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25

Non c'è più alcun bisogno di indagare e cercare prove: Sam è uno dei principali sospettati, quella delle difficoltà economiche potrebbe essere una scusa. O, forse, un movente.
Non possiamo certamente accusarlo di essere l'assassino di Dana, almeno finché non troveremo una prova schiacciante che potrà incastrarlo, ma almeno so di dover restare alla larga da lui.

Sono già passate un paio di settimane. Faccio finta che Sam e Violet non esistano, e loro ricambiano. Da quel giorno in cui ho sentito la loro conversazione fanno qualsiasi cosa pur di evitarmi, forse spaventati che io possa scoprire dell'altro su di loro. Mi sono concentrata sullo studio, sull'alzare i voti con fatica.

Mi prendo cura di Bree, o almeno ci provo. Studio i suoi spostamenti e le sue assenze che si fanno sempre più frequenti. È sempre in giro, non mi dice mai cosa fa, oppure con chi esce. Quando rientra, invece, si mette subito a dormire senza rivolgermi la parola.
Al mattino, poi, torna di buon umore e mi parla come se fosse tutto normale. Il tutto succede ogni giorno, un circolo vizioso da cui non so come farla uscire. E non so nemmeno come uscirne io, a essere sincera.

Sebbene la mia vita stia avanzando in modo piuttosto tranquillo, non riesco mai a staccare la spina completamente. Gli ultimi mesi sono stati troppo intensi e non trovo il modo di togliermi di dosso la perenne sensazione di inquietudine con cui convivo. La morte di Dana, che si è rivelato un complesso omicidio. La scomparsa di Kate, ancora un mistero. La morte di Joy, la mia piccola amica, alla quale penso ogni singolo giorno. Sam e Violet, di cui pensavo di potermi fidare, che si sono rivelati i principali sospettati.

Sono in mensa con Bree, entrambe stiamo mangiando in silenzio e con i capi chini sui nostri piatti, quando qualcuno si siede davanti a noi. È Mary, la ragazza nuova.
Accenna un sorriso dolce, saluta sia me che la mia amica. Ho avuto modo di conoscerla meglio rispetto alla sorella minore in queste ultime settimane e si è rivelata una presenza piacevole. È una ragazza tranquilla, riservata, che ha sempre qualcosa di saggio da dire.

«Ciao, ragazze. Mi dispiace disturbarvi nel bel mezzo del vostro pranzo, ma, Aimee, ho bisogno di parlarti di Dylan» dice. Gioca nervosamente con una ciocca dei suoi capelli scuri e si mordicchia il labbro, arrossendo all'improvviso. Lo fa sempre quando nomina il mio amico, è cotta di lui.

«Di cosa si tratta? Ha combinato qualcosa?» chiedo.

«No, nulla di tutto questo» balbetta. «Solo... Si è lasciato con Ellie. È venuta lei a parlarmi e dirmelo, mi ha accusata di essere la responsabile. Secondo lei le cose si sono messe male poco dopo il mio arrivo. Tu cosa ne pensi?»

«Che l'avevo previsto» ammetto. Lascio cadere la forchetta sul piatto e sospiro. «Non è colpa tua, Mary, davvero. Però il modo in cui vi guardate... Vi siete lasciati secoli fa, certo, ma c'è qualcosa in sospeso e dovete parlarne. Prima di ferire qualcun altro.»

Annuisce. «Hai ragione.»

«A proposito, perché vi siete lasciati?» chiede Bree.

Mary sembra colta alla sprovvista dalla domanda, abbassa immediatamente lo sguardo. Lo fa ogni volta che qualcuno le chiede qualcosa di scomodo. «La mia famiglia ha tradizioni e origini particolari» spiega. «Ci siamo lasciati per una sciocchezza, ma al tempo sembrava un ostacolo insuperabile. Forse è stato meglio così, non saprei.»

«Cambiamo argomento!» Bree batte le mani, attirando la nostra attenzione. Questi suoi picchi di energia, che la colgono all'improvviso, iniziano a preoccuparmi. A parer suo è colpa della troppa caffeina che beve. Estrae un volantino dalla borsa e lo appoggia sul tavolo. «Ci sarete alla festa di Natale?»

Inarco un sopracciglio. «Festa di Natale?» ripeto.

Allunga il foglio verso di me.

Il Natale, qui alla Haldell, è imperdibile!
Corri subito a comprare qualcosa di rosso e vieni alla nostra imperdibile festa!
Il 24 dicembre alle 16:00.
Ti aspettiamo!
Non vorrai perderti le Luci?

«Cosa sono le Luci?» chiedo.

«Ha avuto tutto inizio dopo la morte di Dana. Si pensa siano delle lanterne azzurre che vengono lanciate da qualche parte imprecisata della città, forse in onore di lei e Kate. Forse non sono nemmeno lanterne» risponde Bree.

«E vi fidate di una cosa simile?»

«Insomma, sono solo delle luci, cosa c'è di così spaventoso?» ribatte Mary.

«Sei troppo paranoica, Aimee» ridacchia Bree. Se sapesse le cose che ho scoperto io mi darebbe ragione, ma decido di mordermi la lingua. «In più è successo solo una volta, l'anno scorso. Forse nemmeno le rifaranno quest'anno.»

Il mio cervello vibra, segnando un messaggio di mia sorella: Ciao Aimee, mi manchi. Ti ho spedito un paio di cose, teoricamente Dylan le ha portate nella tua stanza e le ha lasciate sul letto. Uno è un regalo che Joy ti aveva fatto per Natale, me l'aveva affidato. Ho pensato fosse un'idea carina dartelo lo stesso, un ultimo pensiero da parte della nostra amica. Mi manca tanto. E mi manchi tu. Ti voglio bene.

Mi si taglia lo stomaco.
Joy mi voleva così bene, e io ne volevo a lei, eppure non sono riuscita a proteggerla. Questa consapevolezza mi tormenta ogni giorno. Ricaccio indietro le lacrime nella speranza che Mary e Bree non si accorgano del mio cambio d'umore, poi mi alzo dalla sedia. «Torno nella mia stanza, ho bisogno di farmi un riposino prima delle lezioni a pomeriggio» mento. «Ci vediamo dopo.»

A passo svelto raggiungo la mia stanza e, come detto da Jennifer, trovo un pacco sul mio letto. A fianco trovo anche un dolcetto, che deve essere opera di Dylan. Il mio muffin preferito: pistacchio e scaglie di cioccolato bianco.
Si è accorto che ultimamente, soprattutto dopo la morte di Joy e la mia scoperta su Violet e Sam, mangio di meno. Non ho molto appetito, ma si accerta sempre che io abbia un dolce a portata di mano.

Sorrido, appuntandomi nella mente di chiamarlo prima di andare a lezione per ringraziarlo. Apro il pacco e inizio a separare i vari libri che mi sono fatta spedire: alcuni sono romanzi che tenevo in camera che non sono mai riuscita a leggere, altri libri di scuola che mi serviranno per prepararmi agli esami. In fondo, poi, trovo quello che deve essere il regalo di Joy.

Aggrotto la fronte, stranita. Non è incartato, è un semplice... diario. La copertina è blu, nuova di zecca, e manca il lucchetto che di norma dovrebbe tenerlo chiuso. Forse non ha avuto il tempo di prepararlo, eppure l'aveva già dato a mia sorella. Mi sarei aspettata almeno un fiocchetto. È strano, non sembra un regalo. Ed è ancora più strano quando, sfogliandolo, mi rendo conto che le pagine sono scritte. Non ce n'è nemmeno una lasciata bianca.

Leggo la prima pagina del diario:
Se sei Aimee: congratulazioni e buon Natale, hai trovato i fascicoli! Se sei qualcun altro ti sconsiglio di continuare la lettura, a meno che tu non voglia morire.

Volto pagina, sconcertata.

La verità è contenuta in queste pagine e so quanto essa possa spaventare. Non aspettarti, però, il nome del colpevole: il gioco sarebbe troppo facile.

Ti dirò perché è morta Dana, piuttosto.

E perché sono morta anche io.

È un gioco. Immagina di avere fra le mani un dado, ma su ogni lato c'è la faccia di una vittima.
Sei facce, sei vittime.
Vengono chiamate Offerte, solitamente sono donne e vengono identificate con dei segni sul braccio. Dei tagli.

Dana ne aveva solo uno quando è stata ritrovata. Soffocata e segnata come una vacca da mandare al macello.

Io ne avrò due, quando mi ritroverete.

Non so chi saranno la numero tre, quattro e cinque, ma so chi sarà la sesta: tu.

Quando Sam ti ha ritrovata in quel vicolo tutta malconcia, avevi sei linee sul braccio. Sei tagli perfetti che sono sicura tu abbia ancora oggi, quando leggerai queste pagine, dato che fanno fatica a cicatrizzarsi e sparire del tutto: la tua identificazione.

Hai ricevuto una mail per diventare studentessa della Haldell, non è così? Ti hanno voluta qui senza nemmeno una richiesta d'adesione da parte tua. Se ne parlerai, però, al preside, lui non avrà idea di che cosa tu sia dicendo.
La segreteria ha ricevuto la tua domanda d'adesione, tu una in cui ti proponevano di iscriverti alla Haldell.
Ma non eri tu, e non erano loro.

Sei stata scelta, Aimee.

Morirai insieme ad altre cinque ragazze.

A meno che tu non scopra prima chi è l'assassino.

Il tempo scorre, Aimee, e la tua morte si avvicina.

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