Viaggio pt.2
《V-vuoi scherzare? Stai... stai scherzando, vero?》balbetto ad occhi sgranati, il fiato a solleticarmi i polmoni e la gola secca.
Non può averlo fatto sul serio, non per me, non per la sua vicina di casa o soltanto per festeggiare un compleanno.
Non può avermi portata qui per farmi un regalo, non può averlo fatto e basta.
《Non sto scherzando, siamo in Italia!》esclama con un sorriso enorme, soddisfatto di avermi lasciata senza parole.
Quando siamo atterrati in aeroporto mi ha bendata con una fascia completamente nera, me l'ha tolta soltanto adesso, davanti alla finestra lucente di una casa che profuma di fiori di ciliegio. Il duomo di Milano ad occupare quasi interamente la mia visuale.
Ed io tremo. E sto zitta.
《Non ti piace? Pensavo sarebbe stato carin-》
《Perché?》riesco a chiedere, gli occhi lucidi ancora fissi fuori dalla finestra, su quella meraviglia che mi lascia incatenata a sé.
Si avvicina piano a me, lentamente e con cautela si posiziona di fronte al mio viso obbligandomi a guardare solo lui
《Perché volevo farti un regalo.》
《Sono solo la tua vicina di casa, non ti sembra esagerato?》mormoro con il cuore pesante, un velo di tristezza a contornarmi gli occhi lucidi.
《Non mi sembra esagerato. Sei anche una mia amica oltre ad essere la mia vicina di casa》mi sorride debolmente pronunciando questa frase guardandomi negli occhi, felice di essere qui e di avermi fatto questo regalo.
E forse non dovrei farmi tutti questi problemi, dovrei accettare di buon grado questa sorpresa unica nel suo genere, per non parlare del fatto che a farmela sia stato proprio Colin, il bellissimo ragazzo che tanto amo e che al momento mi reputa un'amica, non più soltanto la sua vicina di casa.
Piccoli progressi, mi dico.
《Okay, beh... cosa facciamo allora?》domando in un sorriso ancora poco convinto, le dita delle mani sottili ad attorcigliarsi tra di loro in preda alla curiosità di essere qui, nel paese dove mia madre è nata e che mi ha sempre raccontato tramite occhi e parole.
《Direi di fare una passeggiata》mormora lui facendomi un'occhiolino.
-
《AH!! Porco mondo ma sei pazzo?!》
Colin ride a squarciagola piegato in due davanti a me, ma io sto ancora ferma con una mano sul cuore e la bocca spalancata.
《Perché mai un mimo dovrebbe lanciarmi addosso un diavolo di ragno finto?!》esclamo a voce alta facendo ridere Colin ancora di più.
《Ehi tu! Dovresti stare fermo sai? Non devo essere io ad insegnarti il mestiere!!》esclamo ovvia puntandogli un dito contro, il sopracciglio alzato mentre lo guardo di sottecchi e lui mi fa un mezzo sorriso divertito.
《Diamine che spavento! E tu smettila di ridere brutto riccio che non sei altro!》Gli tiro uno schiaffo sul petto che ovviamente non gli fa nulla, forse neanche il solletico.
《Quando sono con te rischio di morire per il troppo ridere!》esclama lui avvicinandosi al mimo. Si china leggermente in avanti allungando il braccio verso la latta ai piedi dell'uomo, facendo così cadere delle monete nel contenitore.
《Fammi capire, ha rischiato di farmi infartare e tu gli lasci un patrimonio?》domando trattenendo una lieve risata.
《No, gli lascio un patrimonio perché ti ha fatto fare una figura di merda e mi ha fatto ridere a crepapelle!》
Avvolge un braccio intorno alle mie spalle e questa volta carico il colpo all'addome come fossi una palla di cannone pronta ad essere sparata, infatti si piega in due trattenendo il fiato per diversi secondi.
《Sono piccolina ma se mi impegno faccio male》esclamo convinta strizzando l'occhio.
Si massaggia la pancia mantenendo gli occhi chiusi《Diamine... dovrei legarti mani e piedi quando siamo in giro insieme》
《Ti consiglio di smettere di parlare se vuoi continuare a vivere》dichiaro fingendomi scocciata.
《Agli ordini capo! Andiamo davanti al Duomo.》
Mi invita poco elegantemente a raggiungere il punto da lui nominato, visto che mi tira dal gomito come un bambino con la madre quando vede il carretto dei gelati in lontananza.
Ridacchio restando comunque al suo passo, e dopo diversi minuti a fare slalom tra la gente, aver aspettato che i semafori diventassero verdi e dopo varie soste tra i mille negozi e boutique del centro, finalmente torniamo al punto di partenza: il fantastico e meraviglioso Duomo di Milano.
《Eri mai stato qui?》domando con la testa inclinata indietro, gli occhi fissi sul maestoso edificio gotico mentre mi sento più piccola e vulnerabile ai suoi piedi.
《Mai, è la prima volta che vengo in Italia》mormora Colin afferrandomi la mano.
Mi accompagna senza troppa fretta all'ingresso del Duomo, entrambi con gli occhi rivolti praticamente al cielo per cercare di catturare ogni singolo angolo di quella meraviglia.
Mi perdo per qualche secondo, forse minuto, perché non mi rendo neanche conto che Colin si allontana per poi tornare da me con due biglietti in mano
《Cosa sono?》
《Con questi possiamo visitare il Duomo e abbiamo accesso anche alla terrazza》mi spiega puntando un dito verso la Madonnina dorata in cima alla chiesa.
La mia bocca forma una "o" perfetta
《C'è da camminare?》
《All'incirca duecento scalini, ma non è poi così stancante e-》
《Ho i tacchi》lo interrompo con un mezzo sorriso imbarazzato, uno di quelli che vuole chiedere scusa per la rottura di scatole imminente.
Se avessi saputo che avremmo camminato così tanto avrei messo delle scarpe basse. Siamo in giro da questa mattina e i miei poveri piedi stanno chiedendo pietà.
Credo di non essere più così tanto abituata ai tacchi.
《Se andiamo all'appartamento posso-》mi interrompo quando lui sorride scuotendo la testa
《Non preoccuparti.》
-
《Colin sei stanco morto!》
《Non sono stanco, mancheranno cinquanta scalini》ribatte con un lieve fiatone. Forse più che lieve.
Non capirò mai questa cosa degli uomini, il voler apparire forti e immortali agli occhi delle donne.
Diamine, se inciampa rischio di spaccarmi i denti sulle scalinate del Duomo di Milano. Un ricordo davvero indimenticabile.
《Ti ho detto che posso togliere le scarpe! Perché devi farti venire l'asma?》
《Non pesi trecento kili, stai un po' zitta Skyler!》Mi rimprovera affannato.
Mi guarda di sbieco continuando a salire gli scalini, e ovviamente io mi metto comoda tra le sue braccia tremolanti ma comunque robuste.
Mi avvinghio meglio alla sua nuca ma così facendo il mio viso risulta a meno di due centimetri dalla pelle del suo collo caldo.
"Fanculo! Siamo in Italia, lontano da tutto e tutti, non c'è più nessuno nella sua vita."
Ma prima di poter finire questo pensiero le mie labbra si sono già attaccate al suo collo, in un bacio sottile che a malapena si riesce a percepire, proprio sotto l'orecchio dove i capelli solleticano la nuca e le mie braccia lo stringono.
E li vedo i brividi sulla sua pelle profumata, vedo ogni singolo puntino affiorare come le stelle in un cielo notturno e libero da ogni nuvola, incapaci di nascondersi dagli occhi sognanti delle ragazze che sperano in qualcosa di impossibile.
Ed io sorrido contro la sua pelle stellata, mi sento felice di avergli provocato i brividi, perché qualcosa vorrà pur dire.
Spero nell'impossibile, è vero, ma il solo sperare mi fa capire quanto in realtà possa essere possibile.
Le sue braccia aumentano la presa intorno al mio corpo, le mani stringono meglio la mia carne coperta dai vestiti attillati, ed io mi sento più al sicuro di prima contro il suo corpo caldo e non più tremolante.
《Siamo arrivati》mormora guardandomi negli occhi, ed io mi limito ad annuire non riuscendo a parlare; non mi ero nemmeno accorta che ci stavamo guardando negli occhi.
Avere le sue labbra a pochi centimetri dalle mie di certo non aiuta, per non parlare del suo respiro caldo che scivola lento contro il mio viso leggermente arrossato.
Mi muovo piano per fargli capire di mettermi giù, da qui posso tranquillamente proseguire sulle mie gambe.
Quando tocco terra mi avvio per uscire in terrazza, ma la sua mano si avvinghia alla mia con fermezza, con una sicurezza tale da farmi vacillare e tornare indietro di un passo.
Quando mi giro una lieve pressione si insinua sulla mia bocca, un tocco leggero ma deciso, caldo e umido, ma non faccio in tempo a realizzare che Colin mi supera e mi trascina con sé su quella terrazza contornata da statue enormi.
Sorrido tra me e me percependo un lieve calore irradiarsi su tutto il corpo.
E poi mi perdo, mi perdo completamente nel guardare Milano dall'alto illuminata da un sole enorme, mi perdo nell'osservare le persone al di sotto che sembrano quasi delle piccole formiche, mi perdo in un venticello leggero che mi fa chiudere gli occhi e riempire i polmoni di un'aria frizzantina.
《È stupendo》sussurro ad occhi chiusi.
Le dita strette alla massiccia ringhiera, come a volerla sentire e percepire meglio contro i polpastrelli bollenti che sembrano scalpitare.
《Sapevo ti sarebbe piaciuto》sento dirgli con un mezzo sorriso, soddisfatto.
La curiosità e la mia voglia di giocare non spariscono neanche in queste circostanze suggestive
《Quindi non mi trovi superficiale e troppo... piccola?》domando voltandomi completamente verso di lui, ma a differenza mia Colin resta nella stessa posizione: rivolto verso il balcone e con gli occhi fissi davanti a sé.
《Lo sei...》
Si volta lentamente verso di me《ma in modo giusto.》
《In che senso?》domando, la voce esce in un sussurro, debole tanto quanto il sorriso che prende forma sulle sue labbra.
《Lo sei nel modo in cui piace a me. Sai essere donna e bambina, e questa credo sia una qualità importante da cercare e trovare in una donna. So che se dovessi portarti in un posto elegante o ad una cena di famiglia e roba simile, allora sapresti da te il comportamento da assumere. Ma so anche che per quel mezzo secondo, in cui nessuno ci guarda, tu saresti capace di fare qualche battutina o di agire senza pensare; ma in entrambi i casi lo faresti in modo sottile, senza esagerare. E questo mi piace, mi fa sorridere, e sicuramente renderebbe la serata meno noiosa e più leggera da sopportare. Ecco, ho capito che tu riesci a rendere le mie giornate più divertenti e piene; complete.》
《"E dopo tutto questo io cosa dovrei rispondere?"》Penso restando a bocca aperta.
《Ecco, vedi? Sicuramente non ti sei resa minimamente conto di aver detto il tuo pensiero ad alta voce》esclama scuotendo la testa, e realizzo che aveva ragione.
Io lo faccio sorridere, e non ci avevo mai davvero fatto caso a quel sorriso sincero che riesce ad illuminargli gli occhi.
Meraviglioso nello stesso modo in cui lui riesce a far sorridere me.
E poi, mentre guardo i suoi occhi verdi, mi torna in mente il commento che aveva fatto su Veronik: "Carina, ma è tutta sorrisi e gentilezze".
《E mi piace quando ti arrabbi》pronuncia dal nulla facendomi risvegliare《mi piace vederti incazzata e pronta a rispondere con tanto di parolacce. Sai essere aggressiva come un leone e calma come un gatto, riesci ad essere dolce e comprensiva e magari dopo due secondi sei la stronza più stronza della nazione intera. Sei intelligente Sky, ma quando mostri quella parte da bambina innocente che non ha idea di come giri il mondo... è lì, è proprio lì che mi mandi in confusione》conclude in un sussurro a pochi centimetri dal mio viso.
Il cuore martella forte tra le costole, ma questa volta non per il motivo che mi sarei aspettata, più che altro perché quel senso di ansia e panico prende forma dentro il mio stomaco. Quella sensazione che ho cercato di reprimere per tanto, troppo tempo, adesso sta tornando indietro come un boomerang lanciato lontano pronto a farsi spazio nell'aria e a cercare la tua mano aperta.
Ed io non riesco ad afferrarlo, perché arriva troppo velocemente, d'improvviso e in un momento completamente sbagliato. Ma forse è proprio per le parole di Colin che i sensi di colpa sono tornati a galla, perché io l'ho abbandonato in quell'ospedale, non gli sono stata accanto, e ho avuto anche il fottuto coraggio di rovesciare su di lui una colpa che non gli spettava.
《C-Colin, io devo... devo andare via un attimo》mormoro senza fiato.
Spazio: che vacanze di cacca 😑
Ciao pannocchiette mie❤🌽
Come state?😍
Scusate se non ho aggiornato ma volevo prendermi una pausa per sistemare le idee.
Allora, siete pronti allo scatafascio?😈
No, scherzo... forse😈😂
VI ADORO TROPPO❤❤ MI SIETE MANCATE/I❤
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