<<Cosa significa che sono scomparsi?>> domanda Laura, quasi urlando.

Il gruppo si sta lentamente disintegrando: Aimee, Mary e Dylan sono scomparsi, mentre Clary è morta con il novanta per cento delle probabilità.

Laura, senza quest'ultima, probabilmente non sarebbe nemmeno qui.

Siamo rimasti io, lei, Jena e Violet, che è sparita da qualche parte in caccia degli Atlantidei.

<<Non urlare, in questo modo attireremo più gente qui>> dice Jena, sedendosi accanto a lei <<Li troveremo, forse sono andati a fare una passeggiata>>.

Laura annuisce, poco convinta, mentre io torno in cucina lasciandole sole: e ora cosa facciamo?

Non possiamo muoverci, e Eatan non ci ha ancora chiamati: cosa starà facendo di così importante da non poterci nemmeno mandare un messaggio?

Prendo il cellulare e compongo il suo numero, ma cade la linea dopo nemmeno uno squillo.

Pochi secondi dopo fuori inizia una tempesta: il vento ulula talmente forte che potrebbe far male alle orecchie, e la pioggia sbatte forte contro le finestre insieme alla grandine.

<<Non ci voleva...>> dico correndo in salotto, dove stanno Jena e Laura che chiudono le finestre.

<<Come faremo ora?>> domanda Laura spaventata.

<<Sinceramente? Non lo so>> ammetto <<Con questo tempo nessuno potrà venirci a prendere, e Eatan chiamarci>>.

Sentiamo un botto provenire dalla stanza di Violet e Jena, mentre tutti e tre sobbalziamo: <<Cos'è stato?>> domanda Jena.

Faccio loro segno di stare zitte, mentre io mi avvicino. Mi accorgo che il rumore non proveniva da una camera, ma da una cantina che fino poco fa era nascosta.

<<Hai intenzione di andare a controllare?>> domanda Jena <<Perché se è così vengo anch'io>>.

Scendo le scale usando la torcia del cellulare, sentendo Jena dietro di me. Laura ci guarda dalla porta, preoccupata.

Trovo l'interruttore e apro la luce: a terra c'è una bottiglia spaccata e insanguinata, attaccata alla gola di un uomo, mentre a terra c'è una striscia di sangue, come se qualcuno avesse provato a scappare.

<<Cos'è questo posto?>> chiede disgustata Jena, mentre Laura si avvicina a noi.

<<Cosa ci fai qui?>>.

<<Non ho intenzione di restare là  sopra da sola>> Fa spallucce, poi si attacca a me <<Se ci attaccano, proteggimi>>.

Sbuffando, avanzo lungo un piccolo corridoio senza pavimento: qui ci sono delle impronte molto piccole e insanguinate. Qualcuno è stato qui.

<<Sam>> mi chiamano in coro le due ragazze, che indicano un'altra porta, dalla quale fuoriesce un po' di luce.

Avanziamo a passi lenti e, nel momento in cui vediamo cosa vi è al suo interno, sento le due ragazze girarsi per vomitare.

In mezzo alla stanza c'è un corpo, che resta alzato perché legato al soffito come una marionetta.

Nella parte destra del corpo riconosco Fitz, con i suoi capelli biondi e il volto scavato. Nella parte sinistra c'è Clary, con i capelli morbidi e insanguinati che le scendono sulle spalle.

Le due metà, quella di Clary e quella di Fitz, sono cucite fra loro, formando un unico corpo. Dalle cuciture esce un po' di sangue scuro e denso.

<<Via di qui>> ordino chiudendo la porta e facendo attenzione a non calpestare il vomito.

Torniamo in casa, sigillando anche la porta della cantina: <<Volevano che lo trovassimo>> affermo <<Il corpo, volevano che lo trovassimo>>.

Laura si ranicchia sul divano, mentre Jena beve un po' d'acqua: <<Come possono essere così...>>.

<<Mostruosi? Non lo so>> la interrompo  <<Ma tutto quel disastro in cantina, dev'essere stata Clary a farlo. Deve aver provato a scappare, senza successo>>.

<<E Fitz?>> chiede Jena <<Perché anche lui?>>.

<<Non lo so... È tutto così confuso>>.

<<Sam?>> mi chiama Laura <<Quando l'hanno tagliata a metà, Clary era già morta?>>.

<<No>> rispondo <<Conoscendoli sicuramente no>>.