34 - Il coraggio di parlare
Lontana dall'inquietudine empatica di Azaly, mi sentii subito meglio, soprattutto dopo essermi immersa nella normalità della mia classe. Quando i compagni mi chiesero il motivo della mia assenza provai a rispondere con noncuranza, ma qualcosa nella mia reazione dovette tradirmi, perché Diane intuì che non stavo bene.
«Di' la verità» bisbigliò con fare complice mentre mi dava dei lievi colpetti col gomito. «C'entra un ragazzo, non è vero? Qual è, il biondo o il moro?». Ecco.
«Ehm, il moro» ammisi col viso bollente, prima ancora di decidere se era prudente parlarne o no.
Le brillarono gli occhi. «Davvero?!».
«Shhhh! Ti prego, non urlare!».
«Devi raccontarmi tutto!» continuò a voce più bassa. Per fortuna nessuno ci stava prestando attenzione.
«Lo farò, promesso. Ma ora non c'è tempo».
La lezione sarebbe iniziata a momenti, e infatti tra gli studenti ritardatari vidi entrare anche Chris.
Il cuore cominciò a battermi all'impazzata non appena varcò la soglia. Avrebbe di sicuro preteso spiegazioni e poi... come avrebbe reagito?
Ovviamente, venne diretto da me. Non mi aveva mai guardata con tanta preoccupazione negli occhi.
«Che sta succedendo, Sarah?».
Era arrivato il momento. Chris non avrebbe assolutamente apprezzato questa notizia... Non perché gli piacevo, non perché il suo angelo amava ancora il mio ragazzo, ma perché era una vera e propria pazzia.
«Riguarda Abel» iniziai a testa bassa, costringendomi, poi, a guardarlo.
Chris divenne scuro in volto. Probabilmente aveva già capito tutto. «Vai avanti».
«Mi sono innamorata di lui» ammisi tutto d'un fiato. «...E abbiamo deciso di metterci insieme».
Il mio amico restò in silenzio, immobile come una statua. Non capivo... Era deluso? Stupito? Disgustato?
Gli occhi iniziarono a bruciarmi nuovamente.
Non piangere, Sarah. Se non sai affrontare lui, come pensi di poter fronteggiare l'arcangelo dell'Ovest?
«Ti prego, Chris, non fare così».
La sua espressione era un misto di ansia e disapprovazione. «Quindi Azaly aveva ragione, alla fine vi siete innamorati. Questo vuol dire che verrete separati per sempre, lo sai?».
«Certo che lo so».
«E nonostante questo volete stare insieme?».
«Non possiamo farne a meno».
Vidi la sua espressione passare dall'ansia alla rassegnazione molto più in fretta di quanto avevo osato sperare. Rassegnazione, non disgusto. Mi sentii immensamente sollevata.
«Ora capisco perché eri così in ansia». Tentò un sorriso rassicurante. «Beh, non sono d'accordo con la vostra decisione, ma so bene che al cuor non si comanda. Sappi che quando Abel andrà via potrai contare sul mio aiuto».
«Ehm... grazie».
Non riuscivo a credere alla sua reazione. Gli fui così grata che lo abbracciai in segno di ringraziamento, poi però mi resi conto che forse stavo esagerando, che in fondo lui non mi aveva mai detto di non provare più nulla per me e non potevo sottovalutare quel problema.
«Chris, senti, mi auguro che tu non starai male per questo».
Ero sicura di essere diventata rossa, ma mai quanto lui quando capì a cosa mi riferivo.
«Ma no! Certo che no, non preoccuparti» mi rassicurò gesticolando piuttosto vistosamente.
«Bene, meno male. Ormai ti piace Melanie, vero?». L'ultima parte la sussurrai appena, in modo che nessuno potesse sentirmi.
«Ehm, credo di sì».
Che bellissima notizia... «Bene, spero tanto che la vostra storia possa concludersi nel migliore dei modi».
Il suo ringraziamento venne sovrastato dalla voce del professore, che entrando in classe stava richiamando noi studenti all'attenzione. Sarebbe stato difficile restare al mio banco per le prossime ore con tutto ciò che c'era in ballo...
Passai la maggior parte delle ore di lezione a guardare fuori, sperando inutilmente di vedere i due angeli. Chissà se Abel aveva già parlato con Azaly...
Quando finalmente giunse la ricreazione, mi precipitai fuori. Dovevo trovarli e parlarci, a costo di litigare con lei. Dovevo riuscire ad aiutare Abel.
Girai quasi tutto il perimetro della scuola e alla fine li trovai seduti insieme sotto un albero. Azaly gli parlava a voce bassa, immobile e concentrata, mentre Abel la guardava in silenzio con aria stremata. Non ne ero stupita, purtroppo sapevo bene cosa gli stava dicendo. Azaly smise di parlare non appena mi notò, travolgendomi immediatamente con la sua silenziosa preoccupazione.
«Sarah, sei qui». Abel non sembrava per nulla contento di vedermi.
«Già...».
Azaly, invece, mi venne subito incontro col chiaro intento di parlarmi. Più si avvicinava, più mi sentivo spaventata. Di sicuro avrebbe cercato di convincermi a lasciarci e lei era brava, troppo brava con le parole.
Abel mi venne in aiuto, arrivando a trattenerla stringendo appena il suo braccio prima che lei mi raggiungesse. Non le disse nulla, ma si scambiarono uno sguardo pieno di significati. Avrebbe voluto dirle di non coinvolgermi, ma probabilmente, se le avesse parlato, avrebbero finito col litigare davanti a me.
«Lasciami andare, Abel». Azaly aveva un tono basso e secco.
Il mio angelo rimase immobile, in silenzio. I suoi occhi sembravano pregarla, ma non accennava a lasciarla e lei ormai era al limite della sopportazione. Dovevo fare qualcosa. Subito.
Fatti forza, Sarah. Lo stai facendo per lui.
Mi feci avanti e posai la mano su quella di Abel, per fargli capire che non era necessario trattenerla. Lui mi fissò senza muoversi per qualche secondo, come per capacitarsi di quella mia decisione stranamente coraggiosa. Beh, dopo essere scappata in lacrime dovevo aspettarmelo, ma ora mi sarei riscattata ad ogni costo.
«Sono qui. Ti ascolto» accettai. Mi tremava la voce, Azaly stava malissimo e io con lei.
Il suo tono, a differenza del mio, era chiaro e risoluto. «Non serve che ti convinca, sai già che è una pazzia». Ecco. Mi aveva già spiazzata.
«Hai ragione, lo so. Ma non riesco ad allontanarmi da Abel».
«Non mentire a te stessa, Sarah, non ci avete nemmeno provato! Vi state rovinando la vita perché non volete combattere contro i vostri sentimenti».
«Non possiamo farlo» ripetei. Come potevo farlo capire a una persona razionale come lei?
«Non puoi saperlo, se prima non ci provi! Cerca di ragionare! Se porrete fine a questa pazzia potrete restare insieme per tutto il tempo di cui avrete bisogno. Non pensi che valga la pena di tentare, almeno?».
Ovviamente il suo discorso filava perfettamente. Aveva ragione, il nostro era uno sbaglio. Allontanandoci ne avremmo guadagnato tantissimo ma... immaginai per un secondo di avere Abel accanto a me per tutta la vita alle penose condizioni iniziali. No, mai.
Azaly aveva ragione quando diceva che non volevo nemmeno provare ad allontanarmi da lui, ero troppo felice quando mi era vicino. Anche ora, mentre potevo guardarlo solo di sfuggita, avrei voluto solo abbracciarlo e baciarlo fino a far scomparire dal suo volto quell'espressione preoccupata. Povero Abel... se la logica stringente di Azaly mi aveva fatto vacillare con una sola frase, non c'era da stupirsi se era così provato dopo aver passato intere ore accanto a lei.
Dovetti usare tutto il mio coraggio per affrontare lo sguardo disperato di quella povera ragazza, alla quale ormai volevo un bene incredibile.
«Perdonami, Azaly, non ho intenzione di rinunciare a lui. Se anche ci separassero adesso e ci stessi male per tutta la vita, ne sarà comunque valsa la pena, perché stando insieme riusciamo a provare la pura felicità».
Azaly restò in silenzio a fissarmi. Come faceva a... entrare nella mia anima? Non trovavo altre parole per spiegare il legame che riusciva a creare tra noi. Chissà come, senza altre discussioni, riuscì finalmente a comprendere quei miei sentimenti e ad arrendersi alla mia decisione.
Accettò con un cenno del capo in segno di resa, con gli occhi lucidi dalla frustrazione.
«Ora mi credi, Azaly?». Il mio angelo si stava avvicinando a noi per asciugarmi le lacrime di cui non mi ero nemmeno accorta. «Sappiamo che hai ragione, ma siamo pronti a prenderci le responsabilità della nostra scelta. Non possiamo e non vogliamo allontanarci».
Fu bellissimo avere di nuovo Abel accanto a me. Se non lo abbracciai e baciai fu solo per rispetto ad Azaly, che provava ancora per lui un sentimento forse meno travolgente, ma sicuramente più profondo del mio.
Purtroppo non potevo restare oltre. La ricreazione era finita da un pezzo ed ero lontana dalla classe, ma prima di andare feci promettere ad Azaly che per oggi non ne avrebbero più discusso, e lei accettò senza resistenza.
Nonostante tutto, le ero grata. Aveva agito per il nostro bene sia tentando di convincerci a lasciar perdere, sia arrendendosi alla nostra decisione.
Appena rientrata in classe fui travolta nientemeno che dalla timida Melanie che, notando la tesa discussione con Chris, si era preoccupata tanto da convincere Diane a raccontarle tutto sulle mie avventure amorose. Per fortuna non mi fece domande troppo specifiche su Abel, così potei risponderle con sincerità. Fu piacevole parlarne finalmente con le mie amiche, faceva apparire ogni cosa più reale.
Alla fine delle lezioni, Chris ed io trovammo i due angeli ad aspettarci insieme, tuttavia decidemmo di tornare a casa separatamente per non complicare ulteriormente le cose.
Abel mi strinse forte a sé non appena fummo lontani da occhi indiscreti. Sembrava terribilmente stanco...
«Come stai, Abel? Non deve essere stato facile».
«No, non lo è stato. E' quasi riuscita a convincermi, sai? Ma quando ti ho vista, durante la ricreazione, ho capito che non avrei mai potuto farlo».
Premetti il viso sul suo petto, in cerca della tranquillità che solo lui sapeva trasmettermi. «Non dirlo, non voglio nemmeno pensarci!». Perderlo ora sarebbe stato insopportabile.
«Stai tranquilla, ormai è tutto finito» mi sussurrò per calmarmi. «Mi è capitato poche volte di vedere Azaly così contrariata e spaventata... Ha tentato di convincermi prospettandomi tutti i possibili risvolti futuri, dal più tranquillo – se ci fossimo riallontanati – al peggiore, fino a che non sei arrivata tu. Le ho detto che non riuscivamo a stare lontani, ma lei si sentiva in dovere di fare qualcosa per salvarci da noi stessi. Poi, quando tu le hai parlato, si è resa conto della tua determinazione e del nostro legame. Sembra che si sia arresa, ma anche dopo la discussione leggevo nei suoi occhi la frustrazione per non essere riuscita a fare nulla, come se avesse potuto impedirlo solo perché lo aveva intuito da prima di noi».
Perciò, oltre che con la perdita di Abel, adesso Azaly avrebbe dovuto scontrarsi anche con un ingiustificato senso di colpa. Avrei tanto voluto poter fare qualcosa per lei...
«Tu invece come stai, Sarah? Stamattina hai fatto preoccupare anche me» riprese. Già. Quella stupida fuga.
«Scusami, non ho retto la tensione».
Chinai la testa per la vergogna, giurando a me stessa che non sarei mai più scappata, non finché c'era Abel per cui lottare. «Perdonami. Mi vergogno per essere fuggita così».
«Non ne hai motivo. Quando Azaly voleva parlarti ti sei fatta avanti e l'hai affrontata, sei stata coraggiosa».
Alzai lo sguardo per la sorpresa, trovando sul suo volto un sorriso meraviglioso che fece volatilizzare la mia vergogna in un istante.
Sorrisi anche io, per la prima volta con sincerità dall'inizio di quella lunghissima mattinata.
Finalmente il peggio era passato. Ora avremmo potuto dedicarci solo a noi due.
*****Angolo autrice*****
Spero che le vostre vacanze stiano andando bene, caldo torrido a parte.
Volevo dirvi che il prossimo capitolo tratterà argomenti intimi. Non sono tagliata per queste cose, ma mi avete fatto capire che lo apprezzereste e beh.. io ci ho provato. Non vi aspettate scene troppo hot perché lui è pur sempre un angioletto dolce e casto, ma spero che vi piacerà :3.
A presto!
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro