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«Cosa diamine significa questo?» chiede Clary.
Ci impiego qualche secondo per risponderle, per capire cosa stia succedendo.
Certo, Sam ci ha prese in giro entrambe, ma c'è qualcuno che l'ha seguito per scattare delle foto quando era con me e con Clary. Qualcuno che chiaramente conosce i suoi movimenti, qualcuno che ha voluto incastrarlo. Qualcuno, quindi, a cui Sam non piace particolarmente. Un nemico.
Qualcuno che, forse, sa qualcosa di lui che noi non sappiamo.
«Entra» rispondo.
Dovrei preparare la valigia, ho un treno che mi aspetta, ma sono estremamente irrequieta. Qualcosa non quadra. Il mio istinto mi dice di andare a fondo, di restare qui e andare a cercare Sam per pretendere spiegazioni.
Mi sorprende che lui non sia già qui a implorare il mio perdono come fa sempre con uno dei suoi soliti discorsi strappalacrime.
Clary si siede sul mio letto e si guarda attorno, chiaramente a disagio. Non ho ancora rifatto il letto, la stanza è un disastro. Dal suo sguardo capisco che lei sa, che ha compreso che io e Sam non ci siamo limitati a un bacio. Le si inumidiscono gli occhi, ma non versa nemmeno una lacrima.
Si schiarisce la voce. «Non capisco» mormora.
«Ho ricevuto delle foto di voi due anche io» dico. «Di ieri sera, presumo.»
Annuisce. «Sam mi ha detto che con te aveva chiuso e che, quando ti parlava, lo faceva solo per farti stare tranquilla. Mi ha detto che facevi spesso scenate di gelosia e che lo faceva per tenerti a bada ed evitare problemi» spiega. Si strofina le mani, nervosa. «Alla festa, ieri, dovevamo incontrarci nel parcheggio per vedere le Luci, ma ha insistito affinché stessimo dietro alla Haldell, da tutt'altra parte rispetto alla festa. Abbiamo guardato le Luci insieme, poi se n'è andato dicendo che doveva raggiungere dei suoi amici. Era...»
«Con me» concludo la frase al posto suo, sentendo lo stomaco bruciare. Sono nauseata, quel ragazzino mi fa schifo. «Più o meno ha detto le stesse cose anche a me. Che voi due avevate chiuso.»
«Aimee... Vorrei scusarmi con te. So di essere stata molto cattiva nei tuoi confronti, ma lo faccio per proteggere me e mio fratello. Non è facile, la mia famiglia. E Sam era l'unica persona che riusciva a farmi stare con la testa fra le nuvole, mi faceva sentire leggera» La voce le si incrina. «Quando ho visto che si stava interessando a te, mi sono spaventata. Non volevo perdere l'unica persona diversa e che valesse davvero qualcosa nella mia vita. L'unico che mi faceva stare bene.»
Così ci ha ingannate entrambe, eravamo tutte e due dei giocattoli che manovrava a suo piacimento. Perché fare una cosa simile? Come può qualcuno essere così disumano?
Ho avuto molti problemi con Clary, queste sue scuse non mi convincono del tutto. Eppure, vedo quanto sta soffrendo, so che stiamo provando lo stesso dolore. So che si sente presa in giro, che si sente usata.
«Grazie, Clary. Apprezzo molto le tue scuse» rispondo. «Dispiace anche a me, davvero.»
«Siamo sulla stessa barca, no?» Ridacchia, ma la sua risata si smorza subito e torna seria. «Se hai bisogno di qualcuno con cui parlare... Puoi contare su di me. Sono sicura potremmo sostenerci a vicenda.»
Forzo un sorriso. «Grazie.»
Quando esce dalla mia stanza, sento una forte rabbia montarmi dentro. Il mio sangue ribolle, le mani mi si informicolano. Devo rovinare Sam, lo voglio rovinare. Eliminare dal suo volto quel ghigno convinto, quella strafottenza di chi pensa di potersi comportare come vuole con chi vuole senza ripercussioni. No, non con me.
Prendo il cellulare e scrivo un messaggio a mia madre. Ciao, piccolo imprevisto. Prenderò il treno domani sera, non oggi. Aprite pure i regali senza di me. :)
Quando Tom mi vede arrivare accanto al suo falò in spiaggia, per una volta non fa alcuna faccia infastidita. Ormai deve essersi abituato alla mia irruenza, al fatto che ficco il naso dove non dovrei. Forse ha capito che in me c'è un'alleata per scoprire cosa è accaduto alla sua fidanzata, Dana.
Ho un pessimo presentimento, e questa sensazione mi ha spinta a tornare a East Coast Rover.
La vittima numero tre è vicina, il suo momento sta per arrivare. Ne sono certa, lo sento dentro di me. Il che significa che anche il mio tempo sta per scadere. È il momento di trovare degli indizi e agire, scoprire chi si nasconde dietro questi omicidi. Non abbiamo tempo da perdere.
Tom, una volta, mi ha detto che avevano comprato una corda proprio da lui, la stessa con cui è stata uccisa Dana. Sarebbe troppo semplice chiedergli se sa chi è stato l'acquirente, ma tentar non nuoce.
Potrebbe ricordarsi un dettaglio, o il suo aspetto fisico. Mi basterebbe poco per sapere che è stato Sam, incastrarlo una volta per tutte.
«Hai scoperto qualcosa?» chiede, nervoso.
«Non molto» ammetto. «Se non la conferma che Dana non si è suicidata. È in corso una specie di gioco, non si sa chi sia la mente dietro tutto questo, ma verranno uccise sei ragazze. Vengono marcate con delle linee» Gli mostro il mio braccio. «Io sarò la sesta.»
«E perché sei qui?»
«Tempo fa mi avevi detto che qualcuno aveva comprato la corda con cui si è uccisa Dana. Ho bisogno del nome.»
Scoppia a ridere. «E secondo te ho ancora quei registri? È passato un sacco di tempo, li bruciamo sempre dopo un paio di mesi. Potrei riconoscerlo da una foto, però» spiega Tom. «In cambio voglio un favore.»
Inarco un sopracciglio. «Un favore? Sto cercando di trovare l'assassino della tua ragazza e vuoi un favore in cambio di un'informazione così importante?»
«Quell'appuntamento segreto era stato organizzato da me, ma qualcuno ci è andato al posto mio e si è preso tutto il merito.»
«Avevi detto che sapevi dell'appuntamento, che doveva uscire con uno studente» balbetto. «Mi hai mentito?»
«Mezza bugia: sapevo dell'appuntamento perché l'ho organizzato io, ma non so con chi ci sia andata alla fine. Mi stavi col fiato sul collo, non sapevo se potessi fidarmi di te. Ancora adesso faccio fatica a credere a tutto ciò che mi dici. Dovevo darti qualche informazione per distrarti, per farti stare tranquilla» spiega.
Alzo gli occhi al cielo. «Quindi l'invito e le rose erano tuoi?»
«Esatto, e rivoglio il mazzo di fiori. Non so come sia possibile, ma non si è ancora seccato. Così dice la minaccia anonima che ho ricevuto, almeno. Dicono che porteranno le rose dalla polizia con il mio DNA sopra se non mi faccio gli affari miei. O mi arrestano, o mi salvo» spiega «Recupera quelle dannate rose, e avrai la mia completa fiducia.»
«E se l'assassino non fosse necessariamente la stessa persona che è uscita con lei?» chiedo. «Se fossero persone diverse?»
So che è stato Sam a uscire con Dana, ma questo non posso dirlo. Non so come reagirebbe Tom, è comunque una persona instabile. Rischierei di finire in qualche problema che distoglierebbe l'attenzione dalla questione principale, ovvero trovare l'assassino. Sam non mi avrebbe detto una cosa così importante se fosse lui il colpevole, giusto? Magari è solo un complice. O forse è tutta una tecnica per distrarmi, per sviarmi.
«Okay, troverò le rose.»
Mi torna alla mente quel petalo di rosa trovato nel bosco la prima volta che ci sono andata, deve essere lo stesso del mazzo di Tom. Sporco di sangue, probabilmente quello che ha perso Dana quando le hanno inciso il taglio sul braccio. È ancora in camera mia, nascosto insieme agli altri indizi che ho raccolto.
So già cosa fare. So già chi può aiutarmi.
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