5✔️
Apro gli occhi e mi guardo attorno, notando di essere fra le accoglienti lenzuola del mio letto. Tento di alzarmi, ma una fitta alla testa mi costringe a stendermi e richiudere gli occhi.
Sento la porta aprirsi, permettendo all'ultima persona che avrei voluto vedere di entrare nella mia stanza. Mio fratello mi lancia un'occhiata e, non appena si accorge che sono sveglio, si avvicina al letto per passarmi una tazza contenente qualcosa. «Sei ritornato fra noi, finalmente» sorride. «Come ti senti?»
«Cos'è successo?» chiedo, ignorando la sua domanda.
Guardo il contenuto della tazza e annuso quella che deve essere una tisana ai mirtilli, rendendomi conto di essere più assetato di quanto credessi. Bevo un sorso e lancio un'occhiataccia a Eatan, che si siede sul bordo del letto quasi schiacciandomi la gamba sinistra. «Nulla di grave, sei solo svenuto» risponde «Da quant'è che non fai un pasto completo? O che mangi qualcosa che non siano biscotti?»
Blocco la tazza a mezz'aria, fermandomi per riflettere: da quando Aimee è scomparsa mi trascuro più di quanto dovrei. Faccio pasti veloci, non dormo nel caso dovessi ricevere qualche chiamata da parte della polizia e sono sempre fuori casa, consumando più energie di quante ne abbia a disposizione. Mi limito a far spallucce: se c'è qualcuno a cui non devo dare risposte, è proprio lui. «Cosa ci fai qui?» chiedo.
«Aspetto Mary, sarà qui a momenti.»
Sgrano gli occhi, rischiando quasi di sputare la tisana. «Cosa? Che giorno è? Quanto ho dormito?» Mi guardo attorno e cerco freneticamente il cellulare per controllare le notifiche. E se avessero trovato il suo cadavere? O qualche traccia? Non avrebbero dovuto lasciarmi dormire così tanto! «Ci sono novità?»
«Hai dormito per quasi venti ore,» spiega, «ma puoi stare tranquillo. Se avessi ricevuto qualche notizia non avrei esitato a svegliarti. Comunque Mary sarà qui a momenti, ha chiesto di incontrarci in cortile. Te la senti o vuoi riposarti ancora?»
Mi stiracchio e mi alzo dal letto, sentendo lo stomaco brontolare rumorosamente. «Possiamo prima fermarci a prendere qualcosa da mangiare?» propongo, indossando un paio di pantaloni puliti e stirati. «Magari portiamo qualcosa anche a loro.»
«Va bene» annuisce. «Andiamo, allora.»
***
Non appena vedo le due sorelle arrivare insieme, rimango per un attimo senza parole. Per prima cosa non mi aspettavo che Laura decidesse di seguire la maggiore, soprattutto dopo che Mary mi ha detto a cellulare che avrebbe preferito restare col padre; inoltre ho comprato solo un hamburger, non due. E ora a chi delle due lo regalo?
Mary si getta fra le braccia di Eatan, dandogli un appassionato bacio sulle labbra. Laura li guarda disgustata per qualche secondo, finché non mi si avvicina per strapparmi il panino dalle mani. «Io sono quella single, io tengo il panino» dice semplicemente, prima di sedersi ai piedi della quercia.
Sono costretto a distogliere lo sguardo dalla coppia non appena i ricordi decidono di travolgermi: i baci con Aimee, i suoi abbracci, le sue parole dolci... Mi manca da morire, darei di tutto pur di poterle dare un ultimo bacio.
Mary deve accorgersi del mio cambio d'umore, infatti si stacca da mio fratello per raggiungermi e darmi un bacio sulla guancia. «Come stai?» chiede.
Sospiro e mi prendo la testa fra le mani, sentendo gli occhi pizzicare. «La situazione non cambia, Mary. Non sono stati ritrovati indizi, la polizia continua a fare teorie e di lei nessuna traccia. L'unica cosa che ho ottenuto è stato uno svenimento davanti alla nuova alunna. Secondo te come sto?»
Si mordicchia il labbro inferiore. «Fitz non ha detto altro?» domanda «Potrei andare a trovarlo io, magari con me parlerà.»
Nego con il capo e le dico solo di lasciar perdere, dato che è chiaro che Fitz non abbia alcuna intenzione di aiutarci. Potrei obbligare Clary e mandarla a parlargli per estorcergli qualche informazione, ma in questo modo sarei solo uguale a quei mostri. Mi vergogno solo ad averlo pensato.
«Fra tre mesi Aimee partorirà, Sam» dice Mary, riportandomi alla realtà. Mi lancia qualche occhiata per vedere come sto, poi decide di continuare a parlare. «Dobbiamo trovare un modo per trovarla o anche solo contrattare con loro...»
«Se non è già morta» la interrompo «E pensi davvero di poter contrattare con loro? Cosa vuoi chiedergli, eh? La bambina in cambio della vita di Aimee? La sua vita non vale più di quella della mia ragazza!»
Entrambi mi fissano senza proferire parola, finché Eatan non tenta di avvicinarsi e poggiarmi una mano sulla spalla per consolarmi. Lo scanso con uno strattone e lo spintono, rischiando quasi di farlo cadere. Mi avvicino a lui minacciosamente, puntandogli un dito sul petto fino a sentire le sue ossa sotto il mio polpastrello. «Tu, tu non osare avvicinarti o dire qualcosa su di lei o mia figlia. Eri il primo a volerla morta.»
«
Non è assolutamente vero!»
«Dici sul serio? Probabilmente - anzi, sicuramente - Aimee ha passato gli ultimi mesi pensando alla sua morte, te ne rendi conto, vero? Ed è solo colpa tua! Avrà vissuto nell'angoscia, nella paura... Quanto sarà stata male, secondo te?» sibilo, continuando a dargli spintoni. In questo momento sento tutta la rabbia repressa nei suoi confronti e non riesco più a tenerla sotto controllo, sento solo il bisogno di sfogarmi e fargliela pagare per ciò che le ha fatto passare.
Lancia un'occhiata verso Mary, in cerca d'aiuto. La ragazza si avvicina e si mette in mezzo, invitandomi ad allontanarmi. «Sam, in parte, ha ragione. Avresti potuto aspettare prima di raccontarle il tuo piano, ma almeno ha avuto più tempo per prepararsi mentalmente a cosa l'aspettava» dice «Ciò che dobbiamo fare ora è calmarci e lavorare tutti insieme per salvarla, d'accordo?»
«Calmarmi? Ti rendi conto che stai con un ragazzo a cui contano solo i propri interessi? Voleva solo la nipote, nient'altro» ribatto «Ma Aimee valeva tutto per me e lui lo sapeva! Eppure ha comunque fatto di testa sua!»
«Ascoltami...» tenta Eatan.
«No» lo interrompo «Quello che volevi fare qualcosa neanche definibile cesareo, aprirle la pancia e squartarla come se fosse un animale da macello. Volevi ucciderla, Eatan. Non ci sarà mai motivazione abbastanza valida da spingermi a perdonarti.»
«Cos'è che volevi fare?» chiede Dylan, furioso.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro