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The sure home

Appena mi svegliai, mi trovai accanto Rose, dormiente e anche leggermente sbavante.
Il più silenziosamente possibile, mi divincolai dal letto, per poi indossare un maglione sui pantaloncini e la maglietta prestatemi la sera prima da Dom e scesi in cucina
Lì vi era Scorp, mentre gli adulti erano in parte in salotto, alcuni a dormire e altri fiori.

"Ciao Mary." Mi sorrise il biondo.
"Ti prego, non chiamarmi così: odio il mio vecchio nome." Sospirai, mettendo l'acqua sul fuoco.
"A me piace, sembra dolce." Rise lui.
"Me lo ha dato mia madre, è l'unica cosa non mi si poteva togliere." Risposi.
"Sei pronta a rivedere i tuoi fratelli? È arrivato un gufo poco fa: si trovano nella tua nuova casa sicura. Partiamo tra pochi minuti." Mi avvertì.
"Sarò paranoica, ma non riesco a fidarmi di nessuno, se non voi. Potrebbero aver intercettato il gufo e sapere dove stiamo andando." Dissi seria.
"Tranquilla, Rose ci ha fatto riesumate un vecchio codice per i messaggi, lo ha fatto alterando un algoritmo studiato ad aritmazia. Ci sono sia numeri che lettere, è davvero difficile." Spiegò lui.
"Grazie..."esalai, versando l'acqua bollente nella tazza e aggiungendo caffè francese e latte.
"Come fai a bere quella roba?" Chiese schifato, mentre aggiungevo i due cucchiaini di zucchero.
"Disse quello che beve il te inglese senza zucchero ne latte." Ribattei.
"In realtà Rose mi ha convinto ad aggiungere un cucchiaio di miele per addolcirlo; diceva che quando la baciavo la mattina ero troppo amaro..."ammise sconfitto.
"Quella ragazza è incredibile." Scoppiai in una risata.
"Non dirmelo, pensa che non stiamo nemmeno insieme ufficialmente. Volevo chiederglielo, ma era già tanto se riuscivamo ad uscire ogni tanto. Aveva paura sprecare tempo per cercarti, così la portavo in spiaggia, ogni volta in una diversa, passavamo un po' di tempo insieme e lei non si sentiva in colpa perché non ti cercava." Sospirò.
"E la potevi vedere in costume." Aggiunsi puntigliosa.
"...e la potevo vedere in costume." Rise malandrino.
"Perché non vai a svegliarla, ma ti avviso che sta sbavando." Gli proposi.
"Tu vai da Al, gli sei mancata tanto. Su, andiamo a viziare un po' i nostri Weasly, se lo meritano prima che tutto inizi. Sappiamo che impazziranno prima di mollare..."sorrise lui.
"Mi spiace tanto." Mi morsi il labbro, prendendo la bacchetta dal maglione e iniziando a preparare la colazione a letto per Rose e Albus.
Scorp mise a posto le nostre tazze vuote nel lavandino, poi prese il vassoio per la rossa e mi si avvicinò.
"Non abbiamo paura di combattere per te, sappilo. Sei la nostra migliore amica, ci hai sempre aiutati." Disse dandomi un bacio sui capelli raccolti malamente in uno chignon sciatto.
"Grazie per esserti preso cura di loro." Lo ringraziai con voce spezzata.
"Li amo quanto te, non smetterò mai di proteggervi." Sorrise.
"Neanche io." Ricambiai la sincera espressione.
Lui sparì sulle scale, io presi l'altro vassoio e mi diressi in camera di Albus e Scorp.

Quando entrai appoggiai il vassoio su un mobile poi mi avvicinai al letto del mio corvino.
Mi stesi sul letto, faccia a faccia con lui che era sdraiato sul lato.
Gli accarezzai i capelli, poi il viso, avvicinai i nostri visi e lo vidi sempre più rilassato.
Iniziai a baciargli il collo, mentre il suo respiro iniziò a farsi pesante, poi una sua mano iniziò ad avvolgermi il fianco.
"Buon giorno Mr Smith." Gli sussurrai all'orecchio.
"Se ogni risveglio sarà così, ti sposo." Lo sentii sbiascicare con voce roca.
"Ci aspetta una giornata infinita, Scorp è andato a svegliare Rosie. Ti ho portato la colazione. Tra poco dobbiamo andare alla casa sicura. Forza, se ti alzi ti bacio." Cercai di istigarlo.
Lui si mise subito seduto con gli occhi non molto aperti e il volto ancora assonnato.
Intanto mi aveva fatta sedere sulle sue game e mi osservava sorridente.
"Allora? La mia colazione?" Chiese divertito, stropicciandosi gli occhi come un bambino.
"Sul mobile, la prendo?" Domandai.
Lui scosse la testa e mi si avvicinò, iniziando a baciarmi.
"Ora si." Sorrise dopo qualche minuto.
"Sei assurdo." Roteai gli occhi, per poi alzarmi e prendere il vassoio, sedendomi accanto a lui, che intanto mi aveva fatto spazio.
Gli passai il te e diedi un morso a uno dei suoi tost.
"Ladra." Commentò.
"Se mi vuoi sposare, tutto ciò che è mio è tuo e tutto ciò che è tuo è mio, cibo incluso." Sorrisi beffarda, dando un altro morso.
"Allora rimani zitella." Ribattè, prendendo il polso con cui tenevo il toast e spostandolo vicino a se, addentando la colazione.
"Assurdo." Roteai di nuovo gli occhi.
Poi però sentii che si era spostato e mi aveva dato un bacio sulla guancia, sporcandola di marmellata.
Scoppiammo a ridere e, dopo essermi pulita, ci accoccolammo, mentre testavamo i tost (lo so, terribile gioco di parole).

Prima che di fatto usammo la passaporta per arrivare alla casa sicura, passò più di un ora.
Quando giungemmo alla meta ci ritrovammo in un vicolo, poi Percy Weasly fece qualche passo avanti a noi e recitò solennemente:"benvenuti a Londra, nei pressi di Grimmuld Place."
Cinque minuti dopo fummo davanti a casa Black, ignorata da tutti i passanti.
Entrammo nella casa a schiera, che mi riservo di dire fosse piuttosto buia, finché non scostammo le tende, facendo passare la luce.
"Questa casa è della mia famiglia, di solito veniamo qui qualche settimana, per prepararci ad andare ad Hogwarts. È molto vicino alla stazione e poi James vuole sempre andare a Baker street, mentre Lily adora il museo delle cere." Spiegò Albus.
"Già, me ne avevano parlato. Non sapevo fosse ancora usata come casa sicura dall'ordine della fenice." Commentai.
"In effetti non aveva questo scopo da molto tempo, ma gli zii preferivano che usassi questa, non essendo registrata negli archivi del ministero." Chiarì Rose.
"Capisco..." mormorai, poco prima che Albus mi prese per mano e fece visitare la casa, che era curata da un giovane elfo domestico ben vestito.
"Salve signorina Capaldi, io sono Bobby, fratello di Dobby. Bobby e Dobby lavorano per la famiglia Potter da tanti anni. Bobby e Dobby adorano la famiglia Potter. Il signore e la signora sono molto buoni. Bobby è a sua disposizione, chieda a Bobby tutto ciò di cui la signorina Capaldi ha bisogno." Disse cortese, con la tipica enfasi degli elfi.
"Grazie mille Bobby, chiamami pure Mary, o come preferisci, non mi faccio problemi e ogni tanto lasciami aiutarti, specialmente quando sarò agitata, ho bisogno di fare qualcosa." Lo pregai e lui annuì.
"Ehi Ottavio, non ti sembra la voce di quella scema di nostra sorella?" Chiese qualcuno dall'altra stanza.
"Hai proprio ragione, fratellone. Mi sembra una certa sorella che ha inciso la runa sbagliata su quella ametista facendo quasi esplodere l'intero giardino." Esclamò il secondo.
"Primo: non è colpa mia se le rune degli Aztechi sono simili a quelle etrusche. Secondo: Cesare! Ottavio! Mi siete mancati tantissimo!" Urlai correndo verso di loro e saltandogli addosso.
"Ciao Marianna." Mi abbracciò Cesare, facendomi girare.
"Ciao stupida." Mi strinse poi Ottavio.
"Non chiamarmi stupida e poi da quando in qua sei così scortese. Guarda che sono tua sorella maggiore." Ribattei dando un pugnetto alla sua spalla.
"Resta un anno con Greta e Cesare e veci cosa non impari." Rise lui.
"Fidati, la mia coinquilina mi ha già insegnato fin troppo, senza parlare di uno dei miei colleghi al bar, passava più tempo a rimorchiare che a fare caffè."sbuffai.
"Fai così solo perché avresti voluto che rimorchiasse te." Commentò Cesare.
"Non è vero, ho già con chi passare il tempo ed è dietro di noi." Sorrisi beffarda, alludendo ad Albus.
"Allora cosa facevi con Jeff?" Chiese il corvino.
"Era solo mio amico, e poi qualche bacio in cambio di ingredienti del mercato nero per pozioni è uno scambio equo. Inoltre lì ero single e con te non sono fidanzata." Mi difesi.
"La sorellina fa colpo." Sussurrò Cesare a Ottavio.
Lo guardai di sottecchi, poi gli diedi un pugno, che schivò e ribattè con calcio, ma io lo bloccai e gli feci perdere l'equilibrio, che riprese appena essere caduto a terra.
Da terra mi fece lo sgambetto e caddi anche io rovinosamente, poi ci alzammo e mi diede un pugno che schivai per un pelo, ma gli presi il braccio e glielo girai, obbligandolo a chinarsi.
Lui con la mano libera mi prese la caviglia e fece scivolare per terra, bloccandomi sul pavimento.
"Bel lavoro fratellone..." ansimai, poi con le gambe gli presi il collo e feci sbattere la testa a terra, rimanendo sdraiati entrambi.
"Sei una stronza." Disse lui affannato.
"Dai, piantatela." Ci riprese Ottavio.
Noi di districammo e scoppiammo a ridere.
"Era da tempo che non combattevo così"commentai stanca.
"Già, Ottavio non è come te o Adri, Viv, ne Anto." Sbuffò l'altro.
"Grazie fratellone.- Si lamentò sarcastico il giovane.-Comunque Mary, ti ricordavo più agile." Aggiunse.
"Non si può dire che in Australia ci siano mezze creature sovraumane con cui combattere..." gli ricordai.
"Almeno noi eravamo tre." Sorrise Cesare.
"Già...Greta..."sospirò Ottavio.
"Sapete perché l'hanno presa?" Chiedi preoccupata.
"Purtroppo...sai che sei nata il 7 luglio 2007...quest'anno, il giorno del tuo compleanno, Greta ha detto di aver avuto una visione su di te.
Ha detto che erano come spezzoni della tua vita futura.
Come al solito non ci ha raccontato nulla, ma sappiamo che ha scritto tutto sul suo diario e poi si comportava così stranamente negli ultimi tempi, come se già sapesse che sarebbe successo qualcosa di grosso." Spiegò Cesare.
"Avete già letto cosa ha scritto sulle visioni?" Chiese Scorp, dopo un po' di silenzio.
"No, sono molto personali e per sicurezza solo chi è soggetto della predizione può aprire il diario." Rispose Ottavio.
"Quindi solo Marianna la può aprire." Puntualizzò Rose.
"In teoria..." disse Cesare.
"Che significa in teoria?" Domandai.
"Che non sei l'unica destinataria..." pensò Albus a voce alta.
"Fatemi provare." Esclamai, facendomi porgere il diario.
Accarezzai la copertina, poi lo aprii...

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