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3- Lui è un mostro

Quando ci avviciniamo agli altri noto Resie ancora intento a raccontare qualcosa sulla pace e Ermes ascoltarlo con un sorriso. Mentre Blivius annoiato si appoggia all'albero e vedo esattamente i suoi occhi ricadere su Isabel. La ragazza per cui ha una cotta da circa un anno. Be' come dargli torto.

Isabel Watson è la ragazza più dolce che io abbia mai conosciuto, è simpatica ma anche molto timida e riservata. Ha un carattere favoloso e il suo aspetto fisico è altrettanto fantastico. Capelli lunghi e neri, occhi azzurri e profondi e un sorriso dolce sempre pronto sul viso.

Lei notando gli occhi di Blivius che la fissano si avvicina a noi e ci saluta «Ciao» io ricambio mentre il mio amico balbetta cose senza senso.

«Allyson come stai?» si ferma al mio fianco e iniziamo a parlare del più e del meno. Mi racconta che anche quest'anno proverà ad entrare nelle cheerleader. L'anno scorso dopo averle dato la divisa lei ha rifiutato di entrare, le minigonne non fanno per lei. Ma purtroppo quella è la loro divisa.

«Come conti di fare quest'anno?» le chiedo curiosa. Il problema sarà sempre lo stesso.

«Se verrò presa non farò polemiche, lo prometto» si appoggia una mano sul petto e io sorrido.

Dopo aver parlato un altro po' ci saluta e va via, Bliv ovviamente le guarda il culo ed io gli do una gomitata «Contieniti» vorrei ridere ma provo ad essere seria.

«Non è colpa mia, lei potrebbe indossare abiti più larghi» si giustifica e si scosta dall'albero «Andiamo bro?» mi chiede.

Annuisco e guardo Resie sperando si muova, Bliv lo strattona con un braccio e lui si risveglia dalla sua conversazione con Ermes. Erano così concentrati che non hanno fatto caso neanche a Isabel.

«Allora ci vediamo questa sera?» chiede Ermes a Resie. Il biondino annuisce energico «Verranno anche Aly e Blivius» conferma senza neanche chiederci il permesso. Ma andiamo dove?

Distratta nel fulminare Resie con uno sguardo non faccio caso a Ermes e alle sue mani che si appoggiano sui miei fianchi, quando lo ritrovo ad un passo da me sobbalzo sorpresa «A stasera Allyson» la sua voce esce bassa e le sue labbra si poggiano sulla mia guancia in un piccolo bacio umido. Balbetto e lo saluto con un cenno della mano mentre sento lo sguardo del moro bruciarmi la pelle.

🌷

Quando entro in casa con mia grande sorpresa la trovo molto più pulita del solito, il divano è in ordine, nessuna bottiglia vuota per terra e la puzza di alcol non invade le mie narici come suo solito.

Confusa appoggio lo zaino per terra e mi dirigo in cucina, dove trovo mio padre seduto su uno sgabello con un piatto di pasta davanti. Al rumore dei miei passi si volta a fissarmi «Com'è andata a scuola?» chiede premuroso.

Sono confusa, non capisco. «Ehm... Bene, grazie» la mia voce è bassa come ogni volta che mi ritrovo a parlare con lui. Lo vedo annuire e poi si alza «Ho preparato da mangiare» dice riempiendo un piatto per me. Istintivamente sorrido e mi siedo con lui mentre entrambi finiamo i nostri rispettivi piatti in totale silenzio.

Dopo aver pulito il tavolo, aver messo a fare la lavastoviglie e aver lavato i fornelli mi appoggio al bancone, mio padre è ancora seduto al suo posto e i suoi occhi sono puntati su di me, a dire il vero hanno seguito ogni mio minimo movimento.

«Io devo uscire un attimo» si alza ma prima di andarsene punta di nuovo il suo sguardo su di me. «A più tardi» non ricambio il saluto perché so dove sta andando.

La porta di casa si chiude e io mi dirigo in salone, prendo lo zaino e salgo di sopra chiudendomi in camera mia. Decido di studiare un po', anche se siamo solo all'inizio dell'anno ho già molti compiti da sbrigare.

Ma dopo due ore passate sui libri il mio cellulare mi distrae suonando in modo incessante, sullo schermo lampeggia il nome della pantera rosa e mi sento costretta a rispondere.

«Blivius» giocherello con la matita che ho tra le mani.

«Bro, verso le otto ti passo a prendere. Andiamo in un locale» ma perché i miei amici non mi chiedono mai se qualcosa mi vada bene o no? Fanno sempre di testa loro.

«Bliv potreste smetterla di decidere voi per me? E poi a quale locale dovremmo andare? Ma soprattutto andiamo chi?» lui dall'altro capo sbuffa ma decide di rispondere.

«Ricordi quando la settimana scorsa passammo fuori a quel locale infondo alla strada, dove abita Resie?»

«Sì, ricordo. Ma ricordo anche che non ci lasciarono entrare» dissero che bisognava avere dei biglietti.

«Già. Ermes ha dei biglietti in più e ha detto a Resie se avevamo voglia di andare. Ovviamente lui ha accettato anche per me e te.»

«Ma io non voglio andare» mi lamento come mio solito. So di essere una ragazza pesante ma non conosciamo davvero questo Ermes, anche se sembra un bravo ragazzo.

«Capisco -Bliv fa un sospiro- allora a stasera» riaggancia senza darmi il privilegio di contraddire.

Come una bambina sbuffo e appoggio il cellulare sulla scrivania. Sono le sei, quindi credo sia giusto andare a prepararmi. Metto a posto i libri e dopo aver preso la biancheria vado in bagno a fare una doccia.

Quando arrivo davanti allo specchio ci passo davanti il più velocemente possibile, odio il mio corpo, non perché io mi senta grassa ma per i segni che non decidono a sparire. Eppure è passata quasi una settimana da quella sera. Quando mi trovo sotto il getto d'acqua calda chiudo gli occhi provando a distrarmi, non voglio ricordare quello che è successo, fa male. Ma mi sorprendo di me stessa quando nella mia testa si materializza il viso del moro, i suoi occhi scuri che mi guardano e le sue labbra carnose, il modo in cui se le morde.

Basta Allyson, cosa diamine ti prende? Mi richiamo mentalmente e mi concentro sulla doccia.

Quando ritorno in camera, ho già asciugato i capelli e legati in una treccia di lato. Apro il grande cassettone bianco che ho in camera, alla destra del letto a due piazze e, prendo dei jeans scuri e una maglia a maniche corte ma ovviamente metto sopra una giacca di jeans. La sera il clima può sempre cambiare.

Una volta aver ammirato la mia figura allo specchio mi chiedo se il look che ho scelto sia adatto per quel locale e sono quasi tentata di cambiarmi, ma il cellulare che suona mi fa intuire che non ho più tempo.

Lo prendo e ci trovo un messaggio da Blivius: Dieci minuti e sono da te.

Lo ripongo nella tasca dei jeans e decido di aspettarlo di sotto, ma una volta che arrivo in salone me ne pento subito, una parte di me vorrebbe correre al piano di sopra nella speranza che lui non mi abbia vista, ma un'altra parte sa che sarà inutile.

Mio padre è in piedi davanti al televisore che trasmette il filmino del matrimonio dei miei genitori, guarda le immagini con viso disgustato e di tanto in tanto prende un sorso dalla bottiglia di whisky che ha in mano.

Non sapendo come comportarmi provo a superarlo per dirigermi in cucina, ma la sua mano mi afferra prontamente «Dove devi andare?» chiede squadrando la mia figura.

«Esco con Blivius e Resie» la mia voce trema e mi odio per questo. Perché mi mostro sempre così debole vicino a lui?!

«Perché esci sempre con quei due? Non hai amiche donne?» il suo sguardo è duro ed è fisso nei miei occhi.

«Sì, solo che... Mi trovo di più con loro due» balbetto insicura.

«Scommetto che già te li sei fatta tutti e due» è schifato dalla sua stessa affermazione ed io lo sono anche più di lui.

«Siamo solo amici» quasi grido, come si permette di insinuare certe cose?

«No, la verità è che sei una puttana. Proprio come tua madre» la presa sul mio braccio diventa più ferrea e so per certa che sta pensando alla mamma.

«Papà lasciami, mi stai facendo male» provo a dire in modo calmo ma su di lui ha l'effetto contrario, si rabbuia ancora di più. Lascia sì, il mio polso, ma mi afferra per le spalle e inizia a gridare «Non dirmi quello che devo fare, tu sei mia e con te faccio quello che mi pare» non ho neanche il tempo di assimilare le sue parole che sento la mia guancia bruciare. Mi ha dato uno schiaffo, così forte che mi ritrovo a barcollare. Appoggio una mano lì dove sento pulsare e le lacrime pronte escono dai miei occhi come una cascata.

Tremo e la paura mi invade, vorrei scappare di sopra ma so che anche se mi chiudo a chiave lui aprirà la porta, l'ha sempre fatto. Ma quando vedo che concentra la sua ira su altro provo ad avvicinarmi alla porta e nel vedere l'auto di Blivius parcheggiare nel mio vialetto lo ringrazio mentalmente. Almeno per qualche ora starò lontana da quel mostro.

🚀🚀🚀

SCIAO!

Allora care lettrici ecco a voi il terzo capitolo di questa specie di libro. Spero solo vi piaccia.

In questo capitolo abbiamo capito più o meno cosa passa Allyson con suo padre. Mark Sparkle dopo che sua moglie l'ha lasciato è peggiorato ancora di più sfogando la sua frustrazione su Allyson.

Sono consapevole che il capitolo non sia bellissimo, ma io ci sto mettendo davvero tutta me stessa e spero vi stia piacendo almeno un po'.

Ripeto che questa storia per me è importante, forse per il messaggio che tratta e spero solo di riuscire a spiegare bene ogni cosa.

Come sempre vi ringrazio perché siete qui, grazie per i like e per i commenti, siete speciali e non smetterò mai di dirlo. Quindi grazie di tutto.

Instagram: iamsaravincenti

I love you girls❤

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