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The Blake case

"Rose! Scorp! Bro! Come state?" Chiese James, facendo il suo naturale e rumoroso ingresso dalla porta dell'infermeria.
"Depresso: per colpa di questa febbre mi perderò la partita dei Cannons..." sbuffò Scorp.
"Ma che dici, amico, la danno in TV!" Esclamò mio cugino.
"A casa Malfoy non esiste: mio padre è terrorizzato dagli oggetti babbani tecnologici."spiegò brevemente il biondo.
"Non lo accetto! Un fan che non può tifare la sua squadra di Quiddich del cuore non è tollerabile! Serve una manovra di emergenza!"sentenziò serio James, mentre Emma, alle sue spalle, mi guardava disperata.
"Ci abbiamo provato: la signora Astoria aveva radunato i nostri genitori e ha anche provato a farlo ammalare durante l'ultima partita di campionato, ma il signor Malfoy è stato incorruttibile, presenziando alla partita coperto come mai e pagando un extra per stare al caldo in condizioni tollerabili." Ribatté Al.
"Mi spiace ragazzi...ma,Sevy, non ti avvicinare al divano fino alla completa guarigione: non infetterai tutti e cinque per un capriccio!" Si raccomandò serio.
"A me spiace che dobbiate stare isolati in infermeria fino alla fine della febbre." Si rammaricò Emma.
"Cosa? Dormiranno qui da soli? Voi tre? Nella stessa stanza?" Iniziò a chiedere a raffica Sirius, sempre più preoccupato.
"Già..." confermai.
Emma sgranò gli occhi, sorpresa, mentre James si girava verso di noi, giungendo fino a Scorp e prendendolo per la maglia.
"Sei un caro amico, ma avvicinati a Rose e ti farò rimpiangere di essere nato!" Lo minacciò più serio che mai.
"James! Così ti ammalerai!" Lo sgridò Emma.
Il castano si allontanò, ancora furente, accostandosi alla sua bella, che avvolse le mani, intorno al suo braccio, rassicurandolo.
"Tranquillo, non sono pazzo e poi non farei nulla con Al nella stanza..." ribatté il biondo, col consenso accentuato di Albus.
"Però...voi rischiereste mai per una sveltina?" Domandò poi il ragazzo con gli occhi verdi del padre.
"Certo" Rispose dopo poco James.
"Dipende dalla follia del momento." Aggiunse la bionda.
"Non credo...dovrei essere particolarmente innamorata per accettare." Commentai,dopo una ponderata riflessione.
"Solo con chi ne vale la pena." Sorrise sognante Scorp, lanciandomi un occhiatina.
"Malfoy, ora sei morto!" Annunciò James, brandendo la bacchetta.
"Petrificus Totalus!"mi affrettai a dire, colpendo Emma per sbaglio.
"Ops..."mormorai, mentre James la disincantava premuroso, per poi baciarla.
"Scusa Emma, volevo prendere James..." ammisi.
"Beh, l'hai distratto, dovrei ringraziarti." Esclamò lei, facendomi l'occhiolino, complice.
Ridemmo, sotto lo sguardo confuso dei nostri caviglieri.
"Solo io, avvolte, ho la sensazione che le ragazze ci nascondino qualcosa?" Chiede Albus.
"Concordo." Disse Scop.
"Già.." si unì James.

"Mamma verrà a prenderci alle due:abbiamo tre ore per fare le valige." Sentenziò Albus, con tono solenne.
"Ok, io le ho fatte ieri. Avete già le pozioni, giusto?" Domandai ai ragazzi.
"Certo, ti raggiungiamo dopo, dobbiamo prendere delle cose da camera nostra." Confermò il biondo, uscendo accompagnato da Al e indossando delle mascherine.
Io, nel silenzio dell'infermeria rimuginavo per l'ennesima volta sull'assurdità del mio presente, sulla guerra che nessuno aveva notato, sulle torture che dei bambini avevano subito e su quanto fossimo stati cechi.
Mesi prima avevo anche supposto mia madre fosse a conoscenza di tutto, ma conoscendo il suo senso di giustizia non avrebbe mai lasciato che qualcosa del genere accadesse, inoltre anche Jessica aveva detto che nessuno avrebbe lasciato che la cosa venisse alla luce, per colpe e per mancanze di prove più che schiaccianti.
Ma perché avevano scoperto qualcosa solo a distanza di dieci mesi? Solo alla fine di quel marzo? Perché lasciare che tutti insultassero la mia amica e la sua famiglia, la cui unica colpa era essere scappati dall'inferno? Perché attaccare un Auror e la sua povera moglie?
I quesiti che avrebbero dovuto avere risposta immediata, che la giustizia avrebbe dovuto districare, erano incubi che mi raggiungevano in ogni quieto momento.
Già sapevo che non sarei mai sopravvissuta a lungo nel mistero e nell'incertezza come in quel momento, senza poter urlare al mondo di quel dolore, senza poter sfogare la mia rabbia contro gli italiani, senza poter distruggere la Petra Genetrix.

Osservavo mia madre, che si alzava amorevole da dietro la sua scrivania a casa.
Sapendo della mia malattia e con papà in America per un meeting degli Auror, aveva deciso di lavorare da casa.
Mi spruzzò una pozione per non essere infettiva e mi abbracciò velocemente.
"Scusa amore, se mi blocco con le scartoffie diventa un incubo: devo controllare decine e decine di documenti!" Esclamò esasperata.
"Che documenti? Questi dossier non sembrano i tuoi soliti e nemmeno quegli degli altri reparti." Chiesi, notando il colore rossastro delle spesse cartellette.
"Sono i documenti del caso Blake." Rispose mamma sovrappensiero.
"Oh! Il famoso caso Blake, si può sapere che è successo? Il mondo magico sembra essere andato in subbuglio per sta storia!" La interrogai.
"Rose, amore, è top secret e tu lo sai.." ribatté lei.
"Davvero? Anche per la tua creatura? E poi sono bravissima a tenere i segreti!" Controbattei.
"Sei anche una giovane maga. Una civile." Mi ricordò.
"Ti prego! Sono sveglia! Non rivelerò nulla a nessuno! Neanche ai cugini!" La supplicai.
"Rose! Ora basta! Non sei una bambina e queste sono cose più grandi di te!" Esclamò furiosa.
"E se avesse a che fare con Jessica? È sparita da dieci mesi! Nessuno sa ancora nulla! Se fosse morta? Magari qui io troverei qualcosa!so cose di lei che chiunque ignora e lei non è qui!" Urlai.
Lei cambiò d'espressione e d'atteggiamento, sentenziando:" ho letto e riletto: ti assicuro che Jessica non c'entra...ma sono felice che riesci a parlare di nuovo di lei..." disse.
Durante l'estate faticavo a pronunciare il suo nome e faticavo ancor di più a sentirlo dire dagli altri.
"È tempo che ho ricominciato...ma lei è ancora là fuori e per quanto ne so potrebbe essere morta quanto viva...Al è cambiato, la camera è più silenziosa, ogni tanto Emma torna in lacrime dopo aver parlato di Jess con James, anch'egli distrutto...quanto pensi dureremo senza cercarla?" Persistetti.
"...sai, penso che un occhio giovane potrebbe trovare qualche cosa in più in questi faldoni...ma ci sono molte cose brutte che hanno fatto star male anche me e sai che poche cose mi impressionano..." mi avvisò.
"Tranquilla, sono più forte di quando sembro..." le sorrisi rassicurante.
"Mi spiace, Rose...ero nel mio ufficio e volevo leggere un libro durante la pausa pranzo, così mi diressi alla libreria e notai che la copia del giardino segreto che mi avevate regalato per il compleanno era girata al contrario.
La presi e iniziai a osservarla, confusa, fino a notare una anomalia nella copertina: la parte laterale era strana... così presi un coltellino per le lettere e la aprii.
Dentro c'era una chiave dalla forma ad aspirale, molto particolare.
Mi ricordai, poi, che nell'ufficio di Blake era stata trovata una botola incantata, fatta di frassino e con un sortilegio potentissimo.
Chiamai immediatamente degli Auror e scendemmo a controllare. Dentro la botola c'era uno schedario nascosto, pieno di fascicoli e informazioni di cui ignoravamo totalmente l'esistenza. Ho formato una Elite force per il problema, che sta attualmente lavorando al caso, a profilo basso.
Abbiamo trovato dossier per decine e decine di bambini, alcuni vivi e altri no. Dopo il colpo di stato hanno fatto tantissimi esperimenti grazie a un monumento leggendario, ma non ci sono foto, solo appunti e lettere non firmate." Spiegò.
"Mamma, sono firmate, invece...solo non con il nome...lo faceva anche Jess ogni tanto: firmava col profumo. Diceva che secondo sua madre una lettera profumata era più piacevole da aprire. Sua madre usava la lavanda, lei usava il gelsomino." Le raccontai, memoriale di tutte le lettere piene di fiori secchi che giungevano a casa durante l'estate.
"In effetti non si può capire da chi sia scritta, se si usano i profumi e comunque scompaiono con gli anni..." concordò la donna.
"Sai che nomi danno ai bambini?" Chiesi lei.
"Nomi e poteri: guarda, quelli sono i vivi, l'altro gruppo i morti." Disse indicandomi due pile, una estremamente più bassa delle altre.
"Io inizio da quelle, allora." Sentenziai.
I nomi si susseguivano, i poteri erano uno più distruttivo dell'altro.
Marianna Selene Capaldi, occhi di Venere.
Vittoria Rossi, vampira.
Antonio delle piane, legilimens.
Cesare Almeni, nato animagus.
Claudia Medici, mezza-megera.
Giorgia Mormorai, mezza-molliccio.
Adriano Ulivi, sentinella.
Viviana Del Sera, labbra fatate.
Ottavio Curzio, X.
Greta Oceani, veggente.
Rachele Gavardi, artigiana.
Beatrice Mengoni, maga precoce.
Giulio Landi, mutaforma in nundu.
Ogni suono aveva un ombra di terrore e sofferenza.

"Marianna Selene Capaldi..."sospirai.
"Come tesoro?" Chiese mia madre.
"Sono tutti?" Le domandai,distraendomi dal nome.
"Se vuoi ci sono i morti..." mi ricordò la pila.
"Altri? I non esperimenti? Qualcuno di...anomalo?" La interrogai, approfondendo la questione.
"Beh, ci sono questi due: uno è morto, credo. C'è scritto che è stato creato un secolo prima della nascita di Cristo, la particolarità è che i documenti sono tantissimi, come se fosse immortale." Disse in tono confuso.
"Lucifero..." sentenziai.
"Esatto...come lo sapevi?" Domandò sospettosa.
"Jessica aveva spesso l'incubo di un mostro chiamato Lucifero, diceva che fosse il protagonista di una storia che le raccontavano da piccola per spaventarla. Era un ragazzo dagli occhi e capelli neri, che non moriva mai e rubava la vita altrui, per mangiare i loro ricordi e la loro felicità." Narrai tenebrosa.
"Che creatura inquietante..." commentò mamma.
"Abbastanza...l'altro chi è?" Ribattei.
"È strano, il nome è scritto in latino...Ludovicus...c'è scritto che sia l'ultimo dei sapienti antichi." Rispose, passandomi il dossier.
"Druido, me ne ha parlato Scorpius. Erano dei custodi della magia, antiche stirpi che seguivano rigorosi canoni morali e con una concezione particolare della giustizia. In pochi li conoscono, non viene scritto quasi mai di loro perché nessuno sa se sono buoni o cattivi." Le spiegai.
"E come si è imbattuto in queste informazioni?" Insistette.
"Durante una punizione, in cui doveva risistemare l'intera biblioteca, l'ha letto in un libro." Dissi semplicemente.
"Dovrei stare più attenta sulle persone che voi ragazzi frequentate..." concluse.
"Vogliamo parlare di papà e zio Harry?" Ribattei torva.
"Trovato nulla di interessante in quei fascicoli?" Ignorò la mia domanda.
"Continuo a cercare." Sogghignai.

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