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Nargilli e tappi di Burrobirra

La luce, quel mattino, era così debole che non riusciva a filtrare tra le persiane abbassate. Luna si stiracchiò, assonnata. Tutto in lei era lunare: gli occhi tondi e sporgenti, i capelli così chiari da parere immersi nella notte anche in pieno giorno, il carattere particolare. Lunatica. C'era stato a scuola chi l'aveva chiamata così, ma lei non lo riteneva offensivo come nomignolo. 

Si sedette accanto alla finestra aperta: l'aria fresca del mattino avrebbe di certo disperso i nargilli che, nonostante le prugne dirigibili, si affollavano attorno alla sua testa al risveglio. Aveva fatto sogni agitati: probabilmente colpa dei festeggiamenti della vigilia!

Lanciò i piedi nudi giù dal letto, sgranchendo le dita con un buffo movimento a ventaglio, infilò un maglione di corvonero, più grande di almeno due taglie, e si accinse a spazzolare i capelli. Ogni colpo di spazzola lo dedicava a una persona cara: voleva bene a così tanta gente, che la sua chioma era lucente. Buon segno, no?

Scese in punta di piedi e andò in giardino. Le pantofole nella neve erano state una pessima idea: si inzupparono subito. Girato l'angolo, dietro il capanno, c'erano piantine di elleboro. Di corsa ne colse un rametto e poi di nuovo dentro. Lasciò le pantofole sul bordo del camino, ad asciugare, e salì in camera a piedi nudi. Si mise subito sul letto. I suoi poveri piedini erano diventati violacei dal freddo, un tuffo tra le coperte era quello che ci voleva! Appoggiò delicatamente l'elleboro sul cuscino, per osservarlo. I fiorellini erano candidi, screziati però di rosa e violetto, nella zona più vicina al cuore di polline. Non sentiva profumo, ma era un po' raffreddata, quindi era normale!

Mosse piano la bacchetta magica, mormorando un incantesimo a fior di labbra e trasformò i teneri petali in sottilissimi cristalli. Intrecciò i capelli, infilando nelle ciocche i fiorellini di elleboro e si vestì, con una calda maglia, gialla come il sole, e un paio di pantaloni. Si guardò allo specchio: sembrava quasi babbana! Suo padre non avrebbe approvato, ma era l'abbigliamento migliore per andare alla stazione. 

Aspettava una visita. Una persona speciale avrebbe passato il Natale in casa sua: Rolf Scamander. Si erano conosciuti alcuni anni prima e non c'era persona al mondo che lei preferisse di più. Luna era ormai da tempo diventata una naturalista molto nota. Anche Rolf era un magizoologo, amava le creature magiche tanto quanto lei, per quanto non avesse accettato di accompagnarla nella ricerca del Ricciocorno Schiattoso. Secondo lui, non era un animale fantastico esistente, ma Luna non demordeva mica! Aveva ancora tanto tempo per trovare le prove della sua esistenza! 

Quando si erano incontrati per la prima volta, si erano messi a parlare di Thestral, in assoluto tra le creature preferite di Luna e Rolf le aveva dato prova di non essere un accademico nascosto nelle pieghe di una biblioteca, ma un avventuroso esploratore, divertente e, a detta di molti, eccentrico. A Luna non pareva tale ma, a onor del vero, lei stessa aveva la fama di eccentrica nel mondo magico! La chiusura mentale di tanta gente non la straniva più come quando era ragazza, tuttavia la stupiva ancora leggermente.

Si era sentita stringere il cuore quando aveva sentito che Rolf sarebbe stato solo, il giorno di Natale! La sua famiglia, ritirata in un castello in Scozia, aveva contratto una rara forma di vaiolo del drago ed erano tutti in quarantena. Così si era decisa. Si era sentita veramente coraggiosa, quando l'aveva invitato per Natale! Ci voleva un bel coraggio, in effetti: suo padre, Xenophilius Lovegood, era stato molto provato dalla seconda guerra magica ed era diventato piuttosto irascibile con chi non condivideva completamente il suo pensiero. Aveva addobbato l'albero di Natale di sole prugne dirigibili, senza lasciarle mettere neppure un festone dorato e aveva scritto un menu a base di plimpi d'acqua dolce, praticamente introvabili in quel periodo dell'anno. Sospirò. Aveva deciso di assecondarlo in apparenza, per poi cucinare tutt'altro non appena si fosse distratto, mettendosi a lavorare al Cavillo. Non pubblicava quasi più, ormai l'età si faceva sentire, ma passava almeno un'ora al giorno a rispondere alle lettere dei lettori. Talvolta erano lettere vere, altre volte le inventava per poi rispondere compitamente.

Il treno di Scamander sarebbe arrivato nel giro di un'ora. La stazione era piuttosto lontana, si sarebbe smaterializzata in un vicoletto lì vicino e l'avrebbe poi raggiunta a piedi. 

Ammettere tra sé e sé di essere innamorata, un sentimento tanto spiazzante e poco logico, l'aveva messa a dura prova. Non conoscere i suoi sentimenti, poi, era ancora peggio. D'altra parte, non era stata un'adolescente popolare, anche se aveva avuto ottimi amici.

Aveva fatto una serie di considerazioni assolutamente razionali sul perché Rolf Scamander avrebbe potuto amarla. Prima di tutto, c'era la comune passione per gli animali fantastici. Quella era innegabilmente rara: soprattutto quando si trattava di animali non propriamente graziosi come un asticello, la gente tendeva a tenerli alla larga se non a provare repulsione. Loro invece ci sguazzavano, spesso letteralmente. 

Poi Luna stessa aveva delle qualità, che compensavano la sua indubbia peculiarità: era onesta. Va bene, questa caratteristica non piaceva a tutti, anche perché la portava a non adornare la verità di nastri e fiocchetti. Eppure credeva che questo a Rolf piacesse o almeno non aveva mai notato che ne avesse fastidio. Si riteneva piuttosto acuta. In effetti, la sua appartenenza alla casa di Corvonero, da ragazza, ne era una prova abbastanza chiara: Rolf non si sarebbe di certo annoiato, parlando con lei. Inoltre lei riteneva l'individualità un tratto da apprezzare, era sempre felice di sperimentare, accogliere nuove idee: Rolf non avrebbe avuto alcun bisogno di nascondere le sue eccentriche abitudini, al suo fianco. Ripeteva tra sé e sé queste considerazioni, erano assolutamente sensate e logiche!

Sorseggiò una tazza di tè, sbocconcellò un pasticcino e poi si smaterializzò, diretta alla stazione. Quando vi giunse, il treno era appena arrivato. Sbuffi di vapore riempivano l'aria, nascondendole i volti dei passeggeri.

Poi una mano si posò sulla sua spalla, facendola sussultare.

- Scusami, Luna! Avrei dovuto chiamarti!

Era Rolf. Una valigia in una mano e una sacca gettata su una spalla, sembrava pronto a un viaggio molto diverso da due giorni in casa a festeggiare il Natale!

- Hai un bagaglio molto ingombrante! Posso aiutarti? 

Rolf sorrise.

- Non preoccuparti, Loony, è ingombrante ma molto leggero!

Luna si rabbuiò: quel soprannome, detto da lui, faceva un po' male. Lasciò scorrere lo sguardo sulla folla, per non metterlo a disagio con il suo dispiacere, quindi lo invitò a seguirla, ma lui la prese per un braccio.

- Ti ho fatto arrabbiare

Luna non diceva bugie. Quando poteva, evitava semplicemente di rispondere alle domande scomode, ma in questo caso si limitò ad annuire.

- Non credevo che non ti piacesse assomigliare alla luna. Io lo trovo un paragone affascinante, perché tu no? – domandò Rolf, scrutandola assottigliando gli occhi.

Rolf somigliava piuttosto evidentemente a suo nonno Newt: snello e dinoccolato, aveva un volto interessante e spigoloso e lo sguardo penetrante. Solo i capelli, molto più corti, non rispecchiavano quelli del suo antenato.

Luna gli sorrise, scuotendo una mano come per scacciare i nargilli.

- Smaterializziamoci, vieni!

Giunsero a casa Lovegood in silenzio: erano soli, non era ancora rincasato il vecchio Xenophilius. Si fermarono in salotto e Luna fece lievitare i bagagli fin su, in camera da letto; poi prepararono un tè e si sedettero accanto al fuoco. Le fiamme ardevano vivaci nel camino.

- Ho portato questo libro come dono a tuo padre. Parla degli animali fantastici più rari. Credo possa interessarlo, tu che ne dici?

- Mio padre è una persona difficile, negli ultimi tempi. Scusalo se a tratti ti sembrerà un po' scortese! È così da quando fui rapita nella seconda guerra magica, purtroppo. Non si è mai ripreso!

- Oh, non preoccuparti! Sono abituato a una parentela turbolenta! Mia nonna Porpentina ne ha lanciate di ciabatte al nonno Newt, durante i loro litigi! Litigavano in continuazione, veramente! 

Il sorriso sbilenco di Rolf era irresistibile.

- Sai che i miei vicini hanno una magnifica infestazione di gnomi da giardino? Se ti incuriosiscono, potremmo andarli a vedere, un giorno o l'altro!

Luna cambiava discorso quando era nervosa. E adesso era decisamente nervosa. Rolf era così vicino che riusciva a sentire il suo odore, un misto di acqua di colonia e uova di fata.

- Hai portato con te degli asticelli? – gli chiese.

- Tu devi essere quel magizoologo con cui lavora la mia Luna!

Dalla porta era spuntato Xenophilius Lovegood, vestito di una lunga candida tunica con ricami dorati.

Rolf Scamander si alzò e fece un leggero inchino, presentandosi.

- La ringrazio del suo invito a passare il Natale in casa sua, signor Lovegood, per me è un onore! E mi permetta di offrirle un piccolo dono!

Rolf gli porse un pacchetto, il pregiato volume sugli animali rari di cui aveva parlato a Luna. Nonostante la tendenza all'irascibilità, il fascino e la personalità eccentrica di Rolf Scamander confusero e incuriosirono il vecchio Lovegood, che si trovò coinvolto in una lunga conversazione sugli animali fantastici prima di rendersi neppure conto di averla iniziata. 

Luna ne approfittò per preparare un ricco pranzo Natalizio. La sua amica Ginny le aveva insegnato un utile incantesimo domestico per addobbare la sala per Natale e lei lo eseguì – a modo suo. Dopo un'ora l'albero pieno di prugne dirigibili era illuminato di piccole candele fluttuanti, dovunque spuntavano festoni di agrifoglio e un magnifico rametto di vischio pendeva sull'uscio di una porta. Luna non era affatto convinta del vischio, una calamita per i nargilli, ma aveva intrecciato al rametto un festone di tappi di burrobirra, quindi probabilmente non c'erano rischi. Il pranzo fu delizioso: anche se poco tradizionale, la cucina di Luna era squisita! Poi Xenophilius si ritirò.

- Devo riposare! Sono anziano! – proclamò borbottando e lasciandoli soli.

Luna sorrise.

- Magari adesso potrei darti il mio regalo!

- Aspetta, vorrei prima che tu aprissi il mio – mormorò Rolf, improvvisamente nervoso e impacciato.

Appellò la sua sacca e ne trasse una busta sottile, chiusa da ceralacca blu. Gliela porse. Luna ruppe il sigillo con uno schiocco secco e poi lesse. Giunse fino alla fine e rilesse da capo.

- Che significa? Questo è il programma di una spedizione di ricerca per il ricciocorno schiattoso! Tu hai sempre detto che non esiste...

Si sentiva molto confusa. Confusione che arrivò alle stelle quando lo vide inginocchiarsi davanti a lei.

- Significa che desidero stare con te sempre, anche quando andrai alla ricerca di qualcosa in cui non credo, perché per me tu sei la più strana, affascinante, eccentrica e magnetica creatura che io abbia mai incontrato nella mia vita. E se tu vorrai farmi un dono di Natale, accetterai di cercare il ricciocorno schiattoso e qualsiasi altro animale fantastico assieme a me...e accetterai di restare al mio fianco anche quando vorrai talvolta riposare, perché ho capito che mi è difficile stare senza di te. Ho portato un bagaglio molto ingombrante perché, se tu vorrai, dopo Natale potresti accettare di sposarmi e magari potremmo partire subito. Per un viaggio di nozze o per un'avventura. Ci ho pensato e ci sono diverse ragioni molto logiche e razionali per cui potresti volermi al tuo fianco, sai? Prima di tutto, c'è la comune passione per gli animali fantastici. Sai bene quanto è raro che succeda! La maggior parte delle donne scapperebbe a gambe levate, tu invece riconosci all'istante gli indizi della presenza di un asticello nella mia giacca. Poi in fondo ho delle discrete qualità, che compensano la mia eccentricità: sono onesto. Va bene, a volte posso dare un po' fastidio, per questo, dico sempre quello che penso, ma almeno sai che non ti mentirò mai, no? Poi mi ritengo piuttosto acuto: per quanto io non abbia fatto parte della tua casata a Hogwarts, nondimeno ho una forte passione per la conoscenza, non ti farei annoiare. Inoltre apprezzo le persone dotate di una certa dose di eccentricità, con me non avrai mai bisogno di nascondere le tue particolarità. Che ne pensi?

Gli occhi sporgenti di Luna erano completamente spalancati e nel suo cuore suonava un'intera fanfara.

- Ho una domanda per te. Tu credi nell'efficacia dei tappi di burrobirra contro le infestazioni di nargilli?

- Cosa sono i nargilli?

Luna sorrise. Un sorriso largo, ricco di promesse.

- Mi darai l'anello e mi bacerai sotto il vischio? Come nei film babbani?

- Avevo intenzione di baciarti qui, ma se vuoi che ci spostiamo sotto il vischio per me va bene! – rispose Rolf, leggermente stupito.

- Oh, e va bene! – esclamò Luna, afferrandogli leggermente la camicia per attirarlo a sé.

Non poté mai affermare alcunché sull'efficacia dei tappi di burrobirra contro le infestazioni dei nargilli, ma di certo poté appurare quanto un bacio possa essere perfettamente efficace per farli dimenticare.

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