The potion
"Cara Marianna,
mi manchi molto, mi spiace dover vivere lontani, soprattutto ora che non riesco a non temere che qualche psicopatico immortale entri in casa.
Vorrei avere il potere di uno dei tuoi fratelli, non ho paura delle maledizioni se possono salvare qualcuno che amo.
So che ti sembro mielose, ti conosco, ma una lettera non tira fuori il mio lato stuzzicatore.
Ho messo la pietra dove mi hai chiesto, è apparsa una barriera alla scuola, un sigillo che la preside non si spiega.
Dovresti vederla, ormai è disperata. Se non fosse magia di luce crederebbe che Hogwarts sia sotto attacco.
Merlino, non immagini quanto ti vorrei qui, tra le mie braccia, osservando i nostri amici che sembrano in fuga d'amore, vivere situazioni folli e ascoltare i prof con i loro rimproveri e i vaghi discorsi senza senso compiuto di Medlock.
Vorrei sentirti urlare il mio nome dagli spalti quando faccio punto, vorrei nasconderci da qualche parte a baciarci mentre gli altri non ci trovano più.
Vorrei un bacio per ogni mio bel voto e uno sbuffo per ogni punizione, mentre beviamo qualcosa ai tre manici di scopa.
Ma vorrei anche essere lì con te a progettare qualsiasi cosa ti possa vendicare e far rivendicare il posto a casa tua.
Vorrei non pensare alla premunizione di tua sorella e vorrei che qualcuno ne facesse una anche a me, così potrei avere una vaga idea di cosa cavolo mi aspetta in tutto questo.
Vorrei rapirti e partire per poi fuggire in un luogo sconosciuto, che sarebbe probabilmente un universo parallelo.
E, anche se so di non potere, vorrei passare lunghe notti con te come amanti a provare tutti i piaceri della vita. (Tranquilla, non ti tradirò mai)
Vorrei anche uccidere quello stronzo che controlla la sede adesso, insieme a tutti i suoi seguaci.
Dopo tutto ciò pensavo anche di andare in vacanza in qualche posto esotico, sotto il sole e sul mare, solo noi.
Hogwarts, casa nostra, è sempre la stessa, anche se ogni anno si cambia un po'...nuovi alunni, nuovi prof e quelli degli scambi.
Spero che riuscirete a trovare presto una soluzione così andremo a riprenderci Greta.
Con amore
Mr Smith (aka Albus Severus)"
La lettera era arrivata da ormai qualche giorno e io non riuscivo a non leggerla costantemente.
Gli avevo risposto, ma perché ci arrivino le lettere a vicenda ci vogliono almeno 24 ore.
"Muso lungo, ti va di allenarci?" Chiese James entrando nello studio.
"Si...devo pensare a quali siano gli ingredienti che mi mancano:perle di sangue di drago, dente di alice.
Sarebbero semplici se la magia non avesse sempre un doppio fondo.
Magari dando qualche calcio riuscirò a fare chiarezza." Dissi esasperata.
"Non mi sembra molto promettente..." commentò con una smorfia.
"ma sugli ingredienti non ti viene in mente niente?" Chiesi speranzosa.
"Forse su quello del dente: Emma ha fatto una ricerca su l'uso del nome come mezzo per descrivere il suo possessore. Ha quindi cercato anche il significato del suo secondo, Alice, che sembra derivare dal greco, Alike e significherebbe creatura del mare.
Magari devi prendere il dente di una creatura marina." Propose.
"Ma certo! Il dente di una sirena! Le zanne delle sirene sono magiche, sono più forti di quelle di qualsiasi altro animale, ma si dissolvono a contatto con l'estratto di radici di Fanged Geranium." Esclamai entusiasta.
"È nella formula?" Chiese lui.
"Si! Si mette del distillato con l'acido di Nepenthes, una pianta del sud est asiatico."spiegai.
"Ottimo, abbiamo trovato un ingrediente, scriverò a mio padre per poterlo reperire." Commentò lui.
"Aspetta...non mi fido a comprarlo in un mercato o farlo prendere da un Auror...voglio individuare tutti gli ingredienti rimasti e occuparmene: tornerò a Hogwarts e catturerò una sirena." Sentenziai sicura.
"Che cosa? Merlino! Sei impazzita? Ti uccideranno." Ribattè.
"È una mia responsabilità, non rischierò che altri ci rimettano la vita." Dissi col tono più serio che avrei potuto assumere.
"Non se ne parla." Affermò.
"In questo caso, mi spiace..." sussurrai, lanciando un incantesimo che lo legò e paralizzò a una sedia con una fune.
"Sul serio? Me ne libererò facilmente di questi nodi." Rise iniziando a sciogliere quello dietro la schiena.
"Forse, ma le funi incantate sono più difficili da svincolare." Ribattei, mentre la fune gli legava le caviglie, che cercò di snodare.
"Tenta pure, adesso ti toglierò la memoria." Dissi avvicinandomi e facendogli l'incantesimo per cancellare i ricordi.
Lo liberai con un gesto veloce e lo liquidai dalla stanza, cercando notizie sul gocce di sangue di drago.
Eppure una cosa non mi tornava, poiché nella spiegazione del sortilegio il sangue di drago era in piccole perle, come gocce solidificate e non vi era specificato il tipo di drago o altro.
Fu così che pensai a una cosa che diceva lo sciamano alla sede: chiamava sangue di drago una polvere rossastra, data dalle resine di cinque piante, che metteva in un intruglio e spalmava sulle nostre pelli dopo averci fatto i test.
Come sempre la magia non è mai esplicita, aveva fatto l'ennesimo giochetto di parole per confondere chi la usa.
Rintracciai su internet le cinque piante e i luoghi in cui erano maggiormente diffuse nel mondo: Africa tropicale, sud est asiatico, Asia centrale e Malesia.
Due ingredienti, difficili da recuperare, non impossibili, ma difficili.
Corsi di sopra a prendere altra pozione polisucco per andare a trovare i miei compagni di disavventure a casa, a Hogwarts.
Sarei partita nel weekend, così avrei anche potuto vedere la partita di Quiddich e incontrarli a Hogsmade.
Una volta che tutti fossero usciti sarei sgattaiolata fino a un vicolo e mi sarei smaterializzata in uno della piccola cittadina, giusto in tempo per la solita burrobirra pre-partita dei cugini Weasly Potter, più Malfoy.
Mi armai di ogni cosa possibile: amuleti per non far individuare la magia, pozioni per opprimere i miei poteri, se non annullarli e bombe di reti incantate.
Tutta roba di alta qualità rigorosamente progettata da me e mia sorella al tempo della casa nello Yorkshire.
Misi la bacchetta nel mantello e scappai dalla finestra, camminando per un paio di isolati, fino a giungere nel punto migliore.
Era un sabato mattina quando mi materializzai nella cittadina di maghi nelle vicinanze della scuola migliore al mondo.
Mi legai i capelli biondi e coprii i vestiti con il mantello, per poi dirigermi fuori il tre manici di scopa, dove mi nascosi con un amuleto per diventare invisibile.
Puntualmente tutti arrivarono in compagnia, abbracciati e allegri, carichi di energia.
Io li osservai, desiderando più di ogni altra cosa al mondo di poter unirmi a quella gioia e saltare addosso a Albus, osservandolo fare una di quelle sue espressioni sconvolte.
Eppure lui, non so come, credo mi avesse sentita: quando mi passò accanto, sgranò per un secondo gli occhi, sorpreso da qualcosa.
Forse è solo immaginazione, ma ci sperai, perché a volte è meglio la speranza della verità.
Li guardai ancora un po', prima di dirigermi al lago nero per la pesca.
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