7 - Azaly
La sua ragazza.
La ragazza che Abel aveva amato e che aveva lasciato poco prima di venire qui. Possibile che proprio lei, ora, fosse così vicina a noi? Non mi stupiva che il mio angelo avesse sentito il bisogno di stare da solo.
«Il fatto è che non sono sicuro di aver visto bene» iniziò a spiegarmi. «So che anche lei è in questo mondo, dato che aveva iniziato a percepire il dolore del suo protetto appena prima della mia partenza, però sarebbe una strana coincidenza se fosse arrivata proprio in questa città. Per questo credo di sbagliarmi».
«Se è così... forse dovresti cercarla ancora un po', prima di arrenderti» mi costrinsi a consigliargli.
Mi sentivo incerta. Speravo per lui che la trovasse, ma ero anche più preoccupata che mai di perdere il nostro attuale rapporto.
Abel la pensava in tutt'altra maniera. «Non ne avrei motivo. Ci siamo lasciati e l'ho fatta soffrire, dovrei lasciarla in pace».
«Eppure vorresti incontrarla, non è vero?». Si capiva dall'espressione nostalgica con cui ancora guardava il vuoto.
«Già, se è qui vorrei vederla. Ma se era davvero lei e vuole rivedermi, di sicuro troverà un modo. Altrimenti non mi resta che rispettare la sua decisione».
Sospirai, sentendomi totalmente impotente. «Lei come si chiama?».
«Azaly». Pronunciò il suo nome con molta nostalgia.
Annuii in silenzio. La scelta era sua e l'avrei rispettata in ogni caso, mi augurai solo che non continuasse a sentirsi così giù a causa sua. E stavo anche per peggiorare le cose, perché dato che questa storia si sarebbe protratta a lungo, non potevo attendere che si risolvesse per parlargli della proposta di Chris. Dovevo farlo ora.
Feci un respiro di preparazione e cominciai. «Ehm, Abel... so che non è il momento migliore, ma devo parlarti».
Mi rivolse immediatamente la sua attenzione. «Certo. Cos'è successo?».
«Oggi Chris mi ha proposto una cosa».
All'improvviso non fui più così sicura di quello che stavo facendo. Forse avrei dovuto semplicemente rifiutare l'offerta senza dare ad Abel un'altra preoccupazione, ma ormai era tardi per tirarmi indietro.
«Mi ha chiesto di andare a vivere da lui» continuai con voce meno ferma.
Non mi rispose. Si limitò a fissarmi, immobile, senza mostrare alcuna emozione. Io, invece, mi sentivo sempre più in ansia.
«Tu che ne pensi?» continuai.
Mi rispose con un tono fin troppo pacato. «Dipende. Se credi che per te sia la cosa migliore, allora è una buona opportunità».
Mi stupì. Perché era così tranquillo? Credevo che si sarebbe opposto, e invece... possibile che non gli importasse nulla di cosa sarebbe accaduto al nostro rapporto?
«Davvero non hai nessuna opinione? Se andassi a vivere da lui non potremmo più stare insieme come ora!».
«Cosa ti aspetti che dica? Pensi davvero che non mi importi?». Il suo sguardo sembrava rimproverarmi. «Ma se questo è ciò che desideri, non ti chiederò di fare diversamente per me».
Dovetti incassare il colpo in silenzio. Ma certo, la sua non era indifferenza, stava solo cercando di non influenzarmi. E invece di apprezzare il suo altruismo... io lo stavo accusando.
«Scusami, hai ragione. Capisco che può sembrarti insensato che io vada a stare da lui» tentai di spiegarmi, «è solo che continuando a vivere da sola potrei scontrarmi con una miriade di questioni che non so gestire e...».
Abel mi ammutolì con il solo sguardo. Che brutta sensazione, non mi aveva mai guardata in quel modo. Sembrava arrabbiato ed enormemente deluso.
«Quindi stare con me è come stare da sola».
Sussultai. «Non intendevo questo, è che...» ...che cosa? Tutte le ragioni a cui avevo pensato fino a pochi minuti prima mi apparvero improvvisamente sciocche e infondate. Stavo bene con Abel, non avevo bisogno d'altro. Possibile che me ne rendessi conto solo ora?
«Fai come preferisci».
Non mi diede il tempo di parlare. Spiegò le ali e prese il volo, attraversando il soffitto in un istante e lasciandomi sola con il mio senso di colpa.
Lo avevo fatto arrabbiare.
Ben mi stava, come avevo potuto pensare di vivere con altre persone? Abel non meritava quelle parole, soprattutto mentre era preoccupato per la sua Azaly. E adesso sarebbe stato solo, chissà dove, a pensare che per me la sua presenza non contava nulla. Come avevo potuto parlare in modo così superficiale? Dovevo assolutamente scusarmi e chiarire la situazione.
Iniziai una lunga attesa. Abel non soffriva il freddo né tantomeno la fame, quindi avrebbe potuto non tornare anche fino all'indomani, se avesse voluto. Divenne buio e lui ancora non si vedeva, così passai l'intera serata ad aspettarlo in silenzio sul divano, mentre il tempo sembrava trascorrere sempre più lentamente. Verso mezzanotte mi sentii sopraffare dalla stanchezza e poco dopo, evidentemente, mi addormentai. Il mio ricordo successivo fu sotto le coperte del mio letto.
Impiegai diversi secondi per riconoscere il suono della mia sveglia e spegnerla. Ero sicura di aver aspettato Abel sul divano e proprio non mi risultava di essere sonnambula, perciò doveva avermi portata a letto lui stesso. Mi alzai in fretta per cercarlo e lo trovai in salone, seduto su una sedia a non fare nulla. Che mi stesse aspettando?
«Finalmente, è da un po' che quell'aggeggio suonava». Non sembrava più arrabbiato, che sollievo.
«Mi dispiace tanto, perdonami!» scoppiai senza nemmeno accorgermene. «Sono stata una stupida a pensare di vivere con Chris, da lui non potrei mai stare bene come sto qui con te». Che sciocca, avevo dovuto discutere con lui per rendermene conto.
Abel si alzò con un sospiro e si avvicinò a me, mentre io fissavo il pavimento per la vergogna.
«Guardami».
Mi sfiorò il mento e d'istinto alzai il viso, mentre il verde scuro dei suoi occhi preoccupati stava già catturando i miei. Sembrava così stanco...
«Se tu credi che stare con lui sia la scelta giusta, io non ho nulla in contrario. L'unica cosa che mi importa è che tu stia bene».
Non lasciò andare i miei occhi fino a che non accettai le sue parole, ancora persa nelle sue iridi dal colore sovrannaturale. Non era la prima volta che eravamo così vicini, ma stavolta il suo bel viso così serio sembrò quasi incantarmi.
Ero stata una sciocca ad avere dei dubbi, non avrei mai potuto rinunciare a questa nostra nuova vita insieme.
*
Non appena vidi Chris a scuola, lo presi da parte e gli spiegai che ero troppo legata alla mia casa e ai suoi ricordi, per lasciarla. Lui per fortuna non insistette, così tutto tornò alla normalità e potei tornare a concentrarmi sulle lezioni e sui miei amici. Grazie al suo carattere socievole, Chris aveva già legato con tutta la classe, in particolare con due ragazzi - Simon e Matthew - e con Diane e Melanie, che erano anche le due ragazze a cui io stessa ero più legata. Inevitabilmente ci ritrovammo a ricreazione tutti e sei insieme, a chiacchierare di cose comuni come lo shopping, il cinema o le feste, e fu proprio in uno di quei momenti che... iniziai a notare qualcosa di strano nei comportamenti di Chris. Ad esempio, era dalla mia parte in ogni discorso e mi cercava ad ogni pausa in cui il professore dell'ora successiva tardava. Era strano, ma non volevo trarre delle conclusioni affrettate: Chris era un ragazzo espansivo e di sicuro quel modo di fare dipendeva dal suo carattere. E poi aveva anche smesso di chiedermi di tornare a casa insieme.
Quel giorno andai via da sola perché non trovai nemmeno Abel fuori scuola ad attendermi, tuttavia non arrivai a casa. A metà tragitto fui bloccata da una scena che mi lasciò senza fiato: Abel immobile sulla strada di casa che guardava... un altro angelo. Le sue ali piumate non lasciavano alcun dubbio.
L'aveva trovata. Azaly.
Era una ragazza incredibilmente bella... Tutto, di lei, faceva pensare a un angelo: lineamenti dolci, capelli chiarissimi che le cadevano con morbide onde fin quasi alle ginocchia; indossava un vestito bianco, leggero e corto, completato da leggings e ballerine entrambi neri.
Abel la stava guardando con occhi sgranati... A giudicare dalle loro espressioni, dovevano essersi appena incontrati. Non ebbi il coraggio di disturbarli, così mi ritrovai ad osservarli in silenzio, abbastanza vicina da sentire ciò che si dicevano.
«Eri proprio tu, non mi ero sbagliato. Perché sei scappata?». Sentivo dalla sua voce che era molto teso.
«Scusami, non ero pronta a rivederti». Anche lei sembrava intimidita, ma la sua voce era ferma e il suo sguardo fisso su quello del mio angelo.
«Temevo di essermi immaginato tutto».
«Anch'io ero incredula, all'inizio». Wow, quando sorrideva era ancora più bella. «Sono felice di averti ritrovato, mi sei mancato».
Abel non rispose. Per lui non doveva essere facile... aveva deciso di lasciarla e non avrebbe avuto senso risponderle che anche a lui era mancata, ma era così, e di sicuro adesso non avrebbe pensato ad altri che a lei. Mi veniva quasi da ridere di me stessa, ero gelosa del mio angelo.
Abel si accorse presto di me. Si voltò a guardarmi e vidi nei suoi occhi un'enorme confusione. Senza riflettere gli andai accanto, esitante, e da lì potei osservare quella ragazza da vicino. Anche lei guardava me, con occhi dello stesso identico colore di quelli di Abel. Chissà come, capii che stava provando delle emozioni contrastanti: felicità, confusione, angoscia...
Ma non era l'unica a sentirsi così. «Scusami, Abel. Stavo tornando da scuola e vi ho visti, ma sono arrivata adesso, non...».
«Calmati, è tutto a posto» tentò di tranquillizzarmi, posando le mani sulle mie per fermare il gesticolare nervoso di cui non mi ero nemmeno accorta. «Beh, l'avrai capito, lei è Azaly».
«Quindi lei è... la tua protetta» comprese a sua volta.
Che strano, sentivo un'emozione forte che non riuscivo a spiegarmi – sorpresa, incredulità o chissà cosa - come se non mi appartenesse.
«Sì, sono io» le confermai, provando ad accennare un sorriso.
Prima di poter dire qualunque altra cosa, fui distratta da una voce familiare. Era Chris, mi aveva raggiunta sul tragitto verso casa e veniva verso di me. Per un momento pensai di avere la scusa perfetta per lasciare soli i due angeli, visto che lui non avrebbe dovuto vederli, invece Chris si fermò all'improvviso, farfugliando un'esclamazione non molto elegante. Non ci capivo più niente, cosa stava accadendo?
«Chris, tu la conosci?».
Mi girai verso la ragazza alata accanto a me. Aveva detto "Chris"? Stava parlando con lui?
«Sarah, tu... com'è possibile? Azaly, che succede? Lui chi è?».
Chris stava parlando con Azaly, poteva vederla e poteva vedere Abel! Non riuscivo a crederci, il mio amico era il protetto di quella ragazza!
Ma certo, che sciocca! Sapevo che c'era un altro angelo nelle vicinanze, avrei dovuto pensare subito a Chris. Ecco perché non era venuto a scuola in quei due giorni e perché voleva improvvisamente tornare a casa da solo!
«Sarah, tu... veramente? Ma certo! Anche tu sei rimasta sola, hai perso tuo padre come io ho perso mio fratello, come ho fatto a non pensarci?» comprese a sua volta, intrecciando una mano tra i capelli per la sorpresa. «Adesso capisco perché preferisci vivere da sola. Con la presenza mia e di mio padre non avresti potuto stare liberamente con il tuo angelo».
«Già, è tutto come dici tu» ammisi.
«Quindi sei la ragazza che sarebbe venuta a vivere da Chris». Non lo mostrava, ma riuscivo a sentire che anche Azaly era esterrefatta. «E hai rifiutato?».
«Ehm, sì». Di quella ragazza non sapevo nulla, eppure era doppiamente legata a me. Mi faceva sentire un po' a disagio.
«E tu hai un angelo con te e hai chiesto a Sarah di vivere nella tua stessa casa?» intervenne Abel, per nulla intimorito dalla situazione. «Non è stato molto furbo».
«È vero. Non ci avevi pensato, Chris?» concordai.
«Certo che ci avevo pensato, ma volevo aiutarti. E poi a casa mia c'è mio padre, non sarebbe cambiato poi molto».
«Sono stata io a proporglielo. Non immaginavo nulla di tutto ciò, altrimenti non l'avrei mai fatto. Mi dispiace di avervi messi in difficoltà».
«Non importa» la scusai quasi per automatismo.
Dunque l'idea era partita da Azaly... Che angelo altruista, doveva per forza aver pensato alle conseguenze del suo gesto, eppure non si era tirata indietro. Nonostante ciò, però, restava l'ex del mio angelo ed era riuscita a farmi discutere con Abel prima ancora di conoscermi. Ora lui le stava andando proprio accanto, posandole una mano sulla spalla con infinita dolcezza. Era la prima volta che lo vedevo interagire con qualcun altro e mi fece uno strano effetto.
«Non preoccuparti, tu volevi fare la cosa giusta per Chris e Sarah».
Lei non lo scansò, e anzi sembrò sentirsi subito meglio. Evidentemente il loro legame era rimasto intatto nonostante non fossero più una coppia, ma... adesso come si sentiva Abel? Felice, preoccupato o che altro?
«Accidenti» ci distrasse Chris, «è tardissimo, mio padre mi sta aspettando per il pranzo! Azaly, se vuoi puoi raggiungermi dopo».
«No, vengo con te!» si oppose prontamente. «A casa non potremo più parlare come per strada».
Raggiunse Chris e si lasciò scivolare di dosso tutte le emozioni che stava provando per tornare a concentrarsi sul suo protetto. Chissà come, ne ero certa. Riuscivo a capire tutto ciò che stava provando...
«Va bene. Beh, allora noi andiamo» ci salutò Chris. «A lunedì».
Vedevo perfettamente che nemmeno lui voleva andare via, erano rimaste troppe domande e troppe questioni irrisolte. Tuttavia ci salutammo, e i due angeli non ebbero dubbi su chi volessero seguire: Abel era già tornato al mio fianco, rigido per la confusione e le incertezze che ora condividevo con lui.
Piccola nota: Originariamente Azaly si scriveva Azalee, ma visto che veniva naturale a tutti leggerlo come si scrive, ho deciso di modificarlo come lo trovate ora per non ritrovarmi lettrici che la immaginavano col nome al plurale XD. Negli altri due libri, invece, per adesso è scritto ancora come all'inizio.
A presto <3
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