/a•pa•tì•a/

Etimologia: ← dal lat. apathīa(m), che è dal gr. apátheia ‘assenza di passioni’.

1. stato di indifferenza verso il mondo circostante, caratterizzato da mancanza di sentimenti e di volontà di azione:vivere, cadere nell’apatia

2. (filos.) nella morale stoica, l’ideale della serenità dell’anima ottenuta con la liberazione dalle passioni e mantenuta con l’esercizio della virtù.

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Ogni giorno mi sveglio apparentemente serena e riposata nei secondi mattutini più belli dell'intera giornata. Mi ci vogliono solo pochi minuti per realizzare tutti i problemi e le ansie della mia "felice" esistenza che dovrò affrontare di lì a poco.

Il fatto è che dopo un po' ti ci abitui...cominci a vivere in un mondo irreale, malato e paurosamente malinconico: quello della tua mente che non fa altro che sprecare le proprie energie a pensare e ripensare a quanto sia inutile lottare per qualcosa che già sai non riuscirai mai a raggiungere, e non perché non sei capace ma perché sei stufa di tutto. Stufa delle ingiustizie, stufa dei coglioni che vedi in giro, stufa di tutte le cazzate sull'amore eterno che non è mai esistito.

Così inizi a pensare che non ne vale la pena e inevitabilmente ti ritrovi in uno stato di apatia...disinteresse per qualsiasi cosa o persona, perdita della fiducia in se stessi e l'unica cosa che si riesce a fare è andare avanti.
Si prosegue la propria vita in prospetto di un futuro migliore che pare non arrivare mai, con la convinzione di meritare di meglio.

Questa è la vita: una salda speranza nel pervenire all'apice della felicità e della soddisfazione che nel tuo subconscio sai già che difficilmente tu possa raggiungere. Ma dopotutto...la speranza è l'ultima a morire, no?

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//Spazio autrice
Questo testo l'ho scritto un po' di tempo fa ma è uno dei miei preferiti perciò ho deciso di postarlo per primo.
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