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33 - Paradiso in Terra

Al termine di quel dolcissimo bacio, i nostri visi si posarono delicatamente l'uno sull'altro come l'ultima volta in cui le avevo confessato i miei sentimenti. Stavolta, però, non c'era nulla di sbagliato in quel gesto. Mi sembrava di scoppiare dalla gioia.

Finalmente potevo stringerla tra le mie braccia e manifestare il mio amore per lei, senza alcuna limitazione. Quel mondo mi sembrò essersi improvvisamente trasformato nel paradiso, quello vero.

Da quel momento la stanza cominciò a starmi stretta; fuori c'era un meraviglioso mondo di sole e di fiori primaverili che fino ad allora avevo potuto solo guardare in solitudine, ma d'ora in poi sarebbe stato tutto diverso.

«Usciamo» le proposi di punto in bianco. Non ce la facevo ad aspettare ancora.

Sarah era ancora imbarazzatissima, a malapena riusciva a guardarmi. «Come?».

«Andiamo fuori da qui. Ormai quelle odiose regole non hanno più senso, e poi sono troppo felice per restare chiuso in casa».

Accettò la mia proposta con un bellissimo sorriso allegro che mi scaldò il cuore.

Non appena uscimmo, visto che nei paraggi non c'era nessuno, appoggiai il braccio intorno alle sue spalle proprio come se fossimo una comunissima coppia umana. L'avrei voluta accanto a me in quel modo per sempre, a qualunque costo. Anche se era inutile, sapevo già che avrei lottato con tutte le mie forze per restare con lei. Ciò che provavo in quel momento era troppo bello per poterci rinunciare.

Passeggiammo con tranquillità nel bel parco vicino alla scuola, abbracciati in quel modo per tutto il tempo, fino a che non arrivammo nella solita piazzola con la fontana e i pesci rossi. Sarah si andò a sedere sul muretto della vasca e io subito le fui accanto.

«Vorrei rimanere così per sempre» sussurrò quasi sovrappensiero, mentre giocava con le mie mani intrecciate alle sue.

«Già, anche io». Se solo fosse stato possibile...

La sentii irrigidirsi. Non doveva essersi accorta del tasto dolente che aveva toccato. «Tu hai idea... di quanto tempo abbiamo?».

Quasi mi stupii di sentirglielo chiedere. Mi aspettavo che si sarebbe rifiutata anche solo di pensarci, almeno per oggi.

«Non so, qualche giorno» supposi. Probabilmente agli arcangeli sarebbe servito un po' di tempo per decidere il da farsi.

«Credi che dovremmo nasconderci? Forse non è prudente stare all'aperto».

I suoi bellissimi occhi, ora, mi guardavano attenti. Sarah non sapeva nulla degli arcangeli e mi resi conto che doveva essersi fatta un'idea tutta sua di chi sarebbe venuto a prendermi, sicuramente molto più umana di quanto non fosse realmente. Nascondersi o fingere non sarebbe servito a nulla, purtroppo. Non si potevano contrastare gli arcangeli, ma non ero sicuro di riuscire a farlo capire a Sarah, che ora stava tirando fuori tutto il suo coraggio e la sua determinazione pur di difendere la nostra storia.

In realtà Uriel poteva benissimo occuparsi di queste cose da solo e senza difficoltà, anche se prima di arrendersi all'evidenza avrebbe sicuramente cercato di rimediare in qualche modo, di questo non dubitavo. Magari per una cosa così grave si sarebbe fatto consigliare dall'arcangelo Raphael, suo mentore, se non perfino... dai due arcangeli più anziani.

Sussultai, mentre Sarah era ancora persa nei suoi pensieri. Come avevo fatto a non pensarci? Gli arcangeli maggiori erano abbastanza anziani da intuire il futuro con ottime probabilità di successo, e se Sarah ed io non potevamo fare a meno di amarci, loro dovevano averlo capito già da tempo. Di sicuro avevano subito allertato Uriel, per cui... lui lo sapeva già.

Uriel sapeva già a quali rischi andavamo incontro la mia protetta ed io...

Mio Dio, chissà da quanto tempo si preoccupava per questa storia e io nemmeno me n'ero reso conto. Non riuscivo nemmeno a pensarci... e ormai era arrivato il momento di parlarne anche con Sarah, non avevo scelta.

«No, non serve a nulla stare in casa. Probabilmente loro sapevano già tutto da prima di noi» le rivelai in un sussurro.

«Loro?».

«Gli arcangeli».

Sarah sgranò gli occhi per la sorpresa. «Aspetta, non mi avevi mai detto che oltre agli angeli c'erano altre creature del genere».

Già, avevo sempre cercato di evitarlo. E ancor di più adesso che mi ero rivelato una delusione totale, non ce la facevo proprio a raccontarle la storia per intero.

«E' così. Gli arcangeli fanno in modo che nel mio mondo tutto proceda come deve. Sono molto potenti, hanno delle capacità fisiche e mentali che gli permettono di gestire il mondo angelico o di intervenire su quello umano, e di certo non hanno bisogno di vederci, per sapere di noi».

Sarah era incredula. «Cosa possiamo fare per proteggerci da loro?».

«Nulla. Avere la meglio su di un arcangelo è impossibile». Questo, purtroppo, era sicuro.

«Che vuol dire "nulla"? Ci sarà pure un modo per contrastarli!» si rifiutò di accettare, come temevo.

«Non c'è nessun modo, Sarah, devi credermi».

Strinse forte le mie mani tra le sue come per trattenermi con sé, fragile e determinata come non l'avevo mai vista prima.

«Saranno in molti?» riprese.

«No, sono solo in quattro e ognuno di loro si occupa solamente di una porzione del nostro mondo, denominata in base ai punti cardinali» le spiegai meccanicamente. «Tutti gli angeli che sono nati in un certo territorio, sono sotto la protezione del rispettivo arcangelo».

Mi era diventato più facile immaginare la loro suddivisione dopo aver studiato la storia del mondo umano: milioni di anni prima questo era costituito da un'unica enorme terra emersa chiamata Pangea, e le sue ricostruzioni nei libri ritraevano qualcosa di fin troppo simile al mio mondo attuale.

«In che territorio sei nato?» mi chiese a metà tra curiosità e preoccupazione.

«Nell'Ovest».

«Quindi sarà l'Arcangelo dell'Ovest a...».

«A portarmi via, sì». E poi, probabilmente, lo avrei odiato per sempre. Come se lui avesse potuto fare altrimenti.

«C'è qualcosa che non so, Abel? E' strano che tu non me ne abbia mai parlato».

Non potei stupirmi della sua espressione sospettosa. «Scusami, è che questo argomento mi ricorda una vecchia storia che non riesco ancora ad accettare del tutto. Non ne voglio parlare».

«Come preferisci...» accettò, nonostante la preoccupazione. Era gentile e discreta come sempre. «Invece sai... come accadrà?».

No, ma potevo immaginarlo facilmente. «Credo che sarà come al mio arrivo. La luce, la sensazione di spostamento... Immagino che lui verrà qui a prendermi. Di certo non potrò fare nulla proprio come allora, questo devi accettarlo».

«Impossibile, ci deve essere un modo!». Stava urlando, per fortuna non c'erano altri umani in giro.

Chissà cosa si aspettava... Una gara di forza? Trattative? No, era qualcosa di troppo al di sopra di noi.

«Mi metterò contro quest'arcangelo, se sarà necessario. Può anche minacciare di uccidermi, non gli permetterò di portarti via!».

Non l'avevo mai vista così risoluta, ma lei non capiva... non c'era nessun modo.

«Non servirà a nulla. Ti prego, Sarah, accettalo».

«Come posso accettare di perderti senza lottare?».

Si strinse a me, sull'orlo del pianto. Era orribile parlarle come se a me non importasse, ma doveva capire.

«Perché lo farà per il nostro bene. Se anche accadesse un miracolo e ottenessi di rimanere qui, come credi che sarebbe la tua vita accanto a me? C'è un motivo se le relazioni miste sono proibite, io non potrei mai renderti felice».

«Non dire sciocchezze, mi stai rendendo felice proprio adesso». Difficile crederci, se me lo diceva in lacrime.

«Ti ringrazio, Sarah, ma devi pensare anche al futuro. Prova a immaginare cosa accadrebbe col passare degli anni. Nessuno può vedermi, appariresti sempre sola, anche nelle difficoltà. Non potrei lavorare, non potremmo sposarci, non potresti nemmeno avere dei figli. E dovresti mentire per sempre a tutte le persone a cui vorrai bene».

«Non me ne importa nulla, io voglio te!».

«Questo lo dici adesso, ma in futuro potresti pentirti della tua scelta».

«Quindi non tenterai di rimanere con me, quando verranno a prenderti?» si preoccupò all'improvviso. Ma non era ciò che intendevo.

«Certo che tenterò, anche se non ho speranze. Ti amo troppo per sopportare che ci allontanino. E poi sai bene che mi lascio guidare dall'istinto molto più degli altri angeli».

«Allora non parlare più in questo modo» mi rimproverò, mentre si appoggiava nuovamente al mio petto per calmarsi.

Sospirai per l'ennesima volta. Per ora mi andava bene così, non sarebbe servito a nulla discutere in un momento idilliaco come quello, ma non mi sarei arreso: avrei fatto in modo che Sarah riuscisse ad accettarlo prima di restare sola.

Presi il suo viso tra le mani e chiusi il discorso baciandola con passione, desideroso di lei più che mai. Poi cambiai deliberatamente discorso, così da chiudere la questione del tutto.

«Adesso anche io ho una domanda. Per quanto tempo mi hai nascosto i tuoi sentimenti?».

Sarah arrossì all'istante. «Ehm, qualche giorno».

Con quel leggero rossore sul viso era incantevole... All'improvviso volli assolutamente sapere tutto. Lei si stava già voltando per sfuggire all'imbarazzo, ma glielo impedii avvolgendo le sue spalle con le braccia e dandole un leggero bacio sul collo. La sentii rabbrividire, ma sorrideva.

«Quindi anche tu desideravi questi baci e questi abbracci».

«Sì» ammise a voce bassa, ancora più rossa di prima.

Da quel momento, passammo intere ore su quel muretto a parlare di noi. E anche quando tornammo a casa, restammo quasi sempre l'uno accanto all'altra.

La sera andammo a sdraiarci per la prima volta insieme sul divano, a coccolarci e a parlare. Dato che né lei e né io avevamo intenzione di dividerci per un'intera notte, quando Sarah iniziò a cedere al sonno la presi in braccio e la portai nel suo letto, accettando molto volentieri le sue continue richieste di restarle accanto. La coprii con cura e mi sdraiai accanto a lei.

«Dormi con me?» sussurrò al mio orecchio. La sua voce aveva una sensualità tipicamente umana di cui nemmeno si rendeva conto.

«Vuoi che lo faccia?».

«Certo».

«Bene, allora rimarrò qui». Non desideravo altro al mondo che stare sempre con lei.

Mi coprì con le coperte e poi si arrese al sonno tra le mie braccia. Doveva essere esausta.

Quando capii che si era addormentata, inspirai lentamente il suo profumo premendo il viso tra i suoi capelli, poi chiusi gli occhi e mi lasciai andare ai pensieri. Mi sentivo al settimo cielo, era vero, tuttavia non avevo dimenticato i problemi che ci attendevano alla fine di quella bellissima nottata.

Il mio più grande rimorso era per Azalee, che avrebbe sofferto moltissimo per il nostro destino. D'altronde era impensabile tenerla all'oscuro, vista la sua empatia con Sarah e la mia imminente partenza, e poi c'era dell'altro: avrei dovuto chiederle di vegliare su Sarah dopo che mi avessero portato via; forse mi avrebbe odiato per la mia pazza decisione, ma questo non poteva negarmelo.

Chris, invece, di certo avrebbe compreso la nostra scelta. Gli avrei chiesto personalmente di stare vicino a Sarah, soprattutto dopo la partenza di Azalee, in ogni caso non avevo dubbi su di lui e sui loro amici: in quei mesi Sarah aveva costruito dei legami molto forti e sapevo di lasciarla in buone mani.

David, piuttosto, mi preoccupava molto. Di lui non mi fidavo affatto, dovevo scoprire cosa sapesse quel ragazzo e poi mettere in guardia sia Sarah che Azalee, e anche Chris. Dovevo fare in modo di sistemare tutto entro pochi giorni, volevo lasciarla in una campana di vetro. Poi, una volta tornato indietro... beh, avrei iniziato affrontando la furia di Uriel, in modo che, dopo che avesse sfogato tutta la sua rabbia e il suo disgusto, avrei potuto parlargli per fargli aprire gli occhi sul bisogno che Azalee aveva di lui. Ormai era l'unica cosa buona che potessi fare per loro. Dopodiché nulla avrebbe più avuto importanza.

Strinsi forte Sarah per ritrovare un po' di tranquillità, poi tolsi la maglia per dormire comodamente - abbastanza sicuro che fosse un gesto innocuo nei suoi confronti - e crollai addormentato al suo fianco.

*****Angolo autrice*****
Tranquilli, non sono tipo da far finire una storia d'amore così male :P, siate fiduciosi.
Volevo chiedervi di segnalarmi se ci sono cose che non si capiscono o al contrario argomenti ripetuti troppo spesso. Io ho le idee chiare in testa per via del terzo libro su Azalee e Uriel, ma qui mi confondo T.T.
Grazie a tutti di essere qui, mi raccomando, fatemi sentire che ci siete! Vi adoro ♥

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