/bi•po•la•rì•ʃmo/

pl. -i

1. sistema o assetto politico o di potere i cui elementi costitutivi (stati, partiti, organizzazioni ecc.) si aggregano in blocchi contrapposti intorno a due elementi guida: il bipolarismo russo-americano, quello che ha caratterizzato la politica internazionale dal secondo dopoguerra fino alla fine degli anni Ottanta del Novecento

2. (psich.) disturbo mentale caratterizzato dall’alternanza di fasi depressive (malinconia, apatia, indolenza, inattività ecc.) e fasi maniacali (esaltazione euforica, iperattività, irritabilità ecc.)

Etimologia: ← deriv. di bipolare.

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A volte mi ritrovo ad osservare il mondo che mi circonda in modo meticoloso e benefico: colgo quell'attimo breve e fuggente di felicità racchiusa nei piccoli momenti di gioia, i sorrisi di una persona cara e il realizzarsi di un obiettivo che ormai da tempo inseguivi.

Tutto sembra andare per il verso giusto, è quasi perfetto.

Eppure basta una sola parola, una foto, o ancora, una canzone, per far riaffiorare in te i ricordi più spiacevoli e tristi che, in questo modo, si fanno spazio tra i pensieri allegri e lieti di cui la tua mente godeva un momento prima.

Così facendo ti ritrovi nuovamente con i piedi per terra ad osservare la realtà esattamente per com'è: incerta e completamente insensibile.

E non ci puoi fare niente, devi accettarla per come viene.

Solo allora potrai affrontare con audacia questo mondo di maschere e cattiverie.

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//Spazio autrice
Cambiate spesso umore?
- Eh sì...