11 - Confronti
Le ore dopo la ricreazione passarono velocemente, una volta che Azalee ebbe chiarito con la mia protetta. Dopo quei interminabili minuti di attesa, la mia ragazza mi raccontò com'era andata con un bel sorriso soddisfatto: Sarah l'aveva ascoltata con attenzione nonostante la diffidenza e sembrava aver finalmente compreso la situazione.
Azalee mi parlò anche della sua impressione di lei, che le era sembrata fragile e dolce, perfetta per stare con un angelo come me. Da come ne parlava sembrava che Sarah le piacesse molto, e in fondo non mi sarei stupito se col passare del tempo fossero diventate amiche. La loro affinità era innegabile.
Quel giorno iniziammo quella che in poco tempo sarebbe diventata una routine: durante le lezioni, Azalee ed io attendevamo i nostri protetti come una qualunque coppia del mondo angelico, per poi tornare indietro in quattro, almeno fino alla casa di Chris che era di strada per quella di Sarah.
Quel primo giorno fu davvero strano passare del tempo in compagnia di tutti e tre, anche se di fatto non parlammo d'altro che di scuola; Chris raccontava molti aneddoti ad Azalee, chiedendo aiuto a Sarah per ricordare i nomi dei suoi nuovi compagni, e Azalee rispondeva con entusiasmo ed allegria, mentre Sarah ed io eravamo più silenziosi, ma stavamo sempre l'uno accanto all'altra. Per il momento ci bastava: a differenza di loro, noi avremmo avuto tutto il giorno per chiarirci e poter parlare tra di noi.
Sarah, però, stavolta non perse tempo. Si fermò con un sospiro non appena restammo soli.
«Azalee mi ha detto tutto» iniziò subito. La strada che ci portava a casa era poco frequentata e nessuno poteva vederla parlare al vento.
«Lo so. Lei è sempre stata brava in queste cose, perciò mi sono fidato e l'ho lasciata fare». E ora, finalmente, avremmo potuto chiarirci del tutto.
«Hai fatto bene, finalmente ho compreso la situazione».
Non mi guardava, ma sorrideva. Sembrava aver finalmente ritrovato la serenità.
«Quindi sono perdonato?».
Mi sforzai di sorridere anch'io. Volevo fingere di scherzare, ma temevo davvero che una parte di lei mi avrebbe portato il fantomatico "rancore umano" per chissà quanto tempo. Invece nel suo sguardo di risposta trovai solo rimorso. Si avvicinò a me e posò la fronte sul mio petto, con le braccia conserte come se ancora si vergognasse.
«Certo. E scusami» sussurrò.
Mi guardai intorno per assicurarmi che ancora nessuno potesse vederla e, trovando la strada libera, la avvolsi tra le mie braccia.
«No, scusami tu. Sono stato io a creare tutti questi problemi».
Solo a quel punto la sentii rilassarsi e abbandonare la sua postura rigida. «Dimentichiamo questa storia, ok?» concluse.
Annuii, sapendo che poteva sentire i movimenti del mio viso sul suo. Non desideravo altro che vederla di nuovo serena.
Da quel giorno mi tranquillizzai sia a proposito di Sarah, che ormai sapeva che non l'avrei messa in secondo piano, sia di Azalee, con la quale in effetti in questo mondo non avevo ancora mai discusso.
Passarono molte belle giornate simili tra loro, in cui trascorrevo le mattine di scuola con la mia ragazza e il resto del tempo con la mia dolce protetta. Gli unici cambiamenti vennero dall'inizio dei primi freddi, che costrinsero Sarah a stare sempre di più dentro casa. Così, i nostri pomeriggi a chiacchierare in giardino si trasformarono in serate di fronte al caminetto scoppiettante, seduti sul morbido tappeto verde della sala.
Quando Sarah studiava, invece, io leggevo uno dopo l'altro i libri di suo padre. Dopo aver imparato tutto ciò che potevo sulla biologia ero passato al regno animale e, infine, alle scienze della Terra.
Uno di quei pomeriggi, mentre studiavo le frequenti precipitazioni del mondo umano - che, fortunatamente, nel mio mondo erano decisamente più scarse - Sarah entrò nella mia camera con aria un po' preoccupata.
Venne a sedersi sul letto accanto a me, e dopo qualche frase di circostanza scoprii che aveva bisogno di confrontarsi riguardo alcune impressioni su Chris, che ultimamente le sembrava "un po' strano".
«Non saprei come spiegartelo, sembra che quando mi parla sia teso, o magari agitato. Tu per caso sai se è successo qualcosa?».
Mi misi composto accanto a lei per mostrarmi il più serio possibile. Sarah sperava in qualche notizia raccontatami da Azalee, ma io avevo un altro tipo di sospetto. Quando tornavamo a casa insieme sentivo Chris sempre allegro, ma in effetti la felicità non era l'unica sua emozione che percepivo. Di recente mi ero accorto che provava un crescente fastidio quando parlavo con Sarah, tanto che a volte arrivava ad iniziare con me delle piccole discussioni senza motivo apparente. Più di una volta, in quei casi, avevo sospettato che la causa reale fosse un interesse verso la mia protetta, e ora che Sarah mi aveva parlato delle sue impressioni, i miei sospetti si trasformarono in certezza.
«In realtà non sono molto stupito. Credo di sapere qual è il suo problema. Sarebbe la spiegazione più logica» provai a prepararla, pur sapendo che non mi avrebbe mai creduto.
«Ah sì? E quale sarebbe?»
Per un istante esitai. «Io credo che tu piaccia a Chris».
Ovviamente rispose con un'espressione incredula. «No Abel, ti stai sbagliando».
«Non penso di sbagliarmi» dovetti ammettere, anche se lo avrei voluto.
Ai miei occhi era tutto perfettamente chiaro: Chris era infastidito dalla mia vicinanza con Sarah perché lei passava tutto il suo tempo con me, perfino durante il tragitto tra scuola e casa, che era l'unico momento che Chris aveva per stare "da solo" con lei. Questo spiegava sia il fastidio che percepivo da lui, sia la tensione di cui parlava la mia protetta. A volte, in effetti, avevo notato che lui tendeva ad avvicinarla troppo, considerato che lei non era interessata a Chris in quel senso, e dovevo ammettere che quel suo atteggiamento mi infastidiva. Mi sentivo un po' in colpa... sembrava un ragazzo gentile, e in un contesto diverso avemmo sicuramente fatto amicizia facilmente, ma in queste circostanze era inevitabile entrare in conflitto di interessi. Ruotava tutto intorno a Sarah, ma lei non voleva accettarlo. E infatti se ne andò dalla mia stanza, qualche minuto dopo, senza nemmeno considerare l'idea che potessi avere ragione. La mia protetta aveva la pessima abitudine di provare a risolvere i problemi semplicemente ignorandoli, ottenendo solo di peggiorare ogni situazione.
*
Le cose cambiarono poco tempo dopo, quando arrivò una tipica festività umana: il Natale.
Ne sapevo molto poco, ma l'entusiasmo di Sarah davanti alle vetrine addobbate contagiava anche me. Beh, non era solo per quello. Ciò che attendevo con più trepidazione, in realtà, erano le vacanze natalizie.
Certo, questo avrebbe significato perdere le ore mattutine con Azalee, ma ne avevamo parlato e anche lei era felice di poter stare un po' di più con il suo protetto. Confidavamo nella possibilità di vederci quando Chris e Sarah erano entrambi impegnati, anche se le occasioni sarebbero state sicuramente poche.
A preoccuparmi, in realtà, erano i nostri protetti, che per natura non concepivano l'idea che noi due preferissimo restare con loro. Ci avrebbero chiesto di continuare a vederci, ci avrei giurato, e avrebbero anche insistito.
E infatti, come immaginavo, l'ultimo giorno di scuola chiesero ad Azalee e me di vederci anche durante le vacanze. Non gli permettemmo di convincerci; mai e poi mai avrei accettato compromessi che mi allontanassero da Sarah più del necessario, soprattutto ora che si era finalmente tranquillizzata sulla questione. E non me ne importava nulla che fosse lei stessa a chiedermelo.
Le vacanze iniziarono quel pomeriggio stesso, quando Sarah chiuse il suo zainetto di stoffa lilla dentro l'armadio e dedicò l'intero pomeriggio a me. Uscimmo per andare in centro a vedere gli addobbi, e al ritorno mi portò in alcune zone naturali che non conoscevo, tutte molto belle.
Gli umani avevano una curiosa tradizione per la quale una volta all'anno riempivano alcuni alberi di colori e lucine. Quei poveri alberi mi sembravano un po' appesantiti, a dire il vero, ma dovevo ammettere che creavano degli scenari molto suggestivi. Sarebbe stata una giornata perfetta, se non fosse per una telefonata che arrivò quella sera.
Chissà perché, non ero stupito da chi fosse a chiamare.
«Ciao Chris, com'è stato il tuo primo pomeriggio di vacanza? ...Sì, esatto. ...Di che si tratta?».
Iniziai a preoccuparmi, mentre la mia protetta sprofondava sul divano con il cordless all'orecchio, ingenuamente incuriosita dalla proposta del suo "amico". Non avevo bisogno di sentirlo per capire cosa le stesse chiedendo. Naturalmente Chris voleva vedere Sarah anche durante quelle settimane, e aveva anche un buon motivo ufficiale per farlo, ovvero Azalee e me.
«...E' un'ottima idea, avremmo dovuto pensarci prima. ...Va bene. Che ne dici delle tre?». Ecco, come temevo.
La incalzai non appena chiuse la chiamata. «Vediamo se indovino, Chris ti ha chiesto un appuntamento, vero?».
«Appuntamento? Non proprio. Ha avuto una buona idea, mi ha proposto di vederci domani, così nel frattempo tu e Azalee potrete stare insieme».
Quindi un appuntamento. «Certo, e non c'entra nulla il fatto che voi uscirete da soli». Ne avevo sentite troppe, sugli umani, per fidarmi delle loro intenzioni.
«Vuole che voi due stiate insieme, che c'è di strano?».
«Non c'è nulla di strano, Sarah, e lo apprezzo, ma Chris vuole anche uscire con te, davvero non te ne accorgi?».
«Ti sbagli».
Si voltò e si strinse nella coperta del divano quasi a creare una barriera contro le mie parole, come se il problema fossi io. Accidenti, perché non mi dava mai ascolto? In questo modo si sarebbe trovata completamente sola con Chris per ore. Lui probabilmente l'avrebbe messa in difficoltà senza nemmeno volerlo e magari si sarebbe anche dichiarato, quando invece lei non provava assolutamente nulla per lui. E se poi avesse insistito? Se non avesse accettato un "no" come risposta? Era pur sempre un umano, e Sarah era così fragile...
Sentii un brivido lungo la schiena. Non osavo nemmeno pensare alle possibili conseguenze di quella storia.
«Lo vedremo. A me non sembra che tu sia interessata a lui in quel senso, o sbaglio?» preferii accertarmi.
«C - certo che no!» quasi urlò.
«Allora ti consiglio di fare attenzione a qualunque sua eventuale iniziativa».
Vidi Sarah diventare rossa come un peperone, rendendomi conto troppo tardi che come al solito avevo parlato senza riflettere.
«Non farà nulla» si ostinò. Eppure, a giudicare dall'ansia che trapelava dalle sue parole, non ne era sicura nemmeno lei.
Ero davvero preoccupato. Chris non sembrava corrispondere allo stereotipo dell'essere umano con un doppio fine, ma le sue emozioni in presenza di Sarah stavano diventando sempre più intense e in lui stava germogliando qualcosa di nuovo che poteva benissimo essere la fantomatica attrazione fisica degli umani, per quel che ne sapevo. Tutto questo avrebbe potuto portarlo a fare qualcosa di imprevisto perfino per lui stesso, e non mi piaceva per nulla.
Fui tentato di costringere Sarah a rinunciare contro la sua stessa volontà, dato che lei lo faceva solo per Azalee e me, ma se lo avessi fatto sarei andato contro una delle leggi capitali del nostro mondo: non potevamo costringere i nostri protetti a fare qualcosa che non volevano, altrimenti li avremmo messi in una condizione di impotenza molto pericolosa per il loro stato emotivo, perché contro di noi non avrebbero potuto chiedere aiuto a nessuno. In realtà Sarah avrebbe avuto Chris e Azalee, in ogni caso le leggi capitali non erano discutibili, e di certo non volevo rivedere Uriel dopo tutto questo tempo solo per costringerlo a punirmi.
Se Sarah non era disposta ad ascoltarmi, potevo solo accettarlo e sperare che andasse tutto per il meglio.
*****Angolo autrice*****
Finalmente sono riuscita a disegnare una tavola in stile manga come alcune di voi mi avevano chiesto già da un bel po' ^.^'. Non è un granché, ma ci ho messo impegno e spero tanto che vi piacerà :).
Mi raccomando, fatemi sapere che ci siete con commenti, pareri e/o voti, sapete che per me la vostra presenza è importante :3. Ci sentiamo presto!
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