Domani l'epilogo.

O forse questo pomeriggio, chissà OuO

Mi scaglio contro il vetro nel tentativo di distruggerlo, ma l'unica cosa che ottengo è un dolore allucinante alla spalla.
Indietreggio, digrignando i denti, e mi massaggio il gomito, tenendo gli occhi incollati al corpo quasi esanime di Aimee che tenta ancora di lottare per la sua vita.

«Non si rompe, perché non si rompe?» urlo, dando calci al vetro.

«Perché non è vetro normale, sembrerebbe quasi un vetro di plastica» risponde Violet, passandosi le mani fra i capelli. «Non comprendo, però, perché...»

«Non dobbiamo comprendere un bel niente, dobbiamo tirarla fuori da lì!»

Aimee ha gli occhi spalancati e cerca di spezzare il vetro con deboli calci: sta perdendo le forze. Non abbiamo molto tempo, anche lei ne è consapevole, glielo leggo negli occhi. Con quei suoi occhi da cerbiatta implora aiuto, mi comunica che non resiste più.
Prendo una sedia e la lancio contro il vetro, ma questa rimbalza e si schianta contro il muro, frantumandosi.

«Sam...» sussurra Violet, fissando la teca.

Aimee non si muove più.
Gli occhi sono spalancati e la bocca semi aperta, dalla quale escono piccole bollicine. I capelli rossi le galleggiano attorno come  un'aureola: sembra un angelo.
Violet, inorridita, si appoggia su un mobile, priva di forze.

All'improvviso, però, il rumore di un meccanismo ci fa sobbalzare entrambi.
La teca si alza, facendo strabordare tutta l'acqua che finisce per allagare il pavimento della stanza.
Mi getto ad afferrare il corpo di Aimee e in pochi secondi inizio a farle la respirazione bocca a bocca. «Forza Aimee, coraggio» mormoro.

Passano minuti interi, continuo a provare a rianimarla, chiamare il suo nome, mentre Violet ci osserva con sguardo stranito e spaventato allo stesso tempo, senza sapere cosa fare.
Poi, finalmente, Aimee tossisce, sputando acqua.

Mi stringe forte la mano, mentre le gambe di Violet cedono facendola cadere accanto a noi due. «Sam? Violet?» sussurra.

Annuisco. «Siamo noi, va tutto bene. Vuoi provare a sollevare un po' la schiena?»

«Okay» risponde con voce graffiante, allacciando un braccio al mio collo.

Nel momento in cui prova a sollevarsi, Aimee si piega in due dal dolore. «Fa male» sussurra.

«Va tutto bene, tranquilla» la rassicuro.

Metto un braccio sotto le sue gambe e uno dietro alla schiena, mentre lei allaccia le sue braccia al mio collo.

Violet esce dalla stanza e io la seguo, mentre Aimee chiude gli occhi. «Fa freddo e ho tanto sonno» mormora.

«Resisti, non addormentarti. Ti porteremo fuori di qui» dico, mentre Violet continua a farci strada.

«Luna. Lei dov'è? Sta bene?» chiede, tremando e stringendosi ancora di più a me.

«Sta bene, non preoccuparti.»

«Siamo arrivati!» esclama Violet, poi si ferma all'improvviso. «Sam, è troppo facile. La teca che si alza da sola, il percorso per trovarla, gli indizi lasciati... Ci stanno lasciando andare. Perché?»

«Ha importanza? Dobbiamo portarla all'ospedale, subito» dico. Guardo Aimee negli occhi, che accenna un debole sorriso. «Torniamo a casa, Ryle. Torniamo a casa.»