Capitolo 19
Avviso importante alla fine del capitolo!
Oskar prese posto insieme a suo padre e Delilah sulle poltroncine di plastica del palazzetto dello sport.
Era elettrizzato al massimo perché era il suo primo incontro da fidanzato ufficiale di Igor e per l'occasione si era fatto fare una maglietta con su scritto: Property of a HOT boxer. Se devi tifare, allora devi farlo con stile, no?
Mosse la mano destra nei capelli, i quali erano cresciuti molto dall'ultima volta che li aveva tagliati e adesso ci metteva molto più tempo ad asciugarli dopo fatta la doccia.
Tolse delle pieghe dalla maglietta ascoltando senza interesse la conversazione tra la sua matrigna e suo padre. Delilah era molto elettrizzata, forse anche più di Oskar. Era felicissima che finalmente i due ragazzi si erano messi insieme, li aveva trovati perfetti dalla prima volta che li aveva visti vicini nella sua cucina e aveva visto le loro differenze.
Ogni volta, che vedeva quanto Igor fosse enorme in confronto a suo figlio, moriva un poco interiormente e se li immaginava abbracciati.
Sospirò e appoggiò la testa sulla spalla di suo marito. Era stata fortunata a trovarlo e non gli importava della bruciatura del caffè che si era beccata o la maglietta rovinata quando si erano scontrati, aveva sempre odiato con tutto il suo cuore la divisa del suo vecchio lavoro come cameriera e poi aveva trovato l'amore della sua vita.
Gli cinse un braccio e venne cinsa a sua volta e baciata a stampo.
Già, amava la sua famiglia. Amava suo marito, amava i suoi figli... tutti quanti.
Sospirò di nuovo e lasciò che i pensieri volassero via prima di rispondere affermativamente alla richiesta di pop corn.
"Sì, ne vorrei un po' e anche una di quelle mele caramellate che ho visto al chioschetto all'entrata.- si voltò verso il corvino - Tesoro, vuoi qualcosa anche tu?"
Vide il fanboy voltarsi di scatto e saltare spaventato al suono della sua voce. Rise per la stupidità della sua azione annuendo alla domanda appena postogli. Era così nervoso di vedere Igor su quel ring. Era un incontro molto importante, il quale avrebbe stabilito l'inizio o la fine della sua carriera da pugile professionista.
Fece spazio al padre per lasciarlo passare e andare a comprare le loro ordinazioni e non staccò gli occhi dalla folla sugli spalti neanche per un piccolo momento.
Molti gli lanciavano gli sguardi, più che altro per la maglietta tuttavia non si lasciò intimidire. Era fiero di essere quello che era ed era fiero di avere Igor come suo ragazzo, certo solo da pochissimo tempo però era fantastico.
Erano già andati al loro primo appuntamento ed era stato fantastico come nei suoi film mentali, forse anche di più. Erano andati ad un Drive In che allestivano sempre nel grande piazzale dove facevano il mercato o il piccolo luna park in estate. Aveva visto i primi cinque minuti del film in bianco in nero prima di finire come chiunque altro a pomiciare e si vergognava un po', ma si era eccitato da morire e Igor se ne era accorto anche. Se pensava ancora a quel momento avrebbe voluto prendere la busta dei pop corn della donna accanto e infilarsela in testa per nascondere le guance rosse.
Così imbarazzante da voler sprofondare negli Inferi ed essere mangiato da Cerbero perché non aveva una pallina rossa con sé per giocarci insieme.
Anche se, tralasciando quel particolare momento, era stato spettacolare uscire dal Drive In cantando Lost Boys di Ruth B, chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dalla musica. Era tutto perfetto, anche la voce super stonata di Igor lo era, anche i clacson delle altre macchine, anche quel poliziotto che li aveva fermati mentre imboccavano una stradina sterrata per andare alle fattorie nei confini della cittadina.
Quel poliziotto era stato molto gentile, aveva visto la patente e il libretto di Igor e si era scusato per averli fermati e gli aveva augurato buon proseguimento.
Si erano ritrovati distesi in uno dei tanti campi, i grilli in sottofondo e, come se tutti i baci al Drive In non fossero bastati, avevano continuato sotto le stelle.
Era bellissimo baciare Igor. Aveva fantasticato così tanto sulla morbidezza di quelle labbra che adesso provarla era come il paradiso, come l'ultimo pezzo di pizza, l'ultimo cucchiaio di Nutella, l'ultima pagina di un libro, l'ultimo respiro, vorresti che tutte queste non avessero fine ed era questo che sentiva mentre si scambiava 'saliva', citando Fannie, con il russo.
Suo padre ancora non era tornato mentre si guardava intorno per cercare di trovare l'allenatore Chuck per chiedergli se poteva vedere Igor prima della gara e dargli il bacio della buona sorte. Se non lo vedeva prima, avrebbe dovuto aspettare quasi la fine degli incontri. Erano solo alla prima pausa della competizione, tra poco avrebbero ricominciato. Non erano come gli incontri che vedi nei film, tipo: Rocky, o almeno non ancora. Per quello che aveva capito dalla spiegazione di Igor e anche di quello che si ricordava, erani solo tre riprese di 3 minuti e lui neanche sapeva cos'erano le riprese!
Si lasciò sfuggire un sospiro appena sentì il telecronista annunciare di riprendere i loro posti sugli spalti per la seconda parte della competizione.
"Tranquillo tesoro. - Delilah gli appoggiò una mano sul ginocchio- Tra poco lo vedrai."
Due ore! Sono passate precisamente due ore e trenta, trentuno, trentadue e trenta- okay si è capito e io sono stanco di aspettare. Sbuffò per la milionesima volta. Le gambe gli stavano urlando di alzarsi e andare a cercare quell'idiota di un troll di montagna per dargli uno schiaffo... o forse un bacio... o forse prima gli dava uno schiaffo e poi lo baciava per farsi perdonare... uhmmm.
Erano finalmente arrivati a metà della seconda parte e non credeva di resistere ancora tra le urla di tutte quelle persone e i pop corn che si ritrovava tra i capelli ogni tanto per colpa del ragazzino di quattro anni dietro a lui.
Non poteva credere che qualcuno avesse portato un bambino a vedere dei ragazzi darsela di santa ragione! Le sue sorelline erano rimaste dalla nonna perché "Primule, non è appropriata tutta questa violenza per la vostra età." l'avevano solo guardato ed entrando in casa della nonna gli avevano urlato che erano delle fangirl e la violenza l'avevano inventata loro del fandom.
Aww, crescono così in fretta.
I suoi pensieri vennero infastiditi dal suo nome che veniva chiamato a ripetizione. Si voltò per trovare un uomo sulla cinquantina fargli dei segni con la mano. Si indicò e appena quello annuì si alzò per avvicinarsi velocemente e non togliere la visuale agli altri spettatori.
"Oskar? Dove vai?" chiese suo padre, ma dopo avergli indicato l'uomo gli annuì.
"Ehm, salve."
Quello gli guardò la maglietta e "Dalla maglietta credo di aver trovato la persona. Sei il fidanzato di Volkov?"
Il moro sorrise a trentadue denti per quella domanda e fu molto felice di rispondere affermativamente. Era così entusiasmante essere chiamato: "...fidanzato di Volkov".
"Ti vorrebbe vedere prima di entrare nella terza parte. Ti faccio strada."
Oskar fu felice di seguirlo. Fece la manina a suo padre e Delilah e saltellò dalla contentezza. Gli sembrava di volare grazie alle Converse alate di Ermes.
Lo seguì tra i corridoi prima di intravedere la testa bionda e il ben di Dei sotto ad essa.
"Igor!" lo chiamò correndo e saltandogli addosso mentre il pugile gli diceva di non abbracciarlo, poi rispose al bacio e "-perché sono tutto sudato."
Oskar lo abbracciò ancora più forte di prima e la maglietta gli si bagnò un poco, ma non gli importava così tanto.
Igor lo trasportò in una stanza dove c'erano tutte le sue cose, come il borsone con la bandiera russa.
Lo fece sedere sul tavolo facendosi spazio fra le sue gambe e fissando con un sorriso la maglietta.
Gliela tirò per farlo avvicinare e per far incontrare di nuovo le loro labbra in un altro bacio.
"Bella t-shirt. Vorrei proprio incontrare questo pugile e dargli un pugno in faccia."
Oskar rise e Igor sorrise perché ascoltare la risata del ragazzo davanti a sé era una delle sue cose preferite al mondo.
"Se guardi il riflesso dello specchio lo vedrai." il corvino appoggiò la testa su una delle spalle robuste dell'altro lasciandosi tenere tra le braccia forti. Riusciva a sentire il cuore del pugile da quella posizione. Batteva così forte sotto il suo orecchio e gli piaceva pensare che era grazie alla loro vicinanza e non per la competizione.
"Sei nervoso?"
Igor scosse la testa depositando dei piccoli baci tra le ciocche di capelli neri di quello che era il suo fidanzato.
Fidanzato. Che strano pensarla così. Aveva sempre pensato alle ragazze come sue possibili partner, ed invece? Eccolo lì che abbracciava e baciava uno scricciolo di ragazzo. Già, la vita era così strana a volte. Poteva cambiare in un batter d'occhio ed era così strabiliante pensare che, se non avesse avuto dei brutti voti, non avrebbe conosciuto così bene Oskar, e lo avrebbe visto solo da lontano sentendosi in colpa per quello che doveva sopportare.
Se solo pensava che tutto che gli era successo era sta- no! Adesso era tutto finito e non sarebbe cominciato di nuovo.
"Sono sicuro al cento per cento che ce la farai. Posso mettere la mano nel fuoco greco. Arriverai camminando in slow motion,- si staccò per guardarlo negli occhi e iniziò a gesticolare- tutti che si inginocchiano alla tua potenza e io che ti faccio da cheerleader. Sali sul ring e BAM! POOM! PAM! Spacchi la faccia a tutti i tuoi nemici che credevano di riuscire a sconfiggerti."
Il russo lo fissa per qualche istante prima di scoppiare a ridere. "Uhh, violento."
"E non hai ancora visto niente." e forse quello se lo poteva risparmiare, o almeno avrebbe dovuto dirlo in un modo meno malizioso e senza mordergli il labbro inferiore appena finita la frase, ma adesso non poteva più tornare indietro.
Si baciarono di nuovo, e ancora di nuovo. "Hai già ricevuto una risposta dalle università?"
Oskar scosse la testa e l'abbassò affranto. Aveva mandato la richiesta a tre università e non vedeva l'ora di ricevere una risposta. Sperava che la sua università preferita lo accettasse, perché era stata il suo sogno da quando aveva deciso di diventare uno scrittore appena finito il suo primo libro.
"Scricciolo, devi solo aspettare un po'. Con i voti che hai ti prenderebbero anche se non avessero più posti."
"Ne... ne sei sicuro?" domandò mordicchiandosi il labbro inferiore.
Vennero interrotti dall'allenatore Chuck, il quale chiamò Igor per gli ultimi controlli del medico sportivo. Oskar dovette lasciarlo andare con un ultimo bacio di buona fortuna e mogio mogio ritornò al suo posto sugli spalti.
"CE L'HA FATTA! CE L'HA FATTA!" continuava a urlare il corvino saltellando in cerchio nel parcheggio della palestra mentre Delilah e suo padre lo osservavano divertiti.
"È STATA LA MAGLIETTA!- la prese e la baciò- NE SONO SICURO! Non la laverò mai più, o la vittoria potrebbe scomparire nello scarico della lavatrice."
Era così felice che Igor stava realizzando il suo sogno. Era stato spettacolare su quel ring, sembrava che avesse le ali ai piedi per la velocità del suo gioco di gambe e, anche se il fanboy non capiva molto di pugilato, sapeva che era stato uno dei migliori! Okay, magari lui era di parte, tuttavia il russo era stato veramente bravo.
Lo vide attraversare il parcheggio chiacchierando con Chuck, il quale gli dava delle pacche sulla spalla libera dal borsone. Aveva i capelli ancora bagnati dalla veloce doccia ed era meraviglioso alla luce del tramonto.
"Salve a tutti." salutò prima di posare gli occhi sul suo ragazzo, che non riuscì a bloccarsi da urlare quanto fosse fiero di lui. Diede qualche pugno all'aria spiegando come avesse messo K.O. il suo avversario come se non fosse stato proprio Igor a farlo un'oretta prima.
"Stai esagerando, scricciolo."
"No, Igor. Non lo sta facendo. Quest'oggi sei stato molto bravo e come ti avevo promesso...- l'allenatore sorrise come al suo solito con quel mezzo sorriso mentre cercava qualcosa nella tasca davanti dei jeans- eccole! Tieni, queste sono tue. Te lo sei meritato." gli mise in mano delle chiavi e con un'ultima pacca si avviò verso la sua auto lasciando il pugile ammirare quello strambo regalo secondo l'opinione di Oskar.
"Cosa sono?"
Il biondo alzò lo sguardo dalle chiave a lui e gli sorrise, infilò le chiavi nel portachiavi insieme a quelle della macchina ed altre. "Grazie di essere venuti oggi. Mi ha aiutato molto avervi qui."
Delilah lasciò ricadere i capelli neri sulle spalle e spalancò gli occhi chiari slanciandosi per abbracciare il russo. "Awww, non ringraziare. È stato un piacere venirti a vedere e sono sicura che la prossima volta i tuoi genitori avranno il tempo di venirti a vedere."
Il volto del biondo si oscurò all'ultima parte e rise sarcasticamente nella sua mente perché sapeva che non sarebbero mai venuti a vedere uno dei suoi incontri. Sentì la sua mano essere stretta e abbassò lo sguardo scoprendo la manina minuscola di Oskar intrecciata in quella enorme di lui. Rispose alla stretta, grato di averlo lì con lui.
"Potrei rubarvi Oskar per un po'? Avrei una cosa da dirgli. Lo riporterò a casa presto, giuro."
Salutarono dalla strada i genitori di Oskar uscire dal parcheggio e mano nella mano si incamminarono verso l'automobile del maggiore.
"Cosa mi devi dire?"
"Te lo dirò quando arriveremo."
"Dove?"
"Una sorpresa, okay?"
"Okay."
L'auto partì e uscì dal parcheggio inserendosi nella strada insieme ad altre. Erano a Boston e Oskar non avrebbe voluto andarsene. C'erano così tanti posti da visitare ancora. Era venuto a visitare Boston l'ultimo anno di medie, o più precisamente il museo di arte con la classe di arte. Era stato molto divertente e come in quel momento, non sarebbe voluto andare via con l'autobus della scuola.
"Amo Boston."
Igor gli lanciò un veloce sguardo tornando subito dopo su dove dovesse andare e non fare un incidente. "Perché?"
Oskar non rispose subito, rimase per qualche momento ad ammirare gli ultimi edifici prima dell'autostrada, e dopo tornò a guardare davanti. "È così inglese, mi dà la sensazione di una bella giornata sulla poltrona, la finestra aperta per far entrare il sole e una tazza di tea accanto al libro appena finito."
"Wow, così pittoresco. E io che credevo che fosse qualcosa che centra-"
"E poi vive Zio Rick il trollone qui. Voglio citofonare ad ogni casa per trovarlo."
"-sse con il fandom... ecco, lo sapevo." concluse il pugile superando una macchina.
"Centra sempre il fandom."
"Anch'io ho qualcosa a che fare con il fandom?"
Il fanboy scoppiò a ridere e "Certamente! Sei il mio troll di montagna super figo di un Draco Malfoy! Cosa mi dovevi dire e dove andiamo?"
"Sorpresa."
"Ah! Mi ero dimenticato. Cosa mi devi dire e dove stiamo andando?"
"Sorpresa."
"Ah! Quasi dimenticavo. Cosa mi devi dire e dove stiamo andado?"
"Sopresa."
"Ah!-"
"-se dici quasi dimenticavo ti lascio per strada."
"- Quasi scor-da-vo. Cosa mi devi dire e dove stiamo andando?"
"Sorpresa." e così durarono quasi tutte e due le ore e mezza di macchina da Boston a Mayflower.
Arrivarono quando era già sera, l'orologio digitale della macchina segnava le nove e dieci e Igor era riuscito a non dire la sopresa a Oskar, il quale aveva continuato per tutto il viaggio a chiedere quale fosse la sopresa.
"Ma- si abbassò per vedere meglio- siamo davanti alla palestra."
"Non solo." uscì dalla macchina Igor seguito da Oskar, che non stava capendo un bel niente di tutto quello.
Non parlarono molto. Il biondo prese la mano sinistra del più piccolo facendogli strada verso il lato della palestra che dava su un vicoletto con i cassonetti dell'immondizia. C'erano anche delle scale e il biondo le salì sorridendo felice e lieto che finalmente avrebbe avuto un qualcosa tutto suo.
Aveva il portachiavi in mano e cercò una delle chiavi che Chuck gli aveva regalato qualche ora prima.
La mise nella toppa della porta sotto lo sguardo confuso del ragazzo dagli occhi grigi. Aprì la porta e "Benvenuto nel mio nuovo appartamento."
Il minore entrò lentamente attraversando la porta e ritrovandosi in un salotto di media grandezza. C'era già qualche mobile ed era tenuto tutti molto bene anche se si vedeva dalla polvere che era da un po' che qualcuno non ci viveva.
"Il tuo- il tuo nuovo appartamento?"
Igor annuì chiudendo dietro di sé la porta e accompagnando il suo fidanzato in un tour veloce della casa.
Dopo il salotto c'era un corridoio con subito la cucina, la quale non aveva una porta ma solo una tenda. Continuando si arrivava al bagno dall'altra parte con vicino lo sgabuzzino ed infine una grande stanza matrimoniale con già un letto con materasso, due comodini, un armadio e uno specchio attaccato dietro la porta.
Era fantastica e sopra la palestra pergiunta!
"Da quando l'hai comprato?"
"È da anni che metto i soldi da parte per comprarmi una bella casetta lontano dai miei genitori. Ormai ho diciannove anni e ho bisogno di avere i miei spazi. Con gli incontri clandestini ho guadagnato così tanti soldi in questi anni che avrei potuto comprarmi una casa in qualche città come Chicago, tuttavia..."
Oskar tremò sotto lo sguardo intenso degli occhi ghiaccio del biondo. E quando domandò "Tuttavia?" anche la sua voce tremò.
"Tuttavia ho deciso di rimanere qui in questo piccolo appartamento in affitto finché la scuola non sarà finita e con i soldi rimanenti affittare un appartamento vicino all'università per te e me, se vorrai."
Le gambe del tutor cedettero alla notizia e cadde sulle ginocchia subito soccorso da Igor. Stava piangendo.
"Se non vuoi, e non ti senti pronto non fa nulla. Posso capire che, forse abbiamo appena cominciato e non- ti prego, smettila di piangere. Non mi piace vederti in questo stato." lo prese in braccio e Oskar allacciò le gambe alla vita snella e le braccia al collo bianco del fidanzato mentre non si fermava a singhiozzare.
"Ti prego.- lo supplicò il pugile sedendosi sul letto con lui attaccato a koala- Non piangere. Ritiro tutto se ti fa più felice."
Il corvino scosse la testa e alzò la testa cercando di asciugarsi gli occhi, ci rinunciò quando vide che le lacrime continuavano a bagnargli le guance. "Se provi a ritirare, stai sicuro che una freccia di Katniss infuocata con del fuoco greco maledetta dalla bacchetta di Sambuco te la ritrovi su per il naso di sicuro. SÌ! SÌ!- lo abbracciò di nuovo- Certo che lo voglio..."
"Ma?"
"Ma- uhmmm il problema è convincere mio padre e ricevere risposta affermativa dall'università. E la palestra? I tuoi allenamenti?"
Igor gli asciugò le lacrime e gli baciò le guance una alla volta per tre volte di seguito. "Chuck ha un amico con una palestra. Ha già chiesto se può diventare il mio nuovo allenatore e manager. Si fida di lui e io mi fido di Chuck." fece spallucce come se non gli importasse molto, però il fanboy poteva vedere quanto era difficile per lui lasciare l'unica persona che aveva creduto in lui all'inizio.
"Perché sei così perfetto?" sussurrò sulle sue labbra senza rompere il contatto fra i suoi occhi grigi Giacimento e quelli azzurro ghiaccio della Siberia.
"Perché tu lo sei e voglio esserlo anch'io perché te lo meriti. Voglio essere il più bravo fidanzato della storia dei fidanzati, così tu non ti pentirai di aver accettato di essere il mio fidanzato."
Oskar rise "Non potrei mai pentirmene." e lo baciò con tutta la dolcezza che aveva in corpo.
Si distesero sul letto abbracciati. Igor teneva Oskar fra le sue braccia. Rimasero per un altro po' in silenzio cullati dai respiri reciproci.
"Posso raccontarti anch'io una cosa?" chiese il minore cercando gli occhi di Igor. L'altro annuì cambiando posizione e mettendosi su un lato per guardarsi in faccia.
"Ti voglio raccontare di come hanno cominciato a bullizzarmi e del mio 'non-voluto' coming out."
Igor chiuse gli occhi a quelle parole e cercò di non farsi vedere nervoso e annuì tenendogli la mano perché consapevole che questo argomento sarebbe stato difficile sia per lui che per Oskar.
"Ti sorprenderai, ma Kraven era il mio migliore amico. Eravamo sempre insieme, sapeva tutto di me e io di lui... o almeno credevo. Un giorno suo fratello fece quest'enorme festa a casa sua e mi convinse ad andare a casa sua e vedere come fosse una vera festa del quarto anno. Ero emozionatissimo, però appena messo un piede nella casa avevo già capito che quello non faceva per me. Kraven mi prese, mi portò in cucina, mi aprì una birra ghiacciata e come era venuto era andato via promettendomi di tornare presto. Rimasi lì e non lo vidi più. Vidi di tutto quella sera. Chi pomiciava, chi si masturbava sul divano, chi beveva e così via.- prese un respiro- Si avvicinò un ragazzo. Era bellissimo, sembrava un angelo. A quei tempi stavo scoprendo che le ragazze non erano proprio per me e vederlo essere interessato a me mi piacque. Ero così in imbarazzo, soprattutto quando mi chiese se fossi gay.- Oskar rise senza nessuna sfumatura di divertimento in quel suono e Igor avrebbe voluto farlo smettere di raccontare- Annuì e dopo neanche qualche minuto mi prese e mi portò sopra in una delle stanze. Voleva 'divertirsi' con me. Non volevo farlo così. Io cercav-"
"Ti prego, dammi un attimo." lo interruppe il biondo chiudendo gli occhi, e prendendo dei lunghi respiri per fare entrare l'aria nei polmoni.
Annuì aprendo di nuovo gli occhi e spronando con lo sguardo a finire la storia, che lui sapeva già, però sentirla raccontare dalla vittima era un altro conto.
"Beh, te la faccio corta. Stavo per arrendermi quando abbiamo sentito le sirene della polizia e lui è scappato. Credo che uno dei vicino abbia chiamato la polizia per la musica troppo alta. Beh, tutto questo è stato ripreso e messo su facebook e da quel momento tutti hanno cominciato a prendermi in giro... per primo Kraven."
Igor era ad occhi chiusi. Respirava affannosamente e lo strinse forte al suo petto, "Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace..." cantilenando sul suo collo.
"Non fa niente. Non ce l'ho con loro, sono solo degli ignoranti. E poi, ci sei tu adesso, no?"
Igor sospirò e ancora non del tutto convinto annuì mormorando un "Già".
Restarono abbracciati sul letto e Igor iniziò ad aprire la bocca quando la suoneria del telefono di Oskar lo bloccò.
"È mio padre."
Il biondo annuì e "Ti riporto a casa. Gli avevo promesso che saresti stato a casa presto."
Il fanboy alzò gli occhi al cielo, "Sono solo le undici", lo seguì nel corridoio e poi in macchina.
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Hey, ciao!
Sono 3766 parole, amatemi! Credo che i capitoli saranno sempre su per giù sulle 2000/3000 parole perché ho deciso di unire il sequel che volevo fare in un unico libro, e per questo devo allungare i capitoli per diminuirli.
Spero non vi dispiaccia.
Commentate perché mi fate sentire amata, e se mi sento amata scrivo più veloce e meglio.
Al prossimo capitolo,
BB
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