12✔️
Sollevo lo sguardo dal pavimento della sala d'attesa per osservare i quadri appesi alle pareti rosse: non li ho mai visti prima e l'autore non viene nemmeno identificato, ma sotto ognuno di essi c'è scritta una parola in latino che indica uno stato d'animo.
Stufo di attendere, mi alzo in piedi e mi avvicino alla segretaria, che mi lancia un'occhiata disinteressata.
Non ha fatto entrare né me, né gli altri, che continuano a sbuffare impazienti.
Mi schiarisco la voce. «Salve» dico. Distoglie lo sguardo dal computer e aggrotta la fronte, come se ricevere visite fosse scocciante. Effettivamente non ho ancora visto nessuno fra i corridoi di questo posto, è davvero strano. «Siamo qui per fare visita a Winter Hyde, è urgente.»
«Seguitemi» Ci fa strada lungo una serie di corridoi silenziosi e inquietanti, dove l'unico rumore è quello dei nostri passi. Qualche paziente ci saluta da dietro i vetri delle loro stanze chiuse a chiave, mentre altri ci urlano di andare via. Non vorrei mai ritrovarmi in un posto del genere. La segretaria indica una porta. «Avete dieci minuti.»
Non appena metto piede nella camera, Winter, con solo una camicia da notte a fasciarle il fragile corpo, rimane a fissarci come se fossimo degli sconosciuti. Dylan si avvicina a lei e la stringe in un abbraccio che non viene ricambiato. Resta semplicemente inerme fra le sue braccia. «Cosa ci fate qui?» chiede.
Dylan indietreggia come se gli avessero appena tirato un pugno, ferito dall'atteggiamento della sua amica. Non è facile per lui e qualche volta me ne dimentico: una migliore amica scomparsa, l'altra in un ospedale psichiatrico. «Siamo venuti a farti visita» risponde.
Violet si guarda attorno, cercando qualche indizio che ci potrebbe far capire perché hanno deciso di mandarci qui. Alla fine sbuffa e tira fuori dalla tasca dei pantaloni il biglietto con l'indovinello. «L'abbiamo ricevuto dagli Atlantidei, che tramite Aimee ci hanno poi ordinato di venire a trovarti» spiega, sedendosi sul letto. «Sai il motivo?»
«Come posso saperlo se sono rinchiusa in questo posto?» chiede, inarcando un sopracciglio. Rigira la lettera fra le dita, osservando il muro davanti a lei con sguardo assorto. «Hai detto che avete comunicato con loro tramite Aimee? Significa che è viva?»
Mary annuisce. «Esatto, ma non sappiamo da dove cominciare per riportarla a casa. Abbiamo bisogno del tuo aiuto, capisci?» chiede, con tono dolce. «Sai perché ci hanno mandati qui? È l'unica pista che abbiamo, non possiamo sprecarla.»
Fa spallucce. «Penso abbiate sbagliato persona» mi porge il biglietto. «Non saprei come aiutarvi e non potrò finché rimarrò chiusa qui.»
«E da chi altro dovremmo andare?» sbotto. «La tua migliore amica sta morendo e tu non hai intenzione di muovere un dito.»
«La mia migliore amica è già morta, Sam» ribatte, aprendo la lettera per leggerne il contenuto. A un certo punto sgrana gli occhi, ma lo fa così velocemente che credo di essermelo immaginato. Fa un respiro profondo e mi passa la lettera. «Kate era la persona a cui tenevo di più, nemmeno Aimee mi capiva come faceva lei.»
«Quindi hai intenzione di lasciarla morire?» chiede Violet «Congratulazioni, vincerai sicuramente il premio per la migliore amica dell'anno.»
«Non potreste chiedere a Peter?» Spalanca le braccia con fare teatrale. «Oh, giusto: non vi piace parlare con i pazzi. È già strano siate qui a parlare con me.»
«Winter, di cosa stai parlando?» chiede Dylan, profondamente ferito. «Sai che non ti lasc...»
«Non sono in vena di scherzare» sibilo, interrompendolo.
«L'ho notato» Winter alza gli occhi al cielo. «Ero seria, comunque. Lui potrebbe aiutarvi, è un pesciolino proprio come voi.»
Mary sgrana gli occhi. «Come fai a saperlo?»
Mentre loro iniziano a discutere, io prendo il cellulare che segnala un nuovo messaggio dalla tasca. Non appena leggo il destinatario alzo gli occhi al cielo: cosa vuole Anthea ora?
«Sam, puoi dire qualcosa?» chiede Violet.
Alzo una mano per dirle di smetterla di parlare, quindi leggo il messaggio: Ciao, scusa il disturbo, ma devo dirti una cosa importante. Puoi venire nella mia stanza appena puoi?
«Devo andare, Anthea ha qualcosa di importante da dirmi» spiego, infilando il telefono in tasca. «Potreste andare voi a parlare con Peter?»
Violet mi lancia un'occhiata incredula. «Sto cercando di parlarti di una cosa importante da una settimana e non hai ancora trovato un secondo per ascoltarmi, Sam. Anthea ti dice la stessa cosa e sei subito pronto a correre da lei mollando l'unica pista a nostra disposizione?» sbotta «Hai intenzione di trovare Aimee o di sostituirla con la nuova arrivata, eh?»
«Attenta a come parli» la minaccio.
Winter fischia. «Quanta rabbia repressa.»
«È meglio tornare a casa, ora» afferma Mary. «Ci facciamo una camomilla, una bella dormitina e domani riprendiamo le ricerche. Siamo gli unici a poterla salvare, litigare sarebbe come condannarla a morte.»
Winter sbuffa. «A meno che non la stiano uccidendo ora. Povera ragazza: fra tutte le persone che potrebbero salvarla, siete capitati voi sfigati.»
Alzo gli occhi al cielo. «Sapete una cosa? Fate ciò che volete, non è nei miei interessi» mi volto e mi incammino verso la porta. «Io me ne vado.»
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