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5-Bree

Scendo le scale cercando di non colpire qualcuno con il mucchio di libri e documenti: perché ho accettato di lavorare per il professore?

Quando quel ragazzo, Tyler, è scomparso, il professor Dofel si è ritrovato senza un assistente. Io avevo un urgente bisogno di soldi per il viaggio e per le spese scolastiche, così mi sono offerta volontaria.

Entro nel suo ufficio rischiando di inciampare su una scatola. Facendo finta di nulla appoggio la pila di oggetti sulla sua scrivania: <<Grazie Breanna, puoi andare>>.

Aggrotto la fonte: <<I soldi, lei mi deve pagare. Oggi è il mio ultimo giorno di lavoro>>.

<<Giusto!>> esclama avviandosi verso un cassetto. Ritorna con una busta bianca in mano <<Ecco qua. Speriamo ti abbiano scelta per quella famosa università>>.

Sorrido: <<Non sa quanto lo spero>>.

Esco dall'ufficio e torno nella mia stanza, dove prendo il portatile e mi tuffo sul letto.

Mentre attendo che si accenda, vado a prendere il cellulare per controllare i messaggi: è mia madre.

Oggi dovrebbero dire i risultati, non appena sai qualcosa avvertici.

Compongo di fretta la risposta: Va bene.

Finalmente la schermata home compare, così entro subito in Google: Glion Institute of Higher Education.

La pagina dell'università si apre, mostrando vari documenti. Ho deciso di studiare in una scuola alberghiera: magari in futuro aprirò un posto tutto mio.

Sento qualcuno entrare e quando mi volto vedo Aimee che si siede accanto a me: <<Novità?>> chiede.

<<Stavo giusto per vedere sul sito. Incrocia le dita per me>> rispondo.

Aimee appoggia il mento sulla mia spalla, continuando giocare con una ciocca dei miei capelli: <<Sai a cosa stavo pensando?>> domanda.

<<No>> rispondo.

<<Al segreto che ci stai nascondendo>>.

Mi volto verso di lei sentendo il mio cuore smette di battere: <<Come fai a saperlo?>>.

<<Non lo so, me lo hai appena confermato. Semplicemente ti conosco, ho notato che qualcosa non va>> spiega.

Sbuffo, tornando a dare la mia attenzione al sito: <<Non ha importanza, davvero. Fosse per me nemmeno Dylan lo saprebbe>>.

Aimee ridacchia: <<Fosse per lui non vorrebbe sapere nulla. Sicura di non volerne parlare?>>.

<<Sicurissima>> confermo.

Perché dovrei dirle di questi miei strani sogni? Non è nulla di grave, forse sono solo stressata.

Eppure sono così reali.

Dylan mi ha spiegato che alcuni di essi sono ricordi di una mia altra vita, nella quale ho deciso di mettere fine alla mia vita.

Vedo ancora quando mi gettavo dal tetto, l'aria che mi accarezzava e, infine, il dolore.

L'impatto non mi ha uccisa, sono rimasta a terra, cosciente, con gli organi interni distrutti. Poi ho visto il buio, le tenebre che mi avvolgevano.

Rabbrividisco ancora quando ci penso, ma gli altri sogni... quelli sono agghiaccianti.

Vedo i miei amici morire, soffrire e uccidersi fra loro. Se gli altri sono ricordi del passato, questi saranno visioni del futuro?

No, impossibile: perché dovrebbero farlo? Siamo stati così uniti fino ad ora, perché dovremmo arrivare al punto di ucciderci a vicenda?

Ho visto Violet piangere la morte di qualcuno, Sam strangolare Aimee e Clary suicidarsi con un coltello.

<<Ora controlliamo il sito, voglio vedere se sei stata ammessa!>> esclama la rossa, entusiasta.

Sorrido: <<Va bene>>.

Cerco fra le voci i risultati e, finalmente, li trovo. Sento le mani tremare e il cuore sta per scoppiare: <<Non ce la faccio!>>.

Aimee ride: <<Vuoi che controllo io al posto tuo?>>.

Nego con il capo: <<No. Posso farcela>>.

Apro il file, ritrovandomi davanti un'infinità di nomi e cognomi: quanto ci metterò a trovare il mio?

<<Oddio, guarda quanta gente>> dico <<E quanti non ammessi>>.

<<E guarda quanti nomi maschili>> mi fa notare con voce provocante.

Alzo gli occhi al cielo: <<Non aggiungere altro, sto bene single. Comunque aiutami a cercare il mio nome>>.

<<Forse devi cercare la lettera M, sei Breanna Melson>> mi fa notare.

Scendo giù con fino alla lettera M, dove trovo almeno un centinaio di ragazzi e ragazze.

Trovo il mio nome, accanto al quale sta la scritta "Ammessa".

<<Sono stata ammessa!>> urlo.

Aimee lancia un gridolino acuto: <<Te l'avevo detto!>> esclama.

Si getta fra le mie braccia, mentre entrambe continuiamo a gridare felici.

Londra, sto arrivando.

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