Vestiti, valige, cianfrusaglie e fogli sommergono la stanza di Dylan, ormai più simile a un campo di battaglia che a una camera in cui dormire. La sua partenza per Forks è alle porte e il nervosismo di tutti si sta facendo sentire: abbiamo paura si tratti di una trappola, che, una volta arrivato là, qualcuno gli faccia del male, ma lui non vuole starci a sentire. Il desiderio di salvare la sua migliore amica l'ha ormai accecato, più di quello di vendetta.

«Hai già sentito i suoi genitori?» chiedo.

Annuisce. «La madre. Ha detto che potrò rimanere fino a quando vorrò, ma cercherò di fare il più in fretta possibile così potremo andare avanti con le altre prove.»

«Ricorda di non accennare nulla e fa' attenzione a quello che dici. Se venissero a sapere di questa storia non esisterebbero a chiedere aiuto alla polizia, ed è l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno ora.»

«Sam, stai tranquillo. Me la caverò» mi dà una pacca sulla schiena. «Sua madre è distrutta, credeva avessi novità.»

«Siamo tutti sulla stessa barca» mi limito a rispondere.

Prende la valigia ed esibisce un sorriso sincero. «Sono speranzoso, la troveremo. Stiamo andando avanti con il loro stupido gioco e ci manca poco al finale, me lo sento» sospira. «Riesco già a immaginare la felicità dei suoi genitori quando daremo loro la buona notizia.»

Sorrido, senza rispondere.
E se alla fine dovessimo dare loro solo una cattiva notizia?

***

Jena e Laura mi si piazzano davanti, impedendomi di raggiungere l'uscita della scuola. Non vedo l'ora di tornare a casa per riposare, ma dai loro sguardi capisco che non riuscirò ad andarmene tanto presto. Laura inizia a saltellare, mentre Jena estrae dei fogli dalla borsa che tiene al fianco.

«Ho un piano!» esclama l'italiana, battendo le mani con entusiasmo.

«Di che tipo?» domando, trattenendo un sorriso. Conosco questa ragazza da pochi anni, ma in questo breve periodo di tempo ho compreso una cosa: quando ha qualche piano, potrebbe essere pericoloso nella maggior parte dei casi. Molto pericoloso.

«Una cena romantica e rilassante per mia sorella!» risponde, sospirando con aria sognante. «Sarà la serata della sua vita!»

Scoppio a ridere, non riuscendo più a resistere. «Ci ha già pensato Eatan. Qualche giorno fa...»

Solleva una mano per interrompermi. «A nessuno frega di tuo fratello, mi dispiace deluderti» sorride, furba. «Stavo parlando di Dylan.»

«Se mio fratello lo venisse a sapere, sarebbe la tua fine» le faccio notare, incrociando le braccia al petto. «E io a cosa ti servo, esattamente?»

«Dovrai fare da diversivo, distrarlo... Qualsiasi cosa, basta che non rovini il mio magnifico piano.»

Alzo gli occhi al cielo. «Vedrò cosa posso fare. Comunque Dylan è partito questa mattina per Forks, il tuo piano dovrà aspettare.»

Lancia un gridolino scuro e mi salta al collo, ringraziandomi almeno una decina di volte. Si ricompone e si volta verso Jena, che ha assistito a tutta la scena con sguardo perplesso. Scrolla le spalle e sorride, per poi porgermi uno dei tanti fogli che tiene fra le mani.

«Cos'è?» chiedo.

«Sei stato ufficialmente invitato alla prima festa di quest'estate! Ci sarà tanto alcool, tanta musica e, soprattutto, tanto divertimento!» spiega, facendo l'occhiolino. «Sono sicura tu abbia bisogno di distrarti, perciò promettimi che domani sera ti presenterai a questo evento. Non te ne pentirai!»

«Non ho bisogno di distrarmi»

Alza gli occhi al cielo. «Certo, come no! In ogni caso, la festa si terrà in un pub, più tardi ti manderò l'indirizzo. Dylan ha già detto che non potrà venire, ma ci saranno Violet e Mary, forse anche tuo fratello!»

«Ed esattamente cosa festeggeremo?»

«Un compleanno» risponde.

«Di chi?»

«Anthea.»