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La sveglia, al mattino, dovrebbe essere illegale.
Ma oggi è un giorno speciale, è il giorno, e non sono riuscito a chiudere occhio per tutta la notte.
Sapere che il mattino seguente mi sarei potuto svegliare trovando una lettera che mi avrebbe permesso di salvare la mia ragazza mi ha impedito di riposare, perché ogni volta che ci provavo una miriade di pensieri si facevano strada nella mia mente.
La maggior parte erano negativi e uno di essi continua ancora a torturarmi: e se fosse una farsa? E se in realtà lei fosse già morta e si stessero prendendo gioco di noi?
Spengo la sveglia e mi alzo dal letto con un balzo, sentendo le ossa scricchiolare e i muscoli irrigidirsi: non sono più abituato a certi movimenti.
Indosso la prima maglia che trovo e apro la porta della mia stanza, correndo verso la segreteria della scuola. Qui si trovano le cassette delle lettere, in cui ogni studente riceve la posta da parte della famiglia o documenti. È molto efficiente, ma la maggior parte delle volte qualche lettera viene smarrita e ci vogliono settimane prima che venga ritrovata.
Quando apro la mia, una piccola busta bianca scivola a terra. Sopra di essa, scritta a caratteri cubitali, c'è una frase: "Buona caccia al tesoro".
Molto puntali, devo dire, e stranamente sono stati anche onesti. Se questa è veramente l'unica pista per ritrovare Aimee e la bambina, allora non devo perdere tempo e devo mettermi subito al lavoro.
È la mia prima, unica e ultima occasione per salvarle.
Tento di aprire la lettera, ma Anthea mi si piazza davanti con due bicchieri di caffè fra le mani. «Tre giorni fa ti sei comportato in modo molto strano, così ho pensato di passare per il tuo dormitorio per fare colazione insieme e vedere come stavi» spiega «È un brutto momento?»
Vorrei risponderle di andarsene e lasciarmi in pace, ma il suo sguardo ricco di speranza mi fa sentire in colpa. Sta solo cercando di aiutarmi e mi ha addirittura offerto la colazione, non sarebbe carino comportarmi male nei suoi confronti. Sospiro e abbozzo un sorriso. «No, non preoccuparti.»
Non appena entra nella mia stanza si ferma ad osservare le pile di articoli di giornali che parlano di Aimee. Li osserva rapita, quasi triste, ma quando si gira verso di me forza un sorriso. «Deve essere terribile» afferma. «Non ho mai perso qualcuno in questo modo, ma solo guardandoti riesco a capire cosa si provi. Mi dispiace tanto.»
«Non deve essere una bella vista» sbuffo una risatina sarcastica. «Non è facile, affatto. Qualche volta vorrei avere la certezza che sia morta invece che non avere alcuna sua notizia e continuare a sperare.»
«Per anni ho sempre creduto che una persona a me cara fosse morta» dice, con le lacrime agli occhi. «Ho scoperto poco tempo fa che è ancora viva. Ci siamo incontrati per caso e per anni ho continuato a credere che mi odiasse. Alla fine si è rivelata essere una cosa peggiore, ma non è questo il punto. Lei sa che tu la ami, sa che la stai cercando e finché avrà te non perderà mai la speranza. E non dovresti nemmeno tu.»
«Già, grazie.»
«Potremmo uscire un giorno di questi» propone, grattandosi la nuca imbarazzata. «Così non penserai troppo a questa situazione e ti sentirai un po' meglio. Solo se ti va, ovviamente.»
Questa sua affermazione mi lascia senza parole e senza rendermene conto inizio a boccheggiare in cerca di qualcosa da dire. «Non sono ancora pronto ad uscire con qualcuno, mi dispiace. Non me la sento.»
«Certo, capisco» annuisce. «Non avrei dovuto nemmeno chiedertelo, perdonami. Pensavo ad una semplice uscita per mangiare una pizza. Un'uscita da amici, non da più-che-amici.»
All'improvviso Violet entra nella mia stanza, attirando l'attenzione mia e di Anthea. Sposta lo sguardo da me alla nuova arrivata un paio di volte, poi con aria confusa mi squadra da capo a piedi. «Scusa, non credevo fossi occupato» dice, lanciandomi un'occhiata truce. «Non ci eravamo messi d'accordo per quella cosa?»
Anthea si schiarisce la voce, imbarazzata. «In realtà me ne stavo giusto andando, perciò puoi restare» si volta verso di me e mi saluta. «Ci sentiamo, allora.»
Esce dalla mia camera sotto lo sguardo assassino di Violet, che la intimorisce ancora di più. Non appena chiude la porta, si volta verso di me con le braccia spalancate. «Lei? Veramente?» sibila «O hai una passione per le nuove arrivate, o sei solo stupido.»
Alzo gli occhi al cielo. «Mi ha solo offerto la colazione, nulla di che» dico, bevendo un sorso di caffè. «Piuttosto tu cosa ci fai qui?»
Si stringe nelle braccia come se stesse cercando riparo, poi sospira e chiude gli occhi. «Eravamo in macchina ed eravamo appena arrivati sulla scena del crimine quando ti dissi che dovevo urgentemente parlarti di una cosa, ricordi?» chiede, con un'insicurezza mai vista prima. «Possiamo farlo ora?»
«Possiamo parlarne dopo? É da stamattina che ho il biglietto, ma per colpa di Anthea non sono riuscito ancora a leggerlo» spiego, rigirandomelo fra le mani. «Forza, vieni.»
Ci sediamo sul letto, dove apro il biglietto per leggerne il contenuto. Sono talmente nervoso che anche la vista inizia a fare brutti scherzi, ma cerco di concentrarmi per analizzare al meglio le parole stampate.
Il sacrificio di una persona alla seconda fase porterà,
Dove nella tana del lupo vi condurrà.
Luoghi d'infanzia aiuteranno ancora,
e poi tutto ciò che dovrete fare sarà gustare una mora.
Unite chi amate di più con un altro sacrificio
e finalmente il vostro desiderio sarà esaudito.
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