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•chapter 5•

≪Oh per Giove!≫ dice sbigottita una voce femminile e familiare. ≪Signorini Geruss, dovete alzarvi! ≫ continua dandoci uno scossone per svegliarci.

Faccio un piccolo gemito di disprezzo e cerco di alzarmi, tenendo ancora gli occhi chiusi, ma due braccia muscolose mi tengono stretta, spingendomi ancora di più verso un addome scolpito.

Sobbalzo leggermente ed apro gli occhi, al mio fianco c'è Nicholas che dorme beato sul mio letto.

Faccio un piccolo sospiro di sollievo, se fosse stato un ladro o un rapitore non avrei avuto modo di difendermi e non ci starebbe stato nessuno per difendermi, sono parti tutti.

Mamma e papà sono partiti per un viaggio d'affari, Cassandra è con Arnold da qualche parte a sbaciucchiarsi e Andrew è con Allegra in vacanza.

Cerco di divincolarmi nuovamente dalla sua presa, ma non ci riesco, mi tiene in una morsa fatale. Se non smetterà di stringere non riuscirò più a respirare, inoltre il suo corpo emana un calore allucinante, per colpa sua sto sudando abbastanza.

I suoi capelli biondi sono scompigliati sul mio cuscino blu con gli unicorni, i suoi lineamenti sono meno rigidi del solito, sembra quasi rilassato.

È completamente denudato per quanto riguarda la parte superiore, solo dalla vita in giù, è coperto dalla trapunta blu.

Le sue braccia muscolose e tatuate sono strette intorno alla mia stretta vita,  il suo 'abbraccio' non mi infastidisce più di tanto, anzi mi sento protetta e ben voluta, ma arriverò tardi a scuola.

Decido però di passare la mia mano sul suo petto nudo ed anch'esso è dipinto da strani disegni, mi soffermo su uno di quelli: una piccola rosa, i petali rossi erano in contrasto con la sua pelle cadaverica, il verde smeraldo del gambo e delle foglie si abbina perfettamente alle spine color verde scuro, quasi nero, il tutto incorniciato da una frase scritta con una calligrafia elegante:

'Theresa belong to me and I belong to her'

Mio Dio, le cose sono due o ha una fidanzata di nome Theresa o il tatuaggio è per me.

La prima tesi è da scartare, è un donnaiolo, per anni ho cercato di fargli mettere la testa apposto, ma nulla.

Sospiro leggermente, l'avrà fatto per me?

Se sì, perché mai l'ha fatto?

Sono stata uno sbaglio e tutto quello che è successo è causa mia...

È morta per colpa mia.

Abbasso lo sguardo, magari ha un cagnolino con quel nome, cerco di sorridere e lo allontanarlo da me.

≪SIGNORINA PER GIOVE≫ urla ancora quella voce ≪se vostra madre vi vedesse qui vi ucciderebbe! Si alzi su!≫ mi giro ed annuisco, è Benjide che con una mano mi incita ad alzarmi e mi guarda con uno sguardo afflitto sul volto.

Prima di andarsene fa un cenno col capo e se ne va, alzo gli occhi al cielo.

Se questo buffalo si staccasse!

Guardò il suo viso e cerco di non ridere, ha stampato un ghigno su quelle labbra rosee.

≪Diamine, ti scolli, lo so che sei sveglio≫ gli tiro uno schiaffetto sul braccio irritata ed alzo gli occhi al cielo, nuovamente.

Sento il risolino uscire dalle sue labbra carnose e la presa su di me aumento, mi strinse in un abbraccio.

≪Perché hai tatuata quella frase?≫  dico guardandolo negli occhi e lui alza un sopracciglio. ≪La rosa e la frase≫ gesticolo ed alzo gli occhi.

Prima si tatua le cose e poi non si ricorda nemmeno ciò che ha scritto sul corpo.

≪Ah, ti piace?≫ dice sorridente, mi lascia  e mi da una sensazione di vuoto, sta volta sono io ad alzare un sopracciglio.
≪Chi è Theresa?≫ si siede sul letto passandomi una mano nei capelli e mi guarda storto.
≪Certe volte non so come tu faccia ad avere voti così alti.≫ dice arrogante e mi scompiglia i capelli, più di quanto non siano già. ≪ Qual è il tuo primo nome?≫ lo guardo dall'alto verso il basso a bocca aperta.

L'ha fatto per me? Allora mi vuole bene, sono veramente importante per lui!

Non so cosa dire, nessuno ha mai fatto questo per me!

≪I-io...non so cosa dire, ma lo adoro≫ dico catapultandomi nelle sue braccia dandogli tantissimi baci sul viso e lui ride come un bambino.

≪Sei la mia piccola bambina≫ mi culla tra le sue braccia e mi bacia i capelli  ≪non permetterò mai che ti accada nulla di male.≫ mi stampa un altro bacio sulla guancia e sorrido come una stupida.
≪quindi tu m-mi vuoi bene?≫ chiedo insicura guardandolo negli occhi.

Le sue irridi sono azzurro ghiaccio che solo guardandole ti ricordano un prato innevato e che ti fanno venire i brividi, così chiare da confondersi quasi pienamente con la sclera.
Il suo sguardo è dolce e premuroso, mi accarezza dolcemente la guancia destra.

Il suo tocco mi provava un brivido che mi percorre tutta la spina dorsale e mi si accappona la pelle.

≪certo che ti voglio bene≫ mi dà un bacino sul naso ≪ sei la mia sorellina preferita.≫ dice dolcemente aggiustando dietro l'orecchio, una mia ciocca cioccolato, cadutami davanti al mio viso.

≪sono la tua unica sorella minore, è normale≫ sbuffo e lui alza gli occhi al cielo.
≪va bene sei la mia sorella preferita, adesso?≫ annuisco contenta
≪quindi preferisci me a Cassandra?≫ arriccio il naso pronunciando il suo nome.

Sarebbe il primo a pensarlo, arrossisco al pensiero che qualcuno preferisse me a lei.

≪Mh non lo so, sai Cassie è così...≫ abbassò lo sguardo.

Cosa potevo aspettarmi, lei è Cassandra, alzo le spalle sconfitta.

≪... Così noiosa, saccente ed egocentrica, è normale che voglia più bene a te ≫ dice ridendo.

Alzo lo sguardo, i suoi occhi brillano e per la seconda nello spazio di 10 minuti mi scaravento su di lui abbracciandolo.
≪anch'io ti voglio bene≫ dico arruffandogli i capelli.
≪adesso vai a lavarti che è tardi≫ dice dandomi un ultimo bacio sul naso alzandosi.
≪cos'hai voluto dire? Puzzo?≫ dico sedendomi, lo guardando in cagnesco e metto le mani sui fianchi, ma subito dopo scoppio a ridere.

≪sì≫ prende la maglia del pigiama e se la infila. Era solo in boxer, Dio che imbarazzo, arrossisco di colpo. ≪puzzi di cocco e vaniglia.≫ gli faccio la linguaccia ≪smettila di arrossire per ogni cosa, sarò anche un figo pazzesco, ma sono tuo fratello!≫ dice per poi chiudere la porta dietro di se.

≪Che arrogante!≫ Tiro un cuscino verso la porta.

Guardo l'orario 7:40 a.m., perdincibacco è tardi!

Lancio i vestiti e l'intimo dove viene, catapultandomi nella doccia dove sto meno di 10 minuti, rinfrescandomi.

Mi do un strigliata veloce e come una furia indosso tutto il vestiario, indosso una scarpa, ma l'altra non riesco a trovarla.

Diamine dove sarà?!

Cerco ovunque, sotto il letto, vicino al l'armadio, nella scarpiera,ma niente, si è volatilizzata! Poi la vedo vicino alla specchio e mi maledico mentalmente per la mia sbadataggine.

Ho preso già troppo tempo, dico a me stessa.

La prendo e la infilo camminando, ma non prestando molta attenzione a dove metti i piedi e grazie alla mia grande goffaggine inciampo miseramente.

Mi sento indolenzita, il ginocchio mi fa un male cane, lo esamino, ma non ho nessun graffio così tento nuovamente di rimettere la scarpa, questa volta con successo.

Prendo lo zaino viola, infilo: libri, quaderni, borsellino e diario; sono finalmente pronta.

Quando sto per uscire mi ricordo di una cosa: i capelli.
Dio sembrerò un istrice in calore o un panda che sta partorendo, penso colpendomi la fronte e getto tutto a terra, corro verso il bagno.

Il mio riflesso è orribile, come ogni mattina d'altronde, aggiusto il cespuglio in qualche modo e metto un leggero velo di fondotinta per migliorare, per quanto possibile, il mio aspetto.

Come tocco finale, metto un po' del mio profumo preferito al cocco e vaniglia, 'soddisfatta' ri-prendo la cartella e scendo al piano inferiore.

Vado in cucina ed ad aspettarmi c'era solo Nicolas, come già mi aspettavo, appoggio a terra il mio zaino e mi siedo al mio posto, accanto a lui. Tutto era già servito ed emanava un odore splendido, prendo la forchetta e guardo un punto indecifrabile del tavolo.

Se ci fosse stata mia madre, per questo immenso ritardo mi avrebbe punito per bene, scuoto le spalle per cancellare i ricordi.

≪sbrigati a mangiare, che oggi ti porto io a scuola.≫ dice baciandomi la guancia

Annuisco, non mi ero accorta di essermi incantata e procedo col mangiare, ma mentre ingoiavo il terzo boccone ripensai a quello che aveva appena detto e per poco non mi strozzai.

oggi ti porto io a scuola.

Lui lo nota e mi da piccoli colpetti sulla schiena, ≪tutto bene?≫ chiede preoccupato ed io scuoto la testa in segno negativo.

≪Sarai tu ad accompagnarmi a scuola?≫ dico sgranando gli occhi e lui da una faccia impaurita passa ad una arrabbiata ed offesa.
≪ancora con questa stupida storia≫ dice sbuffando e tornando ad ingozzarsi ≪sono un ottimo guidatore!≫ continua parlando col cibo in bocca ed io ingoio il groppo che ho in gola.

Mi è passato l'appetito, decido quindi di prende le medicine.

Sto pregando tutti gli dei che conosco, spero solo che Tom o Alfred mi salvino da questo svalvolato e mi accompagnino loro a scuola.

≪andiamo su≫ tira dalla tasca del suo pantalone dolce&gabbana le chiavi della sua Lamborghini.

Morirò presto, penso tra me e me.

Raccolgo lo zaino da terra e riluttante lo seguo, cercando di non borbottare, arrivati al parcheggio, lui clicca un tasto e l'auto si illumina.

Davanti a me c'è una Lamborghini rossa fiammante con in sedili in pelle, sospiro e mi dirigo verso il sedile del passeggero.

Lui è alla mia sinistra, prende da un piccolo cassettino 'segreto' posto vicino alle lucine interne, un paio di Ray-Ban neri, li indossa, ingrana la marcia e parte a tutta velocità.

Non siamo molto distanti da casa nostra e già guida a 100km/h, decido di mettere la cintura di sicurezza e di continuare a pregare.

In meno di 10 minuti siamo davanti scuola, le gambe e le mani mi tremano, non riesco nemmeno a slacciare la ciuntara.

≪vedi, che non un grande alla guida, nessuno si è fatto male e non ho causato nessun incidente≫ si pavoneggia.
≪i-inf-infatti stavi solo per investire una povera vecchietta ed il suo cagnolino≫ dico ancora scossa.
≪mi hanno tagliato la strada non è stata colpa mia, sono sbucate all'improvviso!≫ dice spegnendo l'auto e mi slaccia la cintura.

≪A, AVEVANO VESTITI FLUO COME DIAMINE HAI FATTO A NON VEDERLE B, ERANO SULLE STRISCE TU HAI TAGLIATO LORO LA STRADA NON IL CONTRARIO C, ERA ROSSO DEFICIENZE≫ urlo irritata e gli tiro una scappelletto dietro la nuca.
≪okay, okay, l'importante è non aver investito Adam Levine≫ dice non curante e mi fa salire i nervi.

Prendo il mio stupido zaino e vado verso il mio edificio preferito, quello scolastico è qui che mi sento realmente a casa mia.

La mattinata scolastica passa in fretta e per mia fortuna è Alfred ad essere passo a prendermi, però non mi sta portando a casa, ma bensì in un locale esclusivo, è lì che mi aspetta Andrew.

Una volta arrivati, vieni ad aprirmi lo sportello ed io scendo ringraziandolo, davanti ai miei occhi c'è un lussuosissimo ristorante a 4 stelle, le Bellu.

Le pareti esterne sono di un rosso scuro ed è molto pittoresco come edificio, una grande insegna è appesa al muro, inoltre ha delle porte a vetri da cui si intravedono delle persone che mangiano, bevono e chiacchierano amabilmente, tutti lì dentro sprizzano eleganza da tutti pori.

All'ingresso c'è un ragazzo rossiccio,vestito di tutto punto che mi sorride e mi fa l'occhiolino. ≪La bellissima signorina Geruss≫ dice sorridente, arrossisco lievemente ed annuisco. ≪Mi segua su fratello la sta aspettando≫ mi apre la porta ed io gli faccio un cenno di ringraziamento e metto piede in quel bellissimo locale vengo invasa da un sapore delizioso, inizio a guardarmi intorno.

L'ambiente lussuoso e minimale del ristorante  è la cornice ideale per una voluttuosa esperienza gustativa negli aromi e sapori della cucina dello chef. Guardando alcuni piatti serviti ad alcuni clienti sono caratterizzati da armonie e contrasti, divertimento e ricerca estetica.  La carta dei vini è in mano al ragazzo di prima che me la porge, essa elenca le migliori annate, annovera più di 500 case accuratamente selezionate, oltre a una raffinata selezione di spumanti e champagne, alcuni liquori e etichette da intenditori.

Insieme ci dirigiamo verso un tavolo un più appartato dove mio fratello è seduto con una splendida ragazza, con la quale chiacchiera.

Ha dei riccioli castani scuro che le ricadono sulle spalle, due occhioni verdi che le incorniciano il viso candido e sembra arrossire leggermente. Ha una figura minuta, a differenza mia, è vestita in modo elegante, indossa un abito blu con lo scollo a cuore impreziosito da piccoli cristallo luccicanti.

Sono impiego davanti a loro, ma continuano il loro discorso senza degnarmi di uno sguardo, da quello che ho capito ascoltando la misteriosa ragazza di chiama Elsa, che nome insolito, mi ricorda Frozen.

≪ehm≫ tossisco per avere un po' di attenzione, ma nulla sono forse un fantasma? Decido di tossire un po' più forte, ma niente e sbuffo.

Picchietto la spalla di mio fratello e lui si gira, lei sembra alquanto irritata, tesoro è mio fratello non te lo mangio mica.

≪Ehi Theresa≫ dice raggiante mio fratello e timidamente sorrido anch'io. ≪Lei è Bethanne, la mia ragazza ≫ sbianco e lei cerca di sorridermi, ma ha uno sguardo di sfida

Allora chi cazzo è Elsa? Soprattutto il donnaiolo si è fidanzato?

≪E-ehm piacere Theresa, sono sua sorella minore≫ allungo una mano verso di lei, suo sorriso adesso è raggiante, avrà capito che sono solo sua sorella e non un 'pericolo'.

≪Piacere tutto mio, sono Bethanne, sono contenta di poterti finalmente conoscere, tuo fratello parla così tanto di te ≫ le sorrido a mia e ritraggo la mano per poi sedermi.

Il pranzo è stato lungo, loro due non fanno altro che parlare della loro storia, di come si sono conosciuti etc, non mi da fastidio, ma me l'hanno ripetuto per circa 5 volte. Non è male questa Bethanne, è abbastanza simpatica anche se sa più lei di me che io stessa, mi inquieta leggermente.

Vorrei tanto sbadigliare, ma odio le persone che sbadigliano e sembrerebbe scortese.

≪mi dispiace ≫ li interrompo sul loro discorso riguardante un nuovo caso che stavano seguendo ≪ma devo studiare e poi devo andare.. ≫ guardo Nick e lui capisce cosa intendo,annuendo ≪...in un posto.≫

Lei annuisce ≪Thessi, sai vai andando a casa, fai i compiti che poi ti raggiungo così alle 6 andiam- ≫ incomincia lui, ma lei lo blocca.
≪ma Nick, mi avevi promesso che mi avresti portato al lago ≫ piagnucola lei, stava per ribattere, ma io lo precedo.
≪non preoccuparti, mi accompagnerà Alfred e per qualsiasi cosa ti chiamerò≫ sorrido e li saluto, dando ciascuno un bacio sulla guancia.

Nick mi afferra prontamente per un polso ≪sicura, se vuoi-≫ dice premuroso, ma lo blocco e gli accarezzo dolcemente la guancia.
≪tranquillo, non succederà nulla.≫ dico contenta per lui e gli arruffo il ciuffo, odia quando lo faccio.

Almeno spero che non succederà nulla.

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