Wikipedia
"Mentre dormivamo è arrivata una lettera dal ministero, l'ho letta prima: è di Albus, crede di averla trovata...più o meno." Mi comunicò Scorp, dopo che finimmo la colazione.
"Cosa? E me lo dici solo ora?" Urlai arrabbiata.
"Si, non volevo che stessi male e che mangiassi tranquilla: gli ho già scritto che li raggiungeremo tra poco. Dotty ha già preparato il camino per arrivare dritti vicino alla sala conferenze in cui stanno facendo le indagini.
Quel coso dei babbani ha funzionato!" Spiegò tranquillo.
"Va bene, muoviamoci!" Sentenziai.
"E pensavo che sabato potremmo andare io e te ai tre manici di scopa." Aggiunse, mentre io mi guardavo intorno sperando di avere un illuminazione divina e sapere dove prendere dei mantelli e raggiungere il camino.
"Va bene! Ma dove cavolo devo andare?" Domandai isterica.
"Seguimi." Rispose divertito, salendo le scale.
In pochi minuti eravamo al ministero, con davanti I nostri genitori e un Albus sconvolto.
"Forse l'ho trovata!" Esclamò il ragazzo.
"Abbiamo guardato dove crescono le piante di eucalipto e vi era scritto che il luogo d'origine fosse l'Austalia. Poi ho tradotto la frase che c'era nel bigliettino, è una citazione e significa:'Sono convinto che anche nell'ultimo istante della nostra vita abbiamo la possibilità di cambiare il nostro destino.'
Quindi penso si muova in giro per il paese australiano." Espose la sua tesi.
"Aspetta un attimo....se l'Australia è il paese d'origine dell'eucalipto, la citazione è nella lingua d'origine di Jessica...siamo sicuri che non dovremmo guardare l'origine delle parole: magari l'indizio è la persona che le ha dette, non come le ha scritte." Proposi io.
"Perché lo pensi?" Domandò mio zio.
"Perché Jessica era furba: la citazione è un depistaggio per gli italiani che vedono la lingua normalmente, noi invece la analizziamo di più in tutto il suo contesto e poi non ha mai lasciato fin ora degli indizi così imprecisi." Rispose mia mamma, mentre io annuii confermando le sue parole.
"E quindi dobbiamo guardare questo Leopardi." Sospirò papà pensieroso.
"Oppure le, a sua volta, origini..." aggiunse Scorp.
"Ok, io e Albus andiamo a casa a cercarlo su Wikipedia!" Disse zia Ginny, stranamente entusiasta, per poi essere seguita dal figlio con uno sguardo disperato.
"Che è successo?" Chiese Scorp.
"La sorella di Lenticchia ha scoperto una passione per quella cosa babbana." Rispose il signor Malfoy, che era stato in un pensieroso silenzio fino ad allora.
"Già..." sbuffò zio Harry con un fare rassegnato.
Noi altri ridemmo alla sua reazione, divertiti dall'aria cupa che adottarono sia il padre che il figlio poco prima.
"Adelaide!"urlò Albus, facendo capolino in fretta e furia nella tranquilla stanza.
"Che cosa?" Chiesi confusa.
"Andremo ad Adelaide: è la capitale del Sud Australia, vi crescono gli eucalipti ed era il nome della madre di Giacomo Leopardi! Marianna si trova ad Adelaide! Ne sono certo!" Esultò il ragazzo.
Subito io e Scorp corremmo ad abbracciarlo, rincuorati dalla notizia.
"Bene: Ron, trova i due migliori Auror che abbiamo, Harry e Ginny, voi preparate il viaggio, Draco, cerca delle pozioni polisucco abbastanza durature da trasformarli per due giorni, non voglio sapere da dove vengono. Io vi procuro delle false identità e voi tre- disse indicandoci infine, mentre tutti gli altri ascoltavano religiosamente e annuivano agli ordini- tornare a scuola e studiate molto: chiederò alla preside di farvi seguire delle lezioni potenziate di incantesimi e difesa contro le arti oscure. Dovrete essere preparati a tutto...e, Rose, poi ne dovremo riparlare di quei due incantesimi fuori da Hogwarts..." ordino, aggiungendo l'ultima parte minacciosamente.
Noi annuimmo, poi mamma ci congedò, avvisandoci di prepararci per partire il giorno seguente verso la nostra amata scuola.
Hogwarts non sembrava più la stessa, da allora dovevamo mentire constantemente ai nostri amici per fare i corsi ordinati da mia madre, fingere di essere stati malati, fingere di non saper niente su Jessica, mentre gli altri cercavano di non soffrire per lei.
"Ro, me lo avevi promesso!" Si lamentò Scorp.
"Lo so...ma dobbiamo esercitarci." Ribattei io.
"È la stessa scusa di mercoledì!" Sbuffò.
Stavamo litigando per il nostro terzo appuntamento, dato che era difficile uscire e imparare tutto contemporaneamente.
"Non è una scusa, sai che vorrei venire ad Hogsmeade con te, ma i tempi sono quello che sono." Risposi seria.
"Stai trascurando la nostra relazione!" Sbottò lui arrabbiato.
"Scorpius, nemmeno stiamo insieme,non fare il bambino." Lo ripresi.
"Bene! Allora vuoi metterti con me?" Chiese arrabbiato.
"Certo che voglio mettermi con te!" Esclamai a tono.
"Fantastico!" Urlò furioso.
"Concordo!" Dissi.
Dopo ciò scoppiammo a ridere e ci baciammo, sentendoci stupidi per il modo in cui eravamo appena diventati ufficialmente una coppia.
"James mi ucciderà" sbuffò stringendomi a se.
"Se studiassimo bene gli incantesimi che ci assegnano,potresti sfuggirgli." Gli ricordai.
"Non ci credo! Fai sul serio?"esalò sconcertato.
"Però è vero..." mormorai sbuffando con la testa appoggiata al suo petto.
"Come facciamo morire tutte le serpi e tutti i grifoni?" Chiese poi divertito.
"Potremmo baciarci nella sala grande come niente fosse, ci rimarrebbero un sacco!" Proposi maligna.
"Sei un adorabile serpeverde mancata, lo sai?"domandò felice.
"Un po'..."sorrisi compiaciuta.
"Avvertiamo prima Albus?" Domandò poi, accompagnandomi a lezione di Pozioni.
"Mi pare giusto...ma tu non dovresti avere gli allenamenti di quiddich?" Chiesi stranita, ormai giunti ai sotterranei.
"In effetti...ci vediamo dopo, ragazza mia..." disse sottolineando la definizione, per poi scappare velocissimo.
Da quando eravamo tornati a Hogwarts Albus era cambiato, ancora.
Era più allegro, vero, ma passava sempre meno tempo con gli altri, a volte saltando pure i pasti, solo per essere pronto.
Scorpius si rammaricava, non capendolo più e sentendosi egoista nel poter abbracciarmi, vedermi e sentire il mio profumo tutti i giorni, mentre io suo amico doveva accontentarsi di una speranza ed una foto.
Forse per questo, il mio ragazzo, tendeva ad avere momenti in cui mi stringeva come se fossi la cosa più rara del mondo, alternati a momenti in cui non riusciva nemmeno a guardarmi.
Quando una persona sparisce dalle nostre vite noi cambiamo.
Cambiamo sempre perché abbiamo un equilibrio precario, ma non cadiamo quasi mai e non ci spezziamo facilmente.
Albus non si era spezzato, ma al suo non era più equilibrio, perché non c'era più lei.
Chissà se Jessica si era spezzata, chissà se ci aveva dimenticati o aveva pensato di tornare da noi, un giorno, sfidando la morte.
Chissà se avessero intercettato le nostre notizie e gli italiani la avevano già trovata.
Chissà se era più forte, o debole.
Se era sana o malata.
Se era felice o afflitta.
Ognuno di questi pensieri mi turbò, durante gli esercizi, le prove, le uscite con Scorp, le rare feste che ci concedavamo, le notti nella camera dei segreti...perfino quando misi piede per la prima volta ad Adelaide, sotto il falso nome di Wendy Richardson, insieme a un corvino Donald Ziniri e un biondo, Aron Thomas, accompagnati da due strani uomini, nostri zii.
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