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6-Mary

Spingo la valigia, cercando di chiuderla il più possibile: forse non avrei dovuto mettere così tanti vestiti.

<<Concordo>> dice mia sorella, osservandomi dal suo letto.

Come fa ad avere così pochi vestiti per una settimana di vacanza? Mettiamo che accadano imprevisti o cambi di tempo, cosa farà allora?

<<Fra poco arriverà Eatan a prenderci, perciò inizia a metterti dei vestiti decenti>> rispondo.

Alza gli occhi al cielo: <<Con calma>>.

Riesco a chiudere la valigia, che cade a terra con un tonfo che spaventa mia sorella. Il campanella suona: <<Oddio è già arrivato>>.

Ma nel momento in cui sentiamo ripetuti calci contro la porta e questa che si apre, io e Laura ci lanciamo una lunga occhiata: <<Secondo te è Eatan?>> sussurra.

<<Perché Eatan dovrebbe scassinare la porta?>> chiedo in risposta. Ci fissiamo mute, con una visione che passa nelle nostre menti: no, non è Eatan.

Prendo da sotto il letto una balestra, mentre Laura mi guarda sconvolta: <<Ho sempre dormito con quella cosa sotto il letto?!>>.

<<Siamo state perseguitate da un padre psicopatico e della sua squadra di scagnozzi per un anno e mezzo. Seriamente vuoi metterti a discutere sul perché ho un'arma sotto il letto?>>.

<<No, effettivamente no>>.

Le faccio cenno di avanzare, mentre dall'altra parte della sala sentiamo dei passi che si avvicinano sempre di più.

Nel momento in cui Laura esce fuori dal nascondiglio gridando, lo sconosciuto lancia un urlo poco virile: <<Dylan?!>> chiede mia sorella.

Lui si poggia una mano sul petto, prendendo fiato: <<Mi avete fatto prendere un colpo!>> esclama, poi si volta verso di me <<È una balestra quella?>>.

<<Perché hai scassinato la porta?>> chiedo. Non poteva entrare come una normalissima persona? O suonare il campanello?

<<Non ho scassinato la porta>> risponde, mostrando le chiavi <<Si erano bloccate nella serratura, così ho tirato qualche calcio>>.

La mia mente cerca di ribattere, ma si è fermata alla parola "scassinato". Dylan è qui. Da quanto tempo non ci parliamo?

<<Credo...>> inizio a voce bassa, poi alzo il tono <<Tu debba andare. Stiamo aspettando Eatan per andare al porto, perciò...>>.

<<Vi devo portare io>> mi interrompe <<Perciò salite in macchina>>.

Rimango zitta a fissarlo, e lui fa lo stesso imbarazzato: e ora che faccio? Come mi devo comportare?

Laura finge di tossire: <<Direi che possiamo dividerci. Mary se la fa a piedi, mentre io e te stiamo in macchina con le valigie>>.

La fulmino con lo sguardo, mentre lei alza le braccia in segno di resa: <<Scherzavo, acida>>.

Usciamo fuori e, mentre io chiudo a chiave la porta, Laura corre a sedersi sui sedili posteriori.

Il cellulare vibra, segnalando un messaggio da parte sua: Vicini vicini, avrete un'occasione in più per parlarvi.

Sbuffo: perché questa ragazzina deve sempre mettersi fra i piedi? Le voglio un mondo di bene, sì, ma a volte è troppo insistente.

Salgo in auto sentendo un forte odore di menta: anche da ragazzino amava questo odore. È vero che alcune cose non cambiano mai.

Sentendo un po' di fresco allungo la mano per accendere il riscaldamento, ma la mia entra in contatto con quella di Dylan.

Ritraggo subito la mano, prendendo un colpo al gomito contro alla portiera. Lui nota questo mio atteggiamento, così mette in moto l'auto.

Forse sarebbe potuta andare diversamente. Se solo non avessi fatto così tante azioni senza pensare, avrei un buon rapporto con lui.

Il cellulare vibra nuovamente, mostrando un messaggio da un numero privato: Quanta freddezza, ma non preoccuparti. Quando ci rivedremo, non dovrai preoccuparti della freddezza dei loro corpi.

<<Laura! Non è divertente>> dico, voltandomi verso di lei.

<<Cos'è che avrei fatto adesso?>> chiede lei con finta aria ingenua.

<<Lasciamo perdere, tanto non lo ammetterai mai...>> borbotto, sentendo lo sguardo di Dylan puntato su di me.

<<Siete pronte?>> domanda lui <<Prospettive?>>.

<<Relax>> risponde Laura, chiudendo gli occhi e usando una valigia come cuscino.

<<Anche io ne vorrei un po'>> ammetto, voltandomi verso mia sorella.

Sento un brivido lungo la schiena, come un presentimento. Ma quale? Non riesco a decifrarlo in alcun modo...

<<Tutto bene?>> mi richiama mia sorella.

<<Sì>> rispondo, ignorando questa mia strana sensazione.

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