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26 - Passo falso

Ormai era arrivato febbraio. A metà pomeriggio c'era ancora la luce del sole e così, quel giorno, quando Sarah finì i compiti decise di sfidare il clima invernale per raggiungermi in giardino, dove io stavo riposando già da un po' immaginando di averla lì con me tra le mie braccia.

Invece la vera Sarah venne a sedersi composta sull'erba, con mille pensieri per la testa, tutti lontani anni luce dal mio amore per lei.

Finsi di non aver alcun pensiero triste e l'ascoltai mentre mi parlava della scuola e dei suoi amici, tuttavia lei si accorse presto della mia malcelata preoccupazione - ormai mi conosceva troppo bene - e non sapendo che altro fare decisi di nascondere i miei tormenti dietro il secondo argomento che più mi spaventava: David.

Ogni volta che provavo a metterla in guardia su di lui, Sarah mi rispondeva che non dovevo preoccuparmi, ottenendo l'effetto esattamente opposto. Lo fece anche stavolta, mentre mi guardava con quegli occhi pieni di ingenuità, così bella e fragile...

«Come faccio a non preoccuparmi, Sarah? Tengo troppo a te, per sopportare che qualcuno ti faccia soffrire» mi lamentai con un nodo alla gola alla sua ennesima rassicurazione.

Ero stato attento a non dire nulla di eccessivo, ma a lei bastò questo per tirarsi indietro.

«Non dire sciocchezze».

Distolse lo sguardo da me con aria contrariata, mandandomi in agitazione. Forse avevo esagerato senza accorgermene? Mi sentivo la coscienza talmente sporca che entrai nel panico per un nulla. Perché non accettava le mie parole? Aveva forse capito che in realtà provavo per lei qualcosa di più, dell'affetto?

«Non mi credi?».

Il mio tono concitato la sorprese. Rimase in silenzio, tentandomi inconsapevolmente con la sua eccessiva vicinanza così come era accaduto sui gradini della piazza. E senza nessuno che interrompesse la situazione, questa volta finii col cedere.

Non me ne resi nemmeno conto fino a che non fu troppo tardi.

Mi ero avvicinato fino ad esserle addosso, prendendo le sue mani tra le mie e costringendola ad indietreggiare fino a che non si ritrovò a terra.

Realizzai ciò che avevo fatto solo quando vidi la sua espressione sbalordita e il suo viso incorniciato dall'erba.

«Non è affatto una sciocchezza».

Mi sembrava quasi di non essere io a parlare.

Sarah era scioccata, non riusciva a reagire. Era come quel giorno davanti alla libreria: avrei potuto baciarla senza che riuscisse ad impedirmelo in alcun modo, e stavolta non ero sicuro di riuscire a fermarmi. Intorno a noi c'era il silenzio più assoluto, i nostri visi erano sempre più vicini e le sue labbra... le sue labbra rosse e morbide sembrarono tendere verso le mie.

No, non ce l'avrei fatta a fermarmi. La desideravo troppo.

Poi Sarah sembrò riprendersi all'improvviso. Mi riportò alla realtà tentando di muovere le braccia per allontanarsi.

La lasciai non appena mi resi conto di cosa era appena accaduto. Che cosa stavo per fare? Mio Dio, stavo per rovinare tutto! Adesso, nei suoi occhi, non scorgevo altro che paura.

«Scusami. Io... non so cosa mi sia preso. Ti ho fatto male?». Faticavo perfino ad articolare le parole.

«N-no».

Non mi rimproverò, si toccò solo i polsi. Erano rossi perché l'avevo stretta troppo forte, avevo completamente perso il controllo.

«Scusami ancora» balbettai.

Provai una tale angoscia per le conseguenze del mio gesto che aprii istintivamente le ali per allontanarmi. Dovevo andarmene, o avrei perso la lucidità davanti ai suoi occhi.

«Dove vai?» si preoccupò subito.

«In giro. Tu rientra in casa».

«Aspet...».

Non aspettai. Volai in alto con tutte le mie forze, tentando invano di sfogare in un volo sfrenato la tensione accumulata.

Aveva capito che stavo per rubarle un bacio proibito? E soprattutto... mi spaventava quell'impressione sulle sue intenzioni, possibile che Sarah stesse desiderando quello stesso bacio?

No, lei non poteva provare nessun sentimento per me, ormai aveva perso la testa per David. Era solo stata colta di sorpresa, ecco tutto. Ma non l'avevo baciata, e se anche aveva intuito le mie intenzioni non poteva esserne certa. Potevo ancora rimediare.

Dovevo farlo. A qualunque costo.

*

Quando mi decisi a tornare da lei, dopo intere ore di volo, avevo predisposto un piccolo discorso per scusarmi e sminuire il più possibile l'accaduto.

Sarah non era ancora andata a dormire nonostante fosse notte fonda. L'avevo scioccata fino a questo punto...

Quando mi sentì tornare venne subito a parlarmi. Aveva l'imbarazzo ancora dipinto sul volto.

«Ehm, Abel».

«Scusami per prima» la interruppi senza che potesse proseguire. «A volte reagisco alle provocazioni in modo eccessivo, mi dispiace di averti spaventata. Ti prego, dimentica il mio comportamento, non accadrà più».

Chiunque altro si sarebbe arrabbiato molto, ma non lei. Ormai la conoscevo.

«Va bene» accettò con un sospiro. Sembrava perfino più frustrata di me.

«Bene. Buona notte, Sarah».

«Buona notte, Abel».

Se ne andò a testa bassa, senza aggiungere altro. Ma non sarebbe stata affatto una buona notte, per nessuno dei due.

Feci una fatica enorme a nascondere l'accaduto ad Azalee. La mattina seguente lei si accorse di quanto stessi male e me ne chiese il motivo con insistenza, ma come avrei potuto raccontarle di aver fatto una cosa tanto grave? Era già abbastanza difficile da affrontare senza i suoi rimproveri.

La mia protetta fu silenziosa per tutto il giorno e mangiò anche meno di quanto parlava; passò il pomeriggio sui libri e anche dopo aver finito di cenare provò a fuggire di nuovo in camera sua. Fui tentato di assecondarla, ma dopo una giornata di silenzi non potevo lasciarla andare via in quello stato: volevo rasserenarla a tutti i costi.

Così, non appena si alzò da tavola, la trattenni stando attento ad essere il più delicato possibile. Riusciva a malapena a guardarmi... la mia vicinanza la metteva ancora a disagio.

Avevo pensato a cosa dirle per tutto il pomeriggio.

«Aspetta, Sarah, per favore. Ti sembra così strano quello che ti ho detto ieri? Sono istintivo e l'ho detto in modo troppo irruento, ma era la verità: tu sei la mia protetta, è normale che mi preoccupi e che tenga a te».

Sarah mi ascoltò fino alla fine e poi restò in completo silenzio a fissarmi, senza nemmeno stranirsi per il modo in cui l'avevo trattenuta. Quegli occhi caldi erano così belli...

«No, hai ragione».

Mi fece un lieve sorriso che ricambiai subito, sollevato per la fiducia che ancora riponeva in me. In ogni caso, anche se con lei la questione si chiudeva lì, io non potevo smettere di pensarci. Se avevo ragione sulla reazione di Sarah in giardino, dovevo arginare i nostri sentimenti adesso, prima che i suoi nascessero, prima che i miei diventassero evidenti.

Non potevo più commettere errori.

*

Da quella sera iniziai a controllare ogni mia piccola azione e a tenermi a "distanza di sicurezza" ogni volta che Sarah mi veniva accanto.

In questo modo trascorsero delle giornate lentissime, durante le quali anche l'atteggiamento di Sarah continuò a cambiare: iniziò a studiare perfino dopo cena, e anche se sentivo tantissimo la sua mancanza, mi sforzavo di non farglielo pesare affinché non si sentisse costretta a stare con me controvoglia, perché era chiaro che stava usando lo studio come scusa per evitarmi.

Significava che si sentiva ancora a disagio per la mia reazione in giardino, era chiaro, ma per quanto l'idea mi facesse male, almeno in questo modo il rischio che mi tradissi era ridotto al minimo.

Col passare dei giorni ci allontanammo sempre di più. All'inizio fu difficile accettare il distacco che ne stava nascendo, tuttavia mi resi conto che quella poteva essere la soluzione. I miei pensieri erano andati spesso alla somiglianza della mia situazione con Sarah rispetto a quella di Uriel con Azalee: entrambi amavamo ma non potevamo dirlo per il bene di lei, entrambi avevamo paura che la nostra amata si rovinasse la vita ricambiandoci. E alla fine Uriel aveva protetto Azalee proprio in questo modo: allontanandosi.

Poteva funzionare.

Se mi fossi dimostrato freddo e avessi ridotto la nostra comunicazione all'indispensabile, i nostri sentimenti non sarebbero potuti crescere ulteriormente.

Ma ero pronto ad imbarcarmi in un'impresa tanto dolorosa?

Guardai la bellissima ragazza di cui mi stavo innamorando, rigida sulla scrivania con gli occhi incollati sui libri. Se ci fossimo innamorati, prima o poi avremmo ceduto al nostro amore e saremmo stati separati contro la nostra volontà. Sarah sarebbe rimasta di nuovo sola, questa volta completamente, e con il cuore spezzato a causa mia.

Dovevo farlo, anche se sarebbe stato terribilmente doloroso. Ero disposto a tutto pur di tenerla lontana dai guai.

*

Da quel momento le giornate divennero più lente e difficili che mai. Avevo smesso di parlare con Sarah di mia iniziativa già da un po', ma ora cercai anche di dare risposte molto brevi, e nel giro di poco tempo sembrò che la situazione si fosse ribaltata: invece di nascondersi dietro i libri, Sarah cercava la mia attenzione venendomi a cercare in camera o in giardino anche mentre leggevo. Ma io restavo sempre distaccato... trascinandomi dietro un carico emotivo che minacciava di schiacciarmi ad ogni sua richiesta negata.

Come faceva Uriel a reggere una simile condizione? Io stavo malissimo. Quel suo sguardo così preoccupato rischiava continuamente di farmi arrendere.

Andammo avanti così per intere settimane. Eppure, nonostante l'allontanamento tra di noi fosse evidente, dovetti arrendermi al fatto che non stava funzionando. Non sapevo se i sentimenti di Sarah stessero maturando in qualche modo, ma i miei non facevano che crescere. Anche senza parlarle c'erano mille altre cose che mi facevano innamorare di lei ogni giorno di più: i suoi sguardi, la sua voce, il suo rispetto per i miei silenzi, perfino il suo modo ostinato di cercare la mia compagnia.

E a quel punto, dovetti arrendermi a non sapere più che cosa fare.

*****Angolo autrice*****

Le cose ormai cambiano in fretta :3. Secondo voi l'impressione di Abel sui sentimenti di Sarah è giusta?
I prossimi capitoli saranno intensi! Mi auguro che la storia vi stia appassionando, perchè io sono sempre ansiosa di condividere i nuovi avvenimenti con voi ^.^.
Mi raccomando, non dimenticate di lasciare una traccia del vostro passaggio con un commento o un voto! Sapete che ci tengo :)

I love you ♥

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