4•☕︎ℑ𝔣 𝔦 𝔨𝔦𝔩𝔩 𝔰𝔬𝔪𝔢𝔬𝔫𝔢 𝔣𝔬𝔯 𝔷𝔬𝔲☕︎•
𝙈𝙞 𝙖𝙢𝙚𝙧𝙚𝙨𝙩𝙞 𝙙𝙞 𝙥𝙞𝙪̀ ?
𝙎𝙚 𝙖𝙫𝙚𝙨𝙨𝙞 𝙪𝙘𝙘𝙞𝙨𝙤 𝙦𝙪𝙖𝙡𝙘𝙪𝙣𝙤 𝙥𝙚𝙧 𝙩𝙚 ?
𝙈𝙞 𝙩𝙚𝙧𝙧𝙚𝙨𝙩𝙞 𝙡𝙖 𝙢𝙖𝙣𝙤?
𝙈𝙞 𝙩𝙚𝙧𝙧𝙚𝙨𝙩𝙞 𝙡𝙖 𝙢𝙖𝙣𝙤?
𝗦𝗼𝗻𝗼 𝗹𝗲 𝘀𝘁𝗲𝘀𝘀𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗵𝗼 𝘂𝘀𝗮𝘁𝗼
𝗤𝘂𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗵𝗼 𝘂𝗰𝗰𝗶𝘀𝗼 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗰𝘂𝗻𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝘁𝗲.
-𝐀𝐥𝐞𝐜 𝐁𝐞𝐧𝐣𝐚𝐦𝐢𝐧
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𝓜𝒆𝒓𝒄𝒐𝒍𝒆𝒅𝒊̀ 𝑨𝒅𝒅𝒂𝒎𝒔' 𝒑𝒐𝒗☕︎
Tic. Tac. Tic. Un ritmo, una sensazione, una libertà che non ha paragone. Era il suono della tastiera della macchina da scrivere della giovane Addams che non smetteva più di produrre quei piccoli e striduli rumori .
Scrivere un romanzo giallo era qualcosa di faticoso, richiedeva una mente astuta, in grado di crearsi una moltitudine di mappe mentali per far si che al finale non ci sia nulla fuori posto, di casuale.
Seppur fosse in un momento estremamente delicato, ovvero i giorni precedenti a un debutto nel mondo della letteratura, stava già lavorando ad un nuovo racconto.
Non di Viper, questa volta. Nonostante quella protagonista era stata centro della sua vita per molti anni- e ancora lo era adesso-era giunto il momento di abbondante le abitudini e provare con qualcosa di nuovo. Non troppo nuovo, però.
Enid le aveva scritto ieri sera, precisamente alle 22:01, prima di inviarle un dolcissimo 'Sono troppo stanca per attendere la tua risposta, Roomie. Ci sentiamo domani, io me ne vado a dormire...non fare cazzate, per favore'
Tutto perfettamente ordinario, dopotutto.
E così era stato per molto tempo, una routine che Mercoledì ringraziava di avere, dopo tanti anni di scuola con grandi tormenti.
Non che le mancasse la vita frenetica di quando doveva risolvere diversi misteri. Ma dopo tanti anni passati a vedere che le persone che ti stavano attorno risultavano l'opposto di quello che credevi, o che altre si sgretolavano sotto le tue dita era diventato qualcosa di frustrante.
Sperava in una tregua, arrivata a Chicago, ma a quanto pare i piani per lei erano cambiati. Non che le importasse più di tanto, dopotutto. Anche se rincontrare il suo primo assassino le aveva fatto un certo effetto, portava a galla ricordi che erano già sul fondo dell'oceano, di sicuro non pronti per essere rievocati improvvisamente.
Se ne stava così, seduta sulla sua scrivania d'ebano per cercare di non divagare nei pensieri. Guardò fuori dalla finestra, con sguardo vacuo. Doveva ammettere che la vista che le offriva il suo appartamento non era niente male, anche se preferiva di gran lunga le fitte foreste che si estendevano fuori Villa Addams, da lontano si poteva scorgere la linea azzurra del mare e qualche incrocio più avanti il Lincoln Park coperto di neve annunciava perfettamente che l'indomani sarebbe stata la viglia di Natale.
Decisa che osservare ogni singolo veicolo che passava davanti i suoi occhi sulla West La Salle Drive non sarebbe stato il miglior passatempo, si alzò sbuffando sonoramente.
Raggiunse il divano e recuperò il cellulare, che nel giro di due ore non aveva smesso di vibrare. Mercoledì chiuse gli occhi, convinta che tra poco avrebbe lanciato quell'affare dal quarantesimo piano.
All'ennesima vibrazione, si decise di vedere il nome di colui o colei che la stava chiamando, esattamente alle otto e mezza del mattino.
Enid. Questa non ci voleva.
Le aveva detto come minimo mille volte di non chiamarla, poiché non sopportava la sua voce stridula anche attraverso quel coso. A quanto pare alla bionda piace fare di testa sua.
Mercoledì strinse i denti, quasi in un ringhio. Assurdo, ma vero, il suo dilemma era come fare a risponderle. Non perché non lo sapesse fare, aveva già fatto numerose chiamate, soprattutto per lavoro. Ma bensì perché le veniva un panico che solo gli introversi potevano capire. In breve, detestava le chiamate.
Tuttavia, si fece coraggio e, dopo aver preso un grande e profondo respiro, trascinò l'icona verde del display.
"Enid, ti avevo esplicitamente detto di non usufruire di questa modalità di comunicazione" disse la corvina all'amica.
"Lo so, hai ragione tu, Roomie, ma come potevo non chiamarti!? Oggi è un giorno troppo importante per te e noi due non ci vediamo da mesi ormai!" rispose dall'altro capo la lupa, aggiungendo alle sue frasi un'immensa quantità di esclamazioni.
Mercoledì, per trattenere l'impulso innato di rifilarle una sfilza di insulti, diede un lieve pugno al tavolo, stringendo il più possibile le nocche.
"Mercoledì Addams! Per l'amor di Taylor Swift, rispondimi! Spero per la tua vita che ti ricordi l'impegno di oggi!".
Enid, probabilmente, necessitava di una camomilla.
La ragazza dalle trecce nere sollevò gli occhi all'insù, incurante che l'altra non potesse vederla, e le rispose che non era ancora impazzita dal tutto, perciò possedeva ancora la facoltà mentale della memoria.
Anche se avrebbe preferito non ricordarsi la giornata che avrebbe presto dovuto affrontare.
Per prima cosa, come il suo elenco puntato segnava- e del possesso di esso se ne pentiva molto- quel giorno avrebbe avuto l'evento di presentazione del suo libro. Si, un evento, pieno zeppo di persone.
Era una cosuccia parecchio formale, che avrebbe tenuto luogo in uno dei grattacieli più belli della città. Bella e maledetta era questa la sensazione di pubblicare con la Nighfall, che osava fare tutto 'in grande'.
La notizia peggiore, però, doveva ancora arrivare. Era infatti stata obbligata a raggiungere Enid nel suo momentaneo alloggio, per prepararsi per la grande serata.
A detta della bionda, da sola avrebbe fatto un disastro.
Ma il motivo era ben oltre a questo, era più che altro correlato al senso di ringraziamento che la corvina doveva verso di lei, che le aveva fatto patire tutte le sorti dell'inferno, quando studiavano alla Nevermore.
Anche se nel profondo Mercoledì ci teneva a rivedere l'amica, cosa che logicamente non avrebbe mai ammesso.
La chiamata terminò con un semplice 'ci rivediamo più tardi' da parte della lupa e un 'spero di morire nel frattempo' di Mercoledì.
Al contrario di quello che si poteva pensare, le due ragazze erano molto legate, e che si volessero bene a vicenda era qualcosa di già scontato. Le macabre avventure liceali avevano aiutato ad affinare il loro rapporto, ed erano diventate punto fisso l'una per l'altra, in un mondo in cui non ci si poteva più fidare di nessuno. Erano quello che più comunemente si poteva definire 'sorellanza', ma Mercoledì mai avrebbe osato pronunciare quella parola.
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Enid se ne stava con la schiena poggiata ad un lampione, a fissarsi le unghie smaltate di mille colori. Quando Mercoledì si avvicinò a lei, la bionda sollevò lo sguardo e rivolse all'amica un sorriso a trentadue denti.
"Roomie! Da quanto tempo!" disse Enid, quasi urlando. Si affrettò poi ad abbracciare la corvina, ignorando il fatto che la ragazza detestasse il contatto con qualsiasi cosa sia umana.
"Non pensavo venissi a prendermi davanti a casa mia, avrei preso un taxi" mormorò Mercoledì roteando gli occhi e sottolineando la parola 'casa mia' che le suonava ancora strana.
"Scusa, è che non ero sicura saresti riuscita a trovare dove abito. Mi dimentico sempre se sai usare Google Maps o no".
"Enid, sono quattro anni che ho un cellulare, non sono così indietro" sbuffò la ragazza presa in causa.
Si trovò così a seguire l'amica fino alla sua Range Rover rigorosamente rosa con tanto di sticker sul finestrino che citava:' State lontani dalla mia macchina, stronzetti', visione che a Mercoledì fece torcere il naso. Si chiese cosa dovesse pensare la gente alla visione di quell'auto, sicuramente che quella donna non era sana mentalmente.
A patto che Enid sia definibile donna dato che il suo comportamento rimaneva tale e quale a quello di una sedicenne.
"Da quanto tempo hai una macchina?" chiese la Addams, quasi più come esclamazione che come domanda.
"Da quando sono un'avvocata , almeno...circa" rispose Enid.
La bionda stava, infatti, frequentando gli studi di giurisprudenza da un paio d'anni. Doveva ancora concluderli, ma la sua bravura e gli ottimi voti le avevano permesso di stare a fianco di persone molto importanti in quel settore e ora stava lavorando da mesi ad un 'grande progetto' che rimaneva ancora 'top secret'.
Era strana quella completa segretezza, di solito Enid rivelava almeno una parte- dopo aver ricevuto il permesso dall'alto- dei suoi lavori a Mercoledì. Tuttavia la corvina non ci dette particolarmente peso, anche se doveva ammettere che un po' di curiosità ce l'aveva. Per il momento ignorava completamente questa situazione, convincendosi che era qualcosa che non poteva esser rilevato al di fuori del gruppo di persone a cui ci lavorava.
Ma per quale motivo Enid aveva scelto quella professione? Era quello che si era domandata anche Mercoledì, all'inizio, ma dopo gli anni passati e la compagnia della Addams, avevano sicuramente fatto modo di far entrare Enid in quel mondo.
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L'appartamento di Enid non distava troppo da quello della corvina. Era situato in una via secondaria e non c'erano molti angoli verdi attorno, ma solamente altri grattaceli e palazzi avvolti dal folto mantello di neve, che era scesa durante la notte.
Quando Enid aprì la porta di casa, Mercoledì entrò titubante, quasi insicura di invadere quello spazio. Forse era colpa del suo passato, i nuovi luoghi le mettevano una leggera ansia, come se da un momento all'altro qualcosa di estremamente pericoloso avrebbe fatto capolino dietro l'angolo. Aveva quella paura- anche se usare un termine del genere non è degno di Mercoledì Addams- dall'episodio delle cripta di Krackstone, quel luogo che era stato protagonista dei suoi ricordi più belli, ma più macabri, dove delle semplici lucine decorative erano state sostituite da candele per sacrifici.
Mercoledì scacciò via dalla mente quei pensieri, non era l'ora di rifare un salto nel passato, non sarebbe stato d'aiuto visto l'imminente evento. Così seguì velocemente l'amica per le varie stanze, fino a raggiungere la camera.
"Allora, cosa pensavi di indossare?" chiese Enid all'improvviso, aprendo le porte del suo armadio. "Ehi, sciocchina, vieni a dare un'occhiata!". La rimproverò poi.
Mercoledì perse il conto di quanti vestiti Enid tirò fuori dal mobile in acero, era ormai una buona mezz'ora che non faceva altro che prendere abiti su abiti. Ma la corvina rimase ancora più scioccata nel vedere che l'amica che aveva sempre etichettato come ' eccessivamente colorata' possedeva almeno una decina di capi esclusivamente bianchi o neri, sobri in poche parole.
"Pensavo andasse bene il vestito che avevo portato" disse Mercoledì ,osservando lo zainetto nero, dal quale spuntava il tessuto di un vestito.
"Sbaglio, o quello è l'abito che indossavi nella foto che mi hai mandato ieri sera alle nove e trentatré!?" esclamò la bionda per poi continuare il discorso "No, tesoro, oggi devi essere ori.gi.na.lis.si.ma!".
Poi Enid prese l'ultimo indumento dall'armadio e si affrettò ad abbinare i vari capi in veri e propri completi da grande serata. Sembrava che la Addams dovesse partecipare ad un'anteprima di un film appena uscito da Hollywood.
"Perfetto! Questo è perfetto! Se mi dici che non ti piace, non considerarti più mia amica" disse infine.
"Non pensavo ci volesse così poco per rompere la mia amicizia con te, Enid".
La bionda sorrise amichevolmente, per poi lanciare letteralmente gli indumenti tra le braccia della corvina.
"Dai, coraggio! Voglio vedere come ti sta!" esclamò uscendo dalla stanza.
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Strana. Ecco come Mercoledì Addams definirebbe se stessa in questo momento. Era sicura che se Enid l'avrebbe poi truccata e pettinata non sarebbe più sembrata lei.
Il completo era composto da un vestito bianco di lino, le cui ricamature richiamavano una sottospecie di camicia, era rigido nella parte che avvolgeva il petto e poi scendeva fino alle ginocchia morbido, evidenziando le sue curve. Sopra portava un semplice blazer nero, la cui lunghezza si fermava poco più in alto rispetto l'abito.
"Oh mio dio, sei una cazzo di fig- bella ragazza. Mi stai facendo seriamente dubitare sul mio orientamento sessuale" disse Enid appena la corvina varcò il salotto vestita in quel modo.
"Enid, di un'altra volta così e ti ritroverai con un arto in meno" ribatté Mercoledì.
"Va bene, roomie, ora però aspettami due minuti che mi cambio anch'io" disse solamente la lupa, prima di sparire in camera.
Mercoledì, consapevole che quei 'due minuti' che Enid aveva promesso si sarebbero trasformati in più di un'ora, prese il suo zaino e si spostò nel salotto.
Poco prima, quando era arrivata a casa dell'amica non aveva avuto modo di guardare l'appartamento. Enid l'aveva letteralmente trascinata alla velocità della luce davanti al suo armadio.
Ringraziò il fatto che, essendo in affitto, la ragazza dai capelli colorati non aveva potuto far diventare quel posto rosa e unicornoso, ma gli unici oggetti sgargianti presenti erano dei vasi con qualche peonia decorati con mille fantasie strambe.
Il resto dei mobili erano di un sbiadito azzurro, quasi piacevole da guardare.
Ma ciò che lasciò senza parole la corvina erano i numerosi cocci di vetro che giacevano sul pavimento, probabilmente appartenuti ad uno dei vasi. Per poco Mercoledì non rischiò di tagliarsi un piede pestandone uno. Quelle schegge non erano l'unica cosa che stonava, però. Ora che si guardava bene attorno la ragazza notò che ad una delle sedie mancava mezza gamba, e per quel motivo stava in bilico. Ah, e c'era pure un cuscino sopra il frigorifero.
Enid era una specie di uragano, Mercoledì l'aveva capito dopo due anni di convivenza all'Ophelia Hall, ma tutto questo era decisamente troppo per lei.
Decise così di raccogliere almeno i cocci da terra, o prima o dopo qualcuno si sarebbe fatto veramente male. O forse era spinta della preoccupazione che aveva nei confronti dell'amica, ma ipotizzò che la ragione delle sue gesta restasse la prima. Così, dopo aver cercato per interminabili minuti dei guanti si mise all'opera.
Almeno avrebbe potuto giustificare quel gesto di gentilezza come metodo per farsi spigare da Enid cos'era accaduto.
Indossò gli stivali neri e uscì all'ingresso per posare fuori il sacchetto con dentro quello che una volta era un nauseante vaso colorato.
Stava per rientrare, quando un 'cazzo' pronunciato alla perfezione irruppe nel corridoio.
Il Karma esiste, e il suo tempismo è al dir poco spettacolare.
Mercoledì, cercando di non alzare troppo la voce- perchè lei non urlava mai- chiamò Enid, desiderosa di sapere come e per quale motivo il suo vicino di casa era stranamente familiare.
"Mercoledì Venerdì Addams! Spero ci sia un valido motivo per disturbarmi- oh cazzo" disse la bionda, fissando poi la stessa figura che stava guardando anche la giovane Addams. E, novità sconvolgente, si trattava proprio di Tyler Galpin.
"Wow, Enid Sinclair, non so proprio decidere se ti renda più sexy il pigiama di stamattina o il reggiseno rosa con le fragole che porti adesso" disse il ragazzo, con un sorriso da schiaffi in faccia.
"Enid, copriti" mormorò severa Mercoledì, che solo ora aveva notato le condizioni dell'amica.
La bionda, di conseguenza, se ne andò con nonchalance. Lasciando i due nemici da soli.
"Neanche tu sei male, Treccine" riprese parola Tyler, guardando la ragazza conciata da festa. Se ne stava appoggiato sulla porta di quella che dava tutti i presupposti di essere casa sua.
Mercoledì, dato il suo carattere molto introverso che l'aveva sempre accompagnata negli anni, non batté ciglio alla battuta del ragazzo. Gettò piuttosto un'occhiataccia ad Enid, che se ne stava ancora mezza svestita seduta sul tavolo, ad ascoltare la conversazione tra gli ex più che amici.
"Cosa intendevi con 'pigiama di stamattina', Galpin?" domandò la ragazza con le trecce.
"Non pensavo avessimo già ripreso ad avere un rapporto così confidenziale, Addams, anche se dopo ieri sera potrei aspettarmelo...devo dire di essermi divertito molto, dolcezza". Il sorriso di Tyler non scompariva dalla sua faccia, esagerava con le parole, consapevole che Enid stesse ascoltando tutto, era proprio quel dettaglio che lo divertiva.
Mercoledì non rispose, fissò per un'ultima volta quegli occhi verdi, augurandosi di non vederli più. Poi, senza nemmeno salutarlo, entrò dentro casa e chiuse rumorosamente la porta alle sue spalle. Osservò infine Enid, che nel mentre aveva indossato il suo vestito a fiori viola. L'amica aveva la bocca spalancata ad 'o' e la guardava sconcertata.
"Aspetta cosa? Voi due vi siete già rivisti. Il tuo primo assassino Mercoledì Addams, il tuo primo amore. Oh mio dio, che avete fatto?".
Una cosa a quel punto fu certa per tutte e due: avrebbero avuto molto da raccontarsi durante quella serata.
Nota autrice:
[Allora...oggi mi è andata voglia di far tornare le battutine di Tyler, perdonatemi]
Ciauu bellissimi, si sono viva. So che non pubblico da tipo 2 mesi, e per questo mi scuso. Abbiate pietà per questo capitolo che l'ho scritto durante le pause scolastiche >_<.
Dovevo pubblicare un po' prima ma, ma le nuove norme di wattpad mi hanno spaventata e ho preferito aspettare e intanto salvare OLCHLT.
Detto questo...piaciuto il pov di Mercoledì?
So che qui non c'erano molte parti di Tyler, ma a differenza delle altre storie che ho scritto anche i personaggi secondari hanno una grande importanza nella storia, come Enid in questo caso. Quindi era necessario conoscere come era proseguita l'amicizia tra le due ragazze.
Spero al più presto,
Lily.
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