Capitolo 13
Febbraio era stato cambiato in marzo in tutti i calendari della città di Mayflower.
Si sentiva nell’aria la primavera e la fine della scuola sempre più vicina. Tre mesi non erano nulla in confronto a tutto l’anno.
Igor era sempre più amico di Oskar e ogni volta che lo guardava ridere mettendo la mano delicata sulla bocca rosea, o quando si estraniava dal mondo con un nuovo libro e poi lo chiamava per ‘sclerare’- perché sì gli amici fanno questo- provava delle strane emozioni nello stomaco quasi come quando stava per combattere.
Lui ascoltava i suoi monologhi su quanto fosse bella la storia d’amore e l’avvincente saga e Oskar lo sorreggeva nei momenti di sconforto o quando stava per perdere un match legale.
Sì, il russo aveva avuto un match molto importante e nessuno della sua famiglia lo sapeva tranne sua madre che aveva dovuto firmare qualcosa.
E sua nonna in Russia. E Oskar il quale si era ritrovato in mezzo a una folla di uomini, donne, genitori a tifare -non molto silenziosamente- per il suo studente.
Igor non ne sapeva nulla. Glielo aveva solo accennato di sfuggita in una delle loro serate (finto-)studio e boom! Era lì, lì per lui.
Si dava un po’ il coglione comparandosi a Rocky Balboa, il quale appena vedeva Adriana ritrovava la forza. Lui appena aveva sentito la sua voce si era voltato per controllare. Si era beccato un pugno sullo zigomo ma almeno aveva visto la sua forza sugli spalti a tifare per lui con le mani sugli occhi e le dita aperte.
Oskar lo faceva per Igor, lo voleva vedere sorridere orgoglioso di sé stesso e felice. Lo sentiva nell’anima e nella felicità che esplodeva ogni volta ai suoi piccoli gesti, per esempio un braccio sulla sua spalla o lo sguardo da ‘adesso ti squarto’ verso chi gli rideva ancora contro o la sedia a mensa postata o prendeva tutti e due i loro vassoi.
Lo stava trattando come… quasi un fidanzato e non poteva continuare così, no decisamente non poteva perché Oskar aveva una cotta per il russo che, però si stava trasformando in qualcosa che aveva letto solo nei suoi libri. Si stava trasformando ogni giorno di più in qualcosa che non avrebbe potuto controllare in un nessun modo al mondo e ne era sicuro, gli avrebbe fatto male.
Si trovava sempre di più a fissare le labbra carnose del biondo mentre gli raccontava la sua infanzia in Russia, di come la nonna gli faceva bere col latte un po’ di vodka per proteggerlo dal freddo e di come fosse l’unica persona insieme al nonno ormai morto a volergli veramente bene. Aveva l’istinto di salire su una sedia e sporgersi per baciarlo come se fosse il suo ultimo respiro e quello fosse l’unico modo per riprendere aria.
Poi, si dava dell’idiota. Igor era etero, fino al midollo anche se non lo aveva mai visto fissare il petto di una ragazza o il sedere fasciato da una gonna e poi aveva scoperto che tutte le voci su di lui e le sue scopate erano false.
Tutto ciò che circolava su Igor era falso, forse solo che fosse russo e che il suo soprannome fosse Seth era vero, ma il resto? Nulla di nulla.
Le sigarette erano false. Si ricordava ancora il giorno in cui aveva chiesto il perché non andasse mai a fare una pausa-sigaretta. La risposta semplice e concisa “Io non fumo, mi rovinerebbe i polmoni e mi servono.” Certo, poi si era imbarazzato da solo con quel “Per fortuna, a me non piace l’odore di fumo mi fa venire un mal di testa atroce.”
Oskar arrossì sotto lo sguardo ghiaccio di Igor e tossì due, tre volte per smorzare il suo imbarazzo. Igor lo aveva beccato a fissarlo.
“Ho qualcosa sul viso?” chiese accarezzandosi le guance per togliere quel qualcosa ma non trovando niente.
“Non hai nulla, tranquillo.” tornò a guardare la televisione o almeno a far finta di farlo.
Le loro giornate sui libri erano diminuite sempre di più e passavano il loro tempo a scherzare, a parlare di tutto o restavano in silenzio uno di fianco all’altro a pensare a qualunque cosa per poi ridere rompendo il momento.
Oskar per passare ancora più tempo con Igor lo andava a vedere allenarsi e mentre lui saltava alla corda, o allenava anche i gomiti, gambe e ginocchia -per non riscontrare problemi alle leve articolari come ogni pugile- lo interrogava sulla lezione per il giorno dopo. Igor era felice di questo, era felice di avere il corvino al suo fianco lo faceva sentire ben accetto in qualche modo.
“Qual è il tuo film preferito?” se ne uscì il biondo continuando a fissare le immagini in televisione e allungò un braccio sullo schienale del divano mentre con l’altro teneva il bicchiere col succo di frutta.
“Ehm, credo che sia- una pausa - Ricatto d’amore. È una storia d’amore così bella ma troppo divertente allo stesso tempo, e poi la nonna? È un MI-TO.” rise e portò la mano sulla bocca, chiuse gli occhi perdendosi l’espressione di dolcezza sul viso del pugile.
“Non l’ho mai visto.”
Il fanboy non se ne stupì. Avevano dei gusti molto diversi in fatto di tutto: musica, libri, film, cibo…
“Sai cosa dovremmo fare?- aspettò lo scuotere della testa del suo ‘tutor’- Dovremmo fare una lista con tutti i film che dovremmo vedere e poi vederli il weekend a casa tua e quando non ci sono i miei anche da me.”
Il ragazzo dagli occhi grigi ci pensò su. Era una bella idea, gli piaceva decisamente. Sarebbe stato divertente e già si immaginava le risate, i pianti e i silenzi di riflessione subito dopo i titoli di coda. Già, sarebbe stato veramente fantastico se non avesse dovuto rimanere lontano dal più grande per cercare di smorzare i suoi sentimenti.
“Okay!” rispose mentre il suo cervello si prendeva a schiaffi e il suo cuore batteva sempre più veloce alla vista del sorriso luminoso e bianco dell’altro.
“Grande, la scriviamo adesso?”
“C-cosa?”
Igor lo osservò confuso prima di scoppiare a ridere con la sua voce roca e piegandosi in due. “La lista! E dovresti essere tu il corvonero fra noi due?”
Il più piccolo sbuffò mettendo su un broncio degno di un bambino di cinque anni fatto sparire subito da una carezza dell’altro. “Oh, sta’ zitto stupido Serpeverde.” borbottò.
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