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È passata una settimana dal mio arrivo alla Haldell e mi sento ancora un pesce fuor d'acqua. Le persone, qui, non sembrano intenzionate a fare amicizia con me e non sembrano nemmeno così altruiste. Nella mia vecchia scuola eravamo tutti abituati ad aiutarci a vicenda, passandoci appunti, coprendoci le spalle in caso di assenze, tenendo i posti dei propri amici per stare vicini durante le lezioni. Qui alla Haldell, invece, ognuno pensa a se stesso.
Durante le lezioni non vola una mosca, tutti i capi sono chini sui pc o i quaderni. Non esistono amicizie, deve vincere il migliore. Vincere una borsa di studio, vincere come il miglior studente.
Ho passato tutta la settimana insieme a Violet e Jena, le uniche che mi parlano e cercano di coinvolgermi in tutte le attività che programmano. Dopo aver visto quanto sia facile venire isolati o ignorati, ho smesso di chiedere di Dana. Attualmente la mia compagna di stanza e la sua migliore amica sono le uniche due persone con cui ho contatti umani. Da domani arriverà Jennifer, mi sentirò un po' più tranquilla, ma so di non potermi incollare a lei. Jenn è sempre stata più socievole di me, so che riuscirà a farsi tanti amici, e non voglio essere la pressante e imbarazzante sorella maggiore.
Nel weekend, però, pare che tutti comincino a rilassarsi. Sono tutti più sorridenti, socievoli, le aule si svuotano e i corridoi si popolano di risate e il cortile si riempie di studenti che organizzano pranzi sotto al sole. Questo, almeno, di sabato.
La domenica è invece il giorno che ricorda a tutti che il tempo di divertirsi e riposare sta per finire e che il giorno dopo si torna sul campo di battaglia. Per questo motivo viene puntualmente organizzata una festa studentesca, che è come un ultimo addio prima di tornare a competere l'uno con l'altro.
Le regole delle feste, approvate dalla Haldell, sono semplici: non distruggere la scuola e non introdurre alcool e sostanze illegali. Sebbene fosse ovvio, trattandosi comunque di adolescenti nel pieno della loro giovinezza, Violet mi ha comunque fatto presente che l'ultima regola non viene mai rispettata. Pare che, da quando ero bambina, lo spaccio sia aumentato vertiginosamente ad Hauntown e i principali acquirenti sono proprio gli studenti ricchi della Haldell.
«Non hai davvero nessun vestito da metterti?» chiede spazientita la mia compagna di stanza.
«Te ne ho mostrati alcuni, ma non te ne va bene nessuno» rispondo.
«Aimee, i tuoi vestiti da matrimonio e da ragazza casta e pura non vanno bene» commenta. Mi lancia un vestito blu zaffiro e con la scollatura a girocollo. «Vai a provarlo.»
Riesco a immaginarmi Violet con questo vestito: i suoi capelli biondi esaltati dal blu profondo, i suoi occhi grigi e magnetici. Pensarlo sopra di me mi fa venire voglia di sprofondare. Non sono una brutta ragazza, ma chiunque sfigurerebbe stando vicino a Violet. Lo indosso, mi calza alla perfezione, aderente, e mette in risalto le mie poche forme.
Violet fa un cenno di assenso.
Calzo anche delle scarpe col tacco nere che mi sono portata dietro, un vecchio paio che apparteneva a mia madre. Fin da bambina le adoravo, ammiravo il modo in cui la slanciavano verso il cielo. I miei compagni di classe, molto spesso, mi prendevano in giro per la mia statura, così, una volta cresciuta, chiesi a mia mamma di poterle indossare. Da quel giorno le porto sempre con me, sono molto logore ma non riesco a separarmene.
Lascio i capelli sciolti e usciamo dalla stanza.
La festa si terrà nella palestra, dunque cerco di memorizzare il tragitto nel caso un giorno mi dovesse servire. Attraversiamo il cortile, entriamo nell'edificio principale e arriviamo fino all'ultima porta del corridoio. Sento la musica rimbombare e gente urlare.
Violet apre la porta. Rimango accecata dalle luci a led viola e rosa, che riflettono su centinaia di palloncini appesi alle pareti, altri sul pavimento, ricoperti di glitter. Il DJ, uno studente del quarto anno, a detta di Violet, saltella accanto alla sua apparecchiatura posizionata sopra gli spalti. È tutto disposto accanto a una piattaforma nera, sulla quale la gente salta e balla.
«Solitamente usiamo anche la piscina, ma oggi non era disponibile» spiega Violet.
Jena ci corre incontro con un enorme sorriso stampato in volto. Abbraccia prima la sua migliore amica e poi me. «State d'incanto!» esclama. Ci prende per mano e ci trascina in mezzo alla pista da ballo, schivando elegantemente le persone. «Sam ci aspetta. Pare abbia litigato con Clary e voglio sapere tutto!»
Si ferma davanti a un gruppo di persone. Io lancio un'occhiata intimorita a Violet, che sembra più scocciata di me. Questa cosa mi fa sentire da un lato più sicura - non sono l'unica a disagio, qui - ma dall'altro mi spinge a domandarmi perché odi così tanto gli amici di Sam. La guardo riempirsi un bicchiere di vodka e scolarlo in un colpo solo. Spero di non doverla trascinare in camera nostra, più tardi.
«Ragazzi, lei è Aimee Ryle» mi presenta Jena. Alzo la mano per salutare tutti, sentendomi un'idiota. Era tanto difficile dire "ciao"? No, dovevo salutare come un bambino il primo giorno di scuola.
«Ci conosciamo già» dice Sam, sorridendo. Mi squadra da capo a piedi, poi si lecca il labbro superiore. «Bel vestito.»
«Io sono Clary, la sua ragazza!» Una studentessa bionda si mette fra me e Sam. Mi prende le mani e me le stringe affettuosamente, ma il suo sguardo tradisce un forte fastidio. Il suo sorriso, che mette in mostra una schiera di denti bianchi e perfetti, è tirato. «Benvenuta alla Haldell, ti divertirai un sacco.»
Con un po' di sforzo, ricambio il sorriso. «Hai un fratello, non è vero?» chiedo.
Annuisce. «Stasera non è qui, ma te lo presenterò» Mi fa l'occhiolino. Sembra più rilassata ora che l'attenzione di Sam è rivolta altrove. «Per qualsiasi cosa, rivolgiti a noi. Nostro padre comanda tutti, qui, non farti problemi.»
«Grazie» mormoro.
«Bene! Ho proprio voglia di bere» esclama Jena con tono acuto, facendo sobbalzare Clary. Il mio sguardo cade sulle cinque bottiglie di alcool sul tavolo vicino a noi. «Aimee, mi accompagni? Dove c'è quel tavolo dall'altra parte della stanza.»
Annuisco e con un sorriso mi congedo da Clary. Il gruppo riprende a parlare non appena mi allontano, ma sento gli occhi di tutti puntati sulla mia schiena. Sospiro. Forse potrei fare amicizia con Clary. Non sembra la persona più affidabile del mondo, ma non è partita col piede di guerra.
«Avevo bisogno di allontanarmi da quella lì» Jena sbuffa. «Grazie per aver supportato la mia fuga.»
«Non sei loro amica?» chiedo.
«La mia unica vera amica è Violet» spiega. «Lei, però, parla un po' con tutti. È molto legata a Sam, che è uno a posto, ma non abbiamo molto in comune. I due gemelli non posso vederli. Di solito stavo con Dana, alle feste.»
Abbasso lo sguardo. Deve essere stato particolarmente difficile per Jena, soprattutto perché erano compagne di stanza. Chissà come deve essere perdere qualcuno in questo modo. Da un giorno all'altro, scomparsa. Poi morta, trovata impiccata. Le mille domande che affollano la testa, nessuna delle quali avrà mai una risposta.
La prima è quella che ti tormenta di più: perché l'ha fatto?
«Clary non sembra così male» ammetto, cercando di cambiare argomento. Mi sono ripromessa di non chiedere più a loro di Dana, soprattutto a Jena. «Penso di starle simpatica.»
«Ti sta studiando, capire se potresti essere un problema. Se rientrerai nei suoi standard, potrebbe addirittura essere gentile nei tuoi confronti» ribatte. Si riempie un bicchiere di un liquido arancione e poi si appoggia alla parete. Osserva per qualche secondo le persone ballare, poi sospira. «Non lo so, alle volte mi sento molto sola qui.»
«Cosa intendi?»
«L'avrai notato sicuramente. Qui nessuno pensa agli altri, motivo per cui Dana non si sarebbe mai potuta salvare. A nessuno importa veramente, non ci sono legami veri. Nessuno avrebbe mai potuto notare un cambiamento in lei. Mi chiedo spesso se anche Violet sparirà dalla mia vita una volta terminato il percorso di studi» spiega. «Tu sei stata una boccata d'aria fresca. Sembri una persona autentica, Aimee.»
Mi sento arrossire. «In realtà non sono brava a farmi amici, questo posto spaventa anche me.»
«Non sei brava, ma non ci provi nemmeno. Forse per questo ti ammiro. Hai attirato me e Violet in modo spontaneo, come una calamita» Ridacchia. «Non sembra, ma hai fatto colpo su Violet, sai? Parla spesso di te, le stai tanto simpatica. E anche Sam fa molte domande.»
«Anche dopo il mio "cazzo guardi"?»
Jena ride. «Probabilmente soprattutto dopo quello» risponde. «Tutti si fanno intimorire dalla sua aria affascinante, tu sembri essere immune a questo suo potere.»
Alzo lo sguardo e mi vengono i brividi. Clary, Dylan, Violet e Sam mi stanno guardando, tutti da punti diversi della palestra.
Dylan mi osserva in modo affettuoso, forse ripensando ai nostri vecchi momenti insieme.
Clary mi sta studiando, ma non appena si accorge che ricambio lo sguardo mi sorride e mi fa cenno di raggiungerla per ballare. Tiene stretta la mano di Sam, che invece mi guarda senza lasciare trapelare nessuna emozione.
Ci fissiamo per un minuto intero, un'eternità, nessuno dei due intenzionato ad abbassare la testa per primo. Perché è così incuriosito da me? Perché l'altro giorno mi guardava ammirato e ora nasconde cosa pensa veramente?
Accenna un sorrisino divertito e mi fa un cenno col capo, che non riesco a decifrare. Sembrava un gesto di sfida, ma anche di rispetto.
Violet si avvicina a lui e lo strattona per la manica della camicia. Gli sussurra qualcosa, infastidendo particolarmente Clary, ma noto subito la rabbia sul suo volto. Non l'ho mai vista così, nemmeno quando la riempivo di domande su Dana. Posa il suo sguardo su di me, ha gli occhi lucidi, e si allontana.
Sam non la segue, ma nemmeno mi guarda più. Si gira verso i suoi amici e ricomincia a parlare come se niente fosse. Violet esce dalla palestra, faccio per seguirla, ma Jena mi precede. «Non lo fare, lasciala sbollire» dice.
«Ma...»
«Ultimamente litiga spesso con Sam, soprattutto da quando frequenta Clary» spiega. «Sta cambiando, sta diventando arrogante. Effettivamente potrebbe diventare il terzo animaletto della fattoria della Haldell.»
Annuisco, ma non sono convinta.
Non riguardava Clary, conosco Violet e non si sarebbe mai tradita esprimendosi davanti a lei. No, ho una strana sensazione. Non riguardava Clary, perché mentre parlavano si sono girati entrambi verso di me.
Sam e Violet parlavano di me.
Clary è interpretata da Natalie Dormer
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