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43 - Nonostante i sacrifici

Ci trasferimmo da un estremo all'altro del nostro territorio in un baleno, proprio sulle sponde del nostro fiume. Lì passai la mezz'ora successiva a terra, prima a tossire e poi a riprendermi dalla forte nausea per il secondo trasferimento in poche ore. Dopodiché, non appena mi sentii abbastanza bene da rialzarmi, mi resi conto che ormai non avevo più motivo di rimandare: dovevo assolutamente parlare ad Uriel di Azalee.

«Devo dirti una cosa» iniziai non appena mi sentii di nuovo bene.

Come al solito parlai prima ancora di ragionare, con un tono che tradiva tutta la mia ansia.

«Riguarda Azalee».

Uriel si irrigidì subito. «Parla».

In realtà non era così facile... nonostante avessi le idee molto chiare, non sapevo nemmeno da dove cominciare.

«Ehm, sai cosa è successo tra noi in questi anni?» cercai di capire.

«Ho saputo le cose più importanti da Sarah».

«Intendevo quello che è accaduto prima».

Mi diede le spalle, voltandosi a guardare il fiume. Come temevo non era per nulla contento di fare questa conversazione.

«No, ma posso immaginarlo».

«Ne dubito» ammisi.

Dovevo fargli capire quanto lui fosse importante per Azalee e il modo migliore che mi veniva in mente era di spiegargli quanto lei stava male in sua assenza, anche se non gli sarebbe piaciuto affatto.

«Dopo che te ne sei andato... per settimane non ha passato un solo giorno o una sola notte senza piangere. Ha perso la voglia di vivere, non riusciva a fare altro che attendere e singhiozzare, proprio qui, su queste rocce».

Le indicai con lo sguardo, anche se Uriel continuava a fissare la corrente.

«Non parlava nemmeno più, non riusciva a sopportare l'idea di non poterti più rivedere. Per mesi è stata un guscio vuoto... non riuscivo a raggiungerla in alcun modo».

«Eppure dopo si è innamorata di te e siete stati felici» mi interruppe. Aveva un tono tagliente di cui non potevo stupirmi, ma Uriel non sapeva come stavano davvero le cose.

«Ha accettato i miei sentimenti due anni dopo che sei partito, ma desiderava ancora te, me lo disse lei stessa. Ha continuato a soffrire per la tua assenza per tutti questi anni, gli occhi le diventano ancora lucidi quando parla di te e di certo non si riprenderà ora che io me ne andrò».

Lo vidi serrare i pugni. Perfino le sue grandi ali, adesso, erano rigide. «Abel, sto facendo l'impossibile per aiutarti. Perché tu mi fai questo?».

«Non lo dico per farti star male, devi credermi! Voglio solo che tu capisca quanto sei importante per lei!».

Continuava a darmi le spalle, sempre più teso. «Lo sono stato, purtroppo, ma ormai è storia passata e tu dovresti solo augurarti che lei ora mi detesti».

«Non è storia passata».

Lo scostai per costringerlo a guardarmi, pensando troppo tardi che forse non potevo permettermi un simile gesto verso il mio arcangelo ormai adulto. Eppure Uriel non si risentì, così continuai a insistere davanti al suo sguardo gelido, mettendo sicuramente a dura prova la sua pazienza.

«Il suo amore per te non è mai scomparso, nonostante i sentimenti che prova per me. Pochi giorni fa lei stessa ha ammesso che si innamorerà di nuovo di te non appena ti rivedrà».

«Smettila. Questo non potete saperlo». Il suo tono infastidito cominciava a farmi paura.

«Lo so, invece. Ho passato quasi ogni giorno della mia vita accanto a lei e so benissimo cosa prova. Azalee non ti dimenticherà, mai, perché tu sei la sua anima gemella come Sarah è la mia, e lo sapete benissimo entrambi!».

Stavolta lo feci arrabbiare davvero, probabilmente per la prima volta in tutta la mia vita. Venne verso di me in fretta, costringendomi ad arretrare in un misto di ansia e timore.

«Non sono la sua anima gemella, Abel, sono la sua maledizione! Davvero non ti rendi conto della vita a cui la sottoporrei se restasse con me? Credi che trascorreranno molti altri anni prima che debba stabilirmi di nuovo nel mondo umano? E anche quando sono qui non passano mai più di due o tre giorni senza che debba occuparmi di qualcuno dei miei protetti! Spesso sto via per giornate intere, e anche quando torno devo preoccuparmi di come risolvere altre questioni. E' questo che desideri per lei? Tutti questi sacrifici solo per essere emarginata e temuta da tutti?».

Fu difficilissimo non arrendermi davanti a quello sguardo furioso. «Anche Sarah dovrebbe essere la mia maledizione, eppure tu sai che posso essere felice solo con lei, a prescindere da tutti i sacrifici. Non capisci che per Azalee è la stessa cosa?» mi accalorai, accorgendomi dal suo sguardo che la mia frase lo aveva colpito. «Ti ama, Uriel, ti ha sempre amato! Ed è perfettamente in grado di adattarsi al tuo stile di vita! La sua unica vera maledizione è credere che a te non importi più nulla di lei».

Uriel esitò, dandomi involontariamente una speranza.

«Desidera te da sempre. Nonostante la tua finta apatia, nonostante questo significhi perdere tutto il resto. E ora che ha compiuto il suo Viaggio nessuna regola le impedirebbe di seguirti nel mondo umano quando parti per lunghi periodi. Se vuoi che sia felice devi permetterle di dimostrarti che è abbastanza forte per starti accanto, perché credimi, lo è!».

Mi ero lasciato travolgere da sentimenti che avevo represso per una vita intera. Anche quando stavamo insieme, anche quando mi diceva di amarmi, sapevo che nel profondo Azalee aveva sempre e solo desiderato Uriel. Fu uno sfogo immenso poterne finalmente parlare con lui.

Il mio arcangelo sembrava davvero scosso... «In ogni caso, ora la situazione cambierà. Quando Azalee saprà che sto per portarti via mi odierà e non vorrà più avere nulla a che fare con me».

«Non è così. Non potrebbe mai odiarti per avermi aiutato, vedrai, è cambiata molto in questi anni. Ti prego, devi fidarti di me, prova soltanto a non nasconderle i tuoi sentimenti e te lo dimostrerà lei stessa».

Si scostò bruscamente, andando a sedersi sulla riva del fiume.

«Come puoi sapere che sarebbe abbastanza forte? Io sono quasi impazzito a vivere da solo in quelle quattro mura».

«Appunto, da solo».

Lo raggiunsi per sedermi a poca distanza da lui. Ero esausto per tutte le discussioni di quei giorni, ma non potevo ancora cedere.

«Non sareste soli. La persona che amate sarebbe sempre lì accanto a farvi forza. Azalee non è più la ragazzina che conoscevi, è cresciuta sempre più razionale, intelligente e arguta. La Natura le ha dato tutto ciò di cui ha bisogno per affiancare la sua anima gemella. Devi credermi, Uriel, ti prego. Non insisterei così se non fossi certo che è per il bene di entrambi!».

Non mi rispose. Le sue mani si unirono in un pugno sul quale lasciò sprofondare il viso, ormai incapace anche solo di provare a dissimulare l'angoscia. E in ogni caso sarebbe stato inutile: gli avevo parlato di finta apatia e di sentimenti d'amore, e lui non aveva nemmeno provato a negarli. Si era finalmente arreso a mostrare se stesso, almeno a me.

Rimase così, in silenzio e ad occhi chiusi per dei lunghissimi minuti, che furono necessari a lasciar calmare entrambi.

Quando emerse da quel silenzio, la sua voce era così fredda da tradire la miriade di emozioni che stava provando.

«D'accordo. Se ne sei così sicuro mi fiderò di te».

Ero incredulo... ce l'avevo fatta, l'avevo convinto davvero!

«Me... me lo prometti?» insistei. Mi aveva insegnato lui stesso che per gli arcangeli le promesse erano sacre.

«Sì, se ti fa stare più tranquillo».

In quel momento provai una gioia tale che non riuscii nemmeno a reagire. Finalmente tutto si sarebbe risolto! Sia per Sarah e me che per lui e Azalee... sarebbe andato tutto per il meglio.

Mi adagiai subito su quella nuova consapevolezza. Mi lasciai cadere sul prato e mantenni il silenzio, rispettando il bisogno di Uriel di riflettere sull'incredibile piega che aveva appena preso la sua vita. Se l'arcangelo Gabriel non aveva mai visto un legame come il nostro, sarebbe rimasto scioccato dalla storia d'amore di Uriel e Azalee.

*

Passò quasi un'ora prima che Uriel parlasse di nuovo. I suoi occhi tradivano una forte preoccupazione, ma quando si rimise in piedi non fu di Azalee che mi parlò.

«Quando sarai umano, la cosa a cui dovrai fare più attenzione sarà la tua salute. Dovrai ricordarti in ogni momento di quanto sarai fragile e privo di protezione».

Era finalmente arrivato il momento di iniziare.

«Appena sarai di nuovo in forze dovrai sottoporti ad una serie di vaccini e di visite. Sarah ti aiuterà, ma dovrai essere tu a guidarla attraverso le mie indicazioni».

Si mise a camminare lungo le sponde del fiume, elencandomi una lista di situazioni che avrei dovuto affrontare. La parte più difficile era memorizzare tutti i nomi che non conoscevo senza mai lasciare che il pensiero di Sarah minasse la mia concentrazione. Terminato il primo argomento, passò subito a una serie di questioni burocratiche di cui capivo ancora meno, ma mi spiegò e rispiegò ogni dettaglio fino a che non acquisii sicurezza. Continuò così per tutto il pomeriggio, dimostrando per l'ennesima volta una pazienza infinita.

Per tutto il tempo insistette molto sulla mia salute e su tutto ciò a cui avrei dovuto fare attenzione, lasciandomi intuire tutta la sua preoccupazione per me. Chissà quanto doveva essersi tormentato, prima di decidere di parlarmi del suo piano...

A fine giornata ero ormai così stanco che accettai con sollievo la decisione di Uriel di fermarci, ma non avevo per niente sonno, per cui approfittai del poco tempo libero a disposizione per parlare con lui di altro, ora che aveva finalmente smesso di fingersi apatico.

Era da anni che desideravo di poter godere di nuovo della sua compagnia e del dialogo che nel tempo ci erano venuti a mancare. Ci confrontammo sugli anni trascorsi lontani, sulle mie ipotesi giuste o sbagliate e sulle sue frasi mai dette. Alla fine mi rivelò che nel mondo umano, o meglio con Sarah, era sempre stato se stesso; il ragazzo solitario, gentile e paziente a cui lei voleva tanto bene esisteva davvero e provava per lei un affetto incredibile, anche maggiore di quello che David le dimostrava. Quando finalmente sarei riuscito a riabbracciarla, avrei dovuto assolutamente parlargliene.

Quella notte sognai i baci di Sarah e la nostra vita insieme, sereni come non lo eravamo mai stati prima. Non dimenticavo ciò che avrei dovuto sacrificare per tornare da lei, eppure non vedevo l'ora che arrivasse il momento.

Quando la luce dell'alba mi svegliò, sentii subito di non aver dormito abbastanza, eppure ero entusiasta di iniziare una nuova giornata di studio per avvicinarmi di un altro po' a lei. Mi stiracchiai e andai a sciacquarmi il viso al fiume, trovando Uriel lì, immobile e pensieroso.

«Buongiorno».

«Ciao». Che voce cupa...

«E' successo qualcosa?» mi preoccupai.

«Azalee. Tornerà a momenti».

Di già? Erano passati solo due giorni, era troppo presto. «Ne sei certo?».

«Sì. Ma finché non torna non farne parola con nessuno, mi permetto di dirlo a te solo perché dovremo sbrigarci a trattare alcuni argomenti che non voglio che lei senta. Devi ascoltarmi molto attentamente e non sprecare tempo».

«D'accordo, ma tanto con chi vuoi che ne parli?» scherzai con un mezzo sorriso.

Lui, serissimo, accennò agli alberi dall'altra parte del fiume, oltre i quali c'era la valle in cui avevo vissuto da piccolo.

«I vostri amici ci hanno visti. Probabilmente verranno da te non appena ti trovano solo».

Gli amici miei e di Azalee, ai quali avrei dovuto raccontare di aver deciso di abbandonare lei, loro e questo mondo perché mi ero innamorato della protetta di quella che credevano essere ancora la mia ragazza. Uhm...

«Gli parlerò quando ci sarà anche Azalee, è una cosa che la riguarda troppo da vicino» decisi.

Uriel non sembrò sorpreso. «Se hai intenzione di raccontargli tutto ricorda l'ammonizione di Gabriel. Devono capire che tu e tu solo hai questa possibilità. Ed evita qualunque riferimento al mio legame con lei, altrimenti pregiudicherai le sue opportunità future».

«D'accordo». Come se lei avesse mai potuto scegliere una strada diversa.

*

Gli argomenti di cui Uriel voleva parlare senza di Azalee riguardavano il lato peggiore del mondo umano. Mi descrisse le malattie, le guerre, i giochi di potere, l'invidia, la competitività e tutto ciò che lasciava trasparire la crudeltà di quel mondo, che io desideravo tantissimo e dal quale lui stava disperatamente cercando di mettermi in guardia. Mi inquietò moltissimo, ma mi sforzai di concentrarmi su tutte quelle nozioni senza mai deconcentrarmi con il pensiero di Sarah, che entro poche ore sarebbe rimasta sola in quel mondo così crudele. Terminati gli argomenti peggiori, Uriel continuò con più tranquillità, esponendomi le basi di ciò che per gli umani era la cultura generale. Il suo timore era che qualcuno avrebbe potuto insospettirsi della mia ignoranza di nozioni basilari, ma con un certo orgoglio gli dimostrai di conoscere molte di quelle informazioni grazie ai libri di Sarah e di suo padre. Se avessi saputo quanto mi sarebbero stati utili li avrei letti ancora più volentieri, ed accettai di buon grado il consiglio di Uriel di dedicarmi alla lettura e soprattutto alla scrittura durante la mia convalescenza. Perché, a quanto diceva, avrei impiegato almeno una settimana per riprendermi del tutto dalla trasformazione.

Continuammo ininterrottamente fino a che il sole non fu alto in cielo, quando dovetti improvvisamente interrompere Uriel per una nauseante sensazione di vuoto alla bocca dello stomaco. Mi piegai per la nausea e, pur accanto al mio più caro amico appena ritrovato, mi sentii invadere da una solitudine mai provata prima d'ora. Avevo già capito cosa stava accadendo: il legame emotivo con il mio protetto si era interrotto. Chris non aveva più bisogno del suo angelo.

«Vieni». Uriel stava prendendo il volo.

Andava così veloce che faticai a stargli dietro. In meno di un minuto eravamo su uno spiazzo d'erba al di là del bosco, che doveva essere il punto in cui Azalee era scomparsa da questo mondo solo pochi mesi prima. Una luce bianca stava già comparendo dal nulla, divenendo sempre più intensa fino a raggiungere le dimensioni e le fattezze di un angelo. Avrei riconosciuto la sagoma di Azalee ovunque, non c'erano dubbi.

Stava tornando. 

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