39-Dylan
Prima di iniziare il capitolo vorrei scusarmi.
So che ultimamente ciò che scrivo fa proprio schifo, ma non ho molta fantasia e, addirittura, voglia.
Oggi mi hanno hackerato il profilo privato su Instagram e ci sono rimasta male.
Sono molto scoraggiata.
L'unica gioia è che la Vodafone mi ha regalato 4 giga.
Love you, Vodafone.❤
Ah e buona festa delle donne.💕
Buona notte a chi leggerà questo prima di nannare e buon giorno a chi ha aperto Watty trovando questa notifica.
Adieu.
Sento Mary che rimane attaccata a me tenendomi per il braccio.
È terrorizzata, sta tremando e non fa altro che borbottare su quanti topi ha avvistato in soli cinque minuti.
Sono spaventato anche io, se devo proprio ammetterlo.
Segreti non ne ho mai avuti con lei, ma Mary mi ha mai nascosto qualcosa?
E se fosse un sacrificio? Abbiamo già avuto a che fare con questi e non sono la cosa più piacevole esistente.
E non mi rimane altro che domandarmi: sarebbe meglio un sacrificio o un segreto?
Finalmente ci ritroviamo in una stanza dalle pareti e dal pavimento blu.
Molte luci illuminano la stanza riflettendo da una parte all'altra, rischiando di accecarmi.
Mary stringe ancora più forte il mio braccio: <<Cosa ci facciamo qui?>> chiede.
Faccio spallucce in risposta e lei sbuffa, stringendosi ancora di più a me.
Ciò mi fa capire in un attimo che non si tratta di un segreto. Lei non mi avrebbe mai nascosto nulla.
Quindi è un sacrificio.
Sentiamo rumori metallici provenire dal soffitto, quindi alziamo gli occhi.
Troviamo una serie di oggetti, come automobili, rifiuti o semplici oggetti per l'arredo sorretti da una rete.
Mary, questa volta, si stacca per andare verso la porta.
Questa però si chiude in uno scatto facendo arretrare la ragazza per la sorpresa.
<<Dylan...>> mormora.
<<Benvenuti cari ragazzi. Sono lieta di annunciarvi che sarete i primi a testare la prova del sacrificio! Non siete elettrizzati?>> Mary sbuffa, facendomi capire che, la voce della donna, è proprio quella di sua madre. Mi ha raccontato poco, ma abbastanza da poter comprendere che è una pericolosa.
<<Ora dovrete prendere una decisione importante. Solo uno di voi uscirà da qui, l'altro verrà schiacciato dal peso di tutti quegli oggetti. Nel momento in cui uno di voi metterà piede fuori da qua, il meccanismo lascerà cadere il peso. Buona fortuna, carissimi>>.
Cala un silenzio tombale che mi fa venire i brividi.
Mary si avvicina a me e inizia a spintonarmi verso la porta, ma con un rapido gesto la blocco per i polsi: <<Cosa credi di fare?>> chiedo.
Lei alza gli occhi lucidi al cielo: <<Ti sto salvando la vita>> risponde <<Ho visto mia sorella sacrificarsi per me. Non sapevo fosse falso, ma ciò che ho provato non si può nemmeno immaginare. E non voglio riprovarlo. Perciò tu ora andrai fuori da questa stanza>>.
<<No>> ribatto <<Mary, non ti lascerò mai qua. Vedrei morire la persona che io amo, la persona che amerò sempre>>.
Lei accenna un sorriso amaro e bagnato dalle lacrime: <<Non pensi valga la stessa cosa per me?>>.
Ci abbracciamo restando così per secondi che vorrei durassero all'infinito.
Mary mi lascia un piccolo bacio sulle labbra, sussurrando: <<Qualsiasi cosa dirò non la ascolterai, vero?>>.
Annuisco, sorridendo.
Non la lascerei mai morire.
<<Mary, posso farti una domanda?>> chiedo.
Lei risponde di sì tenendo la testa attaccata al mio petto. <<So che ormai è tardi, non usciremo insieme da qui. Ma voglio saperlo>> dico <<Se ti chiedessi di sposarmi, cosa risponderesti?>>.
La sento singhiozzare: <<Di sì, ti direi di sì>>.
Fa male sapere che non accadrà.
Lei uscirà di qui, mentre io morirò.
Cosa faranno del mio corpo quei pazzi? Mary non potrà avere neanche le mie ceneri.
Mi lascia un bacio sull'angolo della bocca, continuando a piangere.
La guardo allontanarsi a passi piccoli e lenti.
Si gira un'ultima volta quando è sulla soglia della porta.
<<Ti amo, Dylan>>.
Esce dalla stanza.
Una serie di rumori agghiaccianti susseguono sopra di me. Chiudo gli occhi.
Morirò senza guardare la morte in faccia, sognando un posto migliore.
Quando sento un oggetto capisco che è la fine.
Infine una serie di oggetti cade sopra di me, schiacciando il mio corpo inerme.
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