarlo per chissà quanto tempo!
Se ci fosse stato il biondo in questione, sono certa che lo avrebbe fatto saltare in aria.
Dopo un quarto d'ora riprendemmo il cammino verso la nostra destinazione: ormai mancavano pochi chilometri dal lago in cui si trovava il Tricoda.
Note autrice
Mi scuso per il ritardo, e per farmi perdonare ho fatto un capitolo un po' più lungo che spero vi sia piaciuto 😊
Ho inserito la scena di Tobi, aggiungendo giusto qualche modifica, non potevo non metterla 😂 anche se stavolta non è saltato in aria come da prassi.
Vi avviso che la storia l'ho un pochino invertita, nel senso che la caccia al Tricoda nell'anime avviene dopo la morte di Hidan e Kakuzu, ma io ho cambiato la storia originale.
Ne approfitto per augurarvi buone vacanze e un felice anno nuovo 💫💫💫🎅🏻🎅🏻🎅🏻🎅🏻☃️☃️☃️🍡🍡🍡🍡🍡🍡🍡🍡🍡🎁🎁🎁
🌟🦋vostra Fra🦋🌟
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