37 - Affetto
Abel non se la prese per ciò che avevo raccontato di noi a David, né tentò di convincermi della sua cattiva fede o di quanto era stata strana la sua reazione. Mi restò semplicemente accanto fino a che non mi ripresi, ad accarezzarmi i capelli per calmarmi ed abbracciarmi in silenzio. L'unica cosa che volle sapere era cosa avevo detto esattamente a David su di noi, allo scopo di potermi "proteggere al meglio". Non gli importava altro.
Restammo tutto il resto della giornata insieme, a rilassarci, coccolarci e a sussurrarci ti amo. Nonostante la discussione con David, mi era impossibile stare male se avevo lui al mio fianco. Passammo la notte nel suo letto e il mattino dopo ricominciammo la routine scolastica con una tranquillità ormai rara.
Abel non sembrava preoccupato di dover passare cinque ore da solo con Azaly, ma io attesi di poterlo riabbracciare per tutto l'orario scolastico. Al termine delle lezioni lo trovai insieme a lei, entrambi sereni almeno apparentemente. Chris li raggiunse quasi più in fretta di me e lo vidi salutare il suo angelo con l'aria preoccupata. Beh, cosa potevo aspettarmi? Il nostro amico era perfettamente consapevole del dolore muto di Azaly, proprio come Abel e me.
Il pomeriggio, mentre ero accoccolata tra le braccia del mio amore a guardare la tv, mi ritrovai a vagare con la mente. Mi sentivo felice come non mai, eppure non riuscivo a smettere di pensare al dolore di Azaly.
Appena il giorno prima David mi aveva detto che, se avessimo messo da parte le altre questioni, probabilmente lei ed io avremmo creato un bellissimo rapporto, e in effetti lo avrei voluto molto, ma... era davvero possibile? Non avevo idea di cosa lei pensasse di me in quel momento e ormai non avevamo più nemmeno abbastanza tempo da poter lasciare le nostre chiacchierate al caso, dato che se ne sarebbe potuta andare da un momento all'altro. Se volevo cambiare le cose, dovevo farlo in fretta.
«Abel, stavo pensando che forse dovrei parlare con Azaly» decisi in quel momento, facendomi spazio tra le sue braccia per guardarlo. «Vorrei chiarirmi con lei. Dopo sabato non ci siamo quasi più rivolte la parola».
Abel spense subito la tv per darmi attenzione, mentre il suo viso già assumeva un'espressione preoccupata.
«Lascia stare. Conosci Azaly, dopo staresti peggio».
«Lo so, ma le voglio bene e non voglio che il nostro rapporto si concluda in questo modo».
«Lascia stare» ripeté. Sembrava quasi che l'idea lo spaventasse.
«Perché sei così contrario? Non avrai paura che mi convinca a lasciarti». Sarebbe stato del tutto impossibile.
Abel sospirò. «Non è questo. Ho paura di quanto tu possa star male quando ti renderai davvero conto di quanto è sbagliato quello che stiamo facendo, anche se non riesci a farne a meno» ammise con un sorriso amaro. Era una risposta per nulla rassicurante, ma almeno ora sapevo che si opponeva per me e non perché gli dava fastidio.
«Grazie, so che lo dici per il mio bene, ma ho davvero bisogno di farlo».
Annuì appena, rassegnato. «Come preferisci. Ma devi promettermi che dopo ne parleremo insieme».
«D'accordo». Anche se naturalmente gli avrei fatto pesare il mio stato d'animo il meno possibile.
Decisi di andare subito, convinta che prima lo avrei fatto, prima Abel avrebbe smesso di preoccuparsi. Mi preparai velocemente e impiegai meno di cinque minuti per arrivare, tanto ero in ansia. Abel non era venuto con me, e Chris - che avevo chiamato prima per non rischiare di disturbare - mi accolse con la sua tipica allegria. Suo padre, per fortuna, non c'era, così potemmo parlare liberamente.
Mi accompagnò subito nella sua camera, che trovai anche troppo ordinata per un maschio, probabilmente perché ora la condivideva con una ragazza. E infatti lei era lì, davanti la scrivania a... disegnare? Dunque avevamo lo stesso hobby...
«Io vado a studiare di sotto. A dopo» ci salutò, intanto, Chris.
Azaly sapeva del mio arrivo e stava già riponendo silenziosamente il disegno in una cartellina per darmi attenzione. L'immagine che scorsi in quel foglio colorato era bellissima: un fiume costeggiato da una fitta vegetazione, montagne incontaminate sullo sfondo e sfumature dorate praticamente ovunque.
«E' il luogo in cui sono cresciuta» mi spiegò, notando il mio interesse.
Dunque quello era il mondo di Azaly e di Abel. Non avrei mai pensato di poterne vedere un'immagine, era... meraviglioso. E lei doveva avere un talento naturale per il disegno, perché l'immagine era quasi realistica.
«Sei bravissima».
«Non è nulla di speciale» rispose sbrigativamente, riponendo la cartellina ormai chiusa nel cassetto. «Di cosa volevi parlarmi?».
Azaly non si faceva problemi ad arrivare al sodo, a differenza di me. «In realtà... non è che volessi dirti qualcosa in particolare» iniziai piena di imbarazzo. «E' solo che non abbiamo avuto modo di parlare di questa storia e non volevo... che restasse tutto così».
Sentii che in qualche modo le mie parole le fecero piacere, ma durò solo un secondo e poi la contentezza si perse nel suo dolore. Lo sentivo bene, mentre si insinuava passivamente dentro di me ad ogni suo sguardo.
Azaly, intanto, si stava appoggiando sul letto di Chris, indicandomi con un cenno della mano di sedermi accanto a lei.
«A dire il vero anche io avrei voluto parlarne con te, ma francamente non mi aspettavo una tua visita. Sai quanto io sia contraria alla vostra relazione e di certo non sei venuta a farti persuadere di poter lasciare Abel».
«No, infatti. Questo è impossibile».
«Lo credo anch'io. Se non ci siete riusciti all'inizio, di certo non potete farlo adesso. Ormai è finita».
La sua frustrazione mi contagiò all'istante, portandomi a chiedermi che cosa c'ero andata a fare, lì. L'unica cosa utile che potevo fare era scusarmi per tutto il dolore che le stavo causando, ma comunque non sarebbe servito ad aiutarla.
«Ciò che mi tranquillizza è che presto Abel tornerà nel nostro mondo» riprese lei, quasi sovrappensiero.
«Come?» chiesi incredula. «Stai scherzando, vero?».
L'espressione di Azaly era serissima. «Ti sembro in vena di scherzi?».
Mi alzai, delusa e arrabbiata. Questo era troppo, come poteva dire una cosa del genere proprio a me?
«Non ti arrabbiare Sarah, ti prego. Non lo dico per cattiveria, è per il vostro bene che deve andare così».
Strinse la mia mano come per impedirmi di andare via, e la mia rabbia si dissolse non appena percepii empaticamente la sua paura di litigare. Dunque anche lei ci teneva a riappacificarsi con me?
«Sono sicura che Abel ti ha già spiegato a cosa andreste incontro restando insieme in futuro, non è vero?» riprese subito dopo.
«Sì, lo ha fatto, ma la nostra separazione sarebbe molto più dolorosa».
«Sul momento sì, questo è certo, ma con il tempo vi riprendereste e sareste liberi di ricominciare da capo. Se invece rimarrete insieme, arriverete al limite della sopportazione quando ormai sarà troppo tardi. Devi credermi Sarah, è così. Lo sanno tutti nel mio mondo, compreso Abel. E' per questo che lo porteranno via, non certo per farvi del male».
«Me l'ha detto, ma noi possiamo farcela» mi ostinai. Non me ne importava nulla della famiglia, del lavoro e di tutto il resto.
«Questo non puoi saperlo, ci sono troppe cose a cui di sicuro non hai ancora pensato. Per esempio, come credi che sarà quando invecchierete?».
La sua risposta mi spiazzò. «Che significa?».
«Abel ha un'aspettativa di vita almeno tre volte superiore alla tua, lo sapevi? Ora dimostrate la stessa età, ma tra un paio d'anni lui inizierà a crescere più lentamente di te, e quando tu avrai quarant'anni lui ne dimostrerà a malapena trenta, quando ne avrai sessanta lui sembrerà un trentacinquenne e quando sarai molto vecchia lui dimostrerà al massimo quarantacinque anni umani. Come credi che vi sentirete quando tu inizierai a indebolirti sempre di più e lui sarà ancora così giovane? E quando tu, nel migliore dei casi, morirai di vecchiaia? Abel avrà ancora davanti a sé centinaia di anni, da vivere in totale solitudine dopo aver visto morire la donna che ama, unico contatto con il mondo che avrà scelto. Vuoi veramente questo, per lui, Sarah?».
Azaly mi stava quasi urlando contro, con gli occhi ormai bagnati di lacrime, mentre io mi coprivo la bocca con le mani senza trovare la forza di risponderle.
«Io...». Io non immaginavo nulla di tutto ciò.
Una volta, molto tempo prima, Abel mi aveva detto di vivere più a lungo degli umani, ma era un ricordo così vago che dopo non mi aveva mai più nemmeno sfiorata. Eppure lui doveva averci pensato. Perché non me ne aveva parlato? Questo cambiava tutto.
Azaly tentò di ritrovare la sua tipica calma, che prima di allora non le avevo mai visto perdere in questo modo. «Ora capisci perché desidero che torni indietro?» riprese a voce più bassa.
Percepii il dolore acuto che provò nel farmi male con quelle frasi. Essere separati era il danno minore, ora ne avevo la certezza, ma nonostante ciò non ce l'avrei fatta a lasciar andare Abel senza lottare. Avrei potuto accettarlo solo se fosse stato lui stesso a volerlo.
Azaly tornò accanto a me, ad avvolgermi tra le sue braccia esili e piene di tensione. «Non preoccuparti, Sarah. Non permetteranno che tutto questo accada».
Ero abituata agli abbracci forti e rassicuranti del mio angelo, eppure... Azaly riusciva sempre a tranquillizzarmi come nessun altro. Perfino ora, che avrei solo voluto piangere. Improvvisamente mi sentivo quasi stordita.
«La tua capacità di calmarmi supera di gran lunga quella di Abel» ammisi, perfettamente seria. Tutta questa empatia non era normale.
«Lo so» mi rispose ancora più seria di me. «Perdonami, so di aver esagerato a dirti queste cose, ma è giusto che tu sappia per cosa stai lottando. Nessuno vuole farvi del male».
«Già, "non ci sono angeli cattivi"» citai le parole di Abel, che solo ora comprendevo davvero. «Ma se solo penso che me lo porteranno via... potrebbe accadere anche in questo momento» realizzai solo allora, con una stretta al cuore. Mio Dio, come avevo fatto a non pensarci? Avrei potuto tornare a casa e non trovarlo. «Non potrei nemmeno dirgli addio».
«Non preoccuparti, sono certa che Uriel non gli farebbe mai una cosa simile» mi rispose quasi sovrappensiero, come se io potessi capire cosa intendesse.
«Uriel?» ripetei. Non avevo mai sentito quel nome se non... nelle storie religiose sugli arcangeli! Ma certo. «Sarebbe l'arcangelo dell'Ovest, vero? Quello che verrà a prendere Abel».
«Mh» confermò con un cenno del viso.
Percepii chiaramente il dolore che le causai con quella frase e non potei fare a meno di collegare la sua reazione con quella di Abel. Qualunque cosa fosse accaduta con questo arcangelo, doveva aver coinvolto anche Azaly, e dato che stavamo parlando della persona che avrebbe cercato di portare via il mio amato... a questo punto dovevo sapere anch'io.
«Io non so nulla di questa storia. Per favore, Azaly, potresti... parlarmi di lui?».
*
Il disegno di Azaly ↓ :)
*****Angolo autrice*****
Ce l'ho fattaaa XD dopo ben 37 capitoli, finalmente ho introdotto l'Arcangelo Uriel *^*. Non vedo l'ora di pubblicare il prossimo aggiornamento per raccontarvi il resto :3.
Spero di non avervi annoiati con questa "deviazione". Mi serviva, e poi ci tengo al rapporto di amicizia tra queste due.
Mi raccomando, commentate oppure votate! Soprattutto chi lo fa raramente. Fatemi sapere che ne pensate e mi farete felice 😊
Bye :*
I love you ♥
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