10 maggio 2010

H. 09:00

È stata la prima volta che ci siamo incontrati.

I tuoi occhi verdi screziati di marrone, come una foresta in pieno autunno, mi hanno guardato.

Hanno guardato ME.

Nessuno lo aveva mai fatto.

Io sono quello invisibile.

Quello inutile.

Quello che non conta.

Ma tu...

Tu mi hai sorriso quando ti ho portato il caffè.

Macchiato.

Con panna e zucchero.

È scolpito nella mia mente.

Come te, del resto.

Il tuo viso a cuore spruzzato di bellissime lentiggini.

55.

Le ho contate.

I tuoi splendidi ed indomabili capelli rosso fuoco.

Ogni giorno tenti di domarli.

E ogni giorno fallisci.

Da sempre sogno le mie dita che si perdono in quella riccia massa ramata.

I tuoi occhi splendenti di desiderio che si perdono nei miei.

Le tue flessuose e chilometriche gambe allacciate ai miei fianchi mentre sprofondo con gioia dentro di te.

Credevo che le cose tra noi andassero a meraviglia quindi...

Perché?

Perché non mi hai più guardato?

Perché non mi hai più sorriso?

Ogni giorno i miei occhi t'investivano di adorazione.

Ogni giorno respiravo solo per venerarti.

Ma tu...

Tu eri sfuggente.

Lontana.

Fredda.

Quando mi vedevi ti allontanavi.

Scappavi lontano da me.

Percepivo ondate di terrore che uscivano dal tuo sinuoso corpo.

Perché?

Io ti ho amato...

Immensamente...

Ogni mio respiro era per te...

E tu...

Hai buttato tutto al vento.

Come se fosse spazzatura.

Ora basta.

Sei di fronte a me, i grandi occhi verdi con sfumature marroni sono sgranati.

Scioccati.

Non ti aspettavi questo.

Tua sorella è appena uscita e starà fuori per ore.

Sei tutta per me.

Quasi vedo il martellare furioso del tuo cuore.

《Finalmente.》

Un brivido ti corre sulla pelle.

Ti piace la mia voce...

Ma è troppo tardi...

Troppo tardi per rimediare alla tua indifferenza.

《Ora sei mia.》

Passo un dito sulla lama del mio coltello preferito e ti scruto.

Sondo le tue verdi profondità.

Pian piano la consapevolezza raggiunge i tuoi confusi occhi e le tue bellissime gambe, fasciate dai jeans, scattano.

Troppo lentamente...

Allungo un braccio e ti afferro per i capelli, tenuti a bada da un elastico blu.

Strattono forte e tu rovini a terra.

Tenti di allontanarti strisciando.

Divertente...

Le tue curatissime e sexy unghie, laccate di rosso passione, sono scheggiate.

Rotte.

Insanguinate.

Una risata mi sgorga dal profondo del cuore.

Rabbrividisci.

E allora rido.

Rido di più.

Rido più forte.

Le mie mani si muovono di loro volontà e ti colpiscono.

Una.

Due.

Tre volte.

Si sente uno strano rumore.

La tua mascella.

I tuoi occhi...

Sono così belli...

Ogni volta che la lama affonda nelle dolci profondità del tuo corpo il verde dei tuoi occhi lascia spazio al marrone.

Adorabile...

Sei splendida...

Quando i tuoi occhi si spengono lavo il coltello.

Ci tengo.

È mio compagno da una vita.

Ti guardo dall'alto.

Sei così bella...

Perfetta...

Ti prendo in braccio e ti porto con me.

Voglio farti conoscere le altre.