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Capitolo 9

Arrivo a casa.

Parcheggio nel piazzale, accanto all'Audi di Lucy.

Scendo dall'auto.

Tiro fuori dalla tasca le chiavi di casa.

Mi avvicino alla porta.

Infilo la chiave nella serratura.

Giro quattro volte in senso antiorario. 

Apro la porta.

Silenzio.

Tiro fuori la chiave, entro in casa e chiudo la porta alle mie spalle.

Appoggio la chiave sul solito mobiletto sulla soglia della porta.

Sento un rumore.

Un altro, più forte.

Proviene dalla cucina.

Un fruscio.

Dei passi.

Mi avvicino il più piano che posso alla cucina.

La finestra si apre.

Vedo un' ombra muoversi nella cucina.

Mi avvicino di più.

Sento qualcosa cadere.

il pavimento è pieno di sangue.

Rimango pietrificato.

Pezzi di vetro si spargono per terra.

Mi arrendo.

Entro.

Vedo Lucy.

È in piedi.

Vicino al tavolo della cucina.

È come immobilizzata.

Mi guarda.

La sua espressione rappresenta una specie di "Ops" .

Non capisco.

Lei abbassa lo sguardo.

Lo faccio anche io e capisco.

Alcuni pezzi di vetro sono infilzati nelle sue caviglie, uno in particolare sul suo piede sinistro.

Sono infilzati lievemente per fortuna.

Il sangue però ne è uscito tanto.

I suoi piedi sono pieni di sangue, un po' troppo denso secondo me.

È tantissimo quel sangue.

Non è naturale tutto questo sangue secondo me.

Anche i pezzi di vetro sono un po' sporchi di sangue.

Guardo il pavimento e osservo il liquido rosso sparso in quella zona.

Ci sono tanti pezzi di vetro pieni di quella sostanza rossastra.

Mi chino e con il dito ne prendo un po'.

Metto il dito in bocca e sento.

Passata di pomodoro.

Come fa ad essere così sbadata da buttarsi addosso un barattolo di passata di pomodoro?

-N- Non ci ho fatto apposta.. Greg- mi dice balbettando, con un filo di voce. 

Alcune lacrime scendono dai suoi occhi color cioccolato.

Non le rispondo.

Guardo il tavolo della cucina.

C'è un grande pezzo di carne, penso sia maiale, appoggiato su una grande teglia.

Accanto c'è una grande mannaia sporca di sangue, con attaccati alcuni pezzi di sangue.

Dalla carne esce ancora del sangue.

Si tratta di sangue abbastanza fresco.

Il maiale dovrebbe essere stato ucciso circa 4 o 5 ore fa.

Non so dove la abbia comprata.

-Che carne è?- le chiedo incuriosito.

Lei ci mette un po' a rispondere, come se ci dovesse pensare per darmi la risposta.

Alla fine balbettando riesce a rispondermi.

-Qu- questa è car- carn- carne di u... ehm... tacch ... ehm... è carne di maiale... . La ho tr... compr... ehm... la ho comprata stamattina al m- mercato.- Non capisco il motivo per cui in questo periodo lei balbetti così spesso, ma non mi importa in fondo.

Mi avvicino al piano cottura.

C'è una grande pentola a bollire con sopra un coperchio.

Sto per aprirlo per vedere cosa ci sia al suo interno ma lei mi blocca.

- Non aprire perché quello che sto cucinando ha una cottura molto delicata... te lo farò vedere dopo che cos'è.-

Le rispondo con un secco "ok".

Mi avvicino di nuovo a lei e provo a toglierle delicatamente  i pezzi di vetro infilzati.

Mentre glieli tolgo lei produce forti urla di dolore.

-Va tutto bene-cerco di tranquillizzarla, ma lei non mi ascolta.

Non credevo fossero immersi così profondamente nella sua pelle.

Riesco finalmente a toglierle il primo pezzo.

Ce ne sono altri cinque però.

Con tanta calma e pazienza finalmente sono riuscito ad estrarli tutti.

Da un cassetto in un'altra stanza prendo delle bende e dell'acqua ossigenata.

-Ahi! Brucia!- mi urla mentre provo a metterle l'acqua ossigenata sul piede tutto insanguinato.

Alla fine ce l'ho fatta a sistemarla.

-Tranquillo, ci penso io a pulire.- mi dice appena ho finito.

Sono già le 19:30 , tra circa 45 minuti devo partire per andare dietro il grande magazzino.

Ho terrore al sol pensiero.

Ma devo.

Ho più paura di quello che potrebbe succedere se io non ci vada.

Vado a farmi una doccia.

Accendo l'acqua calda e chiudo gli occhi.

Non so come possa lavarmi con l'acqua calda d'estate, ma adoro troppo quel vapore che crea.

Dopo la doccia mi sono cambiato e scendo in sala da pranzo.

Ha già finito di cucinare.

Ha preparato la carne arrosto con sopra una salsa di un colore scuro. Non ho l'idea di che salsa si tratti, ma non le dico nulla.

Lei ha sempre avuto un modo di cucinare tutto suo, e, devo ammetterlo, cucina molto bene, perché tutti i suoi piatti sono tanto deliziosi.

-Vuoi mangiare con me oppure mangi lì alla tua... cena?- mi domanda sedendosi a tavola.

-Dai, mangio con te. Sono sicuro di sapere com'è quello che hai cucinato- al sentire la mia risposta lei arrossisce e mi sorride, con un sorriso un po' strano... ma non ci faccio caso. Come faccio a non farci caso? No, non ci faccio caso, lei è una brava ragazza. Bisogna pure capirla poverina, dopo quello che ha passato. Se si comporta strana a volte non ci a apposta, bisogna capire come potrebbe sentirsi sapendo che sto lavorando con il suo aggressore, colui che la vuole morta. Come dovrebbe comportarsi? Sì... ma... c'è qualcosa di veramente strano nel suo comportamento... non è quella la motivazione... a me spaventa.

Prendo il coltello e taglio un pezzo di quella carne. È davvero squisita, soprattutto con quella salsa. Non ho mai mangiato qualcosa di così buono. Veramente. Non imparerò mai a cucinare come lei.

Accendo la televisione, dove parte immediatamente il telegiornale.

- Buonasera, questo pomeriggio c'è stato un omicidio in Texas, per precisione nella città di Houston...- sgrano gli occhi.

Oggi pomeriggio è successo un omicidio?! A Houston?! Oddio. 

-Si tratta della morte di Mike Blindaz, il chitarrista della rock band dei "Grilmirt".  Il suo corpo è stato trovato smembrato nei pressi di una foresta, non molto lontano da una casa abbandonata, ovvero, non molto lontano dal N.13 di Dark Street. Dell'assassino non ci sono tracce, ma i poliziotti stanno ispezionando attentamente alla ricerca di tracce che ci possano ricondurre a chi sia stato ad ucciderlo e il perché. Tenetevi aggiornati sempre qui per altre notizie sulla morte di questo povero ragazzo...- inizio a piangere.

No, non è vero, non può essere morto!

Mike!

No!

Smembrato! Che schifo. Poverino!

Chi farebbe mai una cosa simile!

Urlo.

Non posso resistere.

Non ce la faccio.

Spero che tutto questo sia un sogno, anche se sono consapevole che non lo sia.

Ho perso un mio caro amico per colpa di un lurido bastardo.

Che motivo c'è nell'uccidere un ragazzo innocente che vuole solo divertirsi con i suoi amici!

Il N.13 di Dark Street, quel maledetto posto di merda.

Perché stava lì lui?

Non lo so e non lo voglio sapere.

L'unica cosa che mi tormenta è il fatto che ho perso un caro amico. Mi sto sentendo veramente ma proprio veramente male. Come se tutto mi stesse crollando addosso. Non riesco a crederci. Non posso crederlo. Preferirei morire piuttosto che sapere che quello che sto sentendo è reale.

Intanto in tv spunta la solita conduttrice, Becky Johnson, che inizia a parlare con la sua solita voce da gallina. - Cosa sarà successo a Mike? E, cosa ci faceva veramente il suo corpo nei pressi del N.13 di Dark Street? Per la sicurezza di tutta l'America, vi consigliamo altamente di non avvicinarvi per nessun motivo a quel posto. Omicidi, gente scomparsa, cosa ci nasconde quel posto? Nessuno lo saprà mai.- dice illustrando le immagini di notizie di omicidi di alcuni fa.

Spengo la televisione.

Abbasso lo sguardo e finisco di mangiare.

-Mi dispiace Greg per ciò che è successo, mi dispiace tantissimo per la morte di Mike.- mi confessa. 

-Quindi Greg, stasera, non ci andrai più alla cena vero? Dato che Mike è morto..- È morto uno tra i miei migliori amici e lei pensa alla cena?! Tralasciando la sua voce, che mentre pronuncia quelle parole mi mette tantissima ansia. E poi, cosa le dico? Mi inventerò qualcosa.

-No, ci andrò lo stesso, anche per vederci e discutere riguardo Mike.- le rispondo alzandomi dalla sedia.

-Peccato che tu non ti sei mai messo d'accordo con loro per fare una cena insieme.- le sue parole mi fanno male come uno schiaffo in faccia. No. Dai. Mi sento veramente nel posto sbagliato nel momento sbagliato. No. La sua voce mentre lo dice. Mi salgono di nuovo i brividi di freddo. Non ci sto credendo. Non è possibile. Mi ha scoperto!

Ha nelle mani il mio telefono. Mi fissa con un ghigno davvero schifoso. Il mio corpo comincia a tremare. Mi sento male. Cristo no! Non puoi farmi questo! La mia testa si sta riempendo di mille pensieri, tutti diversi e strani. Mi scorrono tutti davanti così veloci che nemmeno riesco ad identificarli per bene. Sto sognando vero? No.

Intanto lei lentamente sblocca il mio telefono (non so come faccia a sapere la mia password), in tutto questo sempre mantenendo lo sguardo fisso su di me. Apre l'applicazioni dei messaggi. Con le sue dita scorre lentamente i contatti e i gruppi. Mi sento in mille pezzi. Lentamente, come una lumaca, seleziona il gruppo della "Grilmirt". Intanto è calato il silenzio in tutta la stanza. Ansia. Si sente il suono del tocco del cellulare mentre lo seleziona. Il suo falso sorriso si fa più ampio e più inquietante. Mi mostra la chat vuota e priva di messaggi risalenti a questo mese. Cambia subito sguardo e diventa come Samara a momenti. 

Deglutisco. Mi pietrifico. Santo cielo. Non so cosa aggiungere.

Si mette a ridere. Una risata sporca, velenosa.

Non mi sento più in me. Non so cosa fare.

Fortuna che la chat con Benjamin la avevo nascosta. Quella non può leggerla.

-Dove credevi di andare? Cosa vuoi fare? Esci di nascosto?- mi chiede restituendomi il telefono con una grazia di merda. Mi parla come faceva mia madre quando avevo dodici anni e cercavo di uscire di nascosto con i miei amici.

-Non sono affari tuoi dove vado.- sto esagerando. L' ho detta brutta. 

-Tu non vai da nessuna parte- prende dalla cucina il coltello - se non mi dici dove vai- continua. Tanto non te lo dico lo stesso. dove vado. Non serve che prendi il coltello. 

Mi sta minacciando con un coltello. Non un coltello normale. La mannaia sporca di sangue con cui aveva prima tagliato la carne. Ciao ciao buona speranza. Adesso me la sto letteralmente facendo sotto. Lo so che sono un fifone, ma non posso credere che tutto ciò sia reale.

-Senti, ringraziami di averti salvato a vita da quel lurido bastardo.- tiro fuori le prime parole che mi escono di bocca mentre mi avvicino alla porta di uscita.

-Che cosa c'entra quello? Mi stai nascondendo qualcosa?-

-Prima di parlare- le dico aprendo la porta e prendendo le chiavi di casa- Pensa a tutto quello che tu mi hai nascosto e ancora mi nascondi- E le sbatto la porta in faccia. Scampata per un pelo!

Corro il più veloce possibile verso la macchina.

Salgo e accendo subito il motore.

-Ti troverò- mi urla dalla finestra, come in un film dove il cattivo tornerà per fare il finimondo.

Esco subito da casa.

Vado il più veloce possibile.

Prendo una scorciatoia un po' disabitata.

Passo davanti un piccolo quartiere con alcune villette di campagna.

Vicino al ciglio della strada ci sono due cani che abbaiano.

Mi sembra di essere in un film horror.

Accelero ancora di più.

Vedo in lontananza delle persone sul ciglio della strada. 

Sono tutti anziani.

Hanno delle pistole in mano.

Mi sto spaventando.

Vanno al centro della strada.

Hanno il viso tutto usurato, sono orribili.

A prima vista mi sembravano dei mostri.

Non so cosa fare.

Puntano la pistola contro di me.

Mi dispiace.

Schiaccio l'acceleratore.

Sto andando alla velocità di 130 chilometri orari.

Mi scende una lacrima.

Stanno per premere il grilletto.

Accelero ancora.

Li travolgo.

Sento delle urla provenire da sotto l'auto.

La strada si riempie di sangue.

Sento uno sparo.

Guardo allo specchietto.

Qualcuno ha sparato al vetro posteriore della Jeep.

Si tratta di una lieve rottura.

Pazienza.

Continuo ad avanzare a tutta velocità.

Ho ucciso delle persone.

Non ci credo.

Tanto se non le avrei uccise avrebbero ucciso loro me.

Chissà poi chi erano.

Rallento e prendo la prima uscita di una rotatoria.

Ancora due chilometri per la destinazione.

È già buio.

Mi manca poco.

Svolto a sinistra.

Continuo per circa 50 metri.

Prendo la seconda strada.

Vedo una grande insegna mezza ammuffita.

Entro nel parcheggio del magazzino.

Non me lo ricordavo così schifoso questo posto.

Il parcheggio è pieno di erbaccia.

Riesco finalmente a trovare un posto decente dove parcheggiare.

In lontananza vedo la macchina di Benjamin.

Mi sta già aspettando.

Mi sbrigo a scendere e mi dirigo verso di lui.

.......

Ciao a tutti!

Ecco a voi il capitolo 9! 

Cosa ne pensate della storia finora?

Di chi deve avere più paura Greg secondo voi?

Scusate se è stato un po' noioso, ma è un capitolo di passaggio. 

Questi capitoli, anche se schifosi, mi servono per prolungare un po' la storia, evitando di scrivere tutto in tre capitoli in croce😅

Correggetemi sempre se trovate degli errori, e scusatemi davvero tanto se ne trovate perché spesso sono un po' sbadata quando scrivo😅

Nel capitolo 10 finalmente ci sarà il famoso "incontro" tra Greg e Benjamin! Cosa pensate gli dirà? Cosa succederà? Fatemi sapere qui nei commenti pls

Se vi sta piacendo la mia storia lasciate pure una stellina se vi va, sono tanto grata anche se non lo farete😅

Un bacio,

Gina🥰

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