27-Mary
Ritrovare mia sorella è il mio unico obbiettivo.
A costo di mettere a rischio la mia stessa vita, la troverò e la porterò via da qui.
Non merita tutto questo, continuerò a ripeterlo all'infinito e nessuno potrà farmi cambiare idea.
Mi spaventa sapere che si trova nelle mani di uno degli Atlantidei, mi spaventa immaginare che potrei non rivederla più.
<<Laura!>> la chiamo.
Nessuna risposta, niente di niente.
Solo un penetrante silenzio, che viene interrotto dal rumore dei miei passi sul pavimento.
Tic, tac.
I tacchi degli stivali emettono questi due suoni a ripetizioni, come quando l'uccellino dell'orologio a cucù esce dalla sua piccola tana.
<<Dove sei...?>> sussurro, rimanendo schiacciata contro la parete.
Il freddo riesce ad attraversare il tessuto della maglia bianca, provocandomi la pelle d'oca.
Pensa a qualcosa di bello, Mary, andrà tutto bene.
Non ricordare, farlo è doloroso. Dimentica il passato che ti ha disintegrato in mille pezzi il cuore.
Continuo ad avanzare, barcollando nel buio. Tasto le pareti, cercando di individuare una via.
È come essere una non-vedente, non riesco a capire dove sono, non riesco a vedere se c'è qualcuno... Sono sola, nel buio.
Per l'ennesima volta.
Una luce mi abbaglia. Strizzo gli occhi, per mettere a fuoco l'ambiente.
La luce del proiettore illumina un pezzo di parete, mentre il fermo immagine mostra me da bambina.
I capelli scuri tenuti ordinati sotto un cerchietto bianco con un enorme fiocco, i boccoli che scendono lungo la schiena.
Un abitino in pizzo sempre bianco, con la gonna che arriva fino alle ginocchia.
Delle eleganti scarpette con un piccolo tacco, che mi davano una figura slanciata.
Il viso era struccato, ma ero bellissima. Allora era quando ancora riuscivo ad esserlo senza dover mettere una maschera per fingermi felice.
<<Marianne!>> mi chiama Laura.
Sento un tuffo al cuore. Quando ero piccola mi chiamavano così, con il mio nome intero.
Poi è arrivato il ragazzo dai capelli mori che mi ha stravolto la vita, dandomi il nomignolo che ora mi rappresenta e che ha portato la libertà nella mia vita.
<<Marianne, guarda che riuscirò a trovarti!>> continua a gridare ridendo.
La giovane me ridacchia, restando nascosta dietro a quell'enorme quercia.
<<Marianne! Laura!>> Una donna alta e con i capelli raccolti in una coda si avvicina.
Mia madre.
<<Cosa ci fate qui? Quante volte vi ho detto di non giocare a questi inutili giochi?>>.
Marianne e Laura raggiungono la donna, che le scruta con sguardo severo.
<<Scusa, mamma>> La donna alza una mano e Laura indietreggia. Poi riprende la frase. <<Scusi, Madre, non volevano recare alcun disturbo>>.
<<E invece avete fatto l'esatto contrario. Parlerete con vostro padre, decideremo insieme la punizione.
Ora correte a preparare le valigie, partiremo domani mattina all'alba. Si torna a casa>>.
<<Ma Madre! Stiamo così bene qui, gli umani sono disponibili e...>> Marianne cerca di continuare, ma la donna le fa segno di tacere.
<<Noi non apparteniamo a questo mondo, Marianne. Preparate le valigie, non ve lo ripeterò un'altra volta>> Poi si allontana, lasciando le due bambine sole.
<<Marianne... io non voglio andarmene>> La piccola Laura tira la manica a Marianne, che la guarda con un pizzico di tristezza.
<<Lo so, piccina, ma ora vai dentro. Prepara le valigie, stanotte partiremo...>> Sorride e la accarezza i capelli.
<<Ma... Marianne, la mamma ha detto che partiremo all'alba>> Laura la guarda confusa e con il labbruccio all'infuori, che le da un'aria incredibilmente tenera.
Poi corre dentro la villa bianca, lasciando da sola Marianne.
<<Ho sentito tua madre gridare fin da casa mia, l'avranno sentita anche in Alaska!>> Un ragazzino dai capelli arruffati si avvicina a Marianne, poi le dà un caloroso abbraccio.
<<Mary, stai bene?>>.
<<No, Dylan. Non sto bene>> Si asciuga una lacrima <<Stanotte scapperó con mia sorella, la porterò via da qui. Dimenticami, Dylan, racconteremo un'altra versione. Tutto, tranne la verità.
Addio, Dylan, è stato bello>>.
Il video si interrompe, lasciandomi sola nella stanza.
Una voragine nel petto mi risucchia, lasciandomi sola col vuoto che ha lasciato il video.
Da lì è cominciato tutto, da quel giorno la vita di mia sorella è diventata un incubo.
<<Lealtà, obbedienza, forza, coraggio. Questo è ciò che ti abbiamo sempre insegnato fin da quando hai imparato a camminare.
Ma tu, Marianne, non hai mai combinato nulla. Sei stata sleale, hai disobbetido e portato disonore sulla nostra famiglia.
Ma sei stata coraggiosa, ribelle... Sei sopravvissuta con le tue forze per tutti questi anni>>.
Mia madre esce fuori all'ombra, tenendo in alto il capo ed esibendo un enorme sorriso. Le labbra rosse, poi, tornano a formare una sottile linea, priva di espressione: <<Mi riconosci, Marianne? Sono io, tua madre>>.
<<Cosa vuoi da me? Dov'è mia sorella?>> chiedo.
La presenza di questa donna mi spaventa, odio dover pensare che lei è da qualche parte mentre io sono intrappolata qui con questa donna.
<<Con calma, figlia mia. Abbiamo molto di cui parlare, ma troppo poco tempo>> Sbuffa <<Ognuno di voi ha un nemico, qualcuno da sconfiggere con le proprie forze. Voi, nuove generazioni, lo chiamereste "il boss finale">>.
<<Un nemico da sconfiggere?>>.
<<Abbiamo osservato ogni vostra mossa. È stato interessante studiare i vostri pensieri. Siete tutti molto diversi dagli altri, sopratutto quella bionda.
In ogni caso, tu hai sempre creduto fosse tuo padre il pericolo>>.
<<Lui è pericoloso. È un assassino!>> esclamo.
<<Ha preparato la tua amica al peggio. Per tutto questo tempo ha agito nell'ombra, aiutandovi... Ma è stato scoperto, e ora è in fuga.
Non appena lo troveranno, i miei uomini lo uccideranno. I traditori vanno puniti il più severamente possibile>>.
Il signor Murphy ci stava aiutando?
No, impossibile. È sempre stato contro di noi e continuerà ad essere così.
E cosa significa che è in fuga?
Dove si trova ora?
<<Cosa vuoi?>>.
<<Punirti, Marianne. Tuo padre non era il capo, ma veniva rispettato.
Se lui diceva di risparmiarvi, così sarebbe dovuto essere. Ma ora che non è più al potere, io ho preso il suo posto.
E i traditori vanno puniti.
Tu e tua sorella farete la stessa fine di quei inutili umani, verrete uccise sotto tortura. Implorerete pietà, urlando e piangendo>>.
<<Se credi che alla fine di tutto questo mi inginocchieró chiedendo pietà, ti sbagli di grosso. Mentre mi ucciderai ti guarderò negli occhi, morirò orgogliosa di ciò che ho fatto, del percorso che mi sono costruita con le mie forze. Morirò a testa altra.
E se credi che avrò paura di te, ti sbaglierai di grosso>>.
Sorride beffarda: <<Il coraggio non ti manca, Marianne. Ma non servirà a salvarti>>.
<<E tutte queste parole non serviranno ad intimorirmi. Ho disonorato la nostra famiglia? Tu cos'hai fatto per riportare l'onore? Sei rimasta a piangerti addosso, immagino>>.
<<Chiudi quella bocca e porta rispetto>>.
Sento l'adrenalina in tutto il corpo, sento il cuore che batte a mille.
Non mi fa paura.
Per una volta nella mia vita, non provo paura.
Morirò, ma almeno sarò riuscita a buttare tutti i pesi fuori. Avrò detto a mia madre tutto ciò che non sono mai riuscita a dirle.
Non morirò da perdente, ma da vincitrice.
<<Non sono tua figlia e non ti porterò mai rispetto. Non sei nessuno, solo una nullità>>.
Si avvicina a me con una siringa, poi sento l'ago entrare nel mio collo.
<<Dormi bene, Marianne. Al tuo risveglio non troverai nulla di buono.
Benvenuta all'Inferno>>.
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