-3 alla fine.💕

Lasciare il suo corpo alle mie spalle è stato quasi impossibile. Il mio cervello, che non riusciva a rimuovere i suoi occhi vitrei dalla mente, mi spingeva a voltarmi ogni cinque secondi per accertarmi fosse accaduto tutto per davvero. In qualche modo mi rifiuto ancora di credere che Grace, la mia migliore amica d'infanzia, sia morta dopo essere stata vittima di un esperimento mostruoso, che anche lei si sia sacrificata per aiutarci a salvare Aimee e che sia ancora possibile farla tornare in vita in qualche modo assurdo.

Ma è stato ancora più difficile realizzare che, una volta girato, il suo corpo non c'era più.
Al suo posto era rimasta una piccola nuvola di fumo, composta da granelli simili a sabbia che danzavano nell'aria.

Scuoto la testa, cercando di rimuovere i ricordi dal cervello, e vado avanti, seguendo il corridoio e guardandomi attorno con circospezione.
Mi sento seguito, come se stessero osservando ogni mio movimento.
Forse è così, ma nulla in questo momento potrebbe fermarmi, nemmeno la paura. Anch'essa ormai è soffocata da un sentimento ancora più forte, feroce, indomabile: la rabbia.
Dopo aver perso Aimee, dopo aver perso Grace, il mio cuore viene spinto dalla fame di giustizia, dal volermi vendicare e farla pagare agli Atlantidei.

Mi fermo davanti a una porta, la prima diversa da tutte le altre presenti nei corridoio.
Un cartello giallo in ferro, arrugginito dal tempo, esibisce una scritta in caratteri cubitali: "Ala Nord, Sala principale".
Al suo fianco, però, una piccola scatolina metallica mi fa imprecare: serve un pass.

E ora dove diamine ne trovo uno?

Potrei cominciare esaminando ogni singola stanza di questo corridoio, ma impiegherei talmente tanto tempo che potrebbe essere troppo tardi e Aimee sarebbe ancora più in pericolo.
Esamino la porta, sperando di venire colpito da un'illuminazione: potrei tentare di scassinare la porta, ma farei scattare qualche allarme e verremmo scoperti in pochi secondi. D'altro canto, però, è impossibile che nemmeno una singola telecamera non mi abbia ripreso per questi corridoi, quindi com'è possibile che nessuno sia ancora intervenuto?

Alzo lo sguardo per cercare qualche telecamera nascosta negli angoli delle pareti, ma una piccola botola attira la mia attenzione: i condotti.
Possibile che uno di quelli possa condurmi dall'altra parte della porta? Eppure, notando solo l'apertura del condotto, non penso riuscirei ad entrarci e non reggerebbe sicuramente il mio peso.

Stacco la grata, notando con quanta facilità io sia riuscito a rimuoverla.
Perché questi condotti non erano sigillati? Com'è possibile che sia tutto così semplice?
Salto usando tutte le mie forze, ma non riesco nemmeno a raggiungere l'ingresso del condotto.
Sbuffo, frustrato.

«Serve aiuto?» chiede qualcuno alle mie spalle.

Violet evita di guardarmi negli occhi e si sistema i capelli biondi in una coda alta.
La fisso accigliato, mentre lei esamina l'ingresso del condotto.
«Cosa ci fai qui?» chiedo.

«Sono in missione, così come lo sei tu. Sono la sua Protettrice, ricordi?» risponde. Poi accenna col capo al soffitto. «Dammi una mano.»

«Così Protettrice da averla spinta giù da un ponte» borbotto.

«Vuoi stare qui a discutere e aspettare che siano loro a buttarla giù da un ponte o aiutarmi ad entrare nel condotto?»

Alzo gli occhi al cielo e mi inginocchio, mentre lei mette un piede sulla mia mano e si fa spingere verso il condotto. La sento strisciare silenziosa, cosa che io non sarei mai riuscito a fare, e atterrare dall'altra parte.

Apre la porta e si appoggia allo stipite, con la fronte corrugata. «Una maniglia. Dalla tua parte serviva un pass per aprire la porta e da questa ci stava una maniglia» mormora. «Non ti sembra sospetto?»

«Cosa intendi?»

«La maniglia, il condotto proprio sopra la porta e che conduce esattamente dall'altra parte... Sembra quasi una cosa organizzata, non ti pare?»

«Non ha importanza adesso» esclamo, passandole accanto. «Dobbiamo trovare Aimee, e subito!»