The last day
"Muoio di fame." Sbuffò Sean, entrando nella paninoteca.
"È da mezz'ora che lo ripeti..." mormorai.
"Io do ragione al mio amico: capisco che tu abbia fretta di arrivare a scuola o almeno alla stazione, ma prima mangiamo." Si lamentò Ludo.
"Vi odio, entrambi...però voglio un panino con mozzarella, mortadella, insalata e pomodori." Avvisai mio fratello, che era intento ad andare ad ordinare.
"Io prendo un panino con la carne, i crauti, la senape e la maionese, anche il bacon." Aggiunse Sean.
"Sento che mi verrà il voltastomaco solo nel vederti mangiare..." ammisi disgustata.
Lui mi fece una smorfia, poi iniziò a giocare con le bottiglie di salse sul tavolo.
"Quanto manca a Ottawa?" Chiesi dopo qualche secondo.
"Un oretta, non preoccuparti." Sospirò.
"Lo so, ma ho voglia di tornare e poi sento di dover fare una cosa molto importante...ho una strana sensazione, sta succedendo qualcosa." Riflettei ad alta voce.
"Non metterti nei guai Holly, anche se sei molto brava a recitare." Mi riprese serio.
"Tranquillo, in famiglia non ero io quella pratica." Sorrisi.
"Holland, il cameriere dice che c'è solo il prosciutto." Si avvicinò Ludo.
"Va bene, non mi scandalizzo." Acconsentii.
"Holland, sai, non so perché, ma mi è appena venuto in mente il cane che avevamo da piccoli..." ammise Ludo, improvvisamente.
"...già, Ces. Mi sembra strano che lo nomini, era da tanto che non te lo ricordavi." Risposi nervosa.
Quelle, nel nostro linguaggio segreto, erano il codice per indicare la presenza di un famiglio in giro.
"Non sapevo avevate un cane." Commentò allegro Sean.
"Era un bastardo, ma impossibile non amarlo." Sospirai, ripensando a quel cretino di mio fratello.
"A me non manca sentirlo russare e vedere che si porta via i miei vestiti e poi ha iniziato a farsi lavare spesso solo negli ultimi anni." Sbuffò Ludo.
"Però stava sempre con te mentre ti allenavi." Ribattei.
"No, a metà se ne andava. Meglio fare le cose con papà. Era pure pigro quel bastardo." Si lamentò.
"Come puoi non amare un cagnolone?" Chiese Sean stupefatto.
"Era sempre in giro a rompere le scatole. Meglio un fratello normale a un cane impiccione, anche perché lui apriva la porta, poi entrava Holland e poi la mamma per comunicare con me." Continuò, mentre io ridevo beatamente.
"Ah, holland, ieri ho visto che avevi scarabocchiato qualcosa su una vecchia ricetta che usava la mamma. L'ingrediente mancante è l'olio di cocco." Mi suggerì mio fratello, per una pozione che fa miracoli alle squame di drago.
"Grazie! Ecco che cos'era! Spero di trovarne quando arrivo. Quella ricetta mi tornerebbe molto utile...hai visto anche quell'altro foglio?" Chiesi riferendomi al mio tentativo di trovare un reagente magico per analizzare una pianta.
"Si, ma non saprei che suggerirti. Secondo me dovresti chiedere a William. Se no un po' di sale cristallizzato con distillato di foglie menta e mandragola...penso funzionerebbe." Aggiunse.
"Ottimo..." mormorai.
"Ragazzi, ma di che parlate? Avvolte non vi capisco proprio..." sbottò Sean.
"Perché non ti fai un riposino?" Proposi.
"Non sono stanco e poi non credo alle tue tecniche raggiratorie, anche se mi sono abbastanza spaventato con tutti quei trucchetti. Quanta gente hai pagato per quel piano?" Domandò divertito.
"Due o tre, la maggior parte era gente divertita a far qualche scherzo." Mentii.
"L'importante è che abbia funzionato." Sviò Ludo.
"Siamo in questa maledetta auto da un venti minuti, facciamo qualcosa oppure impazzisco." Pregò Sean.
"Non ti sei portato un libro?" Domandò Ludo.
"No, mi verrebbe il mal d'auto." Sbuffò.
"Allora perché hai chiesto a Kilian di scambiarvi?" Lo interrogai.
"Perché ho una brutta sensazione a guidare su questa autostrada..." rispose schivo.
In effetti eravamo ormai al punto in cui io e lui facemmo l'incidente quell'inverno.
"Io ascolto un po' di musica..." avvertii evasiva.
Presi le cuffie e iniziai ad ascoltare what's up, una canzone un po' vecchia, ma bella, che avevo visto la prima volta in un telefilm chiamato sense8 e di cui mi ero innamorata.
And I said Ehy ehy ehy, eheheh, ehy ehy ehy, i said Ehy, what's going on?
Cosa stava succedendo?
Stavo andando alla vecchia scuola di mia sorella, la mia famiglia si era sparsa, eravamo scappati, forse qualcuno era pure morto, c'era una guerra in corso, alla sede qualcuno progettava qualcosa.
Stavo osservando il paesaggio oltre il finestrino, mentre mio fratello, un druido, guidava e con accanto un babbano.
Uno stupido, testardo, scroccone babbano che studiava in università con mio fratello, faceva battute di continuo e con cui avevo sempre qualche buffo battibecco.
Sean non era così male, a modo suo aveva sempre avuto la capacità di tirarmi su, facendomi ridere o arrabbiare, ma mi distraeva a tutti i casini.
Però, in quel momento, i casini c'erano e mi serviva qualcosa di forte per combattere la Petra Genetrix. Avevo letto così tanto, io e Ludo dovevamo arrivarci, dovevamo.
Mary era brava a coordinare e prendere le decisioni, Claudia sapeva organizzarci, Marco era il nostro maestro, i miei fratelloni i nostri difensori, quelli più piccoli il nostro futuro e la refurtiva da proteggere.
Però come si combatte qualcosa capace di creare una divinità?
In tutte le leggende che ho letto nulla era capace di creare un creatore.
Nessuno dei miei ricordi avrebbe potuto aiutare, niente era mai stato paragonato a una pietra capace di originare la divinità, nemmeno nelle leggende greche.
Per quanto noi tutti ne sappiamo l'origine è l'origine stessa. Gli dei ci sono sempre stati, prima del caos, prima dell'ordine, prima dell'origine, hanno preceduto tutto, non sono posteriori a niente.
A volte mi chiedo perché Giove abbia scelto noi per affrontare tutto questo.
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