Monte Carlo (Seconda parte) cap.9
N.A. Scusate vi avevo promesso il capitolo ieri sera ma un forte mal di testa mi ha messo ko. Perciò eccomi qui ora col seguito di Monte Carlo,spero vi piaccia ci terrei tanto ad un vostro parere, bello e brutto che sia è ben accetto tutto,anche le critiche perchè aiutano a fare meglio,perciò vi prego scrivetemi che ne pensate. Un bacio grande e buona giornata.
"Non voglio provare ciò che provo
Non voglio sentire ciò che sento
Non voglio perdermi perchè so,
perderò la mia forte anima,
Se mai forte lo è stata.
Ora niente è più chiaro"
Josie si era specchiata ormai per la decima volta.
Era passata più di mezz'ora da quando aveva fatto la doccia e ancora non aveva deciso cosa mettersi.
Maggie dal canto suo era già in tiro e come al solito era fantastica con qualsiasi cosa avesse addosso, quella sera aveva un paio di jeans blue, un top nero, il suo caschetto scompigliato e un paio di stivali da urlo.
Maggie
Lei era ancora in mutande e reggiseno.
Appena Maggie entrò nella stanza, le disse esasperata: «Josie, sei ancora così? Qual'è il problema? Hai cento cose nell'armadio!»
Una Josie sconsolata si girò verso di lei:
«Non ho niente di adatto a questa sera... E poi come diavolo mi dovrei vestire...? Farà caldo? Manica corta, manica lunga, sbracciata...? Gonna? Vestito? Pantalone? E tu come diavolo fai sempre a sapere cosa mettere?!»
Detto ciò tutto d'un fiato, si buttò sul letto a pancia in su e affermò decisa: «Io non vengo.»
Maggie alzò gli occhi al cielo, sospirò e si girò verso sua sorella.
«Il problema non è cosa mettere, giusto?»
Dopo attimi di silenzio Josie rispose: «No, forse no.»
«Immaginavo... Forse il problema è l'ansia di non sapere se ci sarà o meno?»
Josie sospirò e cercò di trovare le parole giuste per spiegare cosa provava realmente: «Non lo so... non è solo quello. È che vorrei esser felice del fatto che Carlos mi abbia invitato senza continuare a desiderare che lo avesse fatto Charles. E odio me stessa nel pensare a tutto questo.»
A quel punto Maggie si alzò dal letto andò alla cabina armadio di Josie e scelse un jeans nero, un top di un rosso decisamente brillante e le decolté nere dal tacco spudoratamente pericoloso, tornò dalla sorellina e le appoggiò tutto sul letto e con tono deciso comandò: «Alzati e vestiti. Abbiamo un invito ad una serata apparentemente fantastica. Al diavolo le tue paturnie sui ragazzi. Andremo lì, ci ubriacheremo e ci divertiremo perché ce lo meritiamo! Abbiamo avuto un weekend ricco di soddisfazioni, non ci lasceremo rovinare tutto dal genere maschile in generale.»
Josie si sedette sul letto continuando a guardare la sorella la quale le puntò un dito sul petto e continuò: «Metti via ogni ansia e cerca di divertirti, sono loro che si dovrebbero scervellare per catturare te!»
Josie non disse niente, si alzò e guardò gli abiti che aveva scelto Maggie: aveva davvero un talento naturale per combinare un outfit, lei aveva guardato tra i suoi abiti cento volte senza trovare niente che la soddisfacesse ed ora che li vedeva lì davanti ai suoi occhi pensava che fossero assolutamente perfetti.
Dopo quarantacinque minuti buoni, riuscì a vestirsi, pettinarsi e truccarsi.
Maggie era sul divano che l'aspettava e mentre la raggiungeva le arrivo una notifica sul telefono. Un messaggio.
Da: Carlos F1
Ehi, noi andiamo, ci vediamo là.
Siete nella lista sotto il nome "CHERIE".
Tavolo FORMULA 1
Josie sorrise al messaggio, pensando che, nonostante ciò che aveva confessato a Maggie precedentemente, era particolarmente incuriosita da Carlos, lui era comunque un ragazzo davvero piacevole.
Rispose veloce al messaggio e avvertì Maggie di essere pronta ad andare.
Da: Josie
Ok, grazie. Ci vediamo tra un po'.
Prima che Maggie aprisse la porta per uscire di casa, Josie le chiese con voce un po' insicura: «Come sto?»
Maggie sorrise, «PERFETTA!»
*****
La musica era piacevole e la discoteca era stracolma.
Maggie e Josie vennero accompagnate al tavolo da uno dei camerieri in sala; una volta arrivate trovarono Carlos e Daniel già lì, che sorseggiavano un drink con altre persone che non conoscevano.
Per un attimo le sorelle si sentirono un po' in imbarazzo e rimasero leggermente distanti dal tavolo, ma quando Daniel si accorse della loro presenza, sfoggiò il miglior sorriso che aveva e coinvolse Carlos per incoraggiarle ad avvicinarsi e godersi la musica con loro.
Pochi minuti dopo la tensione era sparita del tutto.
Maggie aveva avviato una conversazione con Daniel mentre sorseggiava il suo cocktail tra una risata e l'altra, Josie invece era rimasta vicino a Carlos, il quale le aveva presentato gli altri ragazzi e le altre ragazze che erano lì presenti e tutto sommato poteva dire che si sentiva abbastanza a suo agio.
Erano tutti molto simpatici e alla mano, coinvolgendola nei loro discorsi e nelle loro risate, ma ogni tanto sentiva il bisogno di alzare la testa e guardarsi intorno per vedere se magri LUI c'era o fosse arrivato.
Ma neanche l'ombra del bel monegasco e con grande delusione ogni volta si riconcentrava sui presenti vicino a lei.
Carlos si accorse dei momentanei sguardi assenti della ragazza, aveva notato che qualcosa la impensieriva e preoccupato le si avvicinò all'orecchio e le chiese: «È tutto ok?»
Josie, allontanata dai suoi pensieri, si concentrò sulle sue labbra per poter capire meglio cosa lui le stesse domandando.
Alla sua domanda, poi, lo guardò e sorrise.
«Sì, certo!»
Forse lui si sbagliava, forse era solo un suo modo di essere, o magari aveva voglia di ballare, ma nessuno l'aveva ancora invitata.
Temeva che non sarebbe scesa in pista da sola, così le chiese: «Hai voglia di ballare?»
Lei rise di cuore a quella domanda, "Ballare?! IO?!", non era proprio in grado di ballare.
«Meglio che io non lo faccia, sono una pessima ballerina...»
Lui sorrise della sua reazione agitata, allora le chiese cosa davvero la preoccupasse.
«Cosa c'è realmente che non va? Ti vedo annoiata, non ti piace stare qui?»
«Nooo! Assolutamente! Scherzi?!», esclamò lei con tono decisamente convincente. «Sono davvero contenta che ci avete invitato!», e sorrise.
A Carlos piaceva davvero tanto il modo in cui sorrideva e aveva una gran voglia di parlare un po' da solo con lei, ma quello non era decisamente il posto adatto: la musica era davvero alta ed era quasi impossibile fare conversazione, anche se quella era un'ottima scusa per avvicinarsi a lei e sentire il suo profumo.
«Senti, perché non ci spostiamo un po' nell'atrio dov'è più tranquillo e magari possiamo parlare un po', che dici?»
Ma Josie non sentì le ultime parole pronunciate dallo spagnolo di fianco a lei, perché i suoi occhi rimasero catturati da una presenza aldilà del tavolo.
LUI.
Charles.
Era arrivato.
Dal nulla era comparso lì in tutto il suo splendore.
Indossava dei jeans bianchi ed una t-shirt dello stesso colore, la sua chioma scura era pettinata in su da un leggero strato di gel, così da rendergli libera la fronte, mettendo in evidenza il suo meraviglioso taglio di occhi, nonché il suo straordinario colore.
Salutava gli altri sorridendo, conquistandoli tutti con il suo carisma: era impossibile non farsi attrarre dalla sua presenza.
Era una visione nella penombra.
Ad un tratto alzò il viso e guardò nella sua direzione, bloccandosi la squadrò serio e poi le sorrise, un dolcissimo ma brevissimo sorriso.
Si voltò poi verso il ragazzo che era con lui quella domenica mattina, Andrea; si avvicinò a lui e gli disse qualcosa all'orecchio, il ragazzo annuì con la testa dopodiché il monegasco sparì tra il caos della folla.
Lei tornò in sé non appena Carlos ripeté il suo nome per l'ennesima volta.
«Josie... Josie!»
Lui era concentrato su di lei e il suo tono non era tra i più socievoli, Josie sperò non l'avesse sorpresa completamente in trans per l' adorazione e subito si scusò con lui.
«Scusami, io... Scusami davvero...»
Lui deluso mimò con le labbra un banalissimo: «Niente, lascia stare.»
"Si è forse accorto? Chissà cosa pensa ora?", pensò Josie in quell'istante.
In verità Sainz non si era accorto dell'arrivo di Charles perché lui era davvero rapito dalla presenza della ragazza, in realtà era deluso perché a quanto pareva lei non si sentiva con lui allo stesso modo di come lui si sentiva con lei.
Sarebbe stata un'impresa più difficile di quanto era sembrata all'inizio quella di poter catturare la sua attenzione, ma ciò che lei gli disse avvicinandosi per farsi sentire meglio, lo destò dai suoi pensieri.
«Carlos, perdonami, sono stati tre giorni davvero intensi e surreali, tutti voi siete sempre stati lontani anni luce dalla mia realtà... ho sempre ammirato il vostro mondo e sognavo di farne parte... ed ora eccomi qua in una discoteca circondata da persone che fino a due giorni fa erano solo nel mio televisore... e... e... niente, ogni tanto mi perdo!»
Non era stata del tutto sincera ovviamente, ma sperava con tutto il cuore che lui le credesse, non voleva essere scortese con una persona che era stata così gentile con lei.
Lo guardò speranzosa e lui dopo alcuni secondi di silenzio le sorrise e aprì la bocca per dire qualcosa, ma un agitato Verstappen col bicchiere in mano glielo impedì afferrandolo per un braccio e portandoselo dietro.
Lo allontanò da lei, sentì solo che lui le urlava: «Torno subito!»
Sorrise alla scena: erano dei piloti di gran classe, ma allo stesso tempo dei grandi bambinoni.
Fu allora, che due mani le si appoggiarono sui fianchi, e un soffio di alito caldo le accarezzò tutta la linea del collo fino alla spalla, portando ironiche parole: «Il top rosso è in onore della mia macchina?»
A Josie a quelle parole avvamparono le guance e lo stomaco le finì in gola, sapeva perfettamente chi fosse, il cuore prese un'aritmia del tutto sovrumana e dovette leggermente appoggiarsi al corpo di LUI per esser sicura di riuscire a restare in piedi, poi si girò di scatto e si trovò davanti Charles che le sorrideva.
Aveva ancora le sue grandi mani sui suoi fianchi e immediatamente lei si divincolò da quel contatto così meravigliosamente pericoloso, "Mi sta prendendo in giro, o cosa?", pensò.
«No, certo che no, è solo un caso!», esclamò lei infastidita e imbarazzata dalle sue parole, ma soprattutto dal modo in cui lui la faceva sentire "debole".
Charles sorrise ancora, divertito dal suo palese imbarazzo.
«Ma come siamo permalosi... Allora Sainz non ha perso tempo, sei venuta con lui?», disse Charles tutto d'un fiato, infastidito che il collega spagnolo non avesse perso tempo e stesse già muovendo le sue pedine.
Perché pensava questo? Non era mica una gara! No, assolutamente non lo era, sapeva perfettamente che doveva restare lontano dalla ragazza, e se l'era ripetuto all'infinito, ma semplicemente non ci riusciva.
Aveva deciso di accontentare Andrea e di partecipare alla serata.
Si era convinto che lo avrebbe distratto da tutto ciò che gli era successo in quei giorni e poi l'aveva vista, e come poteva non vederla?
Era... era perfetta!
Poi vide anche Carlos che stava decisamente invadendo il suo spazio personale dicendole qualcosa all'orecchio, allora agì d'istinto imponendo la sua presenza.
Ma il modo con cui i suoi occhi lo guardarono lo fece sentire stupido.
Lei era infastidita, aveva forse esagerato avvicinandosi così a lei?
Probabilmente la sua presenza non era gradita, in fondo lui l'aveva invitata ai box, ma lei non era andata: il messaggio era chiaro.
Eppure, quella mattina, per gran parte del tempo, erano stati bene mentre facevano colazione.
A distoglierlo dalle sue riflessioni fu la risposta di lei: «No, sono venuta con Maggie... è da qualche parte con Daniel adesso. Lui e Sainz ci hanno solo invitate...»
Josie, senza volerlo, cercò di far credere a Charles che non c'era alcun coinvolgimento tra lei e Carlos, ma si sentì subito in colpa, perché non era la verità; era proprio quello il motivo per cui il ferrarista le faceva così paura, la sua presenza la rendeva incapace di controllarsi facendo di lei una Josie completamente diversa.
Charles continuava a guardarla dritta negli occhi, poi le disse qualcosa, ma la musica era troppo alta e non riuscì a comprendere bene.
Percepì solo la parte finale: le parve di sentire "osso", così si avvicinò a lui e gli chiese di ripetere.
Charles alzò una mano per metterle la ciocca di capelli dietro l'orecchio e gli avvicinò la bocca, così vicino che poté sentire le sue labbra sfiorarlo.
«Stai bene vestita di rosso.»
Brividi le corsero per tutta la schiena, non tanto per ciò che aveva detto ma per come lo aveva detto; la sua voce era davvero profonda.
Lei alzò il viso verso di lui e si guardarono negli occhi per un breve istante, che però risultò l'istante più caldo e più intenso di tutta la serata, fino a quando l'arrivo di Carlos riportò tutto ad una temperatura accettabile, infatti lui quasi a voler ridimensionare tutta la situazione disse: «Leclerc, pensavamo tutti che non venissi dopo la delusione di oggi.»
Charles lo guardò con un sorriso amaro sulle labbra.
"Che STRONZO!", pensò, ma lo capiva, in fondo era lui che gli stava rompendo le uova nel paniere, perciò gli ribatté ironicamente: «I grandi sanno incassare e si rialzano subito... e poi questa discoteca mi piace molto!»
La sua risposta provocò una risata beffarda da parte del pilota spagnolo, il quale non spese altre parole per il monegasco ma bensì rivolse la sua attenzione a Josie, che si trovava tra i due senza ben capire realmente cose stesse succedendo lì.
«Allora andiamo a prendere un po' d'aria lontano da questa musica?»
Lei non era affatto sicura di voler rispondere di sì a quell'offerta, doveva ancora riprendersi dal momento appena vissuto con Charles, che le aveva fatto tremare le gambe, ma al tempo stesso non voleva deludere Carlos, che era stato così gentile con lei per tutta la sera.
Allora accettò di uscire un po' dal locale ed il pilota spagnolo le prese delicatamente una mano dicendole di seguirlo, lei però temporeggiò e si girò verso Charles che era lì in piedi, inerme, ad osservare la scena.
La sua espressione indecifrabile.
Gli sorrise e con il tono di voce più alto possibile per farsi sentire disse: «Grazie!», riferendosi al commento sul suo stare bene in rosso, e poi dolcemente aggiunse: «Ci vediamo... in giro?»
Voleva dire: "aspettami, ci vediamo dopo!", ma non lo fece, decise di rimanere sul vago, e non attese la sua risposta.
Si girò e seguì Carlos.
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