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Truth or lie?

"Non ci credo!" Esordì Sean, entrando nel nostro appartamento come se fosse normale, mentre io lo osservavo seduta sul divano, in pigiama corto con sopra una felpa e un infuso di erbe mediche e mirtilli tra le mani.
"Buon giorno Sean...come sei entrato?" Chiesi confusa.
"Ah, ciao Holly, Kilian mi ha dato le chiavi...non immaginerai mai che è successo: ho dato la mia auto a Scoot per portare in vacanza la sua ragazza, invece ha mentito e l'ha usata per andare a un rave, un suo amico si è fatto una canna dentro l'auto e li hanno beccati, così devo trovare ottocento dollari per farmela restituire!" Sbraitò andando avanti e indietro davanti a me e assumendo una carnagione sempre più rossa.
Riesaminando il suo discorso, mi venne un colpo a causa del suo odio per le bugie, dato che noi per primi lo riempivamo di queste.
"Che fregatura..." sussurrai colpevole.
"Ah! Dove il trovo ottocento dollari? Quello ormai rischia di finire in carcere e i suoi si rifiutano di darmeli." Continuò.
"Almeno non sei indagato..." cercai di incoraggiarlo.
Lui mi guardò truce, per poi sbuffare rassegnato e accasciarsi sul divano accanto alla sottoscritta.
"Perché odi le menzogne? A volte servono a proteggere quello che più amiamo...certo stavolta non sono state usate nel modo giusto, però..." gli chiesi incerta.
"Perché la sincerità le proteggerebbe meglio." Rispose sicuro.
"Non puoi saperlo." Ribattei.
"Le bugie hanno sempre un prezzo." Sentenziò come se fosse la verità dell'universo.
"Anche la verità, potresti perdere tutto dicendo la verità!" Esclamai.
"Solo se tutto quello che hai è costruito sulle bugie!" Disse.
"Ehi! Che succede?" Chiese Ludo, uscendo dal bagno.
"Stiamo discutendo sulla validità delle bugie." Risposi seccata.
"Secondo tua sorella è giusto mentire!" Lo informò il castano allibito.
"Concordo, nelle giuste condizioni ovviamente." Aggiunse Ludo tranquillo.
Sean sgranò gli occhi.
"Vedremo: giochiamo a verità o bugia!" Sentenziò lui.
"Come si gioca?" Chiesi confusa.
"Si dice un episodio assurdo della propria vita, falso o vero, e chi ha nominato quel concorrente deve provare a capire se è vero o no. Vince chi ne indovina di più." Spiegò sbrigativo.
"Ho la sensazione che sia una pessima idea..." ammise Ludo turbato.
"Tranquillo, sarà divertente." Lo rassicurai.
"Inizio io -esordì Sean- quando avevo tredici anni feci il bagno nell'oceano a Marzo."
"Falso." Dissi sicura.
"Complimenti: ne avevo quindici."
"Grazie, quindi tocca a me...nel vecchio collegio io e la mia compagna di camera avevamo messo una sedia sospesa con un filo attaccato al soffitto nella stanza, la ruppi facendo un volo perché la usavo come altalena. Accadde al terzo anno." Dissi.
"Vero." Rise Ludovico.
"Vero...chiamarono anche mamma e papà..."confermai imbarazzata.
"Presumo sia il mio turno: il giorno prima della mia prima gara scolastica me la feci sotto." Disse.
"Falso." Affermò Sean.
"Indovinato." Gli batté il cinque l'amico.
"Saltai la prima settimana di scuola superiore perché ero in vacanza in sud America." Raccontò il castano.
"Vero." Scoppiai a ridere io.
"Eh già, quando tornai dovetti spiegare a tutti i nuovi compagni perché non ci fossi andato e un professore mi prese anche di mira..." aggiunse triste.
"Mi arrivò il primo ciclo mentre ero nel bosco antico sul lato est della scuola." Dissi.
"Secondo me è vera, anche se ci vorrebbe troppa sfortuna." Rispose Sean.
"Anche secondo me." Concordò Ludovico.
"È una bugia, però è successo ad Angelin Dupon." Risii io.
"Davvero? Cavolo! Stava col mio compagno di stanza!"esclamò mio fratello sconcertato, facendo scoppiare a ridere me e il castano.
"Ok, ora una io...una volta ho dovuto prendere il tè con Madame Frimmé, così che Gaucio e Cyril potessero riparare la vetrata nella biblioteca che avevamo rotto giocando a pallone." Continuò il moro.
"Facile, questa é vera." Disse Sean sicuro.
"Secondo me no, quella vecchia gattara non ti ha fatto bere il tè. Non mi convinci..." lo contraddissi.
"Il sesto senso delle donne è assurdo! Comunque hai ragione: dovetti fare una lezione di ballo con quella pazza per liberarmene." Confermò triste.
Sean stette male dal ridere, mentre io mi abbandonavo ai crampi delle risa, sotto lo sguardo fuocoso e giocoso di Ludo.
"Direi che avete dimostrato che è meglio mentire..." ammise alla fine il castano, nel tentativo di sopravvivere.
"Gli umani non sanno non mentire." Aggiunsi infine, facendolo annuire un po' più serio, mentre riprendevamo fiato.

Agosto, l'estate iniziava la sua fine.
Nei giorni più caldi, mio fratello mi accompagnava in piscina, mentre Sean lavorava per racimolare gli ottocento dollari da restituire a sua nonna.
Ludo avrebbe voluto dargli i galeoni che avevamo da parte, ma sapeva che quella quantità insolitamente alta di soldi in più ci avrebbe reso sospetti e, inoltre, il castano era troppo orgoglioso per accettare.
Una volta pensai di sfruttare l'ipnotizzatore di Venere per convincere qualche imprenditore ad assumerlo il tempo di racimolare i soldi, ma Ludo mi obbligò a star buona e lasciare che il babbano se la sbrigasse da solo.
In realtà credo che lui avrà trovato in qualche modo come aiutarlo in questa faccenda, magari con la magia.

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