Troubles in the Ministry
Ev stette in un incubatrice magica per un paio di settimane, poi mi lasciarono portarla a casa e occuparmene normalmente.
Da quel che sapevo, anche Al si era ripreso e la cosa mi aveva sollevata.
Hermione nelle lettere era felice, orgogliosa ed entusiasta quanto schiva e riduttiva.
Io cercavo di dedicarmi al meglio a Ev e lavorare di nuovo il prima possibile.
Poi, un lunedì mattina, dopo aver fatto le ore piccole, il mio cellulare squillò.
"Pronto." Iniziai assonnata.
"Ciao Mary, sono Hermione...come va?" Chiese agitata.
"Bene, la bimba va a dormire tardi, ma almeno poi la fa filata fino al mattino dopo." Sbuffai.
"Bene...sarebbe un problema trovarle una babysitter?" Chiese.
"Perché?" Domandai sospettosa.
"Vedi...ti ricordi le cose che avete portato dalla sede?" Chiese.
"Ovvio, il tesoro di Giove." Continuai.
"Ebbene...dopo l'onda generata alla nascita di Ev...questi si sono...animati! Abbiamo cercato di contenerli, ma è molto difficile!" Esclamò.
"Ok...forse Ludo potrebbe tenerla per un giorno." Dissi.
"Ecco...no, preferiremmo che ci fosse anche lui, perfino Rachele se è possibile.
Vorremmo che ci foste tutti e sei...Cesare, Ottavio e Greta hanno già detto si."Replicò.
"No, Rachele deve finire l'anno, siamo a giugno! Tornerà tra una settimana! E comunque non lascerò mia figlia a un babbano. Per ora non da segni di magia, ma sono preoccupata. Serve qualcuno che la contenga in caso." Ribattei.
"Se la portassi a Hogwarts?" Chiese.
"So che Hogwarts è più o meno sicura, ma c'è il padre in quel edificio." Le ricordai.
"Facciamo così! Rimandiamo a un paio di giorni dopo la fine della scuola: Rachele potrà venire al ministero e Evelyn andrà a Hogwarts con Madame Chips." Propose.
"Madame Chips, la preside Minerva e il professore di difesa contro le arti oscure. L'ultimo fuori dalla porta a controllare." Replicai.
"D'accordo!" Accettò.
"Va bene...a presto Hermione." La salutai.
"A presto Maryanne, salutami la piccola Ev." Trillò soddisfatta.
" va bene." Sorrisi, chiudendo la chiamata.
Subito mi precipitai a scrivere una lettera a Rachele per interpellarla, poi andai con la bimba in università per avvertire Sean, ancora stordito dopo un mese, e Ludovico.
"P-potrei tenerla i-io...beh...s-si..." cercò di offrirsi Sean.
"Ti prego, sei ingestibile da quando hai saputo la nostra identità. Non ti lascerei mai con mia figlia. I bambini sentono tutto, se pensasse che hai paura di lei? Magari le verrebbe un barlume di quella cosa e finiresti schiantato al muro! Già mi chiedo come farai a trattare con Rachele." Sbuffai.
Lui sbiancò di colpo, convalidando le mie parole.
"Vuoi davvero lasciarla ad Hogwarts?" Chiese Ludovico.
"No...preferirei da Molly, o Ginevra, o Albus, o Rose...perfino i Malfoy!
Mi manca Claudia...anche se chiamerebbero pure lei." Sospirai.
"Anche io vorrei che mamma fosse qui...per non parlare di papà, sembrava avere il mondo in tasca." Aggiunse lui.
"Come facciamo a fidarci di Hogwarts? Vorrei mille guardie addestrate a dovere come noi..." esclamai sconfortata.
"Perché non ti fidi della preside? Cosa c'è che non va?" Chiese Sean.
"Mi fido... ma lì sembra così scoperto! Ho paura." Spiegai.
"Però non sarebbe peggio qui o da Molly, se non le altre due persone che hai nominato?" Continuò.
"Non credo: loro sono la sua famiglia e i Malfoy sono iperprotettivi nei confronti del nucleo famigliare. Mi fido di tutti loro. Li conosco." Risposi.
"Dai...solo per un giorno..." mi incitò Ludo.
"Ma...è Ev..." dissi accarezzando la bimba nella culla, sentendo le lacrime agli occhi.
"E se stessi lì con la preside e la dottoressa? Evelyn avrebbe un volto amico..." mi propose Sean.
"Farai qualcosa di avventato?" Chiesi.
"No." Rispose secco.
"Proteggerai mia figlia?" Aggiunsi.
"Proteggerò la mia nipotina onoraria!" Sorrise fiero.
Non so perché.
Cosa mi spinse.
Cosa mi rassicurò nel suo atteggiamento...
...Ma accettai.
La settimana passò veloce, fino all'arrivo di Rachele.
Intanto in soli sette giorni Sean non aveva smesso un secondo di fare lo zio con Ev.
Le faceva il solletico sul pancino, la faceva ridere e le cambiava il pannolino.
Poi andò a perdere quella schizzata di Rachele, più energica che mai.
Io stavo allattando Evelyn, quando i due fecero capolino nella casa, spalancando la porta.
"Marianna! Dov'è mia nipote? Mi siete mancate un sacco! Io e le mie compagne eravamo così elettrizzate che abbiamo fatto capcake con la glassa rosa per tutto il dormitorio!" Blaterò entusiasta in italiano, nel mentre io continuavo a sfamare mia figlia, un po' a disagio.
"Rache...puoi non urlare mentre finisco di far da mangiare a Ev? Rischi di innervosirla." La pregai con tono pacato.
"Oh...scusa... però ho delle cose per lei!" Disse prendendo la bacchetta e aprendo il baule con essa, fino ad appellare un sacchetto, che mi porse.
"Sono mattonelle colorate, animali, anche una casetta!" Spiegò esponendole sul tavolo.
"Le hai fatte te?" Chiesi incantata.
"Si...con un albero magico. So che non dovrei, ma ho pensato fosse meglio usare materiali di questo genere per lei..." ammise colpevole.
"Fa niente, hai fatto bene! Probabilmente è davvero così." Accennai a un sorriso rassicurante, che le fece tornare la grinta.
"Meglio se ora portiamo le tue cose in camera, così Mary può sistemare Ev." Suggerì Sean, alchè lei accettò incerta.
Pulii la bocca di Evelyn e la misi nel seggiolone, mentre io mi passavo un po' d'acqua sul seno e rimettevo la maglietta ordinata.
Mi girai verso di lei e la guardai osservarsi le mani con gli occhioni verdi, poi le accarezzai i non molti capelli castani e chiamai gli altri due.
I suoi fanali da cerbiatta scrutavano qualsiasi cosa, era incantevole come curiosasse con lo sguardo.
Sean e Rachele passarono tutto il pomeriggio giocando con mia figlia, nei limiti del possibile, mentre io stavo vicino a loro esaminando l'ennesimo caso di un tizio che ha violato i domiciliari.
"È bellissima..." la ammirò mia sorella.
"Lo è davvero." Confermai lanciandole un sorriso intenerito.
"Assomiglia al padre?" Chiese ancora Rachele.
"Un po', ma mi ricorda più Molly, anche se gli occhi sono dei Potter." Sorrisi.
"Ha anche le lentiggini." Ridacchiò Sean facendole uno sbuffeto sul naso.
"Già...è adorabile." Sorrisi.
"Secondo te sarà griffondoro o serpeverde?" Chiese ancora mia sorella.
"Qualcosa nel suo sguardo mi dice che casa nostra avrà parecchio verde..." ridacchiai facendole il solletico sul pancino.
"Ma va, anche te hai spesso quello sguardo." Mi prese in giro Rachele.
"Ma ai tempi dello smistamento non lo avevo, è stata la mia casa ad aiutarmi a tirare fuori il carattere." Sorrisi.
"Vedremo tra undici anni...mi raccomando scricciolo: a Ilvermorny fai in modo di essere in Serpicorno come la cara zia Rachele!" Si raccomandò puntandole il dito , che la piccola prese con le sue manine minuscole, vanificando ogni tentativo di serietà.
Lunedì, il giorno in cui saremmo andati tutti in Inghilterra e visto che non c'era più il punto "gravidanza" lo avremmo fatto con la magia...alleluia!
Il viaggio in auto durò un ora, prima di arrivare nei campi di una fattoria e trovare la passaporta: un cappello a cilindro.
Tenni stretta Evelyn al petto e vi preparammo per arrivare alla mia vecchia scuola.
Nel giro di una manciata di minuti eravamo a Hogsmade, nel bosco, con Evelyn e Sean intenti a vomitare.
"Ah! Il primo viaggio con la passaporta è sempre indimenticabile!" Esclamò mia sorella.
"Rachele, sii un po' più sensibile: tua nipote e il mio migliore amico stanno dando le anime." Sbuffò Ludo.
"Ok, ok....Sean, mastica questa. Ti sentirai meglio." Sbuffò lei lanciando una caramella al ragazzo.
"Cos'è?" Domandò lui.
"Una cicca alla melassa e una radice orientale. La sorella di Riri soffre i viaggi in treno, questa serve a far passare la nausea." Spiegò velocemente.
"Roba magica?" Chiese lui incredulo.
"Si e fidati, la magia ti ha già tirato fuori da situazioni peggiori." Sbuffò lei.
"Tipo?" Chiese sospetto.
"Incidente d'auto e ragazza appiccicosa, non c'è di che." Sorrise lei facendo un inchino.
"Che incidente?" Domandò il ragazzo.
"Roba da nulla, ti ho cancellato la memoria tanto." Disse lei vittoriosa girando i tacchi.
Pulii la bocca e i vestiti a Ev, uguale con i miei, e mi incamminai dietro Rachele.
Dopo aver camminato per un po', arrivammo finalmente all'entrata bassa del castello, che la compagnia magica osservava meravigliata, mentre Sean ci guardava storto.
"Benvenuti a Hogwarts!" Annunciai spingendo la porta di mogano.
Districandoci tra i corridoi, raggiungemmo facilmente la sala grande.
"Qui è dove ci sono i banchetti e anche dove si fanno le feste! La più bella è il ballo di inverno!" Esclamai correndo al centro della stanza spoglia e volteggiando con Evelyn.
"Signorina Capaldi! Si contenga un po', è comunque a scuola!" Disse la voce stizzita della autorevole donna che entrava nella stanza.
"Buon giorno preside. È un piacere rivederla...ho un po' di persone da presentarle." Le sorrisi avvicinandomi.
"Io sono Minerva McGranitt, la preside di questa scuola...ma ora le cose importanti...fammi vedere quel tesoro!" Esclamò quasi correndo verso me e Ev, con gli occhi che sembravano a cuoricino.
"Ehm...L-lei è Evelyn Lux Ginevra. Ev, saluta la preside Minerva, un giorno potrebbe essere lei a metterti in punizione." Dissi facendo il solletico alla bambina tra le mie braccia.
"È bellissima, complimenti Marianna." Mi sorrise la donna, iniziando a fare le carezze.
La ringraziai e finalmente le presentai gli altri, che erano un po' irritati per essere stati ignorati.
Dopo le presentazioni, andammo nell'infermeria, dove ci attendevano il professore di difesa contro le arti oscure e Madame Chips, che ci accolse calorosa.
"Sean rimane qui con voi." Affermai vedendolo avanzare per farsi notare.
"Come mai?" Chiese l'infermiera.
"Perché non può tenere la piccola da solo visto che è un babbano, ma non me la sento di lasciarla con persone che non conosce." Risposi semplicemente.
"Capisco, va bene, anche se non mi fa impazzire l'idea che un babbano sia qui." Accettò la preside stizzita.
Misi Evelyn tra le braccia di Sean, congelandomi sul posto.
In quel momento mi sembrava impossibile allontanarmi.
Era da quando era nata che avevo fatto fatica in questi termini, tendendo a dormire nell'ospedale, paurosa che accadesse qualcosa in mia assenza.
"Mary..." mi richiamò Rachele.
"Dobbiamo proprio andare?" Chiesi pietosamente.
"Ormai siamo qui..." mormorò.
"Forza! Cosa sono tutte queste cerimonie? Muoviamoci!" Sbuffò Ludovico alla porta.
"Ludo! Un po' di tatto. Non le va di allontanarsi da Ev!" Lo biasimò Rachele.
"Perché?" Chiese lui confuso.
"Secondo te? È una neonata e lei è la madre!" Sbuffò la ragazza.
"E allora?" Persistette lui confuso.
"E allora non vuole separarsene, la vuole proteggere!" Intervenne Sean, per poi voltarsi verso di me e dire:" va tranquilla, è in buone mani. Sono con voi fin da quando è nata." Mi sorrise rassicurante, ma io non ero ancora convinta.
"Forza Mary, è davvero in buone mani...e poi se ha preso da te, saprà difendere tutti anche se in fasce." Ridacchiò Rachele, prendendomi le mani e tirandomi alla porta.
"Ciao amore...proteggetela per bene o vi uccido!" Dissi infine, minacciandoli con gli occhi azzurri.
Riluttante raggiunsi insieme agli altri il primo camino e con la metropolvere andammo al ministero della magia.
Arrivati ci ritrovammo nel atrio brulicante di persone.
Subito sentii una sensazione di tepore e cominciai a cercare un viso tra la gente.
"Credo ci sia Albus..." sussurrai a Rachele.
"Cosa te lo fa pensare?" Chiese.
"Una sensazione e il fatto che i miei occhi lo cercano nella folla" risposi.
"Ok, muoviamoci, prima che vi ritroviate. Non ti lascerebbe tornare indietro." Sbuffò lei, iniziando a correre tra la gente, seguita da Ludo e tenendomi il polso.
Oggi sembra proprio che il mio corpo non voglia mollare la mia famiglia...
"L'ufficio di Hermione dovrebbe essere al quinto piano, reparto amministrazione nazionale." Dissi indicando gli ascensori.
Salimmo su uno di questi, che salì , cambiando direzione anche a destra e sinistra, avanti e indietro, pieno di vita propria.
Alla fine si aprì su un pianerottolo con il pavimento e le pareti in marmo, estremamente elegante, con le porte in legno che avevano targhette oro e i divanetti antichi.
Ci avvicinammo alla segretaria dietro il bancone in legno che ci invitò cortesemente e frettolosamente a sederci.
Dopo qualche minuto Hermione fece capolino nell'atrio e ci fece accomodare da lei, iniziando a spiegare a grandi linee la situazione.
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