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28-Laura

Aggiornamento a sorpresa!

Mi sveglio con ancora un peso sul corpo. Riesco a malapena a muovere le gambe, ancora intorpidite dal medicinale che mi hanno iniettato.
Mi guardo attorno, cercando di mettere a fuoco l'ambiente che mi circonda.
Pareti sporche e piene di ragnatele, con un piccolo buco sul soffitto, dal quale entra un po' d'acqua piovana.
Un'uscita? Potrei andarmene ma... non potrei abbandonare gli altri.

Provo ad alzarmi, ma mi accorgo di essere legata.
La mano sinistra è legata sopra la mia testa, mentre quella destra è libera e stesa lungo il mio fianco.
Le gambe, invece, sono anch'esse legate, strette da una corda con due nodi.

Mi accorgo che qualcun'altro è nelle mie stesse condizioni, e che è priva di sensi.
Mia sorella dorme profondamente, il petto si alza e abbassa con regolarità mentre le mani sono entrambe legate.
<<Mary?>> Provo a svegliarla sussurrando, senza alcun successo. <<Mary?>> Questa volta alzo il tono di voce e lei risponde con qualcosa di simile a un grugnito.

Ritornare ad Hauntown è stata una mossa troppo affrettata, ma io non ho potuto far altro che seguire mia sorella.
Voleva rivedere Sam, parlargli su ciò che stava facendo. Non mi ha mai raccontato nulla, ha detto che nessuno avrebbe dovuto saperlo.
Io e lei eravamo dalla parte degli Atlantidei, o meglio, Mary e basta. Io, come al solito, l'ho seguita.
Stava tenendo sotto controllo Sam, qualche volta li sentivo litigare.
Una volta, l'ho sentita dire a Sam "Non farle questo, le rovinerai la vita".

<<Laura...?>> mi chiama Mary.
Sembra essersi ripresa, o meglio, sembra sia cosciente. Potrebbe riaddormentarsi da un momento all'altro, penso sia stata drogata anche lei. <<Nostra madre...>>.

<<Credimi, mia cara, lo scoprirà da sola>> Riconosco la voce. Quella voce che, quando ero piccola, mi spaventava. Avevo imparato a memoria ogni sfaccettatura, sapevo quando era felice, quando era arrabbiata o delusa... Di solito, erano sempre le ultime due.
La vedo avvicinarsi con la sua postura eretta e le labbra sempre dipinte di rosso, mentre gli occhi sono valorizzati da una passata di mascara.

<<Parlate tanto dei vostri diritti, ma non vi ho mai sentite parlare dei vostri doveri. Siete sempre scappate da questi e ora è il momento di prendere in mano la situazione>> La voce, al momento, è quella che usava quando doveva insegnarci qualcosa.
Diligente e severa, senza alcuna incertezza.

<<Guarda accanto alla tua mano, Laura>> Cerco di ignorare il suo ordine, così come continuo a ignorare il freddo metallico della pistola. <<So che mi hai sentito. Prendi in mano quella pistola>>.

Questa volta obbedisco e prendo in mano la pistola con la mano libera.
Non ho mai preso in mano una vera e propria arma, Mary me l'ha spesso proibito.
A volte è così apprensiva, è peggio della nostra madre adottiva... Chissà come starà ora quella donna, se ci ha dimenticate o se sta ancora cercando di capire perché ce ne siamo andate.

<<Oggi, Laura, dovrai prendere una decisione. Dovrai scegliere se sparare a tua sorella Marianne o a te>> Sento una voragine nello stomaco, che inizia a ingrandirsi e risucchiare tutta la mia anima. <<Se sparerai a vuoto, i tronchi a cui siete ammanettate vi tireranno fino a spaccarvi il corpo in due>>.

Si allontana da noi, uscendo dalla stanza.
Il silenzio ci piomba addosso come un masso, schiacciandoci con tutto il suo peso.
<<Avanti, sparami>> Mary prende la parola, risvegliandomi da quella specie di coma in cui ero caduta. <<Sappiamo entrambe come andrà a finire in ogni caso. Spara a me!>>.

<<Mary>> sussurro <<Cerchi sempre di proteggermi, di comportarti da sorella maggiore. Ma ora sono grande anch'io, sono cresciuta... Non sono più quella bimba che veniva a chiamarti nel bel mezzo della notte perché aveva paura del mostro sotto il letto, che ti chiamava per ricevere il bacio della buonanotte...>>.

<<Non morirai, non ti sparerai>> insiste <<Tu sei ancora giovane, hai ancora così tante cose da vedere, da sperimentare... Non lo meriti, non le merita nessuno di noi. Ma tu più di tutti. Ti ho trascinata io in questa situazione, è tutta colpa mia. Perciò sparami>>.

Mi viene in mente una scena di quando eravamo piccole. Stavamo giocando fuori, quando la signora Murphy è venuta a rimproverarci.
Dovevamo partire per tornare a casa, ma noi siamo scappate quella notte.
Non mi ricordo bene il viaggio, l'ho rimosso completamente dalla mia mente. Ma ricordo mia sorella che piangeva e che che continuava a sussurrare un nome.
Dylan.

Quanti sacrifici ha compiuto mia sorella per me?
Doveva spaccarsi la schiena in un bar, a pulire case o a portare fuori cani per pagare le tasse scolastiche di entrambe.
Ha dovuto lasciare una persona molto importante per lei per portarmi al sicuro, per salvarmi la vita.
E io? Il massimo che ho potuto fare è stato organizzarle un appuntamento che è andato malissimo.

<<Hai fatto tanto per me, e lo apprezzo. Hai sempre cercato di salvarmi, di sostituire una mancata figura materna... Ma adesso tocca a me.
Sono grande e la mia scelta è questa. Tu vivi, io muoio>>.

Le lacrime iniziano a bagnarle le guance tinte di un lieve rosa, mentre cerca di slegare le mani: <<Moriamo insieme. Spara a vuoto, fai quel che ti pare... Ma portami con te>>.

<<No>> Alzo la pistola <<Non potrei mai morire sapendo di aver ucciso anche te>>.

<<Se muori tu, muoio anche io. Se mi lasci qui, morirò dentro>> sussurra.

Sono stata fortunata. In questo arco di tempo ho potuto conoscere persone fantastiche.
C'è mia sorella, che è stata come una mia madre. Che è stata la mia migliore amica e che c'è sempre stata.

C'è stata Aimee. Quella ragazza è un esempio, sono sicura troverà un modo per salvarli tutti.
Avrà la vita che merita insieme a Luna, una bambina che non riuscirò mai a vedere crescere.
Sam, invece, si prenderà cura di lei. Saranno la famiglia perfetta, quella che ho sempre desiderato.
Cresceranno Luna insieme, le racconteranno tutte le avventure che abbiamo passato insieme...

Jena e Violet per me simboleggiano la vera amicizia. Nonostante tutto sono ancora insieme, si danno forza e coraggio a vicenda.
La prima ha accettato Violet con la sua diversità, non si è fatta domande o non si è tormentata. Per lei rimaneva sempre la stessa.
Senza Jena, Violet non sarebbe più la stessa. Perderebbe la sua ancora.

Dylan e Eatan, che dire dei due pretendenti per il cuore di mia sorella?
Il primo è una persona unica, che merita più di chiunque altro Mary.
Il secondo... Mi mancherà. È strano da dire, dopo che gli ho sempre messo il bastone fra le ruote.

Bree, per finire, è la nostra eroina.
È morta ed è risorta più forte che mai. Lei è la capogruppo, nonostante lei non lo pensi.
Senza di lei, siamo persi.
E si è notato.

<<Addio, Mary>> Punto la pistola alla tempia.

Mentre la sento strillare il mio nome terrorizzata, chiudo gli occhi. Infine, premo il grilletto.

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